Enchanting Sinner
ANOTHER STORY ABOUT NARCISSA BLACK MALFOY,
CREATED FOR THE WRITING COMMUNITY FANFIC100_ITA
67° parte - Apprendista Assassino
Fandom: Harry Potter
Personaggio principale: Narcissa Black
Prompt: 068. Lampo
Rating: Verde
Disclaimer: Narcissa Black e tutti i personaggi citati in questa storia appartengono a J.K. Rowling.
Big Damn Table:
http://narcissamm.livejournal.com/801.html Stava calando la notte, e Draco non era ancora tornato a casa.
Narcissa vagava per Malfoy Manor come un'anima in pena, pregando che suo figlio stesse bene e guardando di tanto in tanto in direzione del portone principale nella speranza di vederlo arrivare. La sua attenzione venne d'un tratto catturata dalla luce rossa di un lampo, fuori dalla finestra. Inizialmente pensò che si trattasse di un temporale, ma quando scostò le tendine e guardò verso il giardino, capì ciò che stava realmente accadendo. Senza preoccuparsi di indossare una giacca per ripararsi dal freddo pungente della sera, si precipitò all'esterno dove un'improbabile coppia, formata da sua sorella e suo figlio, stava lanciando incantesimi contro cespugli e tronchi d'alberi.
"Draco! Che cosa stai facendo?"
Lui non la guardò nemmeno, troppo concentrato ad eseguire i giusti movimenti con la bacchetta. "Zia Bellatrix mi sta dando lezioni", disse vago.
"Lezioni?" fece Narcissa, ora rivolgendosi a sua sorella.
"Sì, il Signore Oscuro mi ha affidato l'incarico di addestrare Draco", spiegò Bellatrix, con un tono entusiasta che la irritò oltremodo. "Tuo figlio è in gamba, Cissy. Si vede che ha sangue Black nelle vene! Ma sono rimasta sorpresa quando mi ha detto di non saper fare neanche una Maledizione senza Perdono. Credevo che tu e Lucius..."
"Non pensavamo fosse importante insegnare ad un bambino come lanciare anatemi mortali!"
"Ma ora non sono più un bambino", le fece notare Draco, e Narcissa si morse le labbra e si rimangiò le parole che avrebbe voluto dirgli. Era andata troppo spesso a sbattere contro l'orgoglio di Draco, e sapeva che era inflessibile.
Bellatrix si frappose tra madre e figlio. "Avanti, avanti! Riprendiamo da dov'eravamo rimasti prima che venissimo interrotti". Si affiancò a Draco e, col viso vicinissimo al suo, disse: "Lezione numero due. Se vuoi davvero torturare qualcuno con la maledizione Cruciatus, se vuoi davvero fargli male fino a fargli desiderare la morte... devi divertirti a farlo". E un attimo dopo agitò la bacchetta verso il vuoto e gridò: "Crucio!"
Draco annuì e provò ad imitarla, sotto lo sguardo apprensivo di sua madre.
In alcuni momenti, quando piegava la testa in un certo modo, o sfoderava quel suo bel sorriso arrogante che tanto le ricordava Lucius da ragazzo, Narcissa riusciva quasi a dimenticare che suo figlio era in procinto di uccidere qualcuno. Poi la tragica realtà tornava prepotentemente a schiacciarla, e allora il suo cuore perdeva un battito.
"No, no! Non ci siamo!" stava gridando ora Bellatrix, spazientita. "Ho detto che devi divertirti! Devi provare il piacere di ferire, di provocare un'agonia immensa nella tua vittima".
"E' facile a dirsi!" replicò Draco, arrabbiato. "Ma non è tanto semplice riuscire a provare divertimento nel colpire il vuoto".
Bellatrix sogghignò, e i suoi occhi lampeggiarono pericolosamente. "Proviamo allora con un bersaglio mobile". Il suo sguardo si spostò lentamente fra le aiuole e i cespugli verdi, finché non individuò uno dei tanti pavoni albini che decoravano il giardino di Malfoy Manor. La donna mosse rapida il braccio, come un serpente che si slancia sulla preda, e lanciò la maledizione verso l'innocua bestiola. "Crucio!"
