Il Rapimento di Giangilberto

Sep 02, 2008 17:27

Titolo: Il Rapimento di Giangilberto
Autore: eru_elysha
Rating: 14
Serie: Comica


Notte fonda.
Due figure con una calza nera in testa correvano lungo i sentieri ghiaiosi del Cimitero, dimora della Nera Signora dei Morti.
L'oscurità le circondava, ma i faretti posizionati intorno alle lapidi rendevano visibili almeno i loro corpi, se non le loro facce: una, alta e snella, indossava una maglietta nera e un paio di jeans. La cosa sconcertante erano i giganteschi “IO” bianchi scritti a caratteri cubitali sia sui pantaloni che sulla t-shirt.
L'altra, di per contro, era tutt'altro che magra e correva arrancando tra sonori sbuffi dietro la sua compagna: indossava pantaloni larghi - neri - e una felpa larga - anch'essa nera. A giudicare dalla sua mole, però, non si poteva che compatire il poverino che per primo aveva detto “il nero snellisce”.
“Sei troppo lenta!” Esclamò la figura con i vestiti dipinti di “IO” rivolgendosi alla sua compagna, che iniziava ad avere carenze d'ossigeno e stava rallentando la sua corsa.
“Non... ce... la... faccio... più...” Ansimò lei, infatti, raggiungendo l'altra, che tra le mani stringeva un piccolo involto di stoffa.
“Devi. - Le rispose con freddezza calcolata - Altrimenti IO andrò in prigione e IO non posso andare in prigione, perché se IO andassi in prigione il Mondo Riflesso passerebbe dei terribili guai.”
“Ma Eg...”
“Non dire il MIO nome! - Esclamò furente la vestita di “IO” - Non si pronuncia il MIO nome invano, razza di blasfema spara troiate maledetta e indecente.”
La figura dalla mole pari a quella di un cucciolo di elefante sospirò affranta. “Non è colpa mia se sono lenta e faccio fatica a correre.”
La compagna sbuffò. “Sì, invece. Mica vorrai dire che è colpa MIA, spero. Magari è merito MIO se perderai qualche grammo, dopo stanotte.”
L'altra preferì non replicare, perché con la sua amica era inutile stare a discutere più di tanto: straordinariamente, però, riuscivano a capirsi e ad andare d'accordo. Ma questa è un'altra storia e noi non la racconteremo - è un modo carino per dire “stendiamoci sopra un velo pietoso”.
Le due figure con la calza nera in testa ripresero a correre verso il cancello di ferro battuto, inciampando sulle trappole anti-ladro che Lady Morte aveva posizionato sui sentieri del Cimitero, ma riuscendo comunque a non farne scattare nemmeno una (“IO penso che quella sia davvero un'idiota pericolosa, mica come ME, che in casa MIA ho messo gli antifurto della Beghelli!”), fino a che non oltrepassarono l'uscita del Cimitero e si fermarono, tirando un sospiro di sollievo.
“Ce... l'abbiamo... fatta...” ansimò la figura più... ehm, si può dire grassa? con un piccolo moto di sollievo nella voce.
“No, tu non hai fatto proprio un cazzo, razza di cretina! - Sbottò la compagna - Ho fatto tutto IO. Ho schivato le trappole all'andata e al ritorno, ho trovato la Cripta, la cosa giusta e infine ho trovato la strada per tornare indietro, visto che ti eri mangiata tutte le molliche di pane che avevo disseminato sui viottoli per comodità. Tu non hai fatto nulla: se l'operazione è riuscita è tutto merito MIO, razza di decerebrata.”
Così dicendo si tolse la calza dal volto, ma la Luna si rifiutò di illuminarle il viso - checché ne dicesse, la Luna non era stata creata per LEI. Fuggirono coperte dall'oscurità, portando il fagotto di stoffa con poco riguardo, alternativamente.
Nella sua Cripta da Notte, intanto, Lady Morte dormiva beata in compagnia di Ferdinand... il suo coniglio di peluche.
Ancora non s'immaginava quale dramma si sarebbe compiuto l'indomani.

