Nome: Suthi
Abitano: Le oasi subito a Sud del Vaashti (nella loro lingua, “deserto di fuoco”), si tratta di una larga striscia di territorio composto da terra bruciata e sterile, risultato delle antiche eruzioni del vulcano Bushti - "montagna di fuoco" in suthi - ormai spento.
Descrizione: Molto simili agli esseri umani, sono alti, di carnagione olivastra, occhi e capelli sono sempre neri. Hanno mantenuto le branchie, sei piccole aperture situate nella parte alta del petto, lateralmente, tre per lato. L'aspettativa di vita è sui novant'anni.
Organizzazione sociale:
● Sono divisi in tribù, ognuna facente capo ad un’oasi diversa; ogni tribù prende decisioni locali di natura politica ed economica, delegando questioni di natura collettiva (difesa, mutuo soccorso...) ad assemblee convocate per l'occasione.
● È costume sposarsi solo fra individui di due tribù differenti, dal momento che, all’interno di una stessa tribù, gli individui sono quasi sempre tutti imparentati.
● Sono molto devoti alla tradizione orale di antiche leggende, racconti sugli spiriti dell'aria, fatti storici di importanza locale o collettiva; pur conoscendo la scrittura, essa è usata soltanto in occasioni particolari.
● Esiste un unico libro contenente il sapere e la scarsa legislatura della tribù, protetto da molti potenti incantesimi che fanno sì che possa essere maneggiato solo da un Suthi discendente di Suthi.
● Vestono con abiti leggeri, spesso bianchi o di colori chiari per non attirare il calore del sole. Vivono in tende costruite dello stesso materiale. Indossano gioielli d’osso e pietre laviche, in genere dal numero di gioielli addosso ad un individuo è facile capire lo stato sociale dello stesso: maggiore è il numero di gioielli che indossa, più in alto è situato nella piramide sociale.
Religione: I Suthi venerano gli spiriti elementali dell’aria. Durante le cerimonie religiose indossano lunghe vesti bianche ed ali di piume ed ossa per celebrarli.
Nome: Crest
Abitano: Le coste del Mare Interiore e i territori settentrionali ad esso prospicienti.
Descrizione: I Crest sono il popolo di Minthe più simile ai terrestri: la statura media e la corporatura sono più notevoli rispetto a quelle umane, ma l'aspettativa di vita e le caratteristiche fisiche (capelli, occhi, tratti somatici) sono tali da permettere a un qualsiasi Crest di passare inosservato tra gli umani. Non possiedono branchie. Tendono a camminare piuttosto lentamente.
Organizzazione sociale:
● La nazione è unificata e retta da un collettivo di cinque Gehnr ("capi", nella lingua locale), due eletti dal popolo ogni tre anni di Minthe, tre estratti a sorte ogni anno all'interno del corpo votante.
● Non possiedono istituzioni affini al matrimonio: la convivenza tra due (o più) innamorati o genitori può essere sciolta in ogni momento.
● Hanno in grande considerazione sia la cultura del corpo che quella della mente: indipendentemente dal sesso, dalla costituzione e dalle doti intellettive, tutti i Crest sono addestrati all'arte della lotta corpo a corpo e a quella con le armi (bianche, a distanza, tecnologiche), nonché a una severa istruzione collettiva nei principali campi del sapere (molti Crest parlano correntemente lingue degli altri popoli); le inclinazioni di ogni abitante vengono seguite solo al raggiungimento dell'età matura, mentre si incoraggiano all'insegnamento i Crest fisicamente deboli o inabili alla lotta. Poiché la maggior parte della popolazione è arruolabile in caso di guerra, i Crest non dispongono di un esercito permanente.
● I reati sono infrequenti e, soprattutto quelli di natura economica, puniti con grandissima severità.
● Vestono con abiti spessi e comodi, spesso marroni o grigi o di colori neutri e adatti a essere complementati da armature e protezioni metalliche. Sono la popolazione più avanzata e aperta alla tecnologia del pianeta.
Religione: La quasi totalità dei Crest non pratica alcuna religione, confidando solo nelle proprie capacità, ma all'interno dei confini nazionali è comunque permessa la libertà di culto.
Nome: Faràs
Abitano: L’altipiano del Mabaras (“terre degli dèi”, in antico dialetto faràs), a nord delle libere terre di caccia.
Descrizione: Il popolo dei Faràs è caratterizzato dalla propria statura ridotta, si tratta di individui non più alti del metro e venti e di costituzione piuttosto gracile. Ciononostante, aiutati dalle loro enormi conoscenze nell’arte della magia e della preparazione di pozioni e unguenti ricostituenti, non sono affatto inclini alle malattie, e la loro aspettativa di vita supera in media i centocinquant’anni. Hanno principalmente occhi azzurri e capelli tendenti al bianco, e pelli molto chiare, motivate dal fatto che prediligono abitare in case ricavate dalle grotte nelle montagne. Non possiedono branchie.
