Bene bene, signori, il momento è storico. Per la prima volta su questi schermi su questo coso, una fic da me NON su Harry Potter. Ebbene sì. (Comunque la scappatella è già finita, torno all'ovile a breve, parola mia. XD)
Il p0rnfest fa questi strani effetti. Comunque. Note? Note.
Fandom: Mitologia Greca
Prompt: Ade/Persefone, Sindrome di Stoccolma
Rating: Nc-17
Personaggi: Ade/Persefone
Avvisi: Het, violenza (principalmente psicologica), Lemon
Disclaimer: Ade e Persefone non sono proprio proprietà di nessuno. XD
Riassunto: Non è facile essere una sposa perfetta
Un Assaggio: "Le ha lasciato una melagrana vicino al cuscino; è un buon segno, e Persefone sa che se sarà brava, se saprà acconciarsi come si deve, Lui potrebbe avvicinarsi a lei, mentre giace tra le coperte del talamo, e sfiorarle una coscia con le dita invisibili."
La melagrana
Seduta davanti al tavolo coperto di cosmetici e impasti profumati che renderanno splendida la sua pelle, Persefone si intreccia metodicamente i capelli. Ha uno specchio bellissimo in cui guardarsi; glielo ha regalato Lui.
Le è sempre piaciuto portare i capelli sciolti, lasciare che i riccioli biondi scendano a coprirle le spalle, anche se alle volte sua madre deve poi liberarli dolcemente, quando si incastrano nella fibula sulla spalla; ma Lui ama vederla acconciata come una regina. Lui la chiama la sua Regina, ancora dopo tanti inverni, quando lascia perdere le sue conquiste mortali e va da lei.
E potrebbe ancora arrivare, stanotte. Le ha lasciato una melagrana vicino al cuscino; è un buon segno, e Persefone sa che se sarà brava, se saprà acconciarsi come si deve, Lui potrebbe avvicinarsi a lei, mentre giace tra le coperte del talamo, e sfiorarle una coscia con le dita invisibili.
Lui le faceva paura, all'inizio, quando pretendeva di giacere con lei, dopo averla rapita a sua madre. Persefone urlava e si dibatteva, e Lui era crudele con lei, entrava nella sua carne senza riguardo e le faceva male.
Ah, ma che sciocca era, allora, Persefone. Non sapeva come farsi amare da Lui, e Lui la faceva soffrire. Doveva farlo perché lei imparasse.
E lei ha imparato, anno dopo anno, come compiacere il suo Signore. I capelli raccolti con ordine e precisione sono solo il primo passo.
Poi Persefone si truccherà il viso, schiarirà la pelle, arrosserà le labbra e si massaggerà le mani con l'olio d'oliva, perché Lui le vuole morbide. Dovrà farlo, così saranno perfette quando Lui le permetterà di toccargli piano la schiena.
Non sarà punita di nuovo; se Lui arriverà, lei sarà pronta, bella come vuole Lui, nella posa che Lui preferisce, distesa sulle lenzuola con il peplo regale che le scopre le gambe bianche fino alla coscia.
Ecco, Persefone è pronta.
Con cura, per non sgualcire l'abito, si distende sul letto. Lo attenderà così anche tutta la notte; le sembra già di sentire il suo respiro nella stanza.
E Lui è veramente lì.
Persefone lo vede improvvisamente davanti a lei, quando Lui si sfila la Kunée, l'elmo dei Titani che lo rende invisibile. Osserva la sua barba scura e i suoi occhi neri che emergono tra le pieghe della pelle magica; poi guarda la sua bocca.
Lui sorride mostrando i denti perfetti. Persefone esulta dentro di sé: Lui è contento, lei è stata brava e degna di essere la Regina degli Inferi, e lui la premierà.
La mano scura di Lui le stringe con forza una caviglia pallida. La guarda negli occhi e lei gli sorride invitante, scostando appena le ginocchia per lasciargli intravedere la pelle chiara delle cosce, come sa che gli piace.
