[Yamajima] Crimson eyes

Feb 28, 2013 22:46

Titolo: Crimson eyes
Fandom: Hey! Say! JUMP
Rating: Nc-17
Genere: Fluff, supernatural!
Pairing(s):  Yamada/Nakajima
Wordcount: 2862 fiumidiparole
Prompt: Biscotti, Vampiro
Disclaimer: I fatti narrati non si basano su avvenimenti reali e sono senza scopo di lucro. I personaggi non mi appartengono ed io non intendo in alcun modo offenderli o dare una rappresentazione vera del loro carattere.
Note: Storia scritta per la tabella Snack Dolci di diecielode e la tabella Halloween di think_fluff
Introduzione: //

"Non voglio farti del male!" Una figura nell'ombra con gli occhi cremisi gli diceva, sperando di non spaventarlo.
"Non avere paura di me..." Continuò, mostrando quei canini che bramavano sangue.
Si svegliò ansimante, ripensando al sogno appena fatto, quel sogno che occupava le sue notti da quel giorno di sette anni prima, quando aveva incontrato quell'essere spaventoso ma che, in qualche modo, gli trasmetteva fiducia.
Si alzò dal letto, indossò la divisa e uscì di casa, pronto ad affrontare un nuovo giorno scolastico.
"Ryo! C'è un nuovo studente!" Annunciarono i suoi compagni appena lo videro entrare in aula.
"Davvero? Com'è?" Chiese incuriosito dalla novità.
"Nessuno lo sa, nessuno lo ha ancora visto."
"Dicono che viene da un altro Paese..." Spiegò una ragazza vicino a loro.
Cominciarono a fare varie scommesse sull'aspetto fisico del loro nuovo compagno, interrotti dall'entrata del professore di matematica che li fece sedere tutti.
"Abbiamo un nuovo studente, prego!" Annunciò, facendolo entrare.
L'aula si riempì di apprezzamenti per il nuovo arrivato. Aveva i capelli castani, era alto, bell'aspetto, occhi sottili ma di un colore dorato che catturava lo sguardo di tutti, specialmente quello di Yamada che, ne era sicuro, lo aveva già visto da qualche parte.
"Sono  Nakajima Yuto" Si presentò, inchinandosi appena "Spero di trovarmi bene con voi!" Concluse con un sorriso che fece sciogliere tutte le ragazze presenti in aula.
"Bene, Nakajima-kun, puoi sederti qui davanti!" Disse il professore, imbarazzato anche lui dalla presenza perfetta del nuovo studente.
"Veramente professore..." Comincio, guardandolo intensamente negli occhi. "Vorrei sedermi laggiù se possibile..." Disse, indicando il posto vuoto accanto a Ryosuke.
"Il fatto è che non sopporto le alte temperature del sole, quindi questo posto non fa per me..." Concluse, indicando il banco troppo soleggiato.
"Va bene, siediti pure laggiù!" Acconsentì il professore, iniziando la lezione.
"Piacere di conoscerti, sono Yamada Ryosuke..." Si presentò Yamada al nuovo vicino di banco.
Yuto lo guardò per qualche secondo, cercando quasi di penetrarlo con lo sguardo, cosa che fece rabbrividire Ryosuke.
"Il piacere è mio, sono Nakajima Yuto..." Si presentò nuovamente, allungando una mano per stringergliela.
"Yamada Ryosuke, posso essere tuo amico?" Chiese gentilmente, facendo arrossire appena l'altro, nessuno gli aveva mai chiesto di diventare suo amico, l'amicizia nasceva senza una richiesta formale...
"Ovviamente!" Disse sorridendo "Ma chiamami solo Ryo..." Concluse gentilmente.
Le lezioni erano passate velocemente, per Yamada soprattutto, intento a fissare il suo nuovo affascinante amico che gli riservava quel sorriso capace di far sciogliere ogni cuore ogni volta che i loro sguardi si incontravano.
