[FIC] Let's go, it's my show, baby do what I say

Jan 31, 2011 18:05

Titolo: Let's go, it's my show, baby do what I say
Fandom: Originale
Rating: NC17
Conteggio parole: 2166 (FDP)
Avvertimenti: femslash, porn, concetti personificati.
Disclaimer: Ma chi se le piglia Tutto mio!
Note: Si continua con il crack!porn. Non è necessario, ma se leggete prima Beta/Autrice coglierete qualche riferimento in più 8D
Prompt: Fanfiction/Ficcyna, "Io sono più matura, pulita, coerente, corretta." "Io sono piena di porcate infattibili!1!!1" "Vieni qui, che ti insegno un paio di cose sulle porcate." ( p0rn fest #4) harleen313 mi aveva sfidato!

Ficcy era solo al secondo giro di birra, e il mondo era un posto meraviglioso. Contest la stava guardando adorante - finalmente, erano giorni che tentava di portarselo a letto per vedere il suo banner 500x300! -, Reccy rideva a tutte le sue battute, riempiendola di complimenti e capslock, tutti nel bar non riuscivano a staccarle gli occhi di dosso e non si era mai sentita così brillante, o divertente, o…
“Ragazzina, potresti fare un po’ meno- oddio, sei tu.”
Ficcy distolse l’attenzione dalle ciarle a mitraglia di Reccy per portarla sulla nuova arrivata con uno svolazzare di ciglia, perplessa. Non riusciva a ricordarsi chi fosse quella donna, ma era normale che non si ricordasse di tipi ordinari come quella; d’altra parte, era ovvio che tutti conoscessero lei. Non c’era niente di strano.
“Chi sei tu???” chiese, sorridendo smagliante e buttando all’indietro gli splendidi ricci biondi boccolosi che Reccy le invidiava tanto.
“Ugh,” disse la donna (in maniera molto poco cool, se aveste chiesto a Ficcy). La sconosciuta portava i capelli, banalmente castani, in una coda ordinata, ed era vestita con una camicia azzurra e dei jeans scuri che non facevano nulla per mettere in mostra una scollatura prorompente o qualche curva al posto giusto, ma aveva un’aria estremamente… precisa. Ad un’occhiata veloce Ficcy l’avrebbe ignorata sicuramente, ma a guardarla meglio c’erano un sacco di piccoli particolari che attiravano l’attenzione - il trucco così leggero da sembrare naturale, lo smalto senza una minima sbavatura, non un capello fuori posto o una piegolina nei vestiti, scarpe tanto lucide da specchiarcisi. Sembrava ci fossero volute ore e ore di lavoro per ottenere quell’effetto.
Ficcy sentì un po’ di compassione per le povere ragazze che non riuscivano ad essere belle senza il minimo sforzo come lei. “Vuoi bere qualcosa con noi?!?” disse, sempre la solita buona samaritana.
“Piuttosto mi faccio pubblicare come bozza,” rispose con un disprezzo che Ficcy non riusciva a capire. “Senti, bambolina,” si avvicinò al tavolo per poter appoggiare le mani ai lati del boccale di Ficcy e ringhiarle in faccia “ti dirò soltanto questo: smettila di starmi sempre tra i piedi.”
Reccy si accucciò contro il fianco della sua migliore amica, spaventata; Contest stava guardando la sconosciuta con la bocca aperta, come se non si fosse mai trovato davanti una vista del genere. Ficcy sbatté vezzosamente le palpebre. “Ci siamo già viste?”
La donna si portò una mano alla fronte, massaggiandosi le tempie. “Forse non te ne sei mai accorta, tesoro, ma mi ti piazzi davanti ad ogni singolo aggiornamento, con quel tuo tremendo html e gli orrori d’ortografia e- e le assurdità, dio,” esclamò, con una smorfia disgustata “Mi hai costretto a trasferirmi da Livejournal per poter respirare un po’.”
