Jibun Kara no Messeeji

Apr 17, 2012 22:55


Salve fanciulle ^___^
Credevate di esservi liberate di me? Su dite che è così dite la verità U___U
Bene dopo... 1 mese e 10 giorni dal mio ultimo post al di fuori della fictexchange rieccomi qui a tediarvi di nuovo! Credo non mi sia mai capitata una cosa del genere XD
Cmq eccomi con una nuova long... premetto non è finita ed è una long che avevo cominciato prima di iniziare Chains ma che ancora non è finita e non perchè sia lunga ma perchè sono ferma al 6 capitolo XD quindi siate pazienti perchè non posterò molto regolare... anche perchè ho ancora tante richieste da esaudire e quindi mi servirà tempo...
Ma ora veniamo al primo capitolo....

Titololo: Jibun Kara no Messeeji
Fandom: Arashi
Genere: yaoi, sentimentale, angst
Raiting: PG-15 per ora XD
Pairing: Sakumoto
Desclaimers: Sono MIEI!!!! Non è vero ç_____ç non sono miei ç____ç Però forse se glielo chiedo il vecchio Yoko me lo regala per il compleanno uhm...
Ringraziamenti: A harin e Jinny che come al solito accolgono ogni mia nuova assurdità con entusiasmo. Un ringraziamento particolare a Jinny che mi ha trovato il titolo, senza di lei non avrei postato e l'avrei continuata a chiamare "Lo zio" XD


Capitolo 1
Si alzò da terra, era un po' stordito, come se fosse reduce da una sbronza. Si guardò intorno, era buio e su quel ponte non c'era nessuno. Si tirò su in piedi ed osservò la strada al di là del ponte, quella era Tokyo, ma non la Tokyo dove abitava lui, era davvero la Tokyo del passato.

