TITOLO: LOVE LESSONS
AUTORE:
nihartsmilePAIRING: Inoobu (principale), Hikato, Tadaiki, Yamajima, Chiitaro
GENERE: Schoolife, fluff, angst, romance
RAITING: Pg13
TRAMA: In una scuola di affascinanti fanciulli ricchi ma idioti girano persone intelligenti ma con un 3 in materia amorosa, per loro c'è un insegnante speciale che, in cambio di cibo, è disposto ad insegnargli i più incredibili segreti della seduzione.
Lista Capitoli An: ULTIMO CAPITOLO :D -prima dell'epilogo, ovviamente- Non l'ho riletto ^^'' quindi scusate gli errori...Domani o questa sera aggiornerò con l'epilogo e porrò finalmente fine a questa fanfic ç_ç.
Diciannovesima Lezione
Erano passati cinque lunghi giorni e nessuno dei sue fratelli, Inoo e Chinen, dava segni di risveglio.
Yabu e Morimoto si alternavano per fare visiti prima all'uno e poi all'altro, stringendo un'amicizia basata sulla sofferenza per la persona che si ama. Yabu ammirava Ryutaro che ogni giorno, finita la scuola, si presentava in ospedale, restando fermo davanti al letto di Chinen, parlandogli della sua giornata, di quanto lo amasse... Mentre Morimoto ammirava Kota che ogni giorno si sforzava di sorridere, sottopendosi ad ogni tipo di controllo che i medici gli dicevano di fare, preparandosi per quell'intervento che avrebbe determinato la vita o la morte della persona amata.
"Pensi si sveglierà?" Chiese Keito a Hikaru che stava compilando una pila di scartoffie
In quegli ultimi giorni si era ammazzato di lavoro per cercare di evitare il sorriso falso di Kota che cercava di darsi forza da solo.
Poggiò la penna sul tavolo, guardando le foto di Kei e Kota sulla scrivania.
"Non lo so, Keito, non lo so proprio..." Sospirò, poggiando la schiena sullo schienale della sedia.
"Kota è davvero fantastico..." Disse Keito, guardando la sua foto.
"Per cosa? Per fingere di essere forte quando vorrebbe piangere e distruggere tutto? Sta subendo dei controlli dolorosi, perché stiamo cercando di evitare qualsiasi problema ci possa essere durante l'intervento per l'estrazione del midollo, ma...lui non sente dolore, non sente niente, è un guscio vuoto..." concluse, abbandonando la sua testa tra le sue mani.
"Non è per questo..." Disse Keito, facendo sollevare la testa al ragazzo biondo.
"Anche in una situazione del genere, lui riesce sempre ad insegnarci qualcosa in più..."
"Che vuoi dire?"
"Beh, questa potrebbe essere considerata come una lezione, no? Amare una persona con tutto te stesso fino alla fine..."
"L'ultima lezione d'amore, eh?" Sorrise, in fondo Yabu era davvero il loro insegnante.
---------------------------------------------
"Kota, domani ci saranno gli ultimi controlli allergici, dopodiché, procederemo con l'intervento..." Gli disse Hikaru, cercando di essere il più tranquillo possibile. Kota ebbe un brivido.
"Stai bene?" Gli chiese il medico, preoccupato.
"Sì, tutto bene..."
Hikaru lo guardò profondamente, facendogli abbassare lo sguardo.
"Kota, se ti senti male, devi dirmelo, qualunque dolore o malattia potrebbe causare la morte di entrambi...è davvero tutto ok?" Chiese ancora una volta, facendo sospirare l'altro.
"Ho...paura...lo so, sono un idiota, dovrei essere felice di salvare la persona che amo, ma se poi non si sveglia? Se l'intervento va male? Se il dolore è troppo forte per me? Ho davvero tanta, troppa paura Hika..."
il ragazzo biondo lo guardò sorridendo.
"Finalmente hai ammesso i tuoi sentimenti..."Disse, arruffandogli i capelli.
"Kota, avere paura è umano, penso che al tuo posto, io, mi sarei lasciato tutto alle spalle, non ce l'avrei mai fatta a passare quel che hai passato tu..." Si sedette sul letto del paziente, per guardarlo meglio negli occhi.