"Hai il tuo pranzo?" Chiese Yamada al suono della campanella che annunciava la pausa pranzo.
"mmm... Sì!" Annunciò il bel ragazzo frugando nella sua borsa.
"Eccolo qua!" Disse, mostrando una confezione di succo.
"Succo al mirtillo?" Chiese Ryosuke, un po' preoccupato per il poco cibo dell'altro.
"Sì, più o meno, non è proprio succo al mirtillo..." Spiegò, bucando la confezione di cartone con la cannuccia.
"E ti basta questo?" Chiese ancora preoccupato.
"Sì..."
"Vuoi un po' dei miei biscotti?"
Yabu guardò il piatto dell'amico, un piatto semplice, non molto raffinato, cotto da una mano non molto esperta, probabilmente proprio quella di Ryosuke. Alzò poi lo sguardo, incontrando gli occhi preoccupati di Yamada che non si erano staccati dal suo volto da quando si era seduto vicino a lui. Sospirò.
"Sì, mi piacerebbe assaggiarne uno..." Disse, prendendone uno e portandolo alla bocca.
"Sono buonissimi, li hai fatti tu?" Chiese con quel fantastico sorriso.
Ma Yamada non fece in tempo a rispondere che tutti i loro compagni di classe si precipitarono da Yuto per fargli provare i loro pranzi.
La giornata passò velocemente, Yamada si soffermò ad osservare il tramonto che si presentava davanti ai suoi occhi. Amava il sole, capace di assumere varie sfumature di colori caldi, gli faceva pensare alla speranza, sempre pronta ad illuminare il cammino di ognuno di noi, anche di una persona come lui che era rimasto solo, senza genitori, senza nessuno su cui contare, ma aveva sempre pensato che la sola presenza di una stella nel giorno era sufficiente per fargli sognare un futuro migliore. Al contrario del buio, appartentente alle tenebre, era sempre stato spaventato dalla mancanza di luce, così triste, così...
"Non avere paura di me..."
Sentì una presenza alle sue spalle e si voltò di scatto, ritrovandosi Yuto Nakajima a pochi centimetri di distanza.
"Nakajima-kun, mi hai spaventato!" Annunciò
"Yuto!"
"Cosa?"
"Se io posso chiamarti Ryo, tu puoi chiamarmi Yuto!" Spiegò sorridendo gentilmente.
"Allora, Yuto... Kun..." Disse, abbassando lo sguardo.
"Avevi bisogno di qualcosa, Yuto-kun?" Chiese, notandolo ancora fermo davanti a lui.
"Ho saputo che abitiamo vicini, quindi mi stavo chiedendo se ti andava di fare la strada insieme..." Spiegò, guardandolo intensamente, come aveva fatto con il professore qualche ora prima o con i suoi compagni ogni volta che chiedeva un favore.
"Mi dispiace..." Cominciò Yamada, con una strana sensazione "Ma ho il mio lavoro part-time, quindi-"
"Posso accompagnarti lì!" Lo interruppe Yuto, sorridendo felicemente, cosa che non permise a Yamada di rifiutare la richiesta del più alto.
Il lavoro si svolse senza problemi, con Yuto che non gli staccava gli occhi di dosso, continuando a sorridergli amorevolmente.
Anche il ritorno a casa fu tranquillo, si scambiarono poche parole, finché Ryosuke non si addormentò sulla spalla dell'altro mentre raggiungevano la fermata con il treno.
Si svegliò scosso leggermente dal compagno che lo avvisava del loro arrivo.
"Devi essere molto stanco..." Gli disse, guardandolo mentre si strofinava gli occhi in modo estremamente carino.
"Tu non lo sei?" Chiese, pensando al fatto che era stato con lui tutto il giorno.
Yuto si voltò verso il più basso sorridendo come aveva fatto tutto il giorno.
"Io non ho faticato però!" Disse.
"Sono arrivato!" Annunciò poi, indicando la grande casa bianca che si intravedeva da un immenso giardino.
