Enchanting Sinner
ANOTHER STORY ABOUT NARCISSA BLACK MALFOY,
CREATED FOR THE WRITING COMMUNITY FANFIC100_ITA
25° parte - Risveglio a Malfoy Manor
Fandom: Harry Potter
Personaggio principale: Narcissa Black
Prompt: 056. Colazione
Rating: Verde
Disclaimer: Narcissa Black e tutti i personaggi citati in questa storia appartengono a J.K. Rowling.
Big Damn Table:
http://narcissamm.livejournal.com/801.html Lentamente Narcissa aprì gli occhi ai tiepidi raggi del sole che filtravano attraverso le persiane disegnando una lunga scia luminosa sul pavimento. Crogiolandosi pigramente tra le lenzuola, rimase qualche istante a fissare i minuscoli granelli di polvere che, scintillanti come oro, danzavano a mezz'aria in quella lama di luce. Le venne in mente quando da bambina cercava inutilmente di catturare quel pulviscolo tra le mani. Ma ora non era più una bambina, bensì una donna. Sposata, per giunta!
Improvvisamente si svegliò del tutto, ricordando dove si trovava: aveva passato la sua prima notte a Malfoy Manor, in un letto matrimoniale talmente spazioso che il suo corpo non toccava quello di colui che le giaceva accanto.
"Mio marito", pensò, reprimendo una risatina che le veniva dritta dal cuore.
Pian piano si mise a sedere e abbassò lo sguardo su di Lucius, lasciando che i propri occhi indugiassero sulla sua lunga figura. Il suo respiro lento le diceva che era ancora profondamente addormentato. Nel riposo, il suo volto aveva un fascino quasi infantile. Le sue dita magre stringevano il cuscino di piume con la stessa gentilezza che avevano mostrato la sera precedente, quando avevano dato a Narcissa infinito piacere. Ebbe un fremito al ricordo delle sue carezze...
Rimase a guardarlo ancora qualche minuto, incantata dal suo attraente profilo e dai lunghi capelli sparsi dietro alla sua ampia schiena, finché non udì il proprio stomaco brontolare.
Il giorno prima non aveva toccato cibo, troppo persa nell'emozione di quel matrimonio tanto bramato, ed ora i morsi della fame cominciavano a farsi sentire.
Si alzò con molta cautela da letto, rabbrividendo alla gelida carezza di una corrente d'aria. Indossò una vestaglia di seta e aprì la porta, badando a non far cigolare troppo i cardini. Poi scivolò silenziosamente fuori dalla stanza e, a piedi nudi, cominciò la sua ispezione della villa.
Era decisamente più grande del castello dei suoi genitori, e Narcissa si domandò se sarebbe mai riuscita a trovare la cucina tra tutte quelle porte e quei corridoi. Si sentiva come una principessa sperduta in un labirinto fatto di ori e argenti, di tappeti sontuosi e arazzi variopinti.
Narcissa decise che si sarebbe trovata bene nella sua nuova casa, ma si era accorta che mancava un tocco femminile all'arredamento. Bèh, avrebbe avuto tutto il tempo del mondo per occuparsi di quello. "Prima vorrei trovare la maledetta cucina e fare colazione", mormorò, dando voce ai suoi pensieri.
Quasi come se fosse stato richiamato da quelle parole, un elfo domestico apparve con un sonoro pop alle spalle di Narcissa. "La signora ha bisogno di aiuto?" domandò, puntando su di lei due grandi occhi acquosi e sporgenti.
Lei lo squadrò dalla testa ai piedi, dopodichè fece una smorfia disgustata. "Sei la cosa più brutta su cui io abbia mai posato gli occhi", disse con disprezzo.
L'elfo domestico gemette di disperazione. "Dobby è molto dispiaciuto, Signora. Dobby si punirà se la Signora lo trova ripugnante".
"Chiamami padrona, d'ora in avanti", precisò Narcissa, incrociando le braccia al petto. "Sai dirmi dov'è la cucina? Credo di essermi persa".
Dobby le fece strada, inciampando ogni tanto nell'orlo del lungo straccio che gli faceva da vestito. "La cucina si trova ai piani bassi, mia padrona", spiegò, mentre scendeva le scale seguito da Narcissa. Quando alla fine arrivarono a destinazione, lei si guardò attorno con evidente soddisfazione. C'era una grande forno a legna che scaldava l'ambiente, e grandi dispense ricolme di provviste di cibo di ogni genere.
"Prepara una colazione per due e mettila su un vassoio", ordinò all'elfo. "Voglio fare una bella sorpresa a Lucius per quando si sveglierà".
Quando tornò in camera, Narcissa trovò Lucius seduto sul letto.
"Eccoti!" esclamò lui, vedendola entrare nella stanza. "Che ansia ho provato quando, tastando le lenzuola, non ti ho trovata al mio fianco".
"Mi dispiace", si scusò lei, avanzando con il vassoio della colazione fra le mani. "Ho pensato che sarebbe stato carino fare colazione insieme..."
Alzò i piedini del vassoio e lo poggiò sulle coperte, poi si arrampicò sul letto accanto a Lucius.
"Hai avuto una splendida idea", disse lui, respirando la delicata fragranza del tè bollente. "Ma la prossima volta lascia che sia l'elfo domestico a servirci".
"L'ho visto", disse Narcissa, mentre addentava una fetta di pane tostato. "E' inguardabile".
"Lo so, ma mio padre ha insistito per cedermi proprio quello fra tutti suoi elfi. Comunque Dobby serve la mia famiglia da anni e anni, non dovrai preoccuparti di niente".
Lucius si sporse a baciarla sulla punta del naso, e lei gli sorrise teneramente.
"Ieri è stato proprio bello..."
Lui la guardò di sbieco, ammiccando maliziosamente. "Quale parte di ieri? Le nozze o il dopo-nozze?"
Vide Narcissa arrossire, e rise di lei e del suo pudore. D'un tratto però, il suo volto si rabbuiò. "A proposito di ieri..." cominciò a dire, prendendo la tazzina di tè dal vassoio. "Ti ho vista parlare con Lui, durante le danze. Che vi siete detti?"
Narcissa sapeva a chi si stava riferendo Lucius. Anche Bellatrix lo chiamava Lui, come se fosse l'unico uomo presente nell'universo, come se il suo fosse un nome troppo difficile da pronunciare. Non voleva che il ricordo di Lord Voldemort mettesse di malumore Lucius, e soprattutto non aveva voglia di litigare con lui di buon mattino, discutendo per l'ennesima volta sul suo desiderio di diventare Mangiamorte.
"Cosa vuoi che mi abbia detto!" disse con un tono falsamente spensierato. "Si è congratulato per il nostro matrimonio e dice che ti reputa fortunato ad aver preso per moglie una donna come me".
Rincuorato, Lucius sorrise. "Lo sono davvero", disse, prendendole una mano. "Non potevo desiderare una mogliettina migliore. Mi porta persino la colazione a letto..."
"Non ti ci abituare troppo", lo canzonò lei. Assunse un'espressione stranita quando vide Lucius mettere da parte il vassoio. "Non mangi più?"
Lui posò gli occhi su di lei e sulla leggera vestaglia che la ricopriva lasciando trasparire il suo splendido corpo. "Mi sono ricordato che, sotto quella tua veste, c'è qualcosa di molto più appetitoso da... mangiare", mormorò con voce arrochita. "Sarai tu la mia colazione".
Narcissa non ebbe modo di obiettare, e non avrebbe nemmeno voluto farlo.