"Hai avuto molto coraggio per arrivare fin qui e capisco che se l'intervento andrà male la persona che starà peggio sarai tu, ma ricorda Kota, che non sei da solo, qualunque cosa accadrà, noi siamo qui, non lasciarti sopraffare da sentimenti negativi, hai una lunga vita, hai tutto il tempo che vuoi per trovarti un'altra felicità..."
Kota guardò il suo amico.
"Hika, le tue parole mi feriscono, è come se...fossero prive di speranza..."
"Mi dispiace" Disse l'altro "non volevo dire niente di triste, ma alla fine ho peggiorato le cose..."
Yabu si alzò dal lettino, arruffando lui i capelli dell'altro "Ci sarai anche tu domani, quando mi estrarranno il midollo?" Chiese sorridendo.
"Sì, non posso partecipare all'operazione, inquanto medico tirocinante, ma ti sarò accanto fino alla fine. Ora dormi, domani ti aspetta una lunga giornata..." Concluse lasciando il più grande solo nella stanza.
"Hai intenzione di non dirglielo?" Gli chiese una voce appena uscito dalla stanza
"Keito, mi hai spaventato!" Rispose, ignorando quel che aveva detto l'altro, avanzando verso la sua scrivania.
"Devi dirglielo Hika..."
"Non puoi leggere le schede dei pazienti, Keito..." Gli disse, evitando ancora quello che gli aveva detto.
"E tu non puoi impedire che i familiari sappiano ciò che accade al paziente"
"Per quanto ne so io, le uniche persone registrate come familiari sono lo zio che è introvabile e il fratello che è in coma in una stanza di questo ospedale..."
Keito rimase in silenzio, sorpreso da quelle parole appena uscite dalla bocca del suo ragazzo.
"Non puoi aver detto una cosa del genere..." Disse, restando immobile.
"Kota sta facendo di tutto per rivedere il sorriso della persona che ama, devi dirglielo!"
"CHE COSA DOVREI DIRGLI KEITO? CHE INOO KEI NON ARRIVERA' ALLA FINE DI DOMANI? CHE TUTTI I CONTROLLI CHE HA FATTO FINO AD ORA SONO STATI INUTILI?" Gridò sorprendendo l'altro, facendogli uscire delle lacrime.
Restarono in silenzio per qualche minuto.
"Mi dispiace" Disse Hikaru "Non volevo alzare la voce, ma non ce la faccio a dirglielo, Kota...ha ancora la speranza di rivedere Kei..."
"Yuya, allora? Cosa ha detto Hika?" Chiese Arioka, appena vide tornare l'altro ragazzo.
Era andato a cercare Hikaru per chiedergli di Kota, com'era la situazione, quando avrebbe fatto l'intervento, ma mentre vagava per i corridoi, delle grida avevano attirato la sua attenzione, finendo per ascoltare la triste verità sul loro amico.
Guardò Arioka, che attendeva la sua risposta, lo immaginò il giorno successivo in lacrime, disperandosi per aver perso il suo amico d'infanzia, immaginò Kota, senza lacrime, ne aveva versate abbastanza, ma senza neanche la capacità di pensare, un guscio vuoto, senza sentimenti, senza emozioni, immaginò Hikaru, in lacrime, dandosi la colpa per non essere stato in grado di salvarlo, e tutti gli altri in lacrime nel vedere le persone a cui volevano bene distruggersi.
"Inoo Kei, se domani muori ti prenderò a pugni" Disse sottovoce, cercando di non farsi sentire da Arioka che si avvicinava all'altro preoccupato.
"Yuya, tutto bene?" Chiese, ma di nuovo non ottenne risposta, il più grande lo afferrò e lo strinse a sé, lasciandolo stordito.
"E' successo qualcosa?" Chiese, sorpreso dal gesto
"No, avevo solo voglia di abbracciarti..." Rispose, facendolo sorridere.
Il giorno dopo arrivò splendente, ma Kota non se ne accorse, nonostante Hikaru gli avesse detto di dormire, lui si alzò nel bel mezzo della notte ed entrò in terapia intensiva, passando tutte le ore a fissare quel letto nella stanza a vetri.
"Kei-chan, oggi estrarranno il mio midollo osseo e domani farai l'intervento, se tutto andrà bene saremo in grado di rivederci di nuovo..." Disse, poggiando la sua mano sul vetro, nella speranza di una qualche risposta da parte dell'altro.
"Stai sognando Kei-chan?" Chiese, attendendo ancora un'impossibile risposta.