Un urlo agghiacciante invase la Terra e il Mondo Riflesso.
“Oh minchiaccia!” Esclamò la Principessa Nicoletta del Torrione, abbandonando il suo laboratorio sotterraneo in tutta fretta e lasciando il suo nuovo esperimento incompleto.
“Oh merda!” Esclamò Shanael, l'Angelo Inciampato, abbandonando le Terme dove aveva prenotato una giornata all'insegna del benessere fisico.
“Vecchie Lurideeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeh!” Esclamò Desdemona del Torrione, la malefica cocorita immortale, continuando ad inseguire Cippy per le sale del castello splatter/goth di Princy.
C'era solo un'entità che avrebbe potuto urlare così dopo mezzogiorno - poiché dormiva per tutta la restante parte della mattinata - e quella era la Nera Signora del Cimitero e dei Trapassati (prossimi e remoti).
Urgeva un comizio familiare.

Shanny e Princy trovarono la Morte appollaiata sulla sua lapide preferita, quella sovrastata da una ben poco fedele rappresentazione della sua persona, completamente distrutta dal dolore; in mano reggeva un foglio di carta tutto spiegazzato e, con tutte le probabilità del mondo, ci aveva addirittura pianto sopra.
Shanael, l'Angelo che ormai conosceva troppo bene la Nera Signora, sbuffò. “Morty, ma trovare una soluzione senza frignare, no eh?”
Milady Distruzione tirò su col naso.
A quel punto sbuffò anche Princy. “Puoi dirci almeno cos'è che ti ha fatto urlare a quel modo all'ora di pranzo? Sai a quanti mortali hai fatto passare l'appetito?”
Di nuovo Lei non rispose, ma porse alle amiche il foglio che teneva in mano.
L'Angelo svogliato lo prese senza troppe cerimonie di riguardo e lo pose tra lei e la Principessa Splatter: a prima vista sembrava un normalissimo foglio di carta su cui erano state incollate delle lettere tagliate dal quotidiano del Mondo Riflesso. Quello che spiazzava un po' era il messaggio che componevano: Princy e Shanny iniziarono a leggere.

Volevibbimo, noi figure oscure della notte senza luna né stelle, comunicare a Madamigella Morte che il suo cactus di superba bellezza e maestria, Giangilberto, è stato da noi rapito la notte scorsa. Poiché rifiuterocci di restituire il pargolo pupillo di Madamigella Nera, volevibbimo conferire con la sua turpe persona per il pagamento di un adeguaterrimo riscatto in cambio del suo gentil figlioccio.