"Vivi qui?" Chiese Yamada, rimasto a bocca aperta dalla bellezza del luogo, bello quanto il padrone.
"Ho una famiglia benestante..." Disse sorridendo ancora.
"Ryo, domani puoi portarmi quei biscotti? Mi piacciono davvero!" Gli chiese, guardandolo supplichevolmente.
"Ma il cibo degli altri è più buono..." Gli fece notare
"Ma io voglio i tuoi biscotti!" Replicò l'altro, mettendo un broncio bambinesco.
"Non avere paura di me..."
"Y- Yuto-kun, ci siamo mai visti prima?" Chiese Yamada, cambiando discorso.
Nakajima lo fissò per qualche minuto con uno sguardo enigmatico, quasi preoccupato.
"Ogni notte..." Disse poi sussurrando "Nei tuoi sogni..."
Yamada trattenne il respiro, sentendo il battito accelerato, ripensando a quella creatura dagli occhi cremisi ed i canini appuntiti che ogni sera gli faceva compagnia.
"Sto scherzando Ryo-chan!" Disse poi Yuto, sorridendo divertito mentre gli arruffava delicatamente i capelli, gesto molto gradito dal più basso.
"Ci vediamo domani!" Gli sussurrò vicino l'orecchio destro, oltrepassando poi il cancello della sua abitazione.
Le settimane passavano così, l'amicizia con Yuto era diventata sempre più profonda, tanto che gli altri compagni erano insignificanti.
Tornavano a casa insieme, studiavano insieme, mangiavano insieme, ridevano insieme, facevano praticamente tutto insieme, ed in ogni secondo che erano vicini, il cuore di Yamada batteva sempre più veloce, facendolo sentire strano.
"Mi sono innamorato di lui?" Si chiese, mentre lo attendeva fuori al cancello della sua abitazione.
"Scusa per l'attesa Ryo-chan!" Annunciò sorridendo mentre varcava la soia della porta. Era incredibile come potesse sembrare sempre affascinante, anche la mattina presto, quando la maggior parte delle persone sembrano orchi risvegliati dal letargo.
"Un principe.."
"Cosa?"
Yamada si riprese dai suoi pensieri, portandosi una mano sulla bocca.
"Niente, pensavo ad alta voce..." Spiegò, arrossendo fino alla punta delle orecchie "Andiamo a scuola, altrimenti faremo tardi!"
Le lezioni da quando c'era Yuto passavano veloci, scambiandosi di tanto in tanto sguardi e sorrisi di cui il professore, fortunatamente, non si accorgeva mai. La pausa pranzo, invece, la passavano mangindo i biscotti al cioccolato che faceva Yamada, la ricetta era quella di sua madre, prima dell'incidente che le rubò la vita, li cucinava per tirare su di morale il figlio quando era triste.
Ogni momento era diventato meraviglioso, ma c'era qualcosa, uno strano presentimento che faceva sentire un po' di disagio al più grande.
"Sei sicuro che non ci siamo mai incontrati prima?" Continuava a chiedergli di tanto in tanto, ricevendo solo una risposta secca dall'altro che subito dopo lo guardava sorridendo, cambiando discorso.
Erano passati sei mesi dal loro primo incontro quando Yuto fece per la prima volta una proposta a Yamada
"Vuoi venire a casa mia questo pomeriggio?" Gli chiese.
La casa di Yuto era enorme, tutto sia dentro che fuori, era bianco. Nel giardino, le rose erano bianche, le colonne del portico bianche, i mobili bianchi, ma nonostante il tutto avesse un colore così chiaro, l'interno era buio e malinconico.
"Dove sono i tuoi genitori?" Chiese Yamada notando l'assenza di altre persone.
"Vivo da solo..." Sussurrò l'altro togliendosi il cappotto.
"Una casa così grande solo per te... Non ti senti solo?"  Chiese ancora, spogliandosi a sua volta.
