Sarà che io, quando trovo una recensione che supera le 1000 battute, me la batto (ovvero non la leggo). Non ho tempo di leggere un romanzo che disseziona un altro romanzo
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Io direi che l'"errore" della palla da Rugby dipende molto dal peso che l'intera faccenda ha sulla storia. Se l'errore nonmodifica la vicenda - se cioè il fatto che ci sia una palla da rugby quando non doveva esserci non è centrale per lo svolgimento della storia, allora possiamo anche passarci sopra. Chi è interessato alla storia delle palle, se la va a leggere.
Per questo io sorvolo su certe cose, ma mi incacchio di solito se le pistole a tamburo fanno cilecca perché c'era la sicura inserita... una pistola inceppata di solito è un elemento centrale per lo svolgimento dell'azione. Un commento ozioso da due righe su trecento pagine di romanzo che nulla ha a che fare col rugby mi lascia abbastanza indifferente (e non ho la capacità per rilevarlo, ora che ci penso).
@Davide: Appunto, è quello che ho appena risposto a Glauco. Esempio pratico: in passato ho letto la stroncatura di un romanzo perché l'autore utilizza delle espressioni del tipo "la strategia di Tizio era delicata quanto una partita a scacchi", mentre a quanto pare gli scacchi erano poco conosciuti nell'epoca storica in cui è ambientato quel romanzo. Logica conclusione del recensore? L'autore è un ignorante, un cretino che non si documenta. Mi pare ovvio no...
@Glauco:Ovviamente non mi riferivo a te, parlando di "lecchinatori di professione" :-) Infatti tu ribadisci spesso e volentieri di recensire solo i romanzi che ti sono piaciuti. Fatte le debite proporzioni (io ultimamente sono un po' più stronzo) anch'io adotto la medesima politica.
Sull'errore della palla da Rugby non sto dicendo che sia piacevole. Però, in un contesto ampio quale un romanzo, non puoi dare dell'incompetente all'autore perché ha usato un termine fuoriluogo. Specialmente se esso è del tutto ininfluente nel contesto complessivo. Non so se mi sono spiegato...
Non posso che essere d'accordo con te. E' un atteggiamento che definire odioso è un eufemismo, specialmente quando si ha di fronte uno scrittore alle prime armi che avrebbe bisogno di consigli e di critiche costruttive e non di cattiverie gratuite. Purtroppo è un atteggiamento che è possibile riscontrare anche in altri ambiti. Per esperienza so che è estremamente diffuso nell'ambito musicale, dove ci sono soggetti che arrivano a stroncare qualsiasi disco che non sia un capolavoro assoluto. Più di una volta mi sono imbattuto in recensioni in cui dei dischi mediocri o anche discreti venivano sbrigativamente bollati come spazzatura, magari perchè l'assolo di chitarra era più lungo di X secondi o perchè la registrazione non era di altissima qualità (cosa che si possono permettere ben pochi gruppi visti i costi in Italia). Non saprei definire il motivo di tutto questo "astio", anche se una mezza idea ce l'ho. Al di là di una dose letale di spocchia e di saccenza, secondo me di mezzo c'è anche tanta frustrazione e invidia...
La musica, ambiente che bazzico saltuariamente per lavoro, è anche peggio: le simpatie dei critici sono solo ed esclusivamente di tipo personale, specialmente per quel che riguarda gli artisti italiani. Ogni discorso meritocratico o contenutistico è di secondo o terzo piano. Quando c'è. Lo affermo e ci metto la firma.
Sono del parere che nel Bel Paese servirebbero dei criteri un pò più tecnici per quanto riguarda le recensioni. Troppo spesso ci si concentra più sulle vicende personali dell'autore o su un ipotetico "messaggio" dell'opera piuttosto che su stile, coerenza o grammatica... Detto questo, non apprezzo troppo neanche le autopsie estreme (a meno che non siano esilaranti, come quelle di Zwei!), spesso inutilmente feroci.
