[Sherlock BBC] Rainy day

Aug 14, 2011 23:51

Titolo: Rainy day
Personaggi: Mycroft Holmes, Gregory Lestrade, Mycroft/Greg
Rating: Verde anche se non vorrei
Prompt: Mycroft/Lestrade, You can stand under my umbrella (Rihanna, "Umbrella")
Note: Mi sono data alle Mystrade, già. Prima Mystrade che scrivo in assoluto e si vede, ho descritto dei personaggi orrendamente orribili. Per il male bene dello sherlockfest_it , pubblicherò in ogni caso, tanto ormai qui su lj è diventato il mio muro della vergogna, ci sono cose illeggibili ._.
Ah, giusto, il titolo è preso dall'omonima canzone dei Coldplay, mentre, ovviamente, le parole all'inizio sono prese da Umbrella di Rihanna.
Il bello è che è uno dei prompt che avevo proposto io e non è nemmeno lontanamente venuto come lo immaginavo. Quando si dice le soddisfazioni della vita, eh.


You can stand under my umbrella
- Rihanna, Umbrella

Un po' di pioggia, finalmente, non pioveva da quasi due giorni.
Parecchio tempo, in effetti, trattandosi di Londra.
Mycroft Holmes prese l'ombrello dal braccio, sentendo la prima goccia scivolargli su una tempia. Il tempo di aprirlo ed ecco, come sperava, si scatenò l'acquazzone.
Sentì il sorriso allargarsi sul suo volto centimetro dopo centimetro, quando notò un uomo correre sotto la pioggia. Il bavero rialzato e la testa incassata tra le spalle per cercare di ripararsi dalla pioggia, l'ispettore Lestrade saltellava tra le pozzanghere, cercando quantomeno di non bagnarsi i piedi.
Si fermò. “Ispettore?”
Non aveva urlato o chiamato a voce particolarmente alta, ma l'altro sembrò sentirlo nonostante i metri di distanza, bloccandosi improvvisamente.
“Ispettore, venga sotto.” questi lo fissò stranito per qualche secondo, salvo poi affrettarsi ed infilarsi accanto a lui al riparo dell'ombrello. “Non vorremmo mai che un personaggio di Scotland Yard brillante come lei si ammalasse, non crede?”
Per tutta risposta l'altro starnutì sonoramente, ignorando le solite frecciatine. “No, certo.”
“Posso chiedere dove stava andando? L'accompagno volentieri.”
Lestrade lo fissò eloquentemente. “Smettila di prendermi in giro, sai benissimo dove stavo andando.”
Mycroft alzò il polso, controllando l'orologio. “Sei in ritardo di dieci minuti, ora.”
“Se io sono in ritardo lo sei anche tu, visto che sei qui e non a casa.”
“Touché.”
“Tutta colpa di tuo fratello. Ora. Cosa ne dici, possiamo voltarci ed andare nella direzione giusta?”
“No, ancora qualche minuto. Mi piace camminare sotto la pioggia.” Sorrise come un bambino, guardando davanti a sé.
Lestrade seguì la direzione dei suoi occhi, stringendosi istintivamente nel cappotto. Dio, c'era il diluvio universale e loro stavano lì fuori. “Lo so.”
Mycroft gli lanciò uno sguardo fugace, senza smettere di sorridere, e Gregory giurò di aver visto i suoi occhi brillare per un secondo. “So che lo sai.”
Greg sbuffò, rabbrividendo. Brivido che non sfuggì all'altro. “Sono gelato fin nelle ossa, possiamo andare per favore?”
Mycroft aveva già portato il telefono all'orecchio e stava dando indicazioni per la macchina, previdente come sempre. Chiuse la comunicazione, riponendo il cellulare in tasca e fermandosi in mezzo al marciapiede, sogghignando. “Cinque minuti, credi di potercela fare?”
Un nuovo starnuto ed improvvisamente l'ispettore sentì più calore attorno a lui. Si voltò a fissare l'altro uomo, che ridendo come un bambino gli aveva circondato la vita con un braccio, tirandoselo contro.
Un lampo e la macchina si fermò davanti a loro.
“Coraggio, sali.” lo spinse leggermente Mycroft, chiudendo l'ombrello ed arrampicandosi dietro di lui. “Autista, ci porti a casa, per favore. E metta il riscaldamento al massimo, grazie.”
Con un cenno del capo, l'autista mise in moto, immettendosi in strada.
Gregory, impegnato a non congelare, notò le occhiate di Mycroft solo quando questi gli infilò le dita tra i capelli, cercando di pettinarli. Gli lanciò un'occhiataccia. “Lasciali stare, una buona volta.”
“Sei zuppo, volevo vedere se magari da bagnati riuscivano a stare a posto.”
“Mycroft,” gli spinse via la mano “ho quattro peli, in testa, possono anche stare come sono.” Improvvisamente spalancò gli occhi, come se si fosse accorto solo in quel momento delle indicazioni all'autista. “A casa? E la cena?”
“Farò ordinare qualcosa ad Anthea, festeggiamo in casa. Sei fradicio e tremi dal freddo, non ho intenzione di portarti fuori in queste condizioni.”
Lo sguardo di Lestrade si fece improvvisamente più vigile e attento, si poteva vedere un'idea sfrecciargli in fondo agli occhi. Sorrise maliziosamente, improvvisamente dimentico del freddo. “Allora possiamo festeggiare direttamente a letto.”
“Perchè no.” ricambiò il sorriso l'altro, sporgendosi per un bacio a fior di labbra. “Buon anniversario, Greg.”

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