Ficcy la fissò, intensamente, con profondissimissima concentrazione… per un paio di secondi. Poi inclinò la testa di lato e sorrise innocentemente (ma con malizia. Era un trucco che le ci erano voluti mesi ad imparare.) “Scusa ma però non mi ti ricordo!!”
L’altra sbatté con violenza le mani sul tavolo, facendo strillare Reccy. “Sono Fanfiction, imprecisa, frettolosa oca giuliva,” sbottò “Quella più matura, pulita, coerente e corretta.”
Ficcy spalancò la bocca con un sentito ‘gasp!’ (lo disse proprio - “Gasp!” - perché le piaceva il suono delle onomatroppee) e si portò le manine dalla splendida manicure fucsia attorno al viso, come in quel quadro brutto ma veramente buffo che aveva visto da qualche parte. Aveva sentito parlare di lei, ma non credeva che esistesse davvero - qualcosa che Recensione, quella racchia scorbutica della sorella grande di Reccy, le raccontava solo per spaventarla. Come la storia di F7, che scherzi di pessimo gusto.
“Bhè’,” disse, poi si accorse di essere stata insultata, e si coprì orripilata la bocca con una bellissima manina. Dov’erano quelle scansafatiche delle Amykette quando le servivano?! “Ma a me mi.... ma io..” balbettò, finché non si illuminò e drizzò la schiena in tutta la sua considerevole lunghezza (tremila parole compresi tutti tutti tutti gli spazi, prima e dopo le virgole!) per fronteggiare Fanfiction. “Io sono piena di porcate infattibili!1!!1”
Fanfiction la guardò in silenzio per una manciata di secondi, prima di scoppiare fragorosamente a ridere e voltarsi verso qualcosa alle sue spalle. Solo in quel momento Ficcy si accorse di un tavolo poco lontano dal suo pieno di gente poco raccomandabile, che stava seguendo la loro conversazione con interesse. Riconobbe quella secchiona di Recensione (chi avrebbe mai detto che aveva una vita sociale?), che scuoteva la testa quasi si vergognasse per qualcuno, chissà chi, e un altro paio di brutti ceffi che le facevano venire i brividi - un ragazzo in giacca e cravatta, uno di quei tipi precisini che sono pronti a sottolinearti tutta di rosso se fai qualcosa di insignificante come confondere un apostrofo con un accento, e una donna vestita di pelle che la stava guardando famelica, come se non aspettasse altro di averla tra le mani… mani che, notò Ficcy con orrore, stavano giocherellando con un paio di manette che le pendeva innocentemente dalla borsa. Quella donna lanciò una lunga occhiata in direzione di Fanfiction, e lei alzò un sopracciglio divertita.
“Scusate!!!” disse Ficcy, offesa che la stessero ignorando, quando improvvisamente si ritrovò il viso di Fanfiction a pochi centimetri dal suo, con una luce negli occhi che le fece sussultare qualcosa nel petto. Fanfiction le puntò i capelli dietro un orecchio prima di avvicinarsi e sussurrare, in modo che né Reccy né Contest potessero sentirla, “Vieni fuori, che ti insegno un paio di cose sulle porcate.”
E altrettanto all’improvviso non c’era più, e Ficcy si sentiva scossa, scoperta, e al freddo. Fanfiction le dedicò un’occhiata da gatto che ha appena catturato una lucertolina, quindi si voltò e si incamminò lentamente verso l’uscita d’emergenza, senza guardarsi indietro nemmeno una volta.
“Ke cosa..?” farfugliò Reccy, poi urlò rischiando di cadere dalla sedia mentre Ficcy si alzava di scatto e seguiva - nervosa ma calma, piano ma di fretta, un po’ spavalda e un po’ incerta, una camminata che non era poi così ammaliante come credeva - Fanfiction fuori dal locale. “Ficcy!!!1”

Si ritrovò in un vicolo sporco, al buio, da sola. Si abbracciò le spalle, sfregandosi le braccia per scaldarsi un po’, e si pentì di aver rinunciato alle calze a rete, che avranno pure coperto poco ma sempre meglio di lasciare le sue toniche gambe affusolate nude sotto la mini striminzita che faceva pandàn col suo top paillettato.