Lui percorre la sua gamba con le dita, avvicinandosi a lei, adagiandosi sul letto. Persefone sente la pressione ruvida della sua mano che scivola sotto le pieghe del peplo, accarezzando finalmente la morbida peluria del suo inguine. Lui è gentile, questa notte, e Persefone è felice.
La bocca di lui si posa sulla sua spalla, mentre la mano ancora tra le sue gambe la tortura dolcemente, bagnandosi dei suoi umori. Gentilmente lui le separa le labbra con un dito, strofina la sua pelle sensibile, sfiora il punto dove, le ha insegnato, si raccoglie tutto il suo piacere.
Lei sospira quando l'altra mano di Lui sgancia la fibula per lasciare libera la stoffa che le copre il petto. Scostando il peplo con il mento ruvido, lui posa la bocca sul suo seno profumato, stringe con i denti un capezzolo, e poi lo succhia tra le labbra. Persefone geme forte.
Lui le sorride di nuovo, compiaciuto per la sua condiscendenza. Ancora succhia il seno come se vi cercasse il latte; ma intanto la sua mano si fa strada dentro il corpo di Persefone, calda e ruvida.
Poi, di colpo, lui si ferma.
Persefone non se ne accorge subito: ha gli occhi chiusi e il piacere l'ha già così rapita da allontanarla dalla realtà.
Quando apre gli occhi lui sta guardando qualcosa, rivolto verso il basso tavolo a fianco del talamo. La sua mascella è tesa e il suo volto è scuro. Persefone trema dentro di sé. Lentamente volta il capo per seguire lo sguardo di Lui, e vede subito cosa ha sbagliato, questa volta.
Sul tavolo spicca la melagrana perfetta e intonsa, il regalo che lui le ha lasciato in memoria di come l'ha avuta in sposa. Persefone spalanca gli occhi: come ha potuto dimenticare una cosa così importante? Lui vuole che lei ne mangi sei chicchi, ogni volta che gliene dona una. Sei chicchi per i sei mesi che lei trascorre con lui, ogni anno.
E lei lo ha dimenticato. Come ha potuto essere così stupida? Adesso lui dovrà punirla, e anche se lei sa di meritarlo, le fa paura pensare a quello che sta per succedere.
Lui è furente. Si gira a guardarla e i suoi occhi lampeggiano di ira e delusione; sotto quello sguardo lei cerca di farsi piccola, ma sa di non poter fuggire.
La gentile premura di Lui diventa solo un ricordo.
Le mani forti che prima la accarezzavano le strappano brutalmente la veste dal corpo, lacerando la stoffa preziosa come se non valesse nulla. Bruscamente, Lui la gira sulla pancia, sollevandola e buttandola di nuovo sul giaciglio. Le sfugge un grido, anche se sa che urlare e dibattersi non servirà che a farlo irritare ancora di più. Adesso quello che le resta da fare è solo cercare di stare ferma e accettare coraggiosamente la punizione che merita.
Ah, ma come ha potuto fare un errore così stupido da dispiacere il suo Signore, anche in quella notte così promettente?
Lui le alza i fianchi con le mani, costringendola a puntare le ginocchia contro il letto, come se fosse una cagna, e non una Regina. A lei sfugge una lacrima per quell'umiliazione, e una seconda quando lui le percuote bruscamente le natiche chiare, lasciando sicuramente un segno rosso sulla carne bianca.
Piange, Persefone, ma non chiede pietà, né chiede perdono. Lui non l'ascolterebbe, adesso.
Però le sfugge un lamento quando lui la penetra completamente in un solo movimento. La paura ha asciugato i suoi umori, e l'intrusione nella sua carne brucia quanto le prime volte. Lui se la tira contro per i fianchi, affondando ancora di più in lei, poi si ferma.