“Ah però!” Esclamò Princy, sguainando la mannaia dal fodero con cui la portava attaccata alla cintura del vestito acquamarina.
Shanael, l'Angelo che poteva vantare anche una laurea in Lettere Antiche e Moderne, sfoderò il Dizionario della Lingua Italiana e la penna rossa, iniziando a sottolineare tutte le idiozie grammaticali inserite in quel biglietto al solo scopo di tentare di intimidire la destinataria.
“Un bel po' di stupidaggini grammaticali, potere intimidatorio zero, sentimento sottozero...” iniziò, cominciando ad assegnare i voti da zero a dieci alle singole voci.
“Sigh.” La Morte ricominciò a piangere.
L'Angelo professionale sospirò, cancellò lo zero alla voce “potere intimidatorio” e mise al suo posto un otto; ci pensò ancora un istante, poi aggiunge un mezzo punto per la quantità di lacrime che era riuscito a far versare alla Nera Dama che tutto uccide.
“Insomma, qual è il succo della faccenda?” Domandò Princy che aveva perso interesse per la cosa, dato che non c'erano stati spargimenti di sangue.
L'Angelo Laureato inforcò gli occhiali da vista privi di lenti - poiché portava le lenti a contatto. “Secondo quanto si evince da questo biglietto lasciato sul luogo del delitto, pare che due persone che detestano Morty le abbiano rapito Giangy e vogliano farsi pagare per restituirglielo.”
“Che merde!” Esclamò la Principessa splatter, lisciandosi le pieghe del vestito.
“Io... - Morty iniziò a parlare con voce flebile - Io... voglio morire.” E riprese a piangere con più foga di prima.
Princy fece spallucce. “Lo sappiamo, Mortyna. È un peccato che tu non possa proprio farlo, ma non c'è alternativa a questo tuo desiderio di passare al di là del Nero Cancello.”
“Lei è già al di là del Nero Cancello. - Rispose Shanny che una punta di ironia nella voce - Non metterle in testa strane idee, Princy.”
“No, no, facevo solo il punto della situazione.” Concluse la Principessa, sedendosi sulla lapide al fianco della Morte, la quale continuava a singhiozzare disperatamente.
L'Angelo rassegnato sospirò affranta, poi alzò lo sguardo e sguainò il suo inseparabile quaderno dalla tasca del vestito. Iniziò a scrivere con foga, mentre Princy dava delle pacchette di consolazione sulla schiena della Morte, sempre più disperata.
“Non possiamo rivolgersi alla polizia. - Disse poco dopo Shanael - Dovremmo trovare degli aiuti che siano completamente esterni al nostro mondo, interrogare Culo, compagno di stanza di Giangilberto, e ovviamente scoprire chi sono le responsabili di quest'azione meschina.”
“E a chi potremmo rivolgerci?” Domandò la Morte, la quale aveva smesso di piangere nell'esatto momento in cui nella mente dell'Angelo Pianificatore iniziava a formarsi un piano per una pericolosissima missione di recupero.
Shanael si frugò nelle tasche, poi ne estrasse un volantino un po' spiegazzato. “L'ho trovato l'altro giorno nella cassetta delle lettere. - Disse - Magari sono competenti.”
La Morte lo prese tra le mani e lesse ad alta voce.

Agenzia Investigativa ESPIA (Elisa's Secret Poco Intelligent Agency). Via della Miseria 00, Sgabuzzino delle Scope.

“Mi pare un po'... miserina.” Commentò Princy, che bazzicava Via della Miseria e dintorni a causa di un paio di amici delinquenti che vi abitavano.
Shanael fece spallucce, dall'alto della sua laurea in Economia. “Magari non ci spennano.” Disse.
“Se spennano te è un bel guaio.” Commento seriamente la Principessa, immaginandosi le ali dell'Angelo completamente spiumate.
Morty, che aveva immaginato la stessa cosa, iniziò a ridacchiare tra le lacrime.
L'Angelo offeso le guardò per un po' con un sopracciglio alzato, assumendo l'espressione che, di solito, le spaventava entrambe, poi si unì alla risata, perché, davvero, un termine meno azzeccato e ridicolo non lo poteva usare.
Quando l'ilarità generale si fu calmata, l'Angelo divertito si schiarì la voce. “Allora Morty, - disse - sei d'accordo nel chiedere aiuto a quest'agenzia investigativa privata?”
La Morte annuì, asciugandosi il naso e gli occhi nel fazzoletto rosa confetto tutto pizzi prestatole da Princy.
La Principessa del Torrione sguainò il suo cellulare rosa glitter e compose il numero sul volantino.
Tutto ad un tratto l'Angelo Preoccupato ebbe un cattivo presentimento.

