Hai perfettamente ragione. Per motivi di lavoro sono stato obbligato a frequentare Milano ( e sopratutto i milanesi, o almeno penso la componente più becera) per un certo periodo ed ho ricavato la voglia di dedicarmi ad una "soluzione finale" tagliata su misura per certi gruppi. Il problema di distinguere le persone capaci (e ce ne sono tante) dagli imbecilli (molti di più) diventa prioritario e rischia di assorbirti la maggior parte del tempo. Il tutto condito anche dalla viscerale diffidenza di noi liguri per i "bauscia". Comunque quando intendi lanciare la rivoluzione culturale milanese per rieducare i tuoi concidattini chiamami ti aiuto gratis ad organizzare i programmi di reinserimento nella società :-D
Quelli che descrivi tu sono i milanesi peggiori. E, purtroppo, quelli che si fanno più notare. Lo stereotipo odiato in tutta Italia. Comunque ho una notizia: le nuove leve saranno peggio.
Quello che Milano è diventata è la vetrina di un certo modo di pensare, l'apparire che sovrasta l'essere. Non succede solo nella tua città (magari!) ma ovviamente la vetrina è importante e detta il trend al presto del paese. Sui cosiddetti 'eventi' ci sarebbe da scrivere dei trattati, vorrei solo fare notare che questi gruppi di persone che si spostano da un evento all'altro sembrano sempre gli stessi, una sorta di strambo nomadismo firmato in cerca di qualcosa che non saprebbero neppure definire. C'è chi parla di rimettere le cose a posto, far ritrovare alla cultura la sua centralità storica. Speriamo abbia fortuna.
Fai bene a notare il "nomadismo" di un certa, nutrita comunità di milanesi. Quello che più mi spaventa è che sono le giovani generazioni a omologarsi più in fretta. Una volta (parlo del 2000, non del 1900!) erano l'esatto contrario: movimento, stimolo intellettuale, ribellione creativa. Ora sono solo finta provocazione e creatività con uno Sbagliato in mano...
Premetto che il solo termine "evento" mi fa venire l'orticaria, poi per lavoro, in questi anni mi sono trovata spesso a contatto diretto con i problemi derivati dalla crisi e i tentativi di arginarla, soprattutto a livello di cassa integrazioni e simili. Quindi quando vedo questa gente che cerca di vendermi aria fritta, posando ad artista, ma pagandosi i propri vizi costosi con i soldi di papà o peggio con i nostri, poltrendo in qualche comodo ufficio pubblico, diciamo che perdo la pazienza. Però, al di là di questo, le città hanno molti lati positivi, credo si tratti di scegliere il meglio ed evitare quello che infastidisce, anche se a volte non è così semplice come sembra.
Indubbiamente Milano, nel suo insieme, è una bella città. Ha delle potenzialità infinite, anche a livello di spazi, di identità e di storia. Però stiamo facendo di tutto per buttare via questo patrimonio. Chissà che col nuovo sindaco...
Mah... mi sembra sia un problema di impostazione mentale, una specie di scimmiottamento degli anni 80' che ultimamente sta prendendo piede, ma che non ci possiamo più permnettere... oppure siamo diventati solo un gruppo di vecchie zitelle acide che strepitano contro tutto quello che non è come vorremo noi ;)
A questo punto sorge però la domanda: dove scapperesti?
No, perché io abito in un buchetto nero ai confini della Toscana, e in quanto a produzione culturale siamo stati battuti (due volte!) dai Poeti Zombie... fosse per me me ne scapperei proprio a Milano, o a Roma. Non mi dispiacerebbe tornare a Firenze. O forse, Torino.
E se fosse una questione di differenza di potenziale? Io scappo verso il tuo peggio (che è il mio meglio), tu scappi dal tuo peggio verso il meglio... e così via.
Forse è meglio provare a costruire qualcosa dove già si è? Non lo so. Dopotutto non ho risposte, per questa cosa ho solo provocazioni. Magari dal confronto esce qualcosa, dalla dialettica...
Che l'erba del vicino sia sempre più verde è una verità intramontabile ^_^
Tuttavia ci sono città che ho visitato per davvero (avendo quindi dei riscontri reali) che farebbero più al caso mio. Londra, per esempio. Offre più suggestioni creative di Milano, ma ha meno dementi bohemien che la abitano. O meglio: li ha, ma diluiti in una gran varietà di fauna umana.
In Italia non mi dispiace Genova. Una volta avrei scelto senza dubbio Roma, ma ora non più (vedi qualche commento sotto). Nutre speranze per Bologna, che però non visito da anni. Escludo invece a priori di poter vivere nel nord-est e in Meridione.
Non immaginavo ti piacesse così tanto Roma: il ritratto che viene fuori da Prometeo e la Guerra è fortemente critico. Per il resto, non ho mai visitato Genova - ma ho vissuto per un poco di tempo a Firenze, e devo dire che l'ho trovata molto aperta (molto aperta rispetto ad un luogo in cui l'idea di "divertimento" è il collasso chimico da ossitocina, eh), non mi dispiacerebbe tornarci. Anche se ora come ora mi tenta la Francia... o il Canada.
