Enchanting Sinner
ANOTHER STORY ABOUT NARCISSA BLACK MALFOY,
CREATED FOR THE WRITING COMMUNITY FANFIC100_ITA
68° parte - Gratitudine
Fandom: Harry Potter
Personaggio principale: Narcissa Black
Prompt: 053. Terra
Rating: Verde
Disclaimer: Narcissa Black e tutti i personaggi citati in questa storia appartengono a J.K. Rowling.
Big Damn Table:
http://narcissamm.livejournal.com/801.html Bellatrix non si fidava di Severus Piton, e mai si sarebbe fidata.
Eppure tutti, persino il Signore Oscuro, persino Silente, e persino Narcissa, sembravano credere in lui.
Aveva tentato di fermare sua sorella, aveva tentato di impedirle di rivolgersi a lui, ma alla fine non c'era stato verso di convincerla, e Bellatrix si era vista costretta a seguirla fin laggiù, in quello sporco letamaio in cui Piton viveva quando non era ad Hogwarts.
Mai e poi mai avrebbe immaginato che le cose sarebbero andate a finire in quel modo, e che lei - proprio lei! - sarebbe stata il Suggello di un Voto Infrangibile tra Piton e Narcissa. Ancora non riusciva a credere che lui avesse ascoltato le preghiere di sua sorella...
Stupefatta, rimise lentamente nel fodero la propria bacchetta e, rivolgendosi all'uomo, disse: "Mi domando se tu ti renda realmente conto del guaio in cui ti sei cacciato".
Severus aveva ancora la mano destra intrecciata a quella di Narcissa, lo sguardo fisso sui suoi occhi azzurri colmi di lacrime.
"Se non rispetterai il Voto..." continuò a dire Bellatrix, disturbata dal fatto che lui fingesse di non sentirla. "...morirai. Lo sai questo, vero?"
"Grazie per avermi illuminato, Bellatrix. Ma ti assicuro che ne ero già perfettamente conscio", ribatté acidamente lui. "Mi commuove sapere che ti preoccupi tanto per me", aggiunse poi, piegando leggermente le labbra in un sorriso di scherno che mandò Bellatrix su tutte le furie.
"Non darti tanta importanza! Che tu viva o muoia, per me non fa alcuna differenza", sbottò lei, avvampando di sdegno. "Quello che intendevo dire è che... se sai quali sono i rischi che corri, per quale motivo hai accettato di farlo?"
"Povera, povera Bellatrix! Non hai mai avuto degli amici in vita tua, vero?"
"I-io ho il Signore Oscuro!" replicò Bellatrix, sempre più adirata, ma Piton non le prestò attenzione. Era più preoccupato a raccogliere quel che restava di Narcissa: volerla rimetterla in piedi, ma lei non accennava a volersi muovere. Al contrario, si era completamente abbandonata sul freddo pavimento di mattoni, e non ascoltava ciò che Piton diceva per convincerla a rialzarsi. Si sentiva completamente svuotata, priva di energie, ed anche se aveva ancora voglia di piangere non le era rimasta più neanche una lacrima: le aveva già versate tutte. Ogni atomo esausto e terrorizzato del suo corpo le gridava che doveva rimanere ferma dov'era, aggrappata alla sicurezza della terra, l'unica cosa che era rimasta solidamente al proprio posto mentre il resto del suo mondo le era crollato addosso.
Quella notte, Narcissa aveva avuto da Severus la conferma dei suoi timori, ovvero che il Signore Oscuro aveva affidato a Draco l'incarico di uccidere Silente non perchè lo credeva capace di farlo, ma soltanto per vendicarsi dei fallimenti di Lucius. Lui aveva perso la profezia di Lord Voldemort, e ora Lord Voldemort gli avrebbe fatto perdere suo figlio... quella era la crudele realtà dei fatti.
Ma Severus lo proteggerà! Lo ha giurato, ha fatto il Voto... continuò a ripetersi Narcissa, come se quello fosse l'unico appiglio al quale potesse aggrapparsi per non cadere ancora più a fondo, nella voragine che si era spalancata sotto ai suoi piedi.
"Ti prego, Narcissa..." la implorò Severus.
Anche Bellatrix, che non sopportava di vedere sua sorella umiliarsi in quel modo, le disse: "Rimettiti in piedi, coraggio! Conserva ancora un briciolo della tua dignità". Parlò in tono aspro per penetrare attraverso il sordo, folle dolore di Narcissa, ma ancora lei non si mosse.
Non so cosa farmene della mia dignità, pensò, con amarezza. A cosa mi è servito fare l'altezzosa, in tutti questi anni? A cosa mi è servita la mia fierezza, il mio orgoglio, la mia bellezza, la mia freddezza? A cosa sono servite se poi ho perso tutto? Mio marito è in prigione, mio figlio è in pericolo di vita, e non so come dimostrare la mia gratitudine verso l'unica persona che mi è ancora rimasta amica. Posso soltanto strisciare ai suoi piedi e baciare la terra che lui calpesta.
"Grazie Severus, grazie", sussurrò debolmente.
"Basta così! Non mi devi ringraziare". Piton si chinò nuovamente verso di lei, e guardò il suo viso inondato di lacrime. "E' nel mio interesse, credimi, proteggere Draco. Gli sono... molto affezionato, non voglio che gli accada qualcosa di male". Ora parlava a bassa voce, come se non volesse farsi sentire da Bellatrix, ma lei non si perdeva una sola parola. "Mi ricordo bene quando me lo mettesti tra le braccia, appena nato. Ero abituato a maneggiare flaconi e boccette di pozioni, ma ero totalmente terrorizzato all'idea di tenere in braccio quel bambino. Niente mi era mai sembrato tanto fragile..."
Il ricordo di quei momenti felici riuscì a far sorridere Narcissa. Bellatrix, invece, finse di avere un conato di vomito.
"Quel giorno tu mi dicesti che avrei potuto sempre contare su di te, su Lucius e su Draco. Forse, per te, quelle erano parole di poco conto... ma ti garantisco che per me significarono molto".
Piton fissava la donna che, accasciata ai suoi piedi, ascoltava in silenzio le sue parole, ricambiando il suo sguardo con gli occhi lucidi e le palpebre gonfie, le labbra dischiuse e tremanti, e i lunghi capelli biondi che le ricadevano scompostamente sulle spalle e sul petto.
"E quando, alla festa del tuo compleanno, tu mi difendesti contro quelli che ancora dubitavano di me..." Piton lanciò un'occhiata di sbieco a Bellatrix, la quale sbuffò. "Io te ne fui grato. Ma finora non avevo mai avuto modo di ringraziarti per la fiducia che hai sempre riposto in me". Ancora una volta tentò di rimettere in piedi la donna, ma lei tenne ancora le mani piantate sul terreno. "Ora ho la mia occasione per sdebitarmi, Narcissa. Ti prometto che farò il possibile per tenere Draco lontano dai pericoli". Quelle parole riuscirono ad abbattere le sue ultime resistenze. Narcissa gemette debolmente, quindi si abbandonò di peso tra le braccia di Piton, e lui riuscì a farla alzare da terra.
Bellatrix emise un lamento di esasperazione. "Vogliamo andare, Cissy?"
Lei annuì piano. Guardò ancora una volta in direzione di Severus, sussurrò un ultimo "Grazie", poi si lasciò docilmente guidare da sua sorella fuori dal piccolo appartamento, col cuore gonfio di rinnovata speranza.