"Stai sognando me?" Attese ancora "Io ti sogno tutte le notti, tutti i giorni vedo la tua presenza, ma non mi basta..." Ancora un secondo di silenzio "Kei, voglio il tuo calore, voglio il tuo sorriso..."
Fece un lungo respiro e si sedette su una sedia dove avrebbe passato il resto delle ore, aspettando il suo turno per entrare nella sala operatoria.
Nonostante Yabu pensasse che nessuno si fosse accorto della sua fuga nel reparto intensivo, in realtà Hikaru lo aveva visto, stava per entrare nella stanza, per dirgli di tornarsene in camera, ma le parole di Yabu lo fermarono. Decise di lasciarlo insieme al suo amato ancora per un'ultima volta. Si lasciò scivolare lungo la porta, dando vita a tutte le lacrime che aveva in corpo.
"Mi dispiace Kota, mi dispiace tanto, ma non ce la faccio a distruggerti quell'ultimo frammento di speranza che ti rimane..."
------------------------------------------------
"Sei pronto?" Chiese il medico tirocinante al paziente.
"Come ho già detto, ho paura, ma sì, sono pronto..." Rispose Kota, con il suo solito sorriso finto che aveva montato su da cinque giorni circa, ma nonostante fosse falso, era tutto ciò di cui Hikaru avesse bisogno per essere sicuro che il suo amico stesse bene.
"Sta arrivando l'anestesista, quindi metteremo la morfina, ti sentirai un po' stordito, ma non preoccuparti andrà tutto bene"
"Hika, non sono preoccupato, non è l'intervento che mi fa paura, è il risveglio..." Disse, cominciando a sentirsi stanco e stordito.
"Hikaru, fai parlare il paziente finché non si addormenta" Gli disse un dottore presente, ma un caos di voci invase la sala operatoria.
"Cos'è successo?!" Chiese una voce, ma Yabu non poteva vedere bene cosa stesse accadendo.
"Hikaru, qualcosa non va?" Si voltò per guardare il suo amico, ma questo aveva un'espressine spaventata ed estremamente preoccupata.
"Hikaru..." Continuò a dire, tentando di alzarsi per vedere cosa fosse tutto quel baccano, ma appena si sollevò, Hikaru si voltò e gli ordinò di rimettersi sdraiato, ma quello che Kota vide fu il suo Kei, sanguinante, più pallido che mai, voleva chiedere ai dottori presenti cosa stesse accadendo, ma la sua voce non usciva, la testa gli doleva e le voci erano lontane, la vista gli si offuscò e prima di cadere in un profondo sonno sentì il suono continuo della macchina che riproduceva il suono del battito di Kei, indicandone la morte.
------------------------------------------------
Un suono alternato lo fece svegliare, probabilmente i battiti del suo cuore riprodotti da una macchina.
Aprì lentamente gli occhi, osservando un soffitto bianco.
Bianco.
Quindi era quello il colore corrispondente alla parola "bianco", lo aveva dimenticato.
Sentì un peso sul suo corpo, rendendosi conto che, oltre alla macchina, c'era un altro suono nella stanza. Singhiozzi.
Cercò di vedere chi o cosa ci fosse sul suo letto, notando una testa nera.
Nero.
Amava quel colore, rappresentava la persona di cui era innamorato.
Allungò la mano verso quella persona, piangeva.
Gli sfiorò lentamente i capelli, facendolo sobbalzare.
Il ragazzo lo guardò per un attimo spaventato, poi si gettò fra le sue braccia.
"Chii!" Gridò, con un tono misto a gioia e dolore.
"Chii!" Gridò ancora e ancora, stringendolo sempre più forte.
"Sono sveglio, Ryuu" Disse, capendo di aver dormito per molto, nonostante per lui, erano passate solo una o due ore dall'intervento.
"Dov'è mio fratello Ryuu?" Chiese, facendo diventare silenzioso l'altro.
Morimoto si staccò dal ragazzo, cercando di guardarlo negli occhi.
"Mi dispiace..." Disse, ricominciando a piangere.
"Mi dispiace tanto, Chii" Disse di nuovo, singhiozzando come non ci fosse domani.
"Mi dispiace..." Disse ancora, abbracciando il più grande.
"Ryuu, dov'è Kei-nii?" Chiese nuovamente, cominciando a sua volta a piangere.
To Be Continued.