Persefone non osa muoversi. E' la prima volta che Lui le dà tregua, mentre la prende per punirla.
Ed è anche la prima volta che le parla, in uno di quei momenti.
-Perché non mi sei grata, Persefone?- le chiede con voce disperata. -Perché rifiuti i miei doni? Non sono forse generoso con la mia sposa?-
Le si stringe il cuore, all'udire quella voce. Certo, lui l'ha portata via da sua madre senza chiedere il suo consenso, tanti anni prima. Ma da allora l'ha riempita di doni, l'ha amata e l'ha punita solo quando lo meritava. E' lo sposo migliore che Persefone possa immaginare, e lei lo ama. Vorrebbe essere perfetta per lui, ma non lo è, e quando sbaglia lui deve punirla.
Consapevole di questo, della bontà di Lui e della propria incapacità, Persefone tace e si sottomette docilmente quando lui comincia a spingere sempre più forte dentro di lei, imponendosi di non piangere anche se si sente lacerare dal membro grosso e duro.
E' solo un'impressione, comunque: non appena si rilassa e riprende a respirare lentamente, il dolore si attenua e una sensazione piacevole comincia a scaldarla. Timidamente il piacere dimenticato nella punizione si riaffaccia ai suoi sensi; ed ecco, non è forse la prova migliore della generosità del suo Signore? Anche mentre la punisce le permette di godere dell'amplesso; anche mentre si accoppia con lei come farebbe un animale, la fa sentire una donna degna di provare il morbido piacere dell'amore.
Alla fine lei geme quando lo sente accelerare, quando dita di Lui stringono i suoi fianchi così forte da lasciare il segno, e Lui grida il suo nome mentre riversa in lei il suo seme divino. Piacere e dolore sono una cosa sola, come lo sono paura ed amore, nella mente e nel corpo di Persefone.
E quando lui, soddisfatto, si lascia cadere al suo fianco e si addormenta, lei lo guarda riposare e gli accarezza dolcemente i riccioli neri, beandosi del suo viso sereno, e pensando tra sé che la prossima volta sarà tutto perfetto, e che lei sarà finalmente la sposa capace di compiacere il suo Signore.
Note Noiose:
Prompt: Ade/Persefone, Sindrome di Stoccolma.
Prego notare la mia prima fic non potteriana in oltre cinque anni. XD Va be', a parte questo. Il prompt era semplicemente troppo geniale perché me lo lasciassi sfuggire di mano, ecco.
Vi prego, nessuno mi venga ad accusare di inneggiare allo stupro o alla violenza, o a cose simili. A scanso di equivoci, sono perfettamente consapevole che quella che ho descritto è una situazione che rappresenta un reato e una violenza. L'atteggiamento di sottomissione, di gratitudine e il senso di inadeguatezza che fanno da fulcro alla storia sono parte della condizione psicologica di Persefone: il suo benessere fisico ed emotivo dipende totalmente da Ade, Ade detta le regole e lei si adatta semplicemente a queste regole, cercando di compiacerlo fino al punto di convincersi di amarlo, per salvaguardare il più possibile la propria vita. Questa è la Sindrome di Stoccolma che sfocia nella dinamica tipica dei maltrattamenti domestici.
Ah, giusto perché mi viene in mente un'altra possibile accusa a questa fic, non ci sono minimamente implicazioni sadomaso, in questa storia. Il BDSM è una pratica sessuale legittima tra adulti consenzienti, e non implica assolutamente questo genere di violenza psicologica. Qui si tratta di un abuso, che è completamente tutt'altro.
Ultimissima, la psicologia di Persefone è totalmente moderna, in realtà. Questo perché nei tempi antichi tendenzialmente procurarsi una moglie come ha fatto Ade (rapendola) era considerato piuttosto legittimo; Persefone probabilmente non si sarebbe considerata diversamente dalla moglie di Ade, semplicemente, senza "soffrire" del modo in cui era stata sposata.