Già pochi minuti dopo il tramonto, la città era un deserto annegato nel rosso acceso del sole calante e nel lontano rumore sordo che le macchine dei pendolari producevano imboccando la statale per tornare uno ad uno nelle loro case fuori dal centro, in quei graziosi isolotti verdeazzurri che rispondevano al nome di sobborghi, e lungo le strade pedonali dei quali infiniti filari di villette bianche tutte uguali si avvicendavano col loro alternarsi di giardini e piccole piscine di gomma.
La Veggente - aveva avuto un nome, sicuramente, i suoi genitori dovevano avergliene dato uno quando era nata, ma nessuno ne era a conoscenza, e sebbene non avesse più di quindici anni sembrava aver già vissuto abbastanza da averlo dimenticato lei per prima - detestava i sobborghi, non avrebbe mai abbandonato il centro, neanche per tutto l’oro del mondo.
Naturalmente, poteva permetterselo solo perché, su di lei, non aveva alcun effetto il coprifuoco che le autorità avevano imposto ai cittadini nel disperato tentativo di preservare le loro vite dalla furia delle bande armate che imperversavano per le strade.
Nessuno avrebbe osato toccarla. In qualsiasi territorio, il suo ruolo era rispettato come sacro da alcuni, temuto come si teme qualsiasi cosa sconosciuta e inspiegabile dai più. Nessuno riusciva a comprendere i suoi poteri, ma la storia aveva insegnato loro a rispettare la sua parola, e così nessuno osava o avrebbe mai osato toccarla.
Il solito sorriso furbo ad increspare le labbra, giocando incessantemente con la piccola sfera di cristallo che pendeva come un ciondolo dalla catenina d’argento che portava al collo, la Veggente raggiunse il palazzo che chiamava casa - un rudere scoperchiato dal tempo e infestato da animali randagi di ogni forma e dimensione - e si inerpicò lungo le scale sbeccate di pietra che portavano fino all’attico; quando vi fu giunta, scalciò lontano da sé gli stivali borchiati e si sedette per terra a gambe incrociate, sistemando sulle ginocchia le pieghe della minigonna sdrucita, e dopo aver legato i capelli - misto confuso e intricato di ciocche bionde e rosa - in una coda alta dietro la testa, diede un paio di colpetti con le dita ai fondi di bottiglia spaccati che affollavano il pavimento di fronte a lei.
Sorrise, scorgendo immagini del futuro nel modo in cui la luce aranciata del sole al tramonto li faceva brillare.
"Nun so se so' i tramonti che me piacciono, o vede' 'sta città tinta de rosso."
Temerari. Avete atteso questo momento? Il momento in cui, finalmente, il COW-T sarebbe tornato, rendendo la vostra vita sociale assolutamente superflua e addirittura fastidiosa? Ebbene, questo momento è finalmente giunto XD
Quest'anno, come vedete, ci spostiamo su una nuova ambientazione, anche se le regole di base restano le stesse dell'anno scorso. Come al solito, sarete divisi in quattro squadre (cercheremo, ove e per quanto possibile, di mantenere le stesse formazioni di un anno fa, ma non possiamo promettere niente, quindi portate pazienza!) e poi, dal 22 gennaio e per la bellezza di sei settimane, combatterete una squadra contro l'altra per la vittoria della guerra finale, con la solita Veggente (per quanto in un'inedita veste!) a farvi da guida.
L'unica differenza sostanziale con l'anno passato di cui vi preme sapere adesso è che, per una serie di esigenze dei vostri affezionatissimi mod, abbiamo bisogno di sapere chi avrà voglia e bontà di giocare con noi XD Dunque, questo post è qui per le iscrizioni. Avete tempo da adesso alle 12.00 del 21 di questo mese per darci la vostra adesione, di modo che noi si possa smistarvi con criterio.
Allora, coraggiosi. Chi se la sente di combattere? :D