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Comments 8

ext_204777 May 19 2011, 06:30:27 UTC
Nonostante la fonte, ci sono alcuni spunti che condivido.
In particolare, è vero che in Italia non si riesce a fare letteratura anticonvenzionale. Romanzi come il citato "Le benevole" di Littell, o come "Trainspotting" di Welsh, o "Crash" di J.G. Ballard, in Italia continueremo a vederli solo come traduzioni di autori stranieri. Nessuno scrittore italiano riesce a scrivere romanzi fastidiosi per tutti ma interessanti per chi ha voglia di andare oltre la superficie. Anche perchè nessuno glieli pubblicherà mai, e se pure trovasse un editore, il libro verrebbe fatto a pezzi dall'ipocrisia del "politically correct"...

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ext_209182 May 19 2011, 06:54:02 UTC
Senti ma... in un paese dove solo il 15% della popolazione legge un libro al mese, che cosa si può sperare se non situazioni di quel tipo?

Ormai è tardi... gli editori se ne infischiano, visto che alla fine vendono comunque, la politica affossa la scuola e la cultura, l'italiano medio preferisce guardare il calcio su sky e il GF su mediaset premium... punto!

Glauco

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ext_512459 May 19 2011, 07:38:24 UTC
Sì, ok, bravo Gnocchi - però l'anno passato c'era Cussler e per entrare nella sala dove parlava toccava aprirsi la strada col lanciafiamme.
Per cui - è vero italiani beceri, lettori da due lire, gente che vuol solo best seller...
Però Cussler (o Wilbur Smith o Ken Follet) li senti parlare, ed è uno spettacolo, Scurati - simpaticissimo, eh, pure in gamba - ma dopo un po' ti addormenta... ed è uno dei migliori.
Non sarà - ipotesi - che oltre al pubblico di trogloditi, anche i nostri autori non sono poi così brillanti come comunicatori?

E non sarà perché il rapporto autore-lettore è radicalmente diverso?

Alcuni anni or sono, Wilbur Smith venne a Torino e fece infuriare il sindaco, perché arrivò in ritardo al recevimento in comune - si era fermato in libreria a firmare autografi e a chiacchierare coi fan.
Davanti all'incacchiatura del sindaco (era Castellani, credo), Smith spiegò candidamente che per luii, nulla veniva prima dei lettori.
Bang!

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ext_535352 May 19 2011, 08:53:23 UTC
E quoto Davide.
Saper comunicare è importantissimo. E anche il rapporto coi fan.

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temi60 May 19 2011, 10:02:05 UTC
Io penso che molta parte della colpa (e so che qui mi farò moltissimi nemici) di questa situazione è di certa sinistra fino agli anni '60-70, che teorizzava una cultura esclusivamente fissata su certi temi e certe tendenze. L'"intellettuale organico" non poteva scrivere o occuparsi di niente che non avesse un 'qualcosa dietro', una giustificazione sociale, politica. Certe altre tendenze invece erano viste allo stesso modo in cui la chiesa vedeva il jazz: era scrittura 'del diavolo'. Ritebgo che essendo considerata scrittura 'd'evasione' o comunque non radicata in un humus 'proletario' (o forse perché proveniente dall'America capitalista) non abbia avuto quel seguito e quell'espansione di lettura che avrebbe potuto creare poi col tempo scrittori di genere.
Temistocle

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ext_564615 May 19 2011, 11:35:19 UTC
Non mi stupisco di questi dati. Il tutto, lascia presagire un unico, indiscutibile, fatto: in Italia non si legge. O meglio, in Italia si legge, ma "si legge male" (consentitemi questo appunto polemico).
Il fatto che Odifreddi, Scalfari, etc. abbiano registrato il tutto esaurito, ebbene, la dice lunga non tanto sul livello qualitativo degli scrittori presenti al Salone, quanto sull'efficacia del potere mediatico sul pubblico.

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