I volti pallidi di Narcissa e Draco, che guardavano immobili e silenziosi la scena, s'illuminarono nel buio della notte dai lampi di luce rossa che scaturivano dalla bacchetta di Bellatrix. Infine, con un ultimo, terribile lampo che squarciò l'aria, e che tinse per un attimo le bianche, candide piume del pavone di un bagliore verde, Bellatrix lanciò l'anatema che uccide.
E quando tutto fu finito, tornò il buio.
Bellatrix abbassò la propria bacchetta e si avvicinò all'animale ormai privo di vita, rigirandolo da una parte all'altra con la punta della scarpa.
"Non avresti dovuto ucciderlo", borbottò Draco. "Mio padre si arrabbierà quando lo verrà a sapere".
"Tuo padre è ad Azkaban. Cosa credi che gliene importi dei suoi animaletti da giardino?" fu la sprezzante replica di Bellatrix, e Narcissa notò che Draco aveva cominciato a tremare di rabbia, scuro in volto.
"Mio padre sarà presto libero! Io lo vendicherò... pagheranno tutti, tutti quanti, per quello che gli hanno fatto".
"A cominciare da Silente?" domandò Narcissa, avanzando di un passo verso suo figlio.
Lui la guardò perplesso, e lei annuì col capo. "Sì, Draco. So tutto! Il Signore Oscuro mi ha informata della missione che ti ha affidato, e se credi che per fermare un mago come Silente ti basti saper lanciare una Maledizione senza Perdono, bèh... ti stai solo illudendo".
Draco fece per replicare, ma Narcissa lo interruppe prima ancora che potesse aprir bocca. "Silente ha più di cent'anni, ha sconfitto maghi oscuri del calibro di Grindelwald, e tu pensi davvero che basterà puntargli la bacchetta alle spalle per ucciderlo? Così facilmente? In un lampo?"
"Io... io mi inventerò qualcosa", ringhiò Draco, palesemente nervoso. "Devo almeno tentare, no?" Le rivolse un'occhiata feroce che lei non gli aveva mai visto in faccia prima di allora, ed una disperata angoscia scavò un buco nel petto di Narcissa, là dove avrebbe dovuto avere il cuore. Aveva tenuto a bada quella angoscia per un po' di tempo, dopo che aveva visto suo figlio farsi marchiare il braccio da Lord Voldemort, ma ora era esplosa in lei, annientando le sue speranze di poter riavere indietro il suo bambino. "Draco..." sussurrò implorante, ma il ragazzo le voltò le spalle e si diresse a passo spedito verso l'ingresso di casa.
"Oh, bèh! Allora continueremo domani", concluse con noncuranza Bellatrix, rinfoderando la bacchetta. "Andiamo dentro, Cissy..." Ma, nell'oscurità, vide brillare una lacrima sul volto di sua sorella. "Ed ora che accidenti ti prende?"
Narcissa provò a parlare, ma sapeva che con Bellatrix era del tutto inutile cercare di spiegarsi. Lei non aveva figli... Come avrebbe mai potuto capire come ci si sente a vedere il proprio figlio diventare un assassino? Come avrebbe mai potuto capire quanta paura provava lei all'idea di perderlo?
Oh, se soltanto Lucius potesse trovarsi qui con me, a condividere la mia sofferenza... pensò, sempre più angosciata. Desiderò con tutta sé stessa Lucius, la sua voce confortante, la sua forza d'animo, il suo amore. Ed invece era sola, sola contro il mondo, e non poteva contare su nessuno per salvare l'anima di suo figlio.
Non ho nemmeno un amico al quale poter chiedere aiuto, si disse, ma si smentì quasi immediatamente. In effetti, c'era ancora una persona che forse le era ancora rimasta amica.
Bellatrix osservò sospettosamente l'improvviso cambiamento d'espressione della sorella, poi scrollò le spalle. "Allora? Entriamo in casa o hai deciso di restare qui a congelarti?" le chiese, ridestandola dai suoi pensieri.
"Entra tu. Io devo andare".
Bellatrix corrugò le sopracciglia scure. "Andare? Andare dove?"
Narcissa sollevò il mento ed il suo sguardo si perse lontano, nell'oscurità del cielo. "Devo parlare con Severus".
CONTINUA...