Ok, siccome me ne vado al concerto degli u2 (son tipo 20 anni che aspetto, eccheccavolo! E quando avevo 8 anni, Junlie ci è andata e io ovviamonte non sono stata portata perchè troppo piccola, ma sto giro non mi sfuggono! Bono ha tentato, davvero, si è anche quasi spaccato la schiena per riuscire a fuggire, ma ce l'hanno aggiustato, quindi mo gli tocca U_U), non vi lascio a bocca asciutta. Quindi adesso posto, poi vado a farmi la maratona telefilmica e la preparazione psicologica al concerto, e ci vediamo sabato sera U_U
TITOLO: siccome non c'è ancora, NINOSCOPIO rimane (è una storia lunga)
AUTRICE: Jinny
GENERE: Drammatico ... credo >__>
PAIRINGS: Matsumiya, Sakuraiba
RATINGS: nc-17 causa argomenti
DISCLAIMERS: Non possiedo nessun Arashi, nessun Johnny, nemmeno Johnny Depp, purtroppo, e continuare a ricordarlo di certo non migliora il mio umore!
THANKS: a Harin e Vampiretta che as usual si sono sorbite il mattonazzo in anteprima (a loro l'arduo compito di spiecare NinoSCOPIO U__U)
NOTE: Mi scuso col povero Riidaa che è rimasto un po' in disparte in questa storia ...
<> chiese Sho. Erano seduti nella saletta fumatori dell’istituto psichiatrico dove lavoravano. Kazunari si era acceso una sigaretta e stava lasciando che gli si consumasse tra le dita
<< Non l’ho letto. Non lo faccio mai. >> disse, prendendo finalmente una boccata. Poteva sentire chiaramente lo sguardo sconvolto di Masaki su di sé
<< Se hanno deciso di affidare a me il paziente, di sicuro ci sarà un motivo, no?>>
<< E non vuoi scoprirlo, scusa? >> chiese Masaki
<< Perché tu leggi tutti i fascicoli? A che serve che vengano da te se sai già come stanno? Dagli le pillole e salvati dal muro di drammi, no?>> disse Kazunari, con una smorfia, accendendosi un’altra sigaretta, visto che la precedente si era fumata da sola.
<< Ma parlando si sentono meglio. E leggendo i fascicoli, sapresti come evitare che i tuoi pazienti ti odino immancabilmente …>> ribatté Masaki, piccato. Kazunari si girò a guardarlo
<< Dice quello che è rimasto tre mesi in silenzio completo.>> lo provocò Kazunari
<< Perché il mio analista era bravo quanto te …>> canticchiò Masaki, tornando a leggere i fascicoli dei pazienti del pomeriggio
<< Un’altra parola, tutti e due, e giuro che vi picchio.>> ringhiò Sho
<< Tu non c’entri con la nostra faida, rimani nel tuo angolino sicuro, Sakurai.>> disse Kazunari
<< Lo dice perché ti vuole bene, Sho-chan, fidati …>> disse Masaki, sorridendo dolcemente.
<< Mi fido …>> borbottò Sho
<< Bravo Sho-chan … bene, io vado a lavorare …>>
<< Non fingere che il nostro lavoro non sia un atto di carità, Masa … ci hanno tenuti perché siamo due disadattati e non potremmo affrontare la vita fuori di qui.>> disse Kazunari, in tono amaro. Sho tremò, vedendo Masaki che si avvicinava velocemente a Kazunari. Ma Masaki si limitò a scompigliare i capelli del collega, con affetto
<< Lo so, Nino-chan. >> disse, sorridendo, ed uscì dalla stanza.
