027. ANCORA UNA SPERANZA

Nov 08, 2008 19:27


Enchanting Sinner

ANOTHER STORY ABOUT NARCISSA BLACK MALFOY,
CREATED FOR THE WRITING COMMUNITY FANFIC100_ITA

27° parte - Ancora una speranza



Fandom: Harry Potter
Personaggio principale: Narcissa Black
Prompt: 020. Senza Colori
Rating: Verde
Disclaimer: Narcissa Black e tutti i personaggi citati in questa storia appartengono a J.K. Rowling.
Big Damn Table: http://narcissamm.livejournal.com/801.html

Non era così che Narcissa aveva immaginato la sua vita matrimoniale.
I giorni si susseguivano l'uno all'altro tutti uguali, senza novità, senza alcuna gioia, senza colori...
Trascorreva la maggior parte del suo tempo a spendere soldi, quasi come se riempire Malfoy Manor di oggetti inutili potesse servire anche a riempire il vuoto della sua esistenza.
Forse, se Lucius fosse stato maggiormente presente, le ore le sarebbe parse meno grigie, ma lui non era quasi mai in casa. Spesso Narcissa riusciva a vederlo soltanto la notte, sempre se lui non doveva trascorrerla fuori per qualche missione rigorosamente segreta per conto di Lord Voldemort.
Narcissa era certa che, se fosse diventata Mangiamorte, avrebbe smesso di sentirsi così perdutamente sola. Avrebbe fatto parte di un gruppo, di un'organizzazione con un obiettivo comune. Avrebbe dato un nuovo scopo alla sua vita e, soprattutto, avrebbe condiviso qualcosa di grande con l'uomo che amava.
Ma sapeva quanto Lucius fosse contrariato a quella idea: ogni volta che Narcissa aveva provato a proporgliela avevano finito col litigare malamente.

Quella mattina stava vagando senza meta nei corridoi della sua dimora, ascoltando l'eco malinconico dei suoi passi che rimbombavano fra le larghe pareti, quando l'elfo domestico le era apparso improvvisamente davanti.
"Dobby chiede scusa, ma c'è una persona venuta a farle visita, mia padrona", balbettò, sprofondando in mille inchini.
Narcissa non poteva credere alle sue orecchie! Qualcuno era davvero venuto a trovarla, strappandola dalla sua quotidiana solitudine? "Che aspetti? Fallo accomodare in salotto" disse, cercando di dissimulare la propria sorpresa.
Andò alla specchiera per darsi una sistemata ai capelli, ed infine si diresse dal suo ospite.
"Buongiorno, Narcissa".
Il ragazzo che la stava attendendo in piedi nell'ampio salotto era anche l'ultima persona al mondo che Narcissa si sarebbe aspettata di vedere. Sirius Black non era più il bambino che lei ricordava: aveva lasciato crescere i capelli e aveva un accenno di barba, ma la profondità dei suoi occhi e l'arroganza del suo sorriso erano inconfondibili.
"Se avessi saputo che eri tu, avrei detto all'elfo di non farti entrare!" tuonò Narcissa, indignata. "Che vuoi?"
"Niente di particolare", mormorò Sirius con noncuranza, avvicinandosi a lei di qualche passo. "Trovi strano che io voglia andare a fare visita ad una mia parente?"
"Sappiamo entrambi che non sono io la tua cugina preferita", disse Narcissa seccamente, rivolgendogli uno sguardo pieno di rimprovero al quale lui non badò. Le si avvicinò ancora, con passo tranquillo e misurato, finché non le fu abbastanza vicino da agguantarla per un braccio.
Narcissa sbarrò gli occhi per la sorpresa. "Che stai facendo? Lasciami subito!"
Sirius digrignò i denti mentre le sollevava febbrilmente la manica del vestito, fino a scoprirle il candido braccio. Le sue palpebre si abbassarono a nascondere il sollievo che brillava nel fondo dei suoi occhi. "Non sei ancora una di loro..." sospirò, chinando la testa finché il suo naso quasi sfiorò quello della donna. "Forse per te c'è ancora qualche speranza, dopotutto".
Lei lo guardò senza un'ombra di emozione. "Non so di che parli", gli sibilò in faccia. Con uno strattone liberò il braccio dalla presa del cugino.
"Parlo della guerra, Narcissa! Della guerra!" ringhiò Sirius, gettandole in faccia tutto il disprezzo.
Narcissa si mise comodamente seduta sul divano e si schiarì la gola. "Non c'è nessuna guerra".
"Ma non li leggi i giornali?" domandò Sirius, a occhi sgranati. "No. Evidentemente sei troppo occupata a vivere come una principessa in questo castello per renderti conto di quello che sta succedendo oltre queste mura".
Di pessimo umore, Narcissa girò lo sguardo nel salone, evitando accuratamente di guardare verso suo cugino. "Io mi faccio gli affari miei e mi disinteresso di quello che accade nel mondo. Non è un reato! Ora, se non hai altro da dirmi, puoi anche andartene".
"Sono in ansia per Regulus". Sirius pronunciò quelle parole in fretta, quasi come se ne provasse vergogna.
Narcissa drizzò le orecchie e, con uno sguardo interrogativo, lo invitò ad andare avanti.
"So che non dovrei preoccuparmi per lui... Ormai ha scelto quale strada seguire. Il suo futuro è già segnato, al contrario del tuo". Restò qualche istante in silenzio, con le mascelle serrate e i pugni stretti nel vano tentativo di dominare il tremore che si stava impossessando di lui. "Ma è un pur sempre mio fratello, ed io... vorrei che tu badassi a lui, che lo proteggessi", disse in un soffio.
"Ed in che modo dovrei badare a lui? Proteggerlo da cosa, poi?"
"Non ti chiederei mai niente, Narcissa, ma i tempi diventano sempre più bui. Presto lo scontro fra le forze del bene e quelle del male raggiungerà il culmine, e tutti dovranno prendere una posizione, da un lato o dall'altro".
Narcissa si alzò dal divano e prese a girovagare nervosamente su e giù per la sala.
Prendere una posizione... Stare da un lato o dall'altro...
Lei cos'era? Non era una Mangiamorte, ma era la moglie di un Mangiamorte. Dunque cos'era?
"Puoi ancora scegliere di stare nel giusto e puoi ancora portare Regulus con te. Forse a te darà retta..." mormorò Sirius. "Io non ci sono riuscito, purtroppo".
Narcissa avvertì una profonda tristezza nella voce del cugino, e distolse lo sguardo da lui, senza riuscire a trovare una risposta conveniente. Come ribattere a quella sua inaspettata richiesta di aiuto? Alzò le spalle e si girò dall'altra parte. Strinse i denti, poi parlò con tono misurato. "Regulus sa che può sempre contare su di me, qualora si trovasse in difficoltà. E' tutto o hai altro da dirmi?"
"E' tutto". Chinando leggermente il capo, Sirius si avviò verso l'uscita lasciando Narcissa sola nella sua prigione dorata.
Tornata alla solitudine della sua vuota vita senza colori, Narcissa sentì le sue paure rinnovarsi. I dubbi minarono le sue sicurezze, mentre cercava di scacciare il gelo che le serrava il cuore.



hp: narcissa black

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