"Diciamo che ci sono abituato..." Rispose l'altro sorridendo, dirigendosi poi in cucina.
Erano diventati amici già da sei mesi ormai, ma Yamada, in fin dei conti, non sapeva niente di Yuto e per di più non se ne era neanche accorto fino a quel momento.
"Yuto-kun, parlami di te..." Gli disse, sedendosi al tavolo della cucina mentre l'altro preparava del Té.
"Cos'è questa richiesta improvvisa?" Sorrise guardandolo divertito.
"Beh, tu sai praticamente ogni cosa di me, ma io non so niente..."
Yuto si avvicinò al tavolo, sedendosi di fronte al più grande che continuava a guardargli gli occhi, senza mai abbassare lo sguardo.
"Che dire... Sono Yuto Nakajima, ho 18 anni..." Cominciò, facendo ridere l'altro "Vivo solo da... molto tempo... Amo i biscotti che mi cucina ogni giorni il mio migliore amico e... sono innamorato da sette anni di una persona..."
Il cuore di Yamada perse un colpo con quell'ultima affermazione.
"Davvero? Non ne sapevo niente..." Sussurrò mettendo il broncio. "Com'è? La persona che ti piace, dico..."
Yuto lo guardò dolcemente.
"Una persona infantile, direi, la prima volta ci siamo incontrati in circostanze anomale, pensavo sarebbe fuggita via, questa persona, ma invece è rimasta si è avvicinata a me, porgendomi un biscotto..." Disse, sorridendo al ricordo.
"Circostanze anomale...?" Chiese, cominciando a sudare freddo "Cosa intendi?"
"Dovresti saperlo..." Replicò, togliendo quel sorriso felice dal suo volto, sostituendolo con un'espressione malinconica.
"Non avere paura di me..."
"Y- Yuto-kun... Ci... Ci siamo mai visti prima?" Chiese nuovamente, con il cuore che batteva velocemente.
"Sì, Ryo-chan..." Disse, guardandolo intensamente "Hai paura di me?"
Il fischio del Té pronto interrupper l'imbarazzo formatosi fra i due. Yuto si alzò sospirando, riempendo le tazze di quel liquido rossastro.
"Se... Se vuoi andare via, puoi farlo..." Gli disse il più piccolo, porgendogli una tazza.
"Perché sei tornato?" Sussurrò in modo appena percepibile Ryosuke.
"Volevo dirti quel che provo per te..." Rispose Yuto, sedendosi nuovamente sulla sedia.
"Ma penso di non averne il diritto..."
"Cosa provi per me?" Alzò leggermente la voce il più grande, tornando a guardarlo negli occhi "Non sono solo un pasto?"
Lo sguardo di Yuto si fece triste, ripensando a quando un Ryosuke di soli dieci anni era riuscito a fargli battere nuovamente il cuore dopo tanto, troppo tempo.
"Cosa sei?" Gli chiese il bambino, dopo essersi svegliato dal suo sonno.
"Io... Non voglio farti del male..." Disse tremante, impaurito da quella figura minuta che lo aveva visto. In quel momento un raggio di luna lo illuminò, mettendo in mostra quegli occhi color cremisi, desiderosi del sangue della piccola figura davanti al suo sguardo, al quale, tuttavia, non riusciva ad avvicinarsi.
"Non avere paura di me..." Gli disse con voce tremante, spaventato che il bambino potesse urlare o soltanto pensare che fosse una cattiva persona.
"Sei l'angelo della morte?" Chiese, fissandolo con sguardo innocente.
"Sei venuto per portarmi dai miei genitori?"
"Yuto rimase immobile nell'ombra, incapace di rispondere a quelle parole
"No, non sono qui per ucciderti..."
"Allora perché sei qui?" Chiese ancora Yamada, a quel tempo più piccolo di uno Yuto già adolescente.
"Cosa sei?"
"Sono... una creatura notturna..."
