[RDJude] Sing it back

Feb 12, 2012 18:22

Titolo: Sing it back
Personaggi: RDJ, Jude Law, RDJude
Rating: Verde
Avvisi: One-shot, slash
Note: Titolo preso dall'omonima canzone di Moloko che non c'entra un piffero ma non avevo idee e avevo su quello, pace.
Partecipa alla seconda RDJude week del rdjudefic_ita con prompt cioccolatini, a Il mese del pinguino su kinkmemeita, momenti_perduti e destiel_italia ed a San Kinkino su kinkmemeita con il prompt Delle mani e dei suoi molteplici usi (perchè non ci facciamo mancare nulla, nulla!) \o/
Comunque la piastra per i pancake esiste davvero. Ed io, da brava folle che idolatra quei cari esserini, la desidero come mai ç_ç

Jude aveva preso il vizio di preparargli pancake a forma di pinguino, appena sveglio.
Che andando ad aggiungersi ai cioccolatini che gli lasciava sul cuscino la sera prima di dormire, cominciava a diventare inquietante.
Aveva comprato quell’idiozia di macchina per Iris, quando a suo tempo era entrata pesantemente in fissa con i pinguini - ed essendo l’unica figlia femmina nonché la cocca di papà, portava i suoi ampi vantaggi -, e pochi giorni dopo era finita in fondo allo sgabuzzino in mezzo ad un mucchio di altre cianfrusaglie inutili. L’avevano ritrovata un paio di giorni prima, quella piastra per pancake, quando Robert era andato in esplorazione in fondo all’armadio in cerca delle sue mutande arancioni con le aragoste, credendo che non sarebbe mai più tornato. Dannazione, quello che doveva essere un buco sembrava grande quanto Narnia stessa, cribbio.
Non aveva trovato le mutande - le avrebbe rimpiante per anni, se lo sentiva -, ma in cambio aveva trovato quel coso. Gliel’aveva lasciato sul piano della cucina con un post-it così, tanto per scherzare.
Che carino, Judsie. Molto da brava mamma chioccia.
E la sua maledizione era iniziata la mattina seguente.
Jude era sempre il primo ad alzarsi, mattiniero come pochi e con una voglia di vivere addosso, al mattino, che gli faceva solamente venire voglia di morire venendo inglobato dal materasso per non vedere un’altra alba. E giustamente doveva alzarsi anche lui, non fosse mai che rimanesse a letto. Inglesi, questi dannati.
Si era preso come sempre tutto il tempo che gli serviva, per scendere a colazione, ed era stato così tentato di tornare a letto, quando aveva visto quell’affare inquietante nel piatto, che si era ritrovato sul pianerottolo superiore ancora prima di poterci riflettere a sangue freddo. Inutile dire che le risate di Jude si sentivano fin da là.
“Vai a morire da un’altra parte, dannato inglese.” Gli aveva ringhiato sporgendosi dalle scale e tenendosi alla ringhiera. Lui odiava i pinguini. Soprattutto se se li ritrovava nel piatto a fissarlo con un occhio solo. E quello stronzo gli aveva pure disegnato una fottutamente inquietante pupilla.
Erano andati avanti così per giorni.
Una settimana dopo si era arreso all’idea di rinunciare all’ennesima colazione e si era preparato a combattere, mettendosi in posizione quando aveva sentito i suoi passi felpati sul primo gradino. Rideva. Stronzo, moriste tu e la tua Regina.
Quando arrivarono a fronteggiarsi faccia a faccia, però, Jude aveva sul viso un’espressione così adorabile che lo costrinse ad abbassare le braccia e gli fece solamente venire voglia di costringerlo a letto e dormirgli addosso fino a sera.
“Non avevi detto che ti piaceva particolarmente, la piastra a forma di pinguino?”
Gli lanciò un’occhiataccia. Il diavolo vestito da angelo, che lo colpisse un fulmine.
“Sparati, Judsie. E tagliati le mani, che non possano più creare nefandezze simili.”
Jude salì un altro gradino, arrivandogli di fronte sul pianerottolo.
“Sicuro di quello che vuoi?” alzò un braccio, cominciando a passargli un mano lungo il viso e tra i capelli.
“Non mi incanti, fatina.” Digrignò i denti, pensando a quell’obbrobrio di sotto nel suo piatto.
“Eppure mi stai già facendo le fusa, tigre.” Gli arruffò i capelli, passandoci in mezzo le dita, mentre l’altra mano andava a stabilirsi saldamente sulla natica sinistra. Se lo tirò contro e gli morse il naso mentre le mani si incontravano sui suoi fianchi, già piegate ad alzare la maglietta.
Robert non interruppe il contatto visivo per un momento, mandandogli stille d’odio tramite le pupille scure. “Ti odio.” Gli sussurrò, ansimando appena quando una mano più intraprendente dell’altra gli strisciò sul petto, pelle contro pelle.
Già rabbrividiva. Lui e le sue fottutissime mani, il suo fottutissimo tè, i suoi orrendi pancake.
“Vaffanculo.” Gli gettò in faccia notando il suo ghigno sexy fare capolino. Lo baciò, mentre l’altra mano lo distraeva pesantemente andando ad infilarsi tra pantaloni e boxer.
Si accorse di essere arrivato in camera da letto solo quando Jude fece sbattere la porta e lo buttò sul letto.
"Niente cioccolatini, per te, stasera." si leccò le labbra, mandandolo fuori di testa.
Gli tirò le dita, baciandolo ancora.
Un giorno di quelli gliele avrebbe tagliate davvero, le sue fottutissime mani, e le avrebbe appese al muro come trofeo.
Niente più pancake a forma di pinguino, quantomeno. Ed appena avesse finito lì quell’orripilante piastra dei suoi incubi sarebbe finita nel cestino senza passare dal via, si sarebbe occupato personalmente di controllare che il netturbino passasse a svuotarlo, il mattino seguente.
Presa per il culo al suo lato preponderante da mamma o meno.

culocard, slash, meme, rdjude

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