Enchanting Sinner
ANOTHER STORY ABOUT NARCISSA BLACK MALFOY,
CREATED FOR THE WRITING COMMUNITY FANFIC100_ITA
54° parte - Un'ombra
Fandom: Harry Potter
Personaggio principale: Narcissa Black
Prompt: 075. Ombra
Rating: Verde
Disclaimer: Narcissa Black e tutti i personaggi citati in questa storia appartengono a J.K. Rowling.
Big Damn Table:
http://narcissamm.livejournal.com/801.html Lucius Malfoy aveva cercato sua moglie per tutta la casa e, alla fine, l'aveva trovata nell'unico posto al mondo in cui non avrebbe mai pensato di vederla: nelle cucine.
"Ma che stai facendo ai piani bassi?"
"Lucius..." lo salutò distrattamente lei, impegnata a mescolare con la bacchetta gli ingredienti di tre diversi recipienti. "Sto preparando dei dolci da mandare a Draco".
"Ancora?" fece Lucius, in tono vagamente annoiato.
L'elfo Dobby, che si muoveva freneticamente attorno ai tavoli con il suo lungo naso a punta sporco di farina, si bloccò di colpo quando vide l'uomo e cominciò a tremare: "Padrone, Dobby ha cercato di fermare la padrona. Dobby ha insistito, ma lei ha voluto cucinare, ha voluto fare da sé".
Lucius gli lanciò un'occhiata carica di silenzioso rimprovero, poi si rivolse a Narcissa: "Perché lo stai facendo?"
"Ho paura che ad Hogwarts non lo facciano mangiare abbastanza, ecco tutto", si difese la donna.
Ma Lucius la fissò con sospetto. "Sai benissimo che i banchetti ad Hogwarts sono più che abbondanti..."
Narcissa emise uno sbuffo ma non disse nulla. Anche se ci avesse provato, non sarebbe mai riuscita a spiegare a suo marito quello che provava. Lui non avrebbe mai capito la misera consolazione che lei riceveva quando poteva immaginare il suo piccolo Draco intento a mangiare qualcosa che lei aveva preparato per lui con le sue stesse mani...
Scrivergli una lettera e mandargli dei regali era tutto ciò che poteva fare per sentirsi più vicina a suo figlio. Le mancava terribilmente, anche se col passare dei mesi si era lentamente riabituata a vivere nella solitudine. Ma ogni tanto sentiva il bisogno di trovare qualche distrazione per non pensare a Draco e per riempire i vuoti delle sue giornate.
"Sei venuto qui solo per fissarmi o c'è qualcos'altro?" borbottò acidamente, mentre terminava di guarnire una torta con uno spesso strato di glassa brillante.
"Bèh..." cominciò a dire lui, con tono vago. "E' arrivata questa". Le sventolò davanti agli occhi una busta da lettere ancora sigillata.
"Draco ha scritto!" esclamò Narcissa, ripulendosi le mani sul grembiule da cucina. Se lo slacciò velocemente e poi scattò in avanti per afferrare la lettera, ma Lucius ritirò di scatto la busta prima che lei potesse metterci le mani sopra.
"E' indirizzata a me. La leggerò io".
"Oh, Lucius!" protestò lei, mettendo il broncio. Era da due settimane che Draco non rispondeva alle sue lettere, e aveva cominciato a preoccuparsi. Guardò Lucius che scartava lentamente la busta, come se si stesse divertendo a vederla soffrire per l'ansia. "Avanti, leggi! Che c'è scritto?"
"Vediamo. Mmmh... ti ringrazia per i dolci".
"Davvero?" gioì lei.
Lucius continuò a leggere in silenzio. "Sì. Ecco! Dice che, al contrario di lui, Harry Potter non riceve mai missive da casa sua. Praticamente non fa altro che parlare male di Potter per tutta la lettera".
"Come al solito!" rise Narcissa, ma quando vide il volto di Lucius rabbuiarsi, ebbe un tremito. "Che c'è?"
"Senti qui: aveva scoperto che Hagrid, il guardiacaccia, nascondeva un drago nella sua capanna - ti rendi conto? - ed è stato messo in castigo perchè i professori non gli hanno creduto".
Narcissa non riuscì a trattenere un gemito. "E' incredibile! Come hanno potuto dargli del bugiardo? Come osano..."
"E non è tutto", la interruppe Lucius, continuando a leggere. "La punizione consisteva nell'andare nella Foresta Proibita a notte fonda, alla ricerca di una creatura che... succhiava il sangue degli unicorni..." Lucius dovette abbandonare per un attimo la lettura perchè Narcissa sembrava sul punto di svenire. La sorresse e l'aiutò a mettersi seduta, poi le porse la lettera. "Tranquilla, Draco sta bene. Leggi. Ha visto di sfuggita la creatura, poi è scappato".
La donna lesse attentamente, con la testa china sull'amata e familiare grafia del suo Draco: "L'unicorno stava disteso, senza vita, quando abbiamo sentito qualcosa muoversi e strisciare verso di lui. Era un'ombra. Non era una persona, non era umano. Era un'ombra strisciante, incappucciata, con due occhi rossi. Occhi rossi da serpente". Narcissa si sentì tremare da capo a piedi. Persino le dita che stringevano la lettera vibrarono convulsamente, e nella sua mente poté figurarsi l'orribile scena alla quale il suo bambino aveva assistito. Un'ombra oscura e strisciante che si nutriva di sangue di unicorno... Occhi rossi. Occhi rossi da serpente...
"Credi che fosse... Lui?" domandò in un soffio a Lucius.
Lui la guardò sorpreso, poi ribatté duramente: "Non essere sciocca! Draco avrà visto senz'altro un animale strano. Sai quante creature si aggirano nella Foresta Proibita? La cosa inammissibile è che quel Hagrid abbia fatto andare due bambini da soli, in piena notte, in quel luogo ostile. Lo farò licenziare! Ah, se lo farò licenziare..."
Ma Narcissa non lo stava ascoltando. La sola, semplice idea che Lord Voldemort potesse essere ancora vivo le raggelava il sangue nelle vene. Era un'ipotesi. Era possibile, sì... e Lucius lo sapeva, anche se faceva finta di niente.
"In quanto membro del Consiglio di amministrazione della Scuola, dovranno ascoltarmi quando chiederò le dimissioni di quello zoticone!" stava dicendo, muovendosi da una parte all'altra della stanza. "Non riesco a capire perché Silente si ostini a tenerlo ad Hogwarts quando non è buono a far nulla. Pagherà per aver messo in pericolo mio figlio".
"Lucius", lo chiamò lei. "Lucius, e se Lui non fosse mai morto? E se fosse diventato poco più di un'ombra, privo di corpo, in cerca di energie e di aiuto?" Si strinse la lettera di Draco al cuore, quasi come a volersi proteggere dallo sguardo furioso che suo marito le stava rivolgendo.
"E' impossibile", sibilò Lucius. Adirato, lasciò la cucina e si richiuse la porta alle spalle sbattendola con forza.
Lasciò Narcissa da sola con i suoi profumati dolci e i suoi tormentati dubbi, e non le disse che il Marchio Nero nel suo braccio, da qualche tempo, aveva ricominciato a fare male.