"Come un pipistrello?" Sorrise il bambino, con quel sorriso sincero ed innocente che gli fece perdere un colpo.
"Sì, come un pipistrello..." Rispose, sorridendo a sua volta.
"Sei... un vampiro?" Chiese ancora, tremante appena mentre pronunciava quella parola.
"Hai paura?"
Yamada sorrise "Quindi signore, sei qui per mangiarmi?" Chiese con curiosità, facendo sorridere Yuto.
Yamada lo guardò incantato, come se davanti agli occhi non avesse una creatura della morte, ma un principe venuto a trascinarlo fuori dalla sua noiosa e solitaria quotidianità.
"Sì..." Rispose Yuto, facendo spalanzare gli occhi al bambino sul letto.
"Non può farlo! Non ho un buon sapore!" Dichiarò, scendendo a terra a piedi nudi, frugando poi nel cassetto.
"Mangia questi invece, sono buoni!" Disse dandogli dei biscotti al cioccolato.
"Non sei mai stato un pasto... Ryo-chan" Spiegò, passando una mano lungo la guancia dell'altro che si irrigidì appena al suo tocco.
"Io... Ti amo..." Disse, sorridendo.
"Ma capisco che hai paura di me, quindi non ti darò più fastidio, non apparirò più davanti ai tuoi occhi, vivi una vita felice Yamada... Ryosuke" Concluse, afferrando il cappotto e la borsa del suo amico.
"Sai perché sono arrabbiato?" Disse Yamada, non ancora intenzionato ad alzarsi dalla sedia.
"Ti ho chiesto più volte se ci eravamo già visti, ma tu hai continuato a mentirmi, non potevo immaginare fossi quel... v... vampiro... cioè, siamo seri, ho diciassette anni, queste... creature... non esistono, tu non dovresti esistere e poi sei totalmente uguale a sette anni fa che... è impossibile che fossi tu... Poi però, ho notato che avevi gli occhi diversi, quindi mi sono convinto di essere paranoico e basta..." Si sfogò, guardandolo negli occhi.
"Quello che voglio dire..." Spiegò dopo qulache minuto di pausa "di tante persone normali presenti in questo mondo... propri di un vampiro che non invecchia mi sono dovuto innamorare?" Chiese, guardandolo con un broncio troppo irresistibile per Yuto che lo afferrò per i polsi, costringendolo ad alzarsi dalla sedia, cominciando poi a baciarlo, mischiando le loro salive eroticamente, sempre più intensamente mentre i loro passi si muovevano verso la camera da letto di Yuto, interamente bianca anch'essa.
"Hai intenzione di farlo?" Chiese tremante il più basso quando presero una pausa dai baci.
"Sono sette anni che aspetto..." Spegò Yuto, poggiando le mani ai lati del volto di Ryosuke, sistemandosi su di lui su quel letto troppo grande per una sola persona.
"Che hai fatto per tutto questo tempo?"
Yuto sorrise "Ti ho osservato!" Disse, rendendo Yamada pensieroso per un attimo "Mi hai spiato?!" Chiese, ricevendo una risatina come risposta.
"Sempre" Rispose, leccando e mordendo il labbro inferiore dell'altro, sospandosi poi lungo la mandibola, passando subito al collo, leccandolo, assaporandone l'odore, quell'odore che aveva bramato così tanto, quel sapore... Si riprese in tempo, spingendosi fuori dal letto per impedirsi di mordere il compagno.
"Yuto..." Sussurrò Yamada, spaventato dalla reazione dell'altro.
Il più alto era fermo, ansimante sul fondo della stanza, gli occhi rossi, come la prima volta che si erano visti.
"Io mi odio per questo... Pensavo di aver acquisito abbastanza autocontrollo in sette anni, ma a quanto pare non è così..." Si lamentava sussurrando.
"Che succede Yuto...?" Chiese, avvicinandosi alla figura seduta a terra.
"NON AVVICINARTI!" Urlò l'altro, mordendosi un labbro.