L’eleganza purtroppo non riparava molto dal freddo.
Due mani calde si posarono sui suoi fianchi, sulla pelle della pancia piatta lasciata in vista dal top, e Ficcy rabbrividì sentendo il corpo dell’altra premersi sulla sua schiena. Non si era accorta che fosse più alta di lei di quasi tutta la testa, tacchi compresi. “Cosa succede adesso, di solito, dalle tue parti?” le ronfò Fanfiction nell’orecchio. Ficcy fu attraversata da un altro brivido.
“Quand’è così..... c’è qualcuno che mi vuole fare male, ma arriva sempre l’uomo della mia vita, che non ho mai visto prima, e mi salva e le nostre lingue duellano e si rincorrono e giocano a palla e poi mi porta a casa sua e ci uniamo nella danza più antica del mondo e ci amiamo per sempre, anche se ancora non so come si chiama.”
“L’uomo della tua vita?” ripeté Fanfiction, con una punta di scherno nella voce che Ficcy non colse.
“Certo!! Ed è sempre bellissimo, ha i muscoli scolpiti dal Quiddiccc! O, ehm,” ci pensò un attimo “scolpiti da qualcosa, cmq!”
“E com’è?”
“È la mia prima volta,” arrossisce Ficcy “e non fa mai male ed è tutto perfetto e raggiungiamo l’apice della passione insieme. Più volte!!!”
Fanfiction ridacchiò. Ficcy non fece in tempo a capire cosa ci fosse di così buffo che si sentì girare di peso e Fanfiction la stava baciando prima che potesse dire “!!!?!??!1”. Ficcy era abituata a teneri primi baci, con lingue che timide bussavano alla porta dei suoi denti pregando di poter entrare, o appassionati pastrugnamenti per trasmettere la fiamma del sentimento del suo adorato, ma questo- questo era un bacio sporco, sgraziato, e così dannatamente reale.
Non si accorse di star indietreggiando finché Fanfiction non la sbatté al muro, e rimase sconvolta nello scoprire che non era un’esperienza né erotica né proibita, ma soltanto piuttosto dolorosa. Fece per esclamare qualcosa di sgarbato appena Fanfiction interruppe il bacio, e le uscì invece un sospiro tremulo quando sentì le labbra di Fanfiction scorrerle lungo la gola e poi soffermarsi sul suo collo con denti e lingua. Il cuore le batteva rapido, e si aggrappò forte alla camicia dell’altra quando quella la morse.
“Sei- ahi!!” Fanfiction le aveva abbassato bruscamente il top, lasciandola scoperta alla mercé del gelo della notte. Le chiuse di nuovo la bocca con un bacio e ingoiò ogni sua protesta, una mano sulla nuca e l’altra improvvisamente sul suo petto, il palmo che scorreva sul suo seno prima di stringere quella carne morbida tra le dita.
Ficcy gemette, incapace di trattenersi, un po’ per il dolore un po’ per la scarica di piacere improvvisa che era arrivata dritta al calore umido tra le sue gambe. Fanfiction la stava trattando come una bambola - piega la testa così, vieni più vicina, ecco, perfetto - e non riusciva a spiegarsi come la cosa potesse piacerle. Ogni movimento, ogni graffio, era tutto così giusto, una perfezione da farle perdere la testa.
Quando poi Fanfiction infilò prepotentemente un ginocchio tra le sue gambe, premendo verso l’alto e trascinandolo lentamente contro le sue mutandine, sottili e già vergognosamente fradice, si staccò boccheggiando. Si aggrappò alle sue spalle, scossa dai tremiti, col fiato che non voleva saperne di tornare e piccole scintille che le rotolavano lungo ogni nervo fino alla punta dei capelli mentre Fanfiction sfregava imperterrita la coscia tra le sue gambe, la frizione del denim ad un soffio dall’essere dolorosa.
