Enchanting Sinner
ANOTHER STORY ABOUT NARCISSA BLACK MALFOY,
CREATED FOR THE WRITING COMMUNITY FANFIC100_ITA
62° parte - Mai così lontani
Fandom: Harry Potter
Personaggio principale: Narcissa Black
Prompt: 097. Lontano [Scelta Libera]
Rating: Verde
Disclaimer: Narcissa Black e tutti i personaggi citati in questa storia appartengono a J.K. Rowling.
Big Damn Table:
http://narcissamm.livejournal.com/801.html "Tu menti, Malfoy! Il Signore Oscuro non può avere scelto proprio te!"
"Rassegnati, Bellatrix. Evidentemente Lui preferisce affidare la missione a qualcuno con un po' di sanità mentale..."
"Come osi, maledetto! Sono io la sua più devota Mangiamorte, solo io gli sono stata fedele, solo io l'ho cercato quand'era scomparso!"
Le urla di Bellatrix e Lucius risuonavano per tutta la casa, e a Narcissa bastò seguire quelle voci irate per trovarli. Erano in sala da pranzo, in piedi l'uno di fronte all'altra, che si fronteggiavano con rancore. Avevano completamente abbandonato i loro piatti ancora pieni di cibo.
"Si può sapere cosa vi prende? Possibile che dobbiate litigare ogni minuto?" si lamentò Narcissa, ma suo marito e sua sorella non la degnarono della minima attenzione. Allora si sedette a tavola e mangiucchiò svogliatamente qualcosa, mentre seguiva la discussione che si svolgeva davanti a lei.
"Come può il Signore Oscuro fidarsi ancora di te dopo che ti sei così apertamente schierato dalla parte del Ministero?" Bellatrix gratificò Lucius di una delle sue solite occhiate di scherno, e lui parve trattenersi a stento dall'impulso di strozzarla.
"Ho dovuto fingere. E avresti dovuto farlo anche tu, invece di dichiarare davanti al mondo che eri una Mangiamorte. Ora sei una ricercata, no?" Sorrise, ma il suo tono non era affatto divertito quando parlò di nuovo. "Ti conviene stare molto attenta a quel che fai se vuoi continuare a vivere in questa casa. La mia casa, dove tu e tuo marito siete soltanto ospiti".
"Preferirei mille volte tornare ad Azkaban piuttosto che continuare ogni giorno a vedere la tua faccia ripugnante", replicò lei, con tutto il veleno che aveva in corpo.
"Allora vattene! Che aspetti? Sono certo che là fuori è pieno di Auror che sarebbero ben felici di metterti le mani addosso".
Quelle parole non servirono dì certo a placare la furia di Bellatrix che, senza pensarci due volte, sfoderò la propria bacchetta e la sollevò verso Lucius.
Ma lui sogghignò divertito. "Colpiscimi, avanti! E' l'unico modo che hai per prendere il mio posto a capo della missione".
Narcissa scattò in piedi e batté rumorosamente le mani sul tavolo. "Smettetela! Ne ho abbastanza delle vostre scenate".
La rabbia di Bellatrix cedette il posto a un'amara frustrazione, mentre rimetteva nel fodero la bacchetta.
Lucius borbottò qualche parole di scusa, ma Narcissa lo fulminò con lo sguardo. "Sembrate due ragazzini", disse, pensando che in effetti non erano cambiati di una virgola da quando discutevano in Sala Grande, al Tavolo dei Serpeverde. "E comunque... di quale missione stavate parlando? Per quale motivo io non so niente?"
"Tu non sei una Mangiamorte, non sei tenuta a sapere ogni cosa..." obiettò Bellatrix.
"Il Signore Oscuro ha ideato un piano per attirare Potter nell'Ufficio Misteri", cominciò a spiegare Lucius. "E solo grazie alle preziose informazioni che io gli ho fornito", aggiunse poi, guardando malignamente in direzione di Bellatrix, che sembrò ancora più indignata di prima.
Narcissa si sentì tremare. Nella mente aveva una gran confusione di pensieri, ma tutti vertevano su un'unica, bruciante sensazione. Una sensazione di pericolo. "Perdete ancora tempo dietro a quella stupida profezia..." borbottò imbronciata.
Il volto di Lucius si indurì e si fece scuro come un cielo in tempesta. "Non è una stupida profezia. Per il Signore Oscuro significa molto".