<< Prima o poi ti picchierà …>> commentò Sho. Kazunari sospirò
<< Sarebbe una reazione più umana …>> mormorò. Poi spense la sigaretta, rassegnandosi a non fumare fino alla sera, si stiracchiò ed uscì dalla stanza, dirigendosi verso il suo studio. Diede appena uno sguardo al ragazzo che gli infermieri stavano accompagnando nello studio di Masaki, non gli importava. Aveva già il suo da fare con il solito gruppetto di ragazzine con disturbi alimentari, esaurimenti nervosi da matrimonio e depressioni da menopausa. Si sedette, attendendo la prima paziente, preparandosi al solito pomeriggio noioso. Ma nella pausa dopo la prima seduta (brevissima, e la paziente aveva addirittura sorriso), qualcosa di inaspettato arrivò dalla stanza accanto. Un grido di frustrazione, qualcosa che si schiantava contro il muro e, dopo un attimo di silenzio, la supplica. Portatelo via. Si alzò e fece capolino dalla porta. Vide gli infermieri portare via il ragazzo entrato prima, che poi a guardarlo meglio non era poi così giovane (doveva essere più o meno suo coetaneo), e sentì qualcos’altro schiantarsi contro il muro. Dalla porta di fronte, vide Sho fare capolino. Si scambiarono un’occhiata, poi, con un breve cenno agli infermieri, si precipitarono nello studio di Masaki. Lo trovarono in piedi al centro della stanza, tremante per la rabbia. Si girò di scatto verso Kazunari
<< Se evitassi di fare tutte le tue cazzo di battute, io eviterei di dare i numeri con i pazienti!>> gli urlò << Non posso arrivare qui con i nervi saltati quando mi trovo a dover affrontare qualcuno che non si fida nemmeno della propria ombra!>>
<< Eddai, per due battutine …>> borbottò Kazunari. Lo scapaccione di Sho arrivò, velocissimo e micidiale, mentre Masaki si massaggiava le tempie
<< Non ha detto nulla. Niente! Un’ora di silenzio totale! E lo sguardo perso nel vuoto, sennò … la sufficienza … e un muro di silenzio … >> la voce di Masaki si spense, mentre guardava la porta, che si era aperta. Kazunari si voltò, trovandosi faccia a faccia con Nakai, il loro capo
<< Aiba, che succede? Hai fatto portare via il paziente perché hai avuto una crisi tu?>> il tono era tutt’altro che benevolo. Kazunari vide Masaki abbassare il viso
<< Mi dispiace … non succederà mai più … io .. non so che mi sia preso …>>
<< Non succederà più, ne sono certo. Intanto penso a cosa farne di te. Ti voglio nel mio ufficio, e in fretta anche. Libera lo studio. Ninomiya, il caso è tuo. Gli altri passano a Sakurai. >>
Detto così, Nakai uscì dalla stanza. Kazunari guardò Masaki, che si mordeva forte le labbra
<< Sho-chan …>>
<< Vado … ho un sacco di pazzi in più, ora …>> disse Sho << Il che vuol dire … aumento …>> canticchiò, uscendo dalla stanza. Kazunari chiuse la porta e guardò Masaki iniziare a raccogliere le sue cose
<< Masa …>>
Quello si girò a guardarlo, con le lacrime agli occhi
<< Senti, io …>>
<< Lascia stare … se perdo la pazienza per un po’ di silenzio … forse dovrei davvero limitarmi a prescrivere le medicine … ma a me piace che si sfoghino … forse per la psicanalisi va meglio … e … scusa …>> si interruppe per rispondere al telefono. Quando riagganciò, sembrava più basso
<< Vado dal capo … secondo round …>> mormorò. Kazunari lo abbracciò stretto. Quando Masaki si staccò, sorrideva
<< Sei arrabbiato con me.>> disse Kazunari. Masaki sospirò, poi scosse la testa
<< Sono abituato alle tue battute. Probabilmente, se non ti avessi conosciuto, non avrei più parlato … siamo davvero due disadattati, ne, Nino-chan?>>
Kazunari sospirò. Poi allungò una mano verso il fascicolo. Masaki alzò un sopracciglio
<< Vuoi davvero vedere il fascicolo?>> chiese, sorpreso.
<< In realtà no … senti, dimmi tu qualcosa …>>
Masaki si morse le labbra, poi abbassò il viso
<< Ce l’ha mandato Ohno …>> mormorò
<< Leggi, o aspetta che parli. >> disse Masaki, secco.
