Titolo: Tic toc
Personaggi: Tockins, Lumiere, Tockins/Lumiere
Rating: Verde
Note: Giusto io alle 4.30 di mattina, guardando La Bella e la Bestia con quelle scoppiate delle mie compari, posso mettermi ad accoppiare mentalmente Tockins e Lumiere, giusto io. E' un'assurdità colossale (sempre alle 4.30, è stata scritta, eh) sia per come è scritta che per i soggetti che... bah, non ho parole, questa volta sono sorpresa persino di me stessa per questi viaggi mentali della funkia.
Oh, giusto, ad un certo punto c'è una pezzo tipo "allungando uno dei bracci". No, non sono così ignorante da non sapere che si dice bracciO, ma semplicemente stiamo parlando di un candeliere/candelabro/porta candele/lumino/quello che volete con tre bracci e tre candele, e perciò si parla giustamente di bracci. E gli errori di Lumiere sono voluti, in quanto candelabro fronscese ù_ù
Chiedo scusa per gli errori e l'acidità estrema, ma ho dormito tre ore e sto giusto aspettando il pranzo prima di tornare a nannare, andate e schifatevi.
Approfittò del suo momento di distrazioni per spegnerli in un soffio le candele che aveva al posto delle mani e sgusciare per l'ennesima volta dalla sua presa. Era peggio di una piovra, dannato candeliere.
“No.”
Lumiere si riaccese in fretta, rincorrendolo e bruciandogli una mano per ripicca. O meglio, una delle estremità mobili che si ritrovava per mano.
“Andiomo, solo una cosina velosce.” ammiccò, passandogli uno dei bracci attorno alla vita e tirandoselo contro. “Una velosce passatina tra i tuoi ingranasci...” si sporse per un bacio.
Ancora una volta Tockins lo respinse, scivolando attorno al lume e fissandolo arcigno.
“E quella piumina?” le lancette gli fremettero per la rabbia, mentre incrociava le braccia sopra la pendola.
“Un passatompo, tu continui a rifiutarmi.”
“E ho una buona ragione, non credi?”
“Sinsceramonte? No.”
Tockins sciolse le braccia, rassegnato. “Siamo un orologio ed un candeliere. Ti sembra che potremmo finire insieme? Siamo seri, Lumiere.”
Il candelabro lo ignorò, come sempre, riacquistando il suo sorriso malizioso e stringendolo di nuovo.
“Almeno un bascio.”
Le lancette fremettero di nuovo contrariate, ma l'orologio cedette inevitabilmente.
“Uno.” e si sporse a sfiorargli le labbra di cera. “Ne riparleremo quando saremo di nuovo umani.” e ammiccando maliziosamente si avviò lungo il corridoio.
Dio, quanto avrebbe voluto infilarsi tra quegli ingranaggi, pensò, mentre gli osservava il didietro piatto da orologio che si allontanava.