[QaF USA] - Incubo - B/J - One shot

Jan 17, 2009 19:16


Titolo: Incubo
Autrice: Karrina
Timeline: tempo imprecisato fra la fine della 2x02 e l'inizio della 2x03
Capitoli: 1/1
Rating: PG13
Beta: Sunshine
Disclaimer: Brian e Justin non mi appartengono, li ho presi in prestito, ma senza fini di lucro.
Sommario: dopo l’aggressione da parte di Chris Hobbs, Justin ha incubi notturni, che solo la presenza di Brian riesce a far svanire.

*****

Si sentiva un idiota.
Justin si concentrò intensamente sulle dita della mano destra, riuscendo ad ottenere in minima parte il comando che la sua mente avrebbe dovuto dare in automatico. Il pennarello era trattenuto malamente fra le dita e rischiava di scivolare via ad ogni minimo spostamento del braccio, costringendo Justin a muoverlo molto lentamente.
Spostò lentamente la punta sul foglio bianco, tracciando una prima linea verde. Aiutandosi con l'altra mano, riportò il polso qualche centimetro più a sinistra e tracciò una seconda striscia di colore sotto la prima. Fra le due c'era un evidente spazio bianco e la punta disegnava onde e voragini a ogni minimo tremore della mano, ma strinse i denti e ripeté l'operazione… ancora e ancora...
Un paio di minuti e una mezza dozzina di linee dopo, la maglia del buffo personaggio dell'album da disegno era per la maggior parte verde.
Con il viso che gli bruciava per lo sforzo e l'umiliazione di colorare come un bambino di quattro anni, appoggiò il pennarello verde e raccolse quello marrone.
La mano tremava di più e i muscoli del braccio iniziavano a dolere a causa della tensione cui li sottoponeva. Non ci volle molto perché Justin perdesse il controllo del suo arto e della penna, che imbrattò con una linea diagonale tutto il foglio.
- Fanculo!- Pieno di frustrazione, gettò l'arnese malefico il più lontano possibile, abbassando il capo fra le mani.
Brian interruppe il suo lavoro, si alzò da dietro il computer e lo raggiunse sul tappeto. Si sedette dietro di lui e gli toccò le spalle delicatamente, per non farsi scacciare.
- Ora basta con gli esercizi, sei stanco...- Poggiò i pollici sul suo collo massaggiandolo lentamente.
- Perchè non vai a riposarti un po'?-
- E'...è ancora presto…-
In effetti, erano solo le dieci di sera e Liberty Avenue cominciava appena a risvegliarsi.
Brian poggiò la fronte contro le spalle del ragazzo e con le braccia gli circondò il petto, tirandolo verso di sé. Justin non fece resistenza, appoggiandosi al petto dell'uomo che amava. Chiuse gli occhi e si concentrò solo sul calore che gli scaldava la schiena.
- Vuoi che usciamo?-
Justin scosse la testa, rigirandosi fra le braccia dell'altro. Nascose la faccia nella curva del collo, alzando le braccia per stringergli le spalle.
- Non me la sento...scusa-
Brian gli carezzò piano i capelli, mormorando parole rassicuranti, non voleva costringerlo... Sotto la maglietta bianca sentì che i muscoli pian piano iniziavano a distendersi. Si prese tutto il tempo per carezzare quel corpicino, senza alcun secondo fine, voleva solo stringere a sé il suo raggio di sole, fargli sapere che lui era lì. Erano passate alcune notti da quando avevano avuto la loro seconda "prima volta" e Brian si sentiva ancora responsabile del male che era stato fatto a Justin. Non come prima, ora sapeva di aver fatto qualcosa per avvisarlo del pericolo, ma desiderava proteggere il suo cucciolo da qualsiasi male, anche da sé stesso. Per questo non c'erano state repliche dopo quella volta. Aveva notato che Justin dormiva male e si stancava velocemente, non glielo aveva chiesto, ma immaginava il contenuto degli incubi che lo facevano svegliare nel mezzo della notte con un grido.
Il respiro sulla sua guancia era profondo e caldo. Abbassò lo sguardo ed ebbe la conferma che Justin si era appena addormentato.

...