Gli agenti dell'ESPIA arrivarono mentre Princy stava canticchiando, saltando gioiosamente nelle pozzanghere fangose del Cimitero, dovute a una scrosciante pioggia estiva e passeggera. “Siam tre piccoli porcellin, siamo tre fratellin. Mai nessun ci dividerà, trallallà lallà. E poi Princy arriverà, trallallà trallallà. E nella sua bocca vi infilerà e vi mangerà. - Si fece pensierosa un attimo, poi sorrise tra sé, saltando spensieratamente in un'altra pozzanghera - Lallallà lallà!”
La Nera Signora e la sua degna collaboratrice distolsero lo sguardo dalla Principessa del Torrione e sospirarono, posando i loro disperati occhi sulle due figure che si erano inoltrate lungo i sentieri del Cimitero e che si stavano avvicinando lentamente, avvolte da una nebbia misteriosa e innaturale che impediva loro di vederle con chiarezza.
Si scambiarono un'occhiata perplessa.
“Shanny?” La chiamò la Morte in tono un po' basito.
“Oh?” Rispose l'Angelo nello stesso tono.
“Come mai sono circondate da una nebbia grigia e densa?” Chiese ancora Milady Distruzione, grattandosi i capelli sotto il cappuccio dell'ampio e secolare mantello.
L'Angelo spaesato fece spallucce. “Non so, - rispose - magari hanno qualche potere magico.”
“Siam tre piccoli porcellin, siamo tre fratellin. Mai nessun ci dividerà, trallallà lallà. E poi Princy arriverà, trallallà trallallà. E nella sua bocca vi infilerà e vi mangerà. Lallallà lallà!”
Il sottofondo musicale rese il primo incontro tra le parti decisamente più drammatico... e si scoprì che la nebbia grigia che avvolgeva le due ragazze della ESPIA era fumo di sigaretta - quella del Capo, per l'esattezza.
Erano due semplici ragazze avvolte in impermeabili scuri e con gli occhiali da sole calati sugli occhi: a vederle sembravano una parodia dei Blues Brothers, ma si percepiva che c'era di più di qualche canzoncina cantata in ufficio - sempre ammesso che uno sgabuzzino delle scope fosse considerabile un ufficio.
“Be'? - Domandò il Capo dell'agenzia dopo essersi presentato, una ragazza minuta, vestita in perfetto stile dark e con una sigaretta perennemente in bocca - Dov'è il morto?”
“Ehm, Capo. - L'altra ragazza, presentatasi col nome di Voicebring, si rivolse al suo superiore con condiscendenza mista a rassegnazione - Non c'è nessun morto. Ci hanno ingaggiate per un caso di rapimento.”
A quella parola, la Nera Signora dei Morti iniziò a piangere, nascondendo il volto in un fazzoletto rosa glitter.
“Ah. - Rispose la ragazza, spegnendo il mozzicone di sigaretta sul tacco dell'anfibio chiodato ed estraendone subito una nuova dal pacchetto quasi vuoto - Che palle.”
