[Sherlock BBC] Ain't that just like a woman?

Jan 31, 2012 22:10

Titolo: Ain't that just like a woman?
Pairing: Sherlock/John
Rating: Verde
Avvisi: Slash, one-shot, AU
Parole: 501 (
fiumidiparole)
Note: prima fic per la Maritombola 3 di maridichallenge (che chiude stasera e quindi non se ne vedranno tante, da parte mia, purtroppo ç_ç) con il prompt numero 14: il protagonista cambia inspiegabilmente sesso. Et voilà.
Oh, giusto, titolo preso dalla canzone di B.B. King.

“Sherlock, cosa diamine è successo qui dentro?”
John sinceramente non aveva voglia di arrabbiarsi, quando tornava dopo una lunga e stancante giornata di lavoro, ma con un coinquilino come Sherlock effettivamente non poteva impedirselo. Anche se spesso vergava più sul frustrato, nella sua versione a basso consumo di energie.
Sherlock apparve sulla soglia della cucina, e la prima cosa che John fece quando lo vide fu portarsi entrambe le mani al petto, come a controllare che effettivamente mancasse qualcosa. A lui quel qualcosa mancava, ma non poteva dire la stessa cosa di Sherlock.
“Sherlock.”
“John. Conosci il mio nome, io conosco il tuo. Siamo ad un ottimo punto, concordo.” La voce si era acuita leggermente, pur mantenendo il suo odioso tono petulante.
“N-no.” sempre tenendo ferma una mano sul petto, come ad assicurarsi che nulla crescesse una volta abbassata la guardia, cercò di indicare Sherlock e quello che sembrava essere spuntato magicamente. O scomparso magicamente, dopo una rapida occhiata ai piani inferiori. “No, S-Sherlock. Sherlock…”
“Straordinariamente musicale, come nome, senza dubbio. John, non ho tempo da sprecare con le tue idiozie e lo sai. Stringi. O meglio, stai completamente zitto, tanto finiresti solo per dire stupidaggini.” Si era già voltato per tornare in cucina, lui ed il suo nuovo sedere incredibilmente… femminile, quando John lo interruppe.
“Sherlock, hai le tette.”
“Ti avevo detto di stare zitto, John.” Gli urlò irritato dalla cucina, sbattendo entrambe le mani sul tavolo e facendo traballare il kit di provette ed alambicchi là apparecchiato. “Non mi servono constatazioni dell’ovvio, mi serve che il tempo scorra più in fretta. E il tuo ovvio ed inutile cianciare non aiuta. Vai a comprare il latte, è finito.”
John volò come una furia nell’altra stanza.
“Sherlock, sei una donna! Sei una donna e tutto quello che riesci a dirmi è vai a comprare il latte?”
Sherlock si voltò a guardarlo. I connotati del viso si era leggermente addolciti, anche se gli zigomi sembravano ancora così affilati da potersi tagliare solo a guardarli.
“Non credo - anzi, so per certo - che tu abbia idee migliori. Quindi renditi utile e compra il latte. E prendi la mia carta, è sul tavolo.” Sentenziò, tornando al microscopio.
“Sono stato fuori solamente otto ore-“
“Otto e… tre quarti, veramente.”
“Otto ore! E tu in otto ore non puoi semplicemente - in chiave relativa, certo, sei tutto tranne che normale, tu -, chessò, insultare Anderson o assillare Lestrade, no. Sto fuori otto ore-“
“E tre quarti.”
“-e tornando a casa mi ritrovo un coinquilino con le tette! E’ una cosa inconcepibile, Sherlock!”
“A giudicare dalle tue frequentazioni non mi sembra che tu abbia qualcosa contro le donne. Anzi, a quanto sembrerebbe ti cadono ai piedi come gli sciocchi organismi viventi che sono.”
John si pizzicò l’attaccatura del naso, chiudendo gli occhi e prendendo lunghi e profondi respiri. “Questa cosa sarà permanente?”
“A giudicare dal quantitativo dovrebbe durare giusto un paio d’ore. Il che vuol dire che in circa ventinove minuti e diciotto secondi l’effetto dovrebbe terminare.”
“Tu spogliati e fatti trovare in camera da letto, io vado a comprare il latte e torno in cinque minuti.”

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