I neon del parcheggio illuminano appena le strisce di vernice per terra. Nessuna macchina si scorge fra i pilastri di cemento. Nessun rumore attorno a Justin.
Avanza lentamente, le sue scarpe eleganti non fanno quasi nessun rumore sul cemento. Si arresta quando un’ombra davanti a lui inizia a muoversi nella sua direzione.
Sente il cuore battere forte, i contorni dell'ombra non sono ben definiti, ma capisce che è una persona.
Immobile, come un animale abbagliato dai fari di una macchina, osserva l'altro avvicinarsi. Lo sconosciuto sfiora una macchia di luce e in quel momento l'oggetto che brandisce viene chiaramente illuminato: una mazza da baseball.
Justin fa un paio di passi all'indietro, prima di voltarsi e iniziare a correre. Dietro di lui anche l'altro sta correndo per raggiungerlo.
Non si volta… ha paura di voltarsi e scoprire che l’altro è vicino.

Urla e chiede aiuto, ma l’immenso vuoto del garage amplifica e distorce le sue parole, fino a renderle incomprensibili anche alle sue stesse orecchie

Lacrime di terrore gli bagnano gli occhi, cambia direzione improvvisamente e si nasconde dietro un pilastro, trattenendo il fiato.

Nessun rumore.

Soffoca un singhiozzo fra le mani e tremando sporge un poco il viso oltre la sua protezione.

Vuoto.

Si appoggia pesantemente contro la colonna, poi muove qualche passo controllando anche l'altra direzione.

Vuota anche quella.

Il suo cuore, ormai, batte all'impazzata, come se volesse schizzargli fuori dal petto.

-Justin-

Si volta al pronunciare del suo nome e l'ultima cosa che vede è la mazza calargli addosso.