La sua voce non esprimeva alcuna emozione, tanto che persino Princy si voltò ad osservarla un po' basita, mentre Shanael, l'Angelo ufficialmente incazzato, stava contando fino a centocinquanta per evitare di sbraitare addosso al capo dell'unica agenzia investigativa a buon mercato.
La Nera Signora dei Cimiteri e dei Trapassati (prossimi e remoti) continuò a piagnucolare, borbottando qualcosa che somigliava molto a “maledetta insensibile” tra i singhiozzi.
Il Capo della ESPIA, che evidentemente doveva chiamarsi proprio Capo, si guardò intorno, osservando coi suoi occhi inespressivi il centro del cimitero, poi sospirò.
“Voicy, - disse - il materiale.”
La dipendente - forse l'unica - dell'agenzia si fece perplessa. “Quale materiale? - Domandò infatti - Capo, quello per le indagini sui rapimenti non ce lo siamo potute permettere.”
“Ah. - Rispose semplicemente l'altra, spegnendo l'ennesimo mozzicone sulla statua preferita di Lady Morte, cosa che fece piangere la Nera Madamigella ancora di più - Be', almeno una lente di ingrandimento ce l'abbiamo nel kit?”
Voicebring sfoderò un sorriso luminoso ed estrasse dalla valigetta in pelle che portava con sé una scatoletta, anch'essa nera, con incise sopra le parole “Kit di sopravvivenza per un investigatore in erba”; lo aprì e prese una grande lente a contatto, cosa che lasciò definitivamente Shanny senza parole. Avrebbe potuto pensarci lei e risparmiarsi i dieci euro del lavoro!
Princy guardò Voicebring compiere quelle operazione, vedendola davvero per la prima volta. Si sentì assalire da una sorta di déjà vu, come se si stesse guardando allo specchio. Sospirò, completamente stravolta da quella sensazione, e si domandò silenziosamente se il Portavoce della ESPIA, coperta di sangue e vestita adeguatamente, sarebbe stata... be', lei.
Morty, nel frattempo, non aveva smesso un attimo di piagnucolare all'insegna del povero Giangilberto perduto.
Mentre il portavoce della ESPIA iniziava a fare i rilievi sul sentiero, il Capo si avvicinò all'Angelo Scioccato.
“Dovremo vedere la stanza in cui il cactus dormiva ed eventualmente parlare con qualcuno che ha visto il rapimento compiersi.” Disse.
Shanael annuì. “Ti faremo parlare con Culetto, ma non so quanto possa esserti d'aiuto.”
“Perché?” Domandò il Capo, accendendosi un'altra sigaretta.
“È un cactus anche lui.” Rispose Princy in tono un po' scocciato, come se sottolineare l'ovvio iniziasse a darle sui nervi.
“Ah. - Concluse il Capo - Siete sicure che non c'è nessun altro?” Domandò.
La Morte, la Principessa Splatter e l'Angelo basito si guardarono un po' tra loro, poi fecero spallucce all'unisono.
“Forse Willy. - Disse Morty, tra un singhiozzo e l'altro - Sempre ammesso che ieri sera non fosse in discoteca.”
A quelle parole, sia Princy che Shanny si portarono le mani al volto e imitarono un sonoro e prolungato “no”, in perfetto stile “Urlo” di Munch.