"E allora perchè non va a prendersela lui stesso invece di mandare te a correre dei rischi inutili?"
A quelle parole Bellatrix indietreggiò inorridita, come se sua sorella avesse appena pronunciato qualcosa di indicibile. "Narcissa! Come puoi essere così irrispettosa? Cosa sono le nostre vite rispetto a quella del nostro Signore?"
Narcissa non osò contraddirla, ma avrebbe voluto mettersi ad urlare e dirle che non gliene importava nulla di Lord Voldemort, che non avrebbe sopportato di vedere sua sorella arrestata e condotta ad Azkaban per la seconda volta, che aveva paura... terribilmente paura che potesse succedere qualcosa a suo marito.
"Bellatrix ha ragione", sbottò in quel momento Lucius, e Narcissa si voltò di scatto a guardarlo. "Il Signore Oscuro non può rischiare di mettere piede all'interno del Ministero. Ma noi sì. Prenderemo quella profezia per lui e verremo ricompensati più di chiunque altro".
Non riuscendo a trovare parole abbastanza dure per esprimere la propria irritazione, Narcissa si precipitò verso le scale. Salì velocemente i gradini, poi corse in camera da letto e si sbatté violentemente la porta alle spalle. Si mise a sedere pesantemente sulla poltrona accanto al caminetto e rimase a fissare imbronciata il fuoco.
Dopo pochi minuti udì la voce imperiosa di Lucius, e la porta tremò sotto i suoi colpi. "Narcissa! Narcissa, apri!"
La donna gettò uno sguardo bieco verso l'ingresso sbarrato, poi tornò a fissare gelidamente le fiamme. Le contemplò in silenzio, mentre Lucius continuava ad urlare il suo nome. "Narcissa!"
La donna si rifiutò testardamente di rispondere. Poi sentì uno schianto e vide la porta cadere fragorosamente nel pavimento. Balzò in piedi, e affrontò Lucius senza batter ciglio. "Non ho alcuna voglia di discutere, perciò esci da questa stanza e lasciami sola. Dopotutto... è la cosa che sai fare meglio".
"Non merito queste parole!" tuonò l'uomo. "Ti sono sempre rimasto accanto, ma non puoi chiedermi di rinunciare a questa missione, è troppo importante!"
"Oh, sì! E' davvero importante recuperare la profezia del famoso Harry Potter!" lo schernì lei. "Così importante da rischiare la pelle, andando a prenderla direttamente nel covo degli Auror. Una mossa davvero intelligente".
"Ho affrontato rischi ben peggiori di questo, in passato", ruggì Lucius in risposta. Si chinò verso la donna e scandì ogni singola parola: "Quando hai deciso di sposarmi sapevi che ero un Mangiamorte, sapevi a cosa andavi incontro..."
"Nient'affatto!" esclamò Narcissa. "Io credevo di sposare un uomo che avrebbe combattuto per la creazione di un mondo nuovo nel quale i maghi purosangue dominavano incontrastati su mezzosangue e babbani... ma ora mi sembra che tu stia sprecando le tue energie in altre assurde faccende".
"Io sono obbligato ad obbedire ai suoi ordini, tu lo sai! Non posso tirarmi indietro", gridò Lucius, come se sua moglie fosse troppo lontana per poterlo sentire. E Narcissa provava la medesima sensazione: Lucius era lì, si trovava fisicamente accanto a lei, eppure era distante mille miglia.
Non si erano mai sentiti così lontani...
"Mi hai stancato", sbottò Lucius, rivolgendole uno sguardo carico di delusione.
"Bene, esci da questa camera allora! Vai dal tuo Signore, e muori per lui se ti fa tanto piacere", ribatté lei, col chiaro intento di ferirlo. Lo vide digrignare i denti e poi voltarsi per lasciare risolutamente la stanza.
Lontana dal calore del corpo di Lucius, Narcissa sentì la seta del proprio abito come un velo ghiacciato sul seno e sul ventre. Incrociò le braccia e, stringendosi i fianchi, si inginocchiò davanti al caminetto acceso per scaldarsi.
Mi hai stancato. Mi hai stancato. Mi hai stancato...
Le parole di Lucius echeggiarono sonoramente nel suo cervello, e Narcissa si massaggiò le tempie nel vano tentativo di scacciarle via. E non si accorse, in un primo momento, di una nuova presenza all'interno della stanza.
CONTINUA...