Justin urlò…
Si rese conto di aver urlato e portò una mano alla bocca per soffocare i gemiti di paura, con gli occhi umidi ed il corpo scosso da tremori. Era un fascio di nervi. I suoi occhi vagarono impazziti nella semioscurità, riconobbe l'appartamento di Brian e si rese conto di essere disteso sul suo letto, coperto da un lenzuolo. Brian era sull'uscio della porta… probabilmente era appena rientrato e, forse, il rumore della porta che si apriva aveva innescato la conclusione del suo incubo.
Justin si rannicchiò, nascondendosi sotto il lenzuolo, e non poté vedere negli occhi di Brian la preoccupazione ed il senso di colpa per essere uscito, lasciando Justin da solo.
Brian si avvicinò al letto, ma non sapeva cosa dire, né cosa fare.
Chiuse gli occhi, dandosi dell'idiota, ed iniziò a sbottonarsi la camicia. Sentì un pigolio sommesso venire da sotto il lenzuolo.
Doveva fare qualcosa!
Lasciò cadere negligentemente la camicia sul pavimento e, sedendosi accanto a Justin, prese a far scivolare il lenzuolo dalla sua testa, scoprendo il suo viso da bambino impaurito. Gli carezzò le ciocche bionde, leggermente umide di sudore, e asciugò col polpastrello gli angoli dei suoi occhi azzurri.
Justin aprì finalmente gli occhi e li alzò, fino ad incontrare i suoi. Lo supplicava con lo sguardo e Brian seppe che non avrebbe mai potuto negare nulla a quel ragazzo, che troppo presto era diventato un uomo.
Alzò il lenzuolo e si sdraiò sul materasso.
Justin si strinse a lui, le sue braccia così sottili quasi lo stritolarono, come se volesse penetrargli sotto la pelle, nascondersi sotto il suo petto dai mostri che la sua mente creava nel mondo onirico.
E Brian fece altrettanto, cercando di proteggerlo, di fargli da scudo. Ma erano due persone distinte, due corpi separati e, a parte l'abbracciarsi e lo stringersi sempre più forte l'uno all'altro, non sarebbero mai riusciti ad avvicinarsi di più.
Come un bambino Justin tirò su con il naso, tutto il suo corpo teso come una molla pronta a scattare. Non sarebbe mai riuscito a addormentarsi in quella situazione.
-Non avrei dovuto lasciarti solo, mi spiace, ma ora rilassati Justin-
-Non ci riesco...-
Le parole erano appena mormorate, ma Brian le sentiva vibrare sulla pelle, accanto alla bocca del ragazzo terrorizzato, e scavargli la carne fino al cuore.
-Ho visto... Chris Hobbs!- Un altro pigolio, che per Brian fu più doloroso di un pugno nello stomaco.
-Era solo un brutto sogno, è passato!-
Lo cullò fra le braccia, allentando un poco la stretta per baciargli le labbra.
Si tirò indietro, prima che diventasse troppo profondo, carezzò la guancia umida, specchiandosi nei suoi trasparenti occhi azzurri.
- Mi dispiace-
- Di cosa?-
- Di essere così stanco da non...- Justin interruppe la frase, distogliendo lo sguardo. Non c'era nulla che non andava in Brian, era solo colpa sua se non facevano sesso.
- Non essere stupido… sei ancora convalescente, devi andarci piano. Questo, però, non ci impedisce di fare qualcosa di altrettanto piacevole e rilassante, anche se non altrettanto faticoso.-
Un sorriso sornione piegò la bocca del signor Kinney e Justin sorrise in risposta, con il cervello in black out totale. Un Brian sorridente a pochi centimetri di distanza avrebbe reso impossibile formulare un pensiero coerente a chiunque.
Brian si passò la lingua sulle labbra e riprese a torturare la bocca di Justin con tanti piccoli baci umidi.
Con una mano tirò giù per le cosce gli slip del ragazzo scoprendo il suo sedere.
Justin si sentì scaldare il corpo, mentre il palmo di Brian carezzava e manipolava la sua carne tenera.
Il biondino mise una mano sulla nuca dell'altro, tirandolo verso di sé per approfondire il bacio.
Le gambe si avvinghiarono, nude quelle di Justin, coperte dai jeans quelle di Brain.
- Via i pantaloni!-
Brian sollevò un poco i fianchi, aprì e abbassò i pantaloni... e il tutto senza smettere di mordicchiare e succhiare le labbra di Justin!
Nuovamente sdraiato sul fianco, Brian spostò le mani sul pene di Justin, mentre Justin afferrava con decisione l’erezione di Brian.
Bloccò per un secondo il bacio, rimase con la bocca socchiusa, mentre respirava pesantemente.
Entrambi mossero le mani, saggiando l'uno la risposta dell'altro.
Fronte contro fronte, continuarono a toccarsi, facendo sfiorare le braccia e le mani.
- E' bello-
Justin si morse il labbro e socchiuse gli occhi, sentendosi pompare più forte dalla mano di Brian. Ora i suoi muscoli erano tesi, ma per un motivo piacevole.
- Già-
Brian spostò la mano destra dietro il ragazzo, massaggiandogli il culo.
Justin sospirò di piacere e dimenò i fianchi in avanti.
- Lasciati andare...-
Justin inarcò la schiena e scoprì il collo, che fu assaltato dalle labbra e dai denti del suo amante e mentore.
- Lasciati andare...-
Glielo sussurrò leccandogli il lobo dell'orecchio. Come se avesse potuto o voluto resistergli!
Spalancò la bocca e rilasciò il fiato assieme ad un mugolio di puro piacere. Un brivido partì dalla base del collo e si irradiò per il resto del corpo, sciogliendogli ogni muscolo. Abbandonò il capo sul cuscino, piacevolmente rilassato… sorrideva beato. Pochi secondi dopo era già profondamente addormentato.
Brian osservò il suo petto alzarsi e abbassarsi sempre più lentamente, fino a raggiungere il ritmo calmo e profondo del sonno.
Stando attento a non svegliarlo, ripulì la mano su un fazzoletto accanto al letto e si tirò su gli slip a coprire la sua erezione insoddisfatta.
- Ragazzino, questa te la faccio pagare... prima o poi...-
Si sfilò del tutto i jeans calati per metà e si sistemò nel letto in modo da tenere sempre stretto a sé il corpo magro di Justin, anche se questo avrebbe significato svegliarsi con il braccio sinistro completamente intorpidito.
-Sogni d'oro Justin- e chiuse gli occhi sperando di riuscire a dormire fino al mattino successivo.

...sporge un poco il viso oltre la sua protezione.

Vuoto.

Si appoggia pesantemente contro la colonna, poi muove qualche passo controllando anche l'altra direzione.

Vuota anche quella.

Il suo cuore ormai batte all'impazzata, come se volesse schizzargli fuori dal petto.

-Justin-

Si volta al pronunciare del suo nome e davanti a lui c'è Brian. La paura svanisce come nebbia al sole.

Sorride.

Urlando il suo nome, si getta fra le sue braccia aperte e un istante dopo è stretto in un caldo e rassicurante abbraccio.

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