Giochi d'equilibrio -Fanfic-

Jan 31, 2011 14:13

F-List hispanoparlante, no panic. Esto lo traduciré, no os volvais locas. Tampoco es que vaya a pasarme al italiano para escribir, es más bien que me apetecía probar.

Titolo: Giochi d'equilibrio
Fandom/Personaggi: Lituania, Russia. Russia->Lituania accennato, breve apparizione di Estonia.
Rating: PG-13, Giallo
Avvertenze: Violenza fisica, anche se poca. Uso dei nomi umani; Toris per la Lituania e Ivan per la Russia.
Conteggio parole: 769
Note: Ecco, prima di tutto, questa non è la prima volta che scrivo in italiano, ma sì la prima che lo faccio pubblico. Basicamente, voglio dire che trovare una beta quando tutti i tuoi contatti del fandom parlano spagnolo è difficile, e poi non è che abbia una fiducia totale sul mio italiano arrugginito dopo undici anni vivendo in Spagna.
Fuori dai termini puramente tecnici, è il RusLiet più lungo che abbia mai scritto, e anche quello più narrativo. Sono abbastanza felice con il risultato, veramente.
Ringrazio pilaren, la mia pseudo-beta che mi dice che suona tutto bene, e kiriahtan, perché tra le due mi hanno convinta a pubblicare questo.

Ovviamente, i commenti sono amore e le correzione eternamente gradite!

Giochi d'equilibrio

Lo tiene stretto contro sé ed è come se spezzasse la lancetta delle ore dell'orologio. Ivan sente che è troppo repentino è che se ne pentirà, e poi è come se tutto si fermasse per un momento.
Toris stringe in mano i documenti in brutta, contro il petto, come se fossero uno scudo per separarsi di lui. Non vuole toccarmi, pensa Ivan.

Toris fa sempre lo stesso. Per un momento sembra colto di sorpresa e la sua respirazione diventa diversa, i suoi respiri più corti, più silenziosi.
Fa finta di non essere lì. La sua respirazione non ritorna alla normalità fino a che Ivan se n'è andato; quando è con lui, Toris respira per la bocca, non per il naso, come se avesse bisogno di più aria che al solito.
Per Ivan è più o meno lo stesso, tanto si accontenta con sentirlo vicino. Crede che a Toris non importa, se è soltanto un abbraccio. Crede che non faccia male a nessuno.
Riesce a credere in tante cose belle, quando lo stringe a sé così.
Gli piace ogni cosa di lui. I capelli oscuri, così esotici in una casa tutta piena di persone bionde; gli occhi verdi e limpidi, il viso ben fatto. Ha la corporatura diversa da quella dei suoi fratelli, meno esile e più adulta. Ivan sente il suo petto andare su e giù mentre l'aria entra ed esce tra le sue labbra.

Poi c'è sempre la stessa scena strana. Viene tutta di scatto, come un lampo, come allontanare le dita scottate del fuoco.
Si separa per un momento di Toris e lo guarda in faccia. Non ha mai capito i suoi occhi, che sono come le finestre di una casa stregata, con tutti i fantasmi che non si vedono ma si sentono. Comunque Ivan sorride, sorride sempre. Non è come se aspettasse qualcosa di più. Non è come se pensasse che può succedere qualcosa di più, anche se gli piacerebbe.
Ivan non è stupido, e lo vede se Toris non ricambia assolutamente niente di tutto quello che prova. Lo sa anche che è troppo bravo a restare zitto e mandare giù i sentimenti, ma con lui non sembra succedere.
Quando Toris crede di capire e chiude gli occhi, la sua bocca stretta in una linea quasi crudele, Ivan si sente ferito. Rendersi conto di quello che Toris pensa è strano e fa male. Non voglio ma devo, è l'unica cosa che riesce a capire in quel gesto. Lui vorrebbe che le sue palpebre andassero giù senza nessuna forza, che le sue labbra restassero socchiuse, accoglienti, aspettando.
Ivan vuole credere che quello può succedere qualche giorno, anche se il suo è un amore come un ballo nascosto in qualche posto brutto e silente, a piedi nudi, e se calpesti qualcosa in terra ti farai male e macchierai il suolo di sangue. Il più piccolo errore lo manderà tutto in una rovina di pezzettini taglienti, e Ivan ha già sbagliato troppo, fin dall'inizio.

Lo schiaffo è così inaspettato e senza senso che li sorprende entrambi, come se qualcuno avesse appena sparato in aria. Purtroppo il suono e troppo simile. Ivan tira la mano indietro, prendendola con l'altra, come se si fosse fatto male. Toris resta fermo un momento, poi batte le palpebre.
Per un momento Ivan sembra capire.
Che cos'è appena successo?
È qualcosa come un scintillio fugace; sparisce subito. Toris rialza la testa e adesso è lui quello a guardarlo in faccia.
Ivan recupera presto il sorriso. Toris è sempre Toris, ormai. Anche se vorrebbe, anche se morirebbe per vederlo piangere, chiederli aiuto, darebbe qualunque cosa davvero per sentire, per un momento, che Toris ha bisogno di lui.
Per il momento deve accontentarsi con sapere che Toris sa dov'è.
-Mi scusi tanto.
Toris lo guarda negli occhi al dirlo perché ancora non si è piegato. È una persona troppo orgogliosa, Toris, non è come se fosse a piangere per un abbraccio che non voleva e uno schiaffo che non si aspettava.
Adesso è lui quello che spezza il momento. Si gira e se ne va, e i tacchi bassi e piatti dei suoi stivali suonano esattamente come un orologio che è caduto e si è rotto. Ivan aspetta il momento inevitabile in cui le lancette si fermano e Toris si gira per guardarlo, ma non succede.
I suoi passi sono così stabili e fermi che sembra che non sia successo niente affatto.

-Hai la guancia rossa, Toris.
Toris si ferma un momento e si tocca la pelle dopo aver sentito le parole del fratello. Eduard sospira quando sorride e scuote la testa, come fa sempre.
-Non è niente.

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Grazie mille ancora! Spero che abbia stato del vostro gradimento :D

F-List hispanoparlante, esto lo traduciré y lo colgaré en un par de días o tres. De momento, supongo que podéis tirar de deducción o Google-Fu.

fanfics, italiano, anime/manga

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