<< Sei arrabbiato con me!>>
<< Si, lo sono! Adesso si! Due pagine di descrizione, che ti ci vuole?>>
Kazunari prese il fascicolo. Matsumoto Jun. Trovato a vagare in una strada poco trafficata con addosso solo una maglietta ed un paio di jeans, in stato di shock. Età stimata intorno ai 25 anni
<< Ha detto solo il nome?>> chiese Kazunari.
<< L’ha scritto. Non ha fatto altro, però. Vado dal capo.>>
<< Non può licenziarti …>> quasi squittì Kazunari. Masaki lo guardò
<< Mi ha fatto liberare lo studio, Nino … e … noi due non abbiamo un contratto … abbiamo un accordo non scritto con il precedente direttore … >>
<< Ma … se … dove andresti?>>
<< Si suppone che siamo capaci di cavarcela. Siamo adulti, no?>>
Kazunari annuì, mentre Masaki usciva. Rispose al telefono che squillava
<< Sapevo che ti avrei trovato dalla tua amica del cuore. Per oggi sei libero. Ma da domani mattina, ti voglio tutto il giorno, tutti i giorni, con quel Matsumoto. >> gli arrivò il tono irato di Nakai
<< Capo … se Aiba ha avuto uno scatto del genere, è stata colpa mia … troppe battute del cavolo …>>
<< Se non regge qualche battuta, forse è il caso che cambi lavoro.>> tagliò corto Nakai, riagganciando. Kazunari sospirò, ed andò nella propria stanza. Il dormitorio per i medici era di gran lunga più lussuoso di quello per i pazienti, ma il fatto che fossero nello stesso edificio, cosa che per alcuni era inquietante, a Kazunari dava la sensazione di essere a casa … perché lui in quell’istituto c’era cresciuto … lesse tutto il pomeriggio, sempre le stesse tre righe, troppo preoccupato per la sorte di Masaki. Alle sette, rassegnato, si avviò verso la mensa. Si sedette accanto a Sho, cercando Masaki con lo sguardo
<< Sai qualcosa?>> gli chiese Sho
<< No … il capo mi ha cacciato fuori dalle scatole dicendomi di prendermi il pomeriggio libero … eccolo …>>
Masaki si avvicinò a loro, con un debole sorriso, e si lasciò cadere stancamente su un sedia di fronte a loro.
<< Mi ha messo alla terapia di coppia …>> mormorò, ridacchiando. Kazunari fece un ghigno
<< Proprio la persona più indicata … >> disse. Masaki sbuffò
<< Ho solo quasi strangolato una ragazza perché ha tentato di baciarmi, che vuoi che sia …>> disse. Sho quasi si strangolò con il boccone che aveva in bocca
<< Come, prego?>>
<< E’ una lunga storia, Sho-chan … adesso mangia, magari un giorno la racconterò anche a te … o sennò puoi cercare il mio fascicolo in archivio … ma nessuno legge i fascicoli?>>
<< La nostra personale Hermione Granger …>>
<< Procurati un paio di occhiali, Nino, alla cicatrice in fronte ci penso io …>> minacciò Masaki, ma sorridendo
<< Cercherò il fascicolo.>> disse Sho, serio.
<< No. Ti prego. Poi non vorrai più lavorare con me … >> mormorò Masaki
<< Potrei cercare quello di Nino …>>
<< Mi troveresti così kawaii che dovresti fermarti in adorazione ogni volta che ti passo vicino …>> disse Kazunari
<< Ma ci fermiamo già tutti in ammirazione, scimmietta …>> canticchiò Masaki.
<< Punto per Masa …>> disse Sho. Masaki rise, trionfante, mentre Kazunari borbottava qualcosa di poco carino.
La mattina dopo, si svegliò presto, ed andò quasi subito nel suo studio. Quando gli portarono il paziente, capì cos’avesse irritato tanto Masaki. Il giovane si sedette ed ignorò sistematicamente ogni domanda. Dopo un’ora, Kazunari decise di cambiare tattica
<< Va bene, Matsumoto. Vuoi stare in silenzio? E stiamo in silenzio.>> detto questo, prese un fumetto ed iniziò a leggere. Aveva tutto il giorno, no?