Organizzazione sociale:
● Nel rispetto delle loro credenze religiose, la comunità è guidata dai tre individui più anziani, che la governano in un triumvirato di ispirazione democratica. Ogni decisione presa per la comunità deve ottenere il voto a favore di almeno due di essi, per poter essere messa in atto. Il resto della popolazione segue i dettami dei tre saggi, ma non sono infrequenti le assemblee durante le quali il popolo è invitato a dire la propria su temi di rilevanza comunitaria, così che ogni opinione possa essere presa in considerazione. Alla morte di uno dei tre saggi, il successivo membro di maggiore età della comunità prende automaticamente il suo posto.
● Le unioni sono incoraggiate, ma estremamente infrequenti. Per tale motivo, la popolazione dei Faràs è sempre stata quella meno numerosa fra i vari popoli di Minthe.
● L'istruzione nelle arti magiche di un Faràs inizia nel momento stesso in cui è capace di parlare e di esprimersi in maniera sufficientemente netta: l'ingresso nell'età adulta avviene quando il Faràs è capace di addomesticare un animale di una certa taglia e berne il latte o mangiarne la carne, utilizzando un massimo di due interventi magici.
● Hanno un complesso codice di leggi che si presta spesso a interpretazioni più o meno sottili, cosicché è stato istituita una giornata in cui i tre saggi legiferano in occasione dei contrasti di natura legale, il Yurn Faràs. Il Yurn Faràs ricorre ventuno volte in un anno di Minthe.
● Indossano vesti pesanti, principalmente composte da pelli di animali (pur non cacciando, l’abilità dei Faràs nelle arti magiche permette loro di catturare vivi gli animali delle libere terre di caccia, e sono usi lasciarli scivolare in un sonno di morte tramite pozioni preparate in anticipo, prima di ucciderli per scuoiarli e mangiarli) e tinte magicamente di azzurro o beige, per difendersi dal rigido clima montano.
Religione: I Faràs venerano tutte le forze elementali: il loro pantheon comprende trentacinque divinità di pari livello, molte antropomorfe, alcune dalle fattezze di animali, piante, creature prive di un corrispettivo nel mondo terreno o cristalli. Credono che il mondo sia stato creato dal Primo Ordine, una fratellanza di tre potenti maghi nati da un uovo d'argento deposto da un cigno nato da una nuvola.
Nome: Phade
Abitano: Kandor, “la grande gola”, un profondo canyon scavato da un antico fiume ormai prosciugato, ad est del deserto.
Descrizione: I Phade sono caratterizzati da un'altezza simile a quella umana, corpi snelli e sinuosi, pelle pallida ed occhi come tizzoni di fuoco capaci di vedere nel buio più profondo. La loro pelle chiara è naturalmente ricoperta di segni tribali simili a tatuaggi, il cui disegno varia da un individuo all’altro ed è in genere un miscuglio dei disegni dei genitori: tali segni, evidentissimi e scuri alla nascita, tendono a schiarirsi fino a diventare ombre (pur ancora visibili ad occhio nudo) nell’età adulta. Non possiedono branchie, ma nella parte alta del petto è possibile notare tre paia di scalanature ossee. Sono inoltre dotati di canini particolarmente sviluppati ed appuntiti. Vivono all'incirca ottanta anni.
Organizzazione sociale:
● La nazione è unificata sotto una monarchia assoluta il cui potere è attualmente in mano alla dinastia dei Kere da circa duecento anni di Minthe; l'attuale sovrana è la regina Myw Kere, seguita in linea di successione dai suoi tre figli Meire, Myq (unica femmina) e Mersi: tutti e tre sono molto giovani e non ancora pronti a succederle al trono.
● L'unione tra due Phade è solitamente predestinata dalle famiglie desiderose di imparentarsi per prestigio, potere o denaro, e può essere sciolta soltanto all'ingresso del primo figlio nell'età adulta.
● Un certo numero di Phade conosce le arti magiche legate alla debilitazione e al rinvigorimento dei corpi mediante i Rituali del Sangue, incantesimi segreti tramandati di generazione in generazione, o da maestro ad allievo. Ancora meno numerosi sono i Phade capaci di prosciugare il sangue dei vivi, utilizzare la magia per colpire o uccidere, plagiare la mente o addirittura ridestare temporaneamente i corpi morti e dare forma concreta agli spiriti invisibili per asservirli: il prezzo per compiere questi rituali è quello del sangue, quasi sempre così alto da non essere pagabile soltanto col proprio se non dopo lunghi e preziosi anni di accumulo.
● L'omicidio è il reato più efferato (in quanto comporta spargimento di sangue) ed è pertanto punito con la morte, per affogamento o soffocamento, non solo del colpevole, ma anche di tutti i suoi discendenti diretti.
● Vestono principalmente di nero, con abiti complessi i cui panneggi rappresentano il massimo dell’eleganza.
Religione: I Phade sono indottrinati fin da piccoli sulla religione del loro popolo, il cui fulcro è il culto di Lith, spirito dell'aria e del sangue ribellatosi alla sua specie e condannato a non poter più volare al di sopra della terra. Tutti i rituali, dai giuramenti ai matrimoni, fanno uso del sangue Phade. Accertata la morte di un Phade, i suoi discendenti e gli amici ammessi dalle volontà del defunto (o della sua famiglia, nel caso non sporadico di morte violenta) praticano un'incisione su una vena per condividerne il sangue sgorgato.