@mcnab: salto di palo in frasca e torno all'argomento zombesco: ho scovato qualcosa di decisamente insolito, se ti va fai un salto nel mio blog! :)
Io non mi posso di certo inserire tra i 'recensori' ma nel mio piccolo cerco di dare la mia parte. E comunque mi concentro soprattutto sul sommerso, su quegli autori quasi da una botta (un racconto) e via perché mi pace mostrare anzitutto il panorama generale. Lecchinatori-distruttori ritengo siano categorie per gente che vuole solo stupire (alla fine in negativo!) e farsi un nome nell'ambiente, gente che cerca un lavoro, come diceva Glauco. Tutti (o quasi) i libri hanno in fondo un aspetto positivo e qualche pecca più o meno vistosa. Trovare solo l'una o solo l'altro vuol dire agire in mala fede per incapacità mentale o per questioni di portafoglio. Temistocle
Senz'altro qualcuno il nome se l'è fatto, a furia di strillare. Forse il vero fallimento è questo: constatare che l'aggressività produce più risultati rispetto alla pacatezza.
Ai libri che mi hanno insegnato qualcosa o divertito ho sempre "perdonato" tutto. Be' insomma se uno scrive con sentimento e passione farà del suo meglio per non farsi ridere alla spalle e quindi massacrare un libro per una virgola fuori posto o per la struttura di una frase che suonerebbe meglio in un altro modo o soltanto perché la pensa in maniera diametralmente opposta alla tua lo trovo fuori luogo. "Ma chi urla più forte" nella nostra società ha quasi sempre ragione e quando si acquisisce una certa abitudine e magari considerazione diventa facile sparare a destra e a manca, sicuri di farla franca.
Purtroppo a volte (spesso) il web diventa la versione più chiassosa e più villana di un bar malfamato di periferia. Con tutto l'armamentario del caso: gang e capoccia, ubriaconi, predicatori da strapazzo.
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Se l'errore nonmodifica la vicenda - se cioè il fatto che ci sia una palla da rugby quando non doveva esserci non è centrale per lo svolgimento della storia, allora possiamo anche passarci sopra.
Chi è interessato alla storia delle palle, se la va a leggere.
Per questo io sorvolo su certe cose, ma mi incacchio di solito se le pistole a tamburo fanno cilecca perché c'era la sicura inserita... una pistola inceppata di solito è un elemento centrale per lo svolgimento dell'azione.
Un commento ozioso da due righe su trecento pagine di romanzo che nulla ha a che fare col rugby mi lascia abbastanza indifferente (e non ho la capacità per rilevarlo, ora che ci penso).
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Mi pare ovvio no...
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Infatti tu ribadisci spesso e volentieri di recensire solo i romanzi che ti sono piaciuti. Fatte le debite proporzioni (io ultimamente sono un po' più stronzo) anch'io adotto la medesima politica.
Sull'errore della palla da Rugby non sto dicendo che sia piacevole. Però, in un contesto ampio quale un romanzo, non puoi dare dell'incompetente all'autore perché ha usato un termine fuoriluogo. Specialmente se esso è del tutto ininfluente nel contesto complessivo.
Non so se mi sono spiegato...
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Purtroppo è un atteggiamento che è possibile riscontrare anche in altri ambiti. Per esperienza so che è estremamente diffuso nell'ambito musicale, dove ci sono soggetti che arrivano a stroncare qualsiasi disco che non sia un capolavoro assoluto. Più di una volta mi sono imbattuto in recensioni in cui dei dischi mediocri o anche discreti venivano sbrigativamente bollati come spazzatura, magari perchè l'assolo di chitarra era più lungo di X secondi o perchè la registrazione non era di altissima qualità (cosa che si possono permettere ben pochi gruppi visti i costi in Italia).
Non saprei definire il motivo di tutto questo "astio", anche se una mezza idea ce l'ho. Al di là di una dose letale di spocchia e di saccenza, secondo me di mezzo c'è anche tanta frustrazione e invidia...
-Andrea-
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Lo affermo e ci metto la firma.
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-Andrea-
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@mcnab: salto di palo in frasca e torno all'argomento zombesco: ho scovato qualcosa di decisamente insolito, se ti va fai un salto nel mio blog! :)
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Temistocle
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Forse il vero fallimento è questo: constatare che l'aggressività produce più risultati rispetto alla pacatezza.
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