[RDJ/Jude Law] Right here, right now

Jan 09, 2012 21:04

Titolo: Right here, right now
Genere: Sentimentale, angst
Rating: Verde
Avvisi: One-shot, slash
Parole: 448 (fiumidiparole)
Note: Dedicata a Marianna, che ringrazio e che mi ha fornito involontariamente il prompt commentando le nuove foto di Rob in Brasile, sperando apprezzi anche se ultimamente non sono in vena di RDJude. Ma andava scritta, capitemi.
Titolo: Fatboy Slim - Right here, right now (anche se ha un ritmo apocalittico/matrixiano - ormai mi parte in automatico l'associazione dopo aver visto un video magnifico - che non ci sta molto xD)

Non gli piaceva, il Brasile, se non aveva nessuno con cui condividerlo. E già l’arrivo era iniziato male, con i paparazzi che non gli avevano dato nemmeno il tempo di scendere dall’aereo, quasi. Era abitudine, si, ma quando si trovava in uno stato d’animo del genere anche forzare quei pochi soliti sorrisi gli veniva difficile.
Susan era rimasta a casa, giustamente. La pancia continuava a crescere ed il piccolino all’interno non le dava tregua, senza contare che la data prevista per il parto si avvicinava sempre più. Nemmeno pensare a quello gli dava sollievo, in quel momento. Si affacciò al balcone dell’hotel, il cappuccio della felpa tirato sulla testa sperando servisse come deterrente, ma i lunghi anni di carriera gli avevano insegnato che nulla avrebbe mai fermato fotografi e giornalisti, era il prezzo da pagare.
Jude non gli parlava da giorni. Erano quasi due settimane che con una scusa o un altra lo chiamava - Ehi, english boy, vieni a farti un giro a Ipanema? - almeno un paio di volte al giorno, ottenendo o brevi frasi smozzicate e stralci di conversazione buoni solo tra conoscenti, o addirittura nessuna risposta. Lasciava squillare il telefono a vuoto, il cuore che gli martellava in tutto il corpo sperando che il prossimo sarebbe stato lo squillo che avrebbe finalmente ricevuto risposta. Le cose tra loro non andavano bene da un po’, sapeva che a Jude la notizia del piccolo in arrivo non era mai andata giù, per quanto si nascondesse dietro sorrisi o battute forzate. E lui detestava questa cosa con tutto il cuore, anche più dell’assenza di Susan stessa al suo fianco.
Persino lei se n’era accorta, da quando aveva iniziato a perdere visibilmente peso senza che fosse dovuto a nessuna pellicola in particolare ed aveva ripreso a fumare piuttosto abbondantemente rispetto agli ultimi tempi in cui aveva praticamente smesso. Non era presente mentalmente, non era presente fisicamente, a malapena sorrideva quando sentiva il bambino scalciare.
Quella sera sarebbero stati nuovi sorrisi, autografi scintillanti e battute come dovute al suo personaggio quando invece tutto ciò che voleva era prendere il primo volo per l’Inghilterra, farsi le sue trentaseimila ore di viaggio o quante dannazione erano e bussare alla porta di Jude fino a quando non gli avrebbe aperto. L’avrebbe costretto a guardarlo negli occhi, a passare oltre quel problema perché semplicemente loro non potevano finire così. Non dopo quello che avevano passato per stare insieme.
Ora di vestirsi ed indossare il costume da Tony Stark - le apparenze già c’erano, pizzetto e tutto il resto - per presenziare ad una premiere dove l’assenza più pesante sarebbe stata quella di Jude. Dei suoi sorrisi, del suo profumo, i suoi occhi.
Lui e basta. Dannazione se gli mancava.

slash, rdjude

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