Giustissimo. La vita, per quanto cinica e bara, e l'unica cosa che abbiamo, e dovremmo cercare di godercela al meglio. Per quanto riguarda lo spirito di sopportazione dei giapponesi e la loro ferrea determinazione in qualsiasi circostanza, ti faccio un nome che sicuramente tu conosci e magari a suo tempo gli avrai pure dedicato un post: Hiroo Onoda.
Stavo giusto per proportelo io! Un articolo su Onoda e sugli altri soldati fantasma giapponesi sarebbe veramente molto interessante e non sarebbe nemmeno OT rispetto alle tematiche del blog!
Probabilmente io sarei morto tentando di salvare il mio macbook. Pensare di perdere tutti i racconti che ho scritto, le foto che ho scattato, i disegni che ho realizzato... diventerei matto, al punto da perdere la vita nel tentativo di salvare le mie fatiche!
I miei racconti sono archiviati anche in una mia mailbox. Detto ciò sicuramente piangerei lacrime di sangue se dovessi perdere tutto in un disastro naturale. Mi spiacerebbe più per i ricordi (foto, scritti, libri) che non certo per i mobili, le televisioni etc etc...
Terribile. Ma la vita è esattamente così: violenta, ingiusta e terribile. Il più delle volte. Quando ci dice bene, la sera torniamo a casa dai nostri cari e riaccendiamo i nostri Mac.
Anch'io come Glauco farei lo stesso. Noi, nati dopo la guerra e in un paese che non ha subito grandi sconvolgimenti negli ultimi anni, non sappiamo cosa sia la sofferenza vera, quella che ti lascia faccia a faccia con la vita reale e nel momento in cui qualcosa ci fa svegliare, la paura di perdere l'effimero ci blocca e non siamo capaci di reagire. Temistocle
Mah, non so se sia la capacità di reazione a permettere di sopravvivere a queste sciagure. Mi spiego, nel caso in questione, credo, così come a Hiroshima, non si capisce neppure cosa accade. Ti ritrovi scaraventato chissà dove e non si sa neanche il perché. In breve, non si ha neppure il tempo di pensare. Quando poi ci si ritrova sul tetto a galleggiare, be', a quel punto, visto che ti sei fermato un momento, ci si accorge del delirio intorno. O si impazzisce o si tira avanti, per ogni singolo istante.
Non credo che nessuno di noi possa dire con certezza cosa sarebbe capace o incapace di fare in certe situazioni. Auguriamoci di non doverle mai vivere. Questo sì.
Può essere, sì. Io mi riferivo però, più che altro, al mio scarsissimo senso pratico, non a un atteggiamento psicologico. Ho zero manualità, non sono un tipo sportivo, non so aggiustare un motore, né nuotare, né arrampicarmi etc etc. Dubito che riuscirei a scampare a un disastro di qualunque genere. Sono il tipico homo informaticus, che va nel panico se non riesce a spedire una mail. Triste quadro, ma sincero. Forse giusto sul piano psicologico riuscirei a reggere, grazie anche a un innato egoismo che mi fa pensare prima a me stesso e poi al prossimo.
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La vita, per quanto cinica e bara, e l'unica cosa che abbiamo, e dovremmo cercare di godercela al meglio.
Per quanto riguarda lo spirito di sopportazione dei giapponesi e la loro ferrea determinazione in qualsiasi circostanza, ti faccio un nome che sicuramente tu conosci e magari a suo tempo gli avrai pure dedicato un post: Hiroo Onoda.
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Dovrei dedicargli un articolo, ora che ci penso...
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-Andrea-
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Glauco
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Mi spiacerebbe più per i ricordi (foto, scritti, libri) che non certo per i mobili, le televisioni etc etc...
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Ma la vita è esattamente così: violenta, ingiusta e terribile.
Il più delle volte.
Quando ci dice bene, la sera torniamo a casa dai nostri cari e riaccendiamo i nostri Mac.
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Gesti quotidiani del cui valore ci rendiamo conto solo quando non possiamo più compierli...
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Temistocle
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Mi spiego, nel caso in questione, credo, così come a Hiroshima, non si capisce neppure cosa accade.
Ti ritrovi scaraventato chissà dove e non si sa neanche il perché. In breve, non si ha neppure il tempo di pensare.
Quando poi ci si ritrova sul tetto a galleggiare, be', a quel punto, visto che ti sei fermato un momento, ci si accorge del delirio intorno. O si impazzisce o si tira avanti, per ogni singolo istante.
Non credo che nessuno di noi possa dire con certezza cosa sarebbe capace o incapace di fare in certe situazioni.
Auguriamoci di non doverle mai vivere. Questo sì.
;)
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Io mi riferivo però, più che altro, al mio scarsissimo senso pratico, non a un atteggiamento psicologico.
Ho zero manualità, non sono un tipo sportivo, non so aggiustare un motore, né nuotare, né arrampicarmi etc etc.
Dubito che riuscirei a scampare a un disastro di qualunque genere. Sono il tipico homo informaticus, che va nel panico se non riesce a spedire una mail.
Triste quadro, ma sincero.
Forse giusto sul piano psicologico riuscirei a reggere, grazie anche a un innato egoismo che mi fa pensare prima a me stesso e poi al prossimo.
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