[Studio su Nathan in forma di fic. Pre-series/1x01. Nathan/Peter se vogliamo leggerla così. Passibile di sequel se la fortuna gira bene. Commenti aperti a tutti, anche OOC.]
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Avevo una decina d'anni o giù di lì, e i miei genitori mi avevano portato a teatro. Lirica. Lo ricordo perché io ho sempre odiato l'opera. Tutti i bambini odiano l'opera, credo. (Risatina.) Comunque, vicino all'ingresso c'era questo vecchio vagabondo rannicchiato in un mucchio di stracci, proprio a due passi dalle porte scorrevoli del teatro. Aveva un berretto di lana e dei guanti con le dita bucate, e quando gli passammo davanti emanava un tanfo insopportabile. Mi aspettavo che mia madre dicesse all'usciere di farlo allontanare - è questo tipo di persona, mia madre - invece non disse una parola, come se non l'avesse neppure visto.
Poi, dentro il teatro, chiese a mio padre se l'aveva riconosciuto. Mio padre disse di sì.
"Povero Wayne" disse mia madre. "Avrebbe dovuto pensare a mettersi la barca all'asciutto, invece di correre dietro alle ragazzine."
E mio padre rispose: "Le ragazzine c'entrano poco con un crack finanziario da duecento milioni di dollari".
Quel barbone era un miliardario. O almeno lo era stato.
E' stato in quel momento che ho capito che le persone non sono mai quello che sembrano. Voglio dire, quell'uomo fino al giorno prima pasteggiava a cento dollari a piatto e girava in limousine. E ora non lo avresti distinto da tutti gli altri senzatetto della città. Lui era un senzatetto, ma al tempo stesso non lo era. In un certo senso era un barbone perché tutti pensavano che lo fosse. Con giacca e cravatta e due guardie del corpo sarebbe tornato il rispettabile magnate della finanza, anche senza un centesimo in tasca.
Lei ha paura che questo possa succedere anche alla sua famiglia, Mr. Petrelli? Non le sto chiedendo se crede che ci siano serie probabilità che accada. Voglio sapere se è una possibilità che la spaventa.
Andiamo, mi trovi un uomo che non ha paura di restare sul lastrico. (Risatina.) Il punto è che non aveva importanza chi o cosa fosse quell'uomo. Cosa avesse fatto nella vita. Contava solo quello che la gente pensava di lui. E questo... Credo sia per questo che continuo a pensarci.
E' un episodio interessante. Nessuno vuole essere giudicato solo per l'apparenza. Però dopo queste premesse mi sorprende che lei abbia scelto la carriera politica. E' un mestiere che in qualche maniera, come dire, moltiplica le apparenze. Non crede?
Ci sono politici e politici. Tutto dipende da cosa si cerca.
E lei cosa cerca, Mr. Petrelli?
Giustizia, naturalmente. Rispetto per i più deboli e più equità per tutti.
Mr. Petrelli, non sono una sua elettrice. Non ha bisogno di convincermi a darle il mio voto.
Vede? Gliel'ho appena dimostrato. Un politico che parla di giustizia e rispetto non può essere sincero.
D'accordo, ricominciamo da capo. Mi scusi se l'ho offesa.
Nessuna offesa.
Mi ha detto che la scelta della facoltà di Giurisprudenza è stata un'idea di suo padre. Che voleva seguisse le sue orme e si aspettava molto da lei.
Ho scelto liberamente quale facoltà frequentare.
Ma se le chiedessi quanto hanno pesato da uno a dieci le aspettative dei suoi genitori riguardo al suo futuro?
Sei.
Sei?
Cinque.
E che mi dice di suo fratello? Peter, giusto?
Che cosa c'entra Peter in questo discorso?
Stiamo parlando di aspettative. Lei mi ha detto che suo fratello non ha seguito la tradizione di famiglia. Che cosa ne pensa?
Non ho problemi ad accettare le scelte di mio fratello. E' un infermiere diplomato, fa un lavoro che gli piace e in cui è bravo. Posso non aver approvato all'inizio, ma Peter ha perseverato, e se lui è felice lo sono anch'io.
Lei crede che suo fratello sia più felice di lei?
Che cosa si aspetta che risponda a questa domanda?
Semplicemente quello che pensa.
Penso che siamo felici entrambi. Ognuno a suo modo.
Ha mai invidiato suo fratello per il fatto di essere riuscito a, mi passi il termine, staccarsi dalla famiglia?
Che cosa intende, staccarsi? Mio fratello non si è staccato da niente.
Quello che intendo...
Senta, lo so quello che intende. Il fratello maggiore, tutta una vita col peso delle aspettative dei genitori sulle spalle, guarda con invidia al fratellino per il quale nessuno ha fatto progetti, continua a reprimere la rabbia per anni e alle soglie dei quaranta ha un esaurimento nervoso per colpa di traumi adolescenziali non rimossi o come vuole chiamarli. Mettiamo in chiaro questa cosa: io non ho nessun motivo al mondo per essere arrabbiato con mio fratello. L'unico problema che ho con mio fratello, semmai, è che sono l'unica persona nella mia famiglia a non compatirlo per quello che è.
Pensa che gli altri lo compatiscano?
Penso che non sappiano guardare oltre l'apparenza.
E' curioso che lei abbia detto di non essere arrabbiato con suo fratello, Mr. Petrelli. In effetti io le avevo chiesto se lo invidia.
...
Prova rabbia nei confronti di suo fratello?
No.
Avete litigato di recente? Qualche discussione un po' alterata?
Niente di serio, solo un po' di stress prima delle elezioni. Chi non sarebbe stressato al posto mio? E' per questo che sono qui.
Mr. Petrelli, io credo che lei abbia dell'irrisolto con suo fratello. Si guardi. Parlare di Peter la innervosisce terribilmente.
Non sono nervoso.
Lei si è accorto di essersi sfilato e rimesso l'anello venticinque volte da quando ho fatto il nome di suo fratello, sì?
...
Che cosa la rende tanto nervoso riguardo a suo fratello?
Non lo so.
Ha scoperto qualcosa di nuovo o spiacevole o semplicemente imprevisto che lo riguarda? O che riguarda il suo rapporto con lui?
...
Mr. Petrelli?
Mi dispiace, ma dobbiamo interrompere qui. Devo essere in ufficio tra dieci minuti.
Va bene. Ma vorrei che la prossima volta fosse presente anche suo fratello.
Senta, sappiamo entrambi che se sono qui è solo perché mia moglie ha insistito. E' già abbastanza imbarazzante che io stia qui a raccontarle dei miei voti al college o di quando mi sono sbucciato un ginocchio in terza elementare. In tre diventerebbe semplicemente ridicolo.
L'unica cosa ridicola qui, Mr. Petrelli, è che lei si rifiuti contro ogni evidenza di ammettere di avere un problema.
Io non ho... Dio. Va bene. Glielo chiederò.
Ottimo. A giovedì, Mr. Petrelli.
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