Quella sera era sfinito, in due giorni non aveva quasi chiuso occhio per via delle riprese, delle prove e delle varie registrazioni ed ora l'unica cosa che desiderava era arrivare a casa, farsi una doccia e infilarsi nel letto per farsi una sana dormita di almeno 8 ore. Scese dall'auto salutando l'autista e si avviò verso il portone di casa, aprì con il codice numerico ed entrò, prese l'ascensore e salì fino al piano, aveva pensato di fare un saluto a Shun, ma poi decise di lasciar stare sennò avrebbe detto addio alle sue 8 ore di sonno. Aprì la porta, ma rimase sorpreso quando trovò la luce accesa, che si fosse scordato di spegnerla? Eppure era sicuro di averla spenta prima di uscire. Alzò le spalle rinunciando a cercare di ricordare se lo aveva fatto o meno, poi entrò in casa dopo essersi tolto le scarpe, ma quando vide la luce accesa anche nella cucina cominciò a temere ci fosse qualcuno in casa, afferrò il primo soprammobile a portata di mano e si avvicinò alla porta della cucina.
-Chi sei?- chiese scoprendo che effettivamente qualcuno era dentro casa sua, - Come sei entrato?- chiese ancora all'uomo di spalle.
-Ho preparato del tè ne vuoi?- chiese lo sconosciuto, come se fosse tutto assolutamente normale e non fosse entrato illegalmente in casa d'altri.
-CHI E' LEI?!- disse alzando la voce.
-Jun sta calmo. Ora mi giro, ma... non urlare- disse l'uomo, poi posò qualcosa che aveva in mano e si girò lentamente, finchè non furono faccia a faccia.
Jun spalancò gli occhi, quell'uomo... gli... somigliava, gli somigliava troppo, era... ma non poteva essere, era assurdo.
-Ok devo proprio andare a dormire- disse tra se strofinandosi gli occhi con una mano; -Parlo con gli elettrodomestici ok, ma ne sono cosciente, ma da qui a credere di vedere un altro me... forse un po' più vecchio, che si prepara un tè nella mia cucina è davvero troppo- poi si allontanò dalla stanza verso la camera da letto, convinto che una bella doccia e una sana dormita avrebbe fatto sparire le sue allucinazioni.
-Jun fermati, io non sono un allucinazione e poi posa quella statuina della dea kalì, vuoi andarci a fare il bagno insieme?- disse l'altro uscendo dalla cucina per seguirlo.
Jun si fermò, poi posò la statuina che Sho gli aveva portato dall'india su un mobile, girandosi poi a guardare lo strano tipo che con i suoi capelli impeccabili, i suoi vestiti in perfetto ordine, se ne stava di fronte a lui a guardarlo con quelli che erano i suoi stessi occhi e la sua stessa faccia.
-Sai fossi in te la butterei quella cosa- disse indicando la statuina, -E' assolutamente orribile e so che lo pensi anche tu-
Era vero trovava orrenda quella statuina, ma gliel'aveva regalata Sho e non aveva mai avuto il coraggio di buttarla, così l'aveva tenuta nonostante la trovasse mostruosa.
-Se non sei un allucinazione si può sapere tu chi diavolo sei?!!- alzò la voce spazientito.
-Io sono te- rispose l'altro.
-Cosa?!-
-Io sono Matsumoto Jun e vengo da 8 anni nel futuro- disse.
-Mi stai prendendo in giro vero? Io non so perchè mi somigli tanto, ma tutto questo è assurdo!-
-Sei un po' pallido, che ne dici se ti metti seduto e ne parliamo con calma?-
Jun si sedette ormai incapace di cacciare via quell'intruso e convinto sempre di più di stare letteralmente impazzendo.
-So che può essere difficile da credere, io non ci crederei... e infatti non ci credo- disse guardando se stesso seduto di fronte a lui che ancora cercava di mettere in ordine le idee e autoconvincersi di essere solo stanco ed avere le allucinazioni.
-Allora...- cominciò a dire Jun cercando di capirci qualcosa, - Tu vuoi farmi credere che sei me venuto dal futuro?-
-Io sono te e vendo da 8 anni nel futuro- ripetè l'altro.
-E chi mi dice che invece non sei soltanto un mio sosia più vecchio che sta cercando di truffarmi o farmi credere delle cose assurde?- chiese.
L' altro non si meravigliò di quella domanda, aveva pensato a lungo a cosa avrebbe detto per convincere se stesso che lui era veramente... lui.
-Va bene. Mettimi alla prova allora! Chiedimi qualcosa che solo tu puoi sapere- rispose prontamente.
Jun sembrò pensarci un po', poi fece la sua prima domanda:
-Che shampoo uso?-
-Non ne usi uno in particolare, lo cambi spesso, ma usi sopratutto shampoo da donna- rispose sicuro l'altro.
-Chi mi ha regalato quello?- disse indicando un oggetto sopra il mobile, dalla forma strana e non bene identificabile.
-Te lo ha regalato Satoshi, lo ha fatto lui, ne ha regalato uno a ognuno di noi e alla scimmia di Masaki piace giocarci con quello di Masa-
Jun rimase a scrutarlo, chiedendosi come poteva quell'individuo sapere certe cose.
-Possiamo continuare così anche tutta la notte se vuoi, posso dirti anche di che colore sono le tue mutande preferite o qual'è stata la tua prima cotta, oppure veniamo al punto e cominci a credermi. Dopo tutto io sono te e lo puoi vedere benissimo anche da solo, ovvio sono leggermente cambiato da come sei tu ora ma non poi così tanto, non trovi?- disse dando infine sfoggio dell'orgoglio di sembrare ancora così giovane nonostante ormai avesse già 36 anni.
-Non sono ancora sicuro, tanta gente conosce cose di noi, che forse neanche noi conosciamo- disse corrucciando la fronte e guardandolo ancora con un po' di sospetto.
-Smettila di fare così mi farai venire le rughe sulla fronte- lo ammonì l'altro indicando la sua fronte sul suo io più giovane, che alla parola rughe rilassò immediatamente il viso all'istante.
-Ok facciamo che tu sei me, perchè saresti venuto dal futuro nel passato?- chiese.
Vide se stesso più vecchio farsi più serio e temette che fosse successo qualcosa di grave.
-Allora?- insistette.
-Sono venuto perchè in futuro... sono venuto per evitare che in futuro tu sia infelice- disse.
-Eh si, perchè ora sprizzo felicità da ogni poro non vedi!- replicò stizzito.
-Ok hai ragione, lo so che ora non è un momento molto idilliaco, però sta per succedere qualcosa che ti farà credere che tutto può cambiare, però tu non devi crederci, perchè poi non sarà così, andrai incontro solo all'infelicità- cercò di spiegare, ma non riusciva ad essere chiaro come voleva perchè non poteva farlo, sapeva che era pericoloso tornare indietro nel tempo, sapeva che era severamente vietato interagire con il se stesso del passato eppure stava rischiando il tutto per tutto per la sua felicità e non solo.
-Allora dimmi cosa!-
-Non posso dirtelo, però domani... domani chiunque ti inviti ad andare da qualche parte, tu non andare, torna a casa appena hai finito con il lavoro e poi spegni il cellulare-
-Trovo che questa cosa sia assurda! Tu non puoi venire dal futuro! Ed io sicuramente sono stanco visto che sono due giorni quasi che non dormo- disse alzandosi e avviandosi verso la camera da letto, deciso a non voler ascoltare neanche una parola in più da quell'assurda allucinazione, sicuramente dopo una bella dormita sarebbe stato meglio.
-Jun ascoltami! Non fare il testardo!- disse cercando di fermarlo.
-Se tu sei me sai cosa sto pensando ora e... non voglio più sentire una parola!-disse, poi si girò e si chiuse a chiave nella sua stanza.
Era tutto frutto della sua immaginazione, era stanco e frustrato per via del troppo lavoro ed ora cominciava davvero a dare i numeri, l'indomani avrebbe preso un appuntamento dal medico e se fosse successo di nuovo di vedere quello strano tizio che gli somigliava tanto avrebbe fatto una tac per sicurezza.

gnr: sentimentale, gnr: angst, gnr: yaoi, g: arashi, r: pg-15, p: sakumoto

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