“Sei fortunata che ti abbia trovato in questo bar,” le disse Fanfiction, mentre lei mugolava parole sconnesse e stringeva convulsamente la sua camicia. “Se fossimo a casa mia ti avrei aperto piano, prima con le dita, poi con la lingua, e quando ti fossi messa a supplicare avrei preso il mio bello strap-on e ti avrei scopata fino a farti svenire, a faccia in giù per mordere il cuscino ad ogni spinta,” e marcò le ultime parole con degli scatti secchi.
Ficcy non aveva più nemmeno la presenza di spirito per gemere incoerente. Fanfiction se l’era praticamente fatta sedere in grembo, mentre non smetteva di muoversi contro la sua eccitazione e la reggeva con una mano tra le scapole e una sul sedere, con cui se la tirava addosso ogni volta, e Ficcy poteva solo aggrapparsi al suo collo e ansimare senza controllo, ma l’aria non bastava mai, non riusciva a respirare, aveva la testa leggera…
Poi fu buio, e fitte di calore bianco per tutto il corpo - forse aveva gridato, forse aveva perso conoscenza, tutto quello che importava erano le onde di piacere che le scivolavano addosso, sempre più deboli, fino a scomparire con un ultimo spasimo.
Aprì gli occhi e si rese conto che dovevano essere passati solo pochi secondi, e che Fanfiction l’aveva abbandonata contro il muro e ora si stava sistemando i vestiti. La vide aggiustarsi la camicia, lisciare le pieghe, e poi passare lentamente la mano sulla macchia scura sulla coscia prima di portarsi un dito in bocca. Ficcy sentì le gambe cedere e scivolò lungo il muro con un lamento, mentre Fanfiction faceva una smorfia e si voltava per andarsene.
“Aspetta!!1” disse, impulsivamente, così che quando Fanfiction si fermò e la guardò da sopra la propria spalla con un sopracciglio alzato non sapeva nemmeno lei cosa voleva dire. Non che la cosa le avesse mai impedito di dire la sua. “Vorrei che mi lasci fare anche a me.. qualcosa, tipo........”
Fanfiction rise, una risata distaccata e sprezzante che le fece male. “Qualcosa tipo? Non sai nemmeno come si chiamano certe cose, vero?” Si voltò del tutto, una mano appoggiata sul fianco. “Non mi farei mai toccare da una ragazzina come te. E pensare che…” la squadrò apertamente dall’alto in basso, e lei si vergognò da morire “Il potenziale c’è tutto.”
Sospirò, girò sui tacchi e si incamminò verso l’entrata posteriore del locale. Ficcy aprì e richiuse la bocca un paio di volte, spremendo i suoi certamente innumerevoli neuroni in cerca di qualcosa da dire, e le urlò dietro, mentre ormai stava spalancando la porta, “Ma possiamo rivederci?!!”
“Fatti rileggere e potremmo riparlarne,” le rispose, senza voltarsi, prima di essere inghiottita dal buio e dalla musica, finché la porta non si chiuse dietro di lei. Ficcy restò a fissarla a lungo, seduta scompostamente per terra, con la schiena contro la parete ruvida, il top rovinato, il petto scoperto attraversato da segni rosso vivo e la biancheria in uno stato pietoso. Una folata di vento la riscosse, facendole venire la pelle d’oca.
Si tirò su, inciampando appena, si diede una sistemata alla meno peggio - come al solito - e mentre faceva anche lei per rientrare pensò che forse avrebbe dovuto iniziare a dare un po’ ascolto a Recensione. Poteva addirittura chiederle il numero di quella tipa che nominava sempre, Beta o comesichiamava. Tanto lei era Ficcyna, cos’avrebbe potuto dirle di male???

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