"Ryo-chan, devi sapere che ogni vampiro ha una propria preda, di cui brama il sangue, la mia preda... sei tu..." Sussurrò, lasciandosi scendere una lacrima, odiandosi per essere soltanto una creatura spaventosa.
"Yuto-kun..." Cominciò Yamada, avvicinandosi lentamente al ragazzo "Se vuoi il mio sangue..." Continuò, allungando un dito verso i canini appuntiti dell'altro, facendo un piccolo foro da dove uscì una goccia scarlatta che scivolò nella bocca del più alto "...Puoi prenderlo..." Concluse.
Yuto leccò il dito del più basso, ricominciando poi a baciarlo con passione, riposizionandolo sul letto per continuare quello che stavano facendo. Gli baciò il collo, mordendoglielo per creare due piccoli fori.
"Ah!" Esclamò il più grande "Se fa male mi fermo..." Disse il più grande, mentre leccava le goccie di sangue che scivolavano fino alla clavicola, lasciando dei segno rossi al contatto con la pelle dell'altro "No, è in qualche modo... eccitante..." Dichiarò arrossendo, perdendosi al tocco del ragazzo che esplorava tutto il suo corpo.
Lasciò il collo per dedicarsi ai capezzoli, socchiandoli appena, lasciando anche là dei segni rossi, la stessa cosa fece alla pancia, scivolando poi più in fondo, fino all'erezione che leccò avidamente.
"Ahn! Yuto... kun..." Gemette Yamada quando l'altro mise l'intera lunghezza in bocca, muovendosi prima lentamente e poi sempre più velocemente per trasmettergli piacere.
"Yuto-kun... ah! Io..." Prima che potesse finire la frase, venne nella bocca del compagno che ingoiò tutto, pulendosi poi la bocca con la mano.
"Penso di aver trovato qualcosa migliore del sangue e dei tuoi biscotti, Ryo-chan..." Sussurrò all'orecchio dell'altro che arrossì intensamente, colpendo la testa del più alto.
Sorrise al gesto carino del ragazzo e cominciò a prepararlo con due dita, facendole velocemente diventare tre.
"Yu... Yuto-kun..." Sussurrò Yamada con gli occhi chiusi dal piacere. Yuto non perse tempo, si sistemò davanti l'apertura del compagno e si spinse dentro, cercando di fargli il meno male possibile.
Dopo una breve pausa cominciò a muoversi, arrivando fino ad un ritmo veloce in grado di far godere entrambi, facendoli raggiungere l'orgasmo.
"Stai bene?" Chiese Yuto dopo aver ripreso fiato.
Yamada fissò gli occhi dell'altro, tornati dorati "Sì, sono solo molto stanco..." Sussurrò, chiudendo lentamente gli occhi.
"Dormi, domani non dobbiamo andare a lezione, quindi puoi riposarti..."
"Dimmi, avevi calcolato tutto?" Chiese sorridendo, sistemandosi fra le braccia del più grande.
"Pensavo te ne saresti andato..." Confessò, baciandogli le labbra dolcemente.
"Resterò con te per sempre..." Sussurrò assonnato "Beh, finché mi sarà possibile..." Continuò sorridendo.
"allora vieni a vivere qui..." Suggerì il più alto, facendogli aprire gli occhi.
"Viviamo insieme... per sempre..."
Yamada sorrise "Mi farai diventare un vampiro?"
Yuto non rispose, semplicemente lo abbracciò ermeticamente, accarezzandogli la schiena.
Se diventare una creatura della notte significava restare con Yuto per il resto della vita, allora Yamada avrebbe potuto accetare il buio, dimenticando quel sole che gli aveva dato una speranza di vita, sostituendolo con quel sole notturno che la vita gliel'aveva risparmiata, donandogliene una nuova, secondo le regole dell'amore.

::challenge: think_fluff [halloween], ::challenge: diecielode[snack dolci], -pairing:yamajima

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