Voicebring, pur avendo setacciato tutto il Cimitero, non aveva trovato nessuna traccia e le raggiunse davanti alla casa di Willy, per gli amici - Truzzaggine per i nemici -, con un'espressione sconsolata sul volto.
“Su, amica mia, - le disse Princy, battendole due pacche sulle spalle così forti da far barcollare il portavoce della ESPIA - vedrai che andrà meglio la prossima volta.”
“Basta chiacchiere inutili! - Esclamò il Capo, completamente calata nella parte - Dobbiamo ottenere da Willy tutte le informazioni di cui dispone.”
E così dicendo, bussò alla porta della casupola del Guardiano del Cimitero.
Poco dopo Willy aprì la porta e un assordante fragore di musica truzza da discoteca le pervase.
Il primo istinto del Capo della ESPIA fu quella di richiudergli la porta in faccia, ma i suoi occhi di falco - li aveva rubati davvero a un falco e se li era fatti impiantare - notarono che, nascoste sotto il letto, c'erano due figure.
Sul tavolo in legno della cucina, troneggiava il piccolo cactus che Milady Distruzione chiamava amorevolmente Giangilberto.
“Ah-ha! - Esclamò Voicebring, saltando in avanti per portarsi di fronte al Guardiano del Cimitero e puntandogli contro il dito indice - Sei stato tu a pianificare tutto con quelle due, allora, manigoldo!”
Willy la guardò con due occhi truzzi, dove una minuscola palla stroboscopica ruotava al posto della pupilla. “Eh?” Domandò, dimostrando che di truzzo aveva anche il cervello - probabilmente in quel momento c'erano gli inservienti a fare le pulizie per l'apertura notturna della sua discoteca personale.
Morty, facendosi largo a spallate in mezzo alla piccola calca di persone immobili davanti alla casupola, corse verso l'interno e afferrò Giangy.
“Amore di mamma!” Strillò, stringendoselo al petto e piangendo a dirotto.
Princy e Shanny entrarono a loro volta nella casa, mentre Voicebring e il Capo tentavano di interrogare il Guardiano Truzzo del Cimitero, senza troppo successo. La Principessa Splatter si avvicinò al letto, sotto il quale erano nascoste le due figure, e sguainò la sua fidata e inseparabile mannaia.
“Mie adorate, - disse loro con la voce dolce come il miele - se non uscite di lì sotto, vado a prendere la motosega nel mio laboratorio e vi squarcio assieme a questo adorabile lettino.”
Subito due figure uscirono da sotto il letto, una agilmente e una con molta, molta fatica.
“E ti pareva! - Esclamò Shanael, tirando fuori il Sacro Bastone dal diadema che aveva sul guanto della mano destra - Egocentrismo e Obesità, il duo peggio assortito di tutto il Mondo Riflesso.”
Obesità scoppiò in lacrime. “Ma io ti amo!” Gridò, soffiandosi il naso su un lembo dell'ampia maglia nera.
Egocentrismo, dal canto suo, incrociò le braccia sul petto e fissò la compagna di reato con occhio critico. “Tu ami solo ME, Oby. - Disse - Non leccare il fondo schiena piumato di costei.”
“Ma Ego...” Iniziò Obesità, continuando a piangere, ma l'altra la interruppe con un gesto della mano.
“Risparmiaci i tuoi attacchi di depressione acuta, Oby, te ne prego.” Disse, senza dare alla compagna possibilità di replicare.
“Cosa ne facciamo di queste due?” Domandò allora Princy, che aveva iniziato ad affilare la mannaia con una cote rosa fucsia glitterata.
“Lasciamo che sia Mortyna a decidere. - Rispose l'Angelo visibilmente incazzato - Fosse per me, fuoco e fiamme!”
“Sì sì sì!!! - Gridò Princy con gli occhi improvvisamente illuminati - Fuoco e fiamme sì!!!”
“E invece no. - La voce della Nera Mietitrice d'Anime ebbe il potere di far accasciare completamente la Principessa per la delusione - Se ne andranno in galera per reati ai danni di esseri superiori a loro e vi resteranno finché non avrò deciso che non sono più arrabbiata con le loro vili entità per aver osato toccare il mio Giangyno.” Disse.
Poi si voltò e uscì dalla casupola di Willy con uno svolazzo del mantello nero, lasciando il Capo della ESPIA e la sua collaboratrice ad ammanettare le due criminali per consegnarle a Giustizia, il carceriere del Mondo Riflesso.
Shanael, l'Angelo orgoglioso, la seguì, trascinandosi dietro Princy, delusa e triste, che borbottava tra sé la frase “ma io lo volevo” con voce piagnucolosa.
“Brutte idiote pericolose, per questa volta avete vinto voi, ma ricordatevi che IO vinco sempre sia le battaglie che le guerreeee”

“Come si dice: «Tutto è bene ciò che finisce bene».” Disse Shanny, sorseggiando la sua coca cola zero, seduta sul divano del proprio appartamento con Morty e Princy, ancora sconvolta per non aver avuto fuoco e fiamme.
“Già, - le rispose Morty, appoggiando sul tavolinetto il suo bicchiere di crema di whisky - peccato soltanto che siano riuscite a scappare dal Capo e da Voicebring, andandosi a nascondere chissà dove.”
“Le ritroveremo, prima o poi. - Interloquì l'Angelo rilassato - Gente così, purtroppo, non smette mai di rompere le palle al prossimo suo, anche se si tratta della Morte.”
“O della sua collaboratrice.” Disse la Morte con fare solenne.
“O della sua amica.” Concluse Shanael, allungando i piedi sul poggiapiedi davanti a sé.
Princy, dal canto suo, si limitò ad alzare il volto per osservare il soffitto, poi, scuotendo piano la testa, sospirò.
“Che merde.”

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