Direi che in generale ci sentiamo tutti come in periferia, eh? Oppure in giardino, qui nel nostro benedetto stivale... abbandonato sulla spiaggia.
Solo ora mi rendo conto di quanto sono fortunato. Amo la mia città, con tutti i suoi difetti, i suoi sindaci incapaci, la corruzione, l'università, i punk a bestia, le osterie sempre aperte, i casinisti, quelli che si lamentano per il casino, i portici, i piccioni, i saltimbanchi in piazza maggiore, beppe maniglia, il sassofonista di via indipendenza, gli zingari, i vu-cumprà, le due torri, i sottopassaggi, i canali, i locali underground, gli umarels... adoro questo guazzabuglio.
Mi sento fortunato perché non vorrei mai scappare dalla mia città.
Alex, lotta per la tua milano. E' dalle persone come te che è possibile formare una nuova città. E questo post può essere il punto di partenza.
(scusa se ho dimenticato le maiuscole, vado di fretta!) Glauco
Comments 23
Il problema di distinguere le persone capaci (e ce ne sono tante) dagli imbecilli (molti di più) diventa prioritario e rischia di assorbirti la maggior parte del tempo.
Il tutto condito anche dalla viscerale diffidenza di noi liguri per i "bauscia".
Comunque quando intendi lanciare la rivoluzione culturale milanese per rieducare i tuoi concidattini chiamami ti aiuto gratis ad organizzare i programmi di reinserimento nella società :-D
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Comunque ho una notizia: le nuove leve saranno peggio.
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p.s. vogliano parlare del tag "Lucifero infame" ??
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Leggi qua: http://www.mikis.it/lucifero_infame_puttana.php
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Sui cosiddetti 'eventi' ci sarebbe da scrivere dei trattati, vorrei solo fare notare che questi gruppi di persone che si spostano da un evento all'altro sembrano sempre gli stessi, una sorta di strambo nomadismo firmato in cerca di qualcosa che non saprebbero neppure definire.
C'è chi parla di rimettere le cose a posto, far ritrovare alla cultura la sua centralità storica. Speriamo abbia fortuna.
Angelo Benuzzi
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Quello che più mi spaventa è che sono le giovani generazioni a omologarsi più in fretta. Una volta (parlo del 2000, non del 1900!) erano l'esatto contrario: movimento, stimolo intellettuale, ribellione creativa.
Ora sono solo finta provocazione e creatività con uno Sbagliato in mano...
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Però, al di là di questo, le città hanno molti lati positivi, credo si tratti di scegliere il meglio ed evitare quello che infastidisce, anche se a volte non è così semplice come sembra.
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Ha delle potenzialità infinite, anche a livello di spazi, di identità e di storia. Però stiamo facendo di tutto per buttare via questo patrimonio.
Chissà che col nuovo sindaco...
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Shaggley, dinosauro in attesa
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A questo punto sorge però la domanda: dove scapperesti?
No, perché io abito in un buchetto nero ai confini della Toscana, e in quanto a produzione culturale siamo stati battuti (due volte!) dai Poeti Zombie... fosse per me me ne scapperei proprio a Milano, o a Roma. Non mi dispiacerebbe tornare a Firenze. O forse, Torino.
E se fosse una questione di differenza di potenziale? Io scappo verso il tuo peggio (che è il mio meglio), tu scappi dal tuo peggio verso il meglio... e così via.
Forse è meglio provare a costruire qualcosa dove già si è?
Non lo so.
Dopotutto non ho risposte, per questa cosa ho solo provocazioni.
Magari dal confronto esce qualcosa, dalla dialettica...
Shaggley, dinosauro con lancia-flame
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Tuttavia ci sono città che ho visitato per davvero (avendo quindi dei riscontri reali) che farebbero più al caso mio.
Londra, per esempio. Offre più suggestioni creative di Milano, ma ha meno dementi bohemien che la abitano. O meglio: li ha, ma diluiti in una gran varietà di fauna umana.
In Italia non mi dispiace Genova. Una volta avrei scelto senza dubbio Roma, ma ora non più (vedi qualche commento sotto).
Nutre speranze per Bologna, che però non visito da anni. Escludo invece a priori di poter vivere nel nord-est e in Meridione.
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Per il resto, non ho mai visitato Genova - ma ho vissuto per un poco di tempo a Firenze, e devo dire che l'ho trovata molto aperta (molto aperta rispetto ad un luogo in cui l'idea di "divertimento" è il collasso chimico da ossitocina, eh), non mi dispiacerebbe tornarci. Anche se ora come ora mi tenta la Francia... o il Canada.
Direi che in generale ci sentiamo tutti come in periferia, eh? Oppure in giardino, qui nel nostro benedetto stivale... abbandonato sulla spiaggia.
Shaggley, dinosauro di campagna
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Mi sento fortunato perché non vorrei mai scappare dalla mia città.
Alex, lotta per la tua milano. E' dalle persone come te che è possibile formare una nuova città. E questo post può essere il punto di partenza.
(scusa se ho dimenticato le maiuscole, vado di fretta!)
Glauco
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Comunque anch'io amo la mia città. Sono incazzato per come la stanno trasformando. Tutto qui...
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