[RPF] ~ Night makes a fool of us in daylight.

Jun 07, 2010 01:48

Titolo: Night makes a fool of us in daylight.
Autore: janetmourfaaill. (lachesilie)
Beta: Uh?
Fandom: RPF - Inter FC.
Capitoli: 4.
Rating: VM16.
Word Count: 1132.
Personaggi/Pairing: José Mourinho, Mario Balotelli. (Moutelli)
Genere: Generale.
Challenge: Special #7.
Avvertimenti: Slash, Angst, sesso non consensuale in teoria.
Disclaimer: Falso falso falso falso più di una banconota da un €uro. (Cit.)
Note: Credits per il titolo ai Coldplay - tanto per variare un po', insomma - il cui pezzo “Yes” ha poi inspirato in generale tutti e quattro i capitoletti nella loro interezza.



Titolo: There we were dying of frustration.
Capitolo: 1-2/4.
Word Count: 542.
Prompt: Offuscato ~ Definito.



~ Offuscato.

Non ci vedi un cazzo.
Sta piovendo da circa un'ora e tu sei assolutamente stremato, hai freddo, fame e sonno.
- Ancora. -
Quando calci lo fai con una rabbia tale da mandare la palla deliberatamente fuori, almeno una decina di metri più a destra della porta, per poi alzare il mento in segno di sfida mentre lo guardi con arroganza. Lui non fa una piega, te ne tira un'altra e questa volta si avvicina, avvolto nel suo cappotto nero che pare inscurirsi ad ogni goccia di pioggia. - Ancora. -
Deglutisci guardandolo in quei suoi occhi ostinati almeno quanto i tuoi e serri la mascella, prima di avanzare e tirare dritto in porta, senza alcuno sforzo apparente. Ti giri di nuovo a guardarlo, inconsapevolmente succube del suo giudizio, e prima ancora di sentirlo parlare hai già di nuovo il piede sulla palla e la lingua a inumidirti velocemente le labbra, quasi come se sentirti dire quella parola oppure no sia in fondo la stessa cosa.
Continui ad essere stremato, ad avere freddo e fame e sonno. Ti stai allenando senza sosta da oltre due ore per una partita in cui non giocherai.
Tiro.
E comunque continui a non vederci un cazzo.
Traversa.
- Ancora. -

~ Definito.

Dovunque tu possa andare a parare tra un mese, un anno, un secolo, ti porterai dietro il sesso con Mourinho per tutta la vita. La cosa assurda è che non è mai stato voluto da entrambi allo stesso modo, anzi, all'inizio tu nemmeno lo volevi. Tu Mourinho non lo volevi. Poi sono arrivati quei pomeriggi infiniti di scontri e discussioni in cui domarti era impossibile, quello spintonarlo dapprima per provocazione e poi per frustrazione, insoddisfazione, stanchezza. Hai spinto lui e lui ha spinto te e siete finiti contro un muro a spingervi l'uno contro l'altro, ricolmi di rabbia da sfogare a morsi, graffi, ansimi.
E a te nemmeno è piaciuto, le prime volte, perché lui era maledettamente intenso in ogni gesto e tu avresti solo voluto essere abbastanza ubriaco per dimenticare tutto il giorno dopo, avresti voluto che ti scopasse e basta ma i suoi movimenti erano sempre così maledettamente definiti, ti marchiavano a fuoco e facendoti sentire la pressione che ogni singolo secondo esercitava sulla tua pelle, esasperato, gonfio.
Hai ricordi nauseanti di quelle sere passate a sfregarsi addosso, a imprecare a mezza voce perché pronunciare i vostri nomi necessitava sforzi che non eravate disposti a compiere, a godere di un piacere egoista e spudorato, sgombro da sentimenti o aspettative. Forse - forse - era meno nauseante di quanto possa sembrarti ora.
Anche adesso però, mentre ti abbottoni la camicia e lo guardai rivestirsi, ti risale in gola quell'amaro che somiglia al vomito ma che ti strema mille volte di più perché rimane lì, non esce, corrodendoti la bocca. Ti fermi sulla soglia, l'espressione incolore. - Per essere l'ultima volta - la butti lì, rompendo quel silenzio che non avete mai rotto, mai, nel separarvi - non ti sei sprecato. -
Non aspetti risposte, - non che lui sembri intenzionato a dartene - lo lasci solo ed esci. Ti lasci scalfire dal vento secco di Madrid che sembra essersi sollevato in questo preciso momento, prima di salire in macchina e andartene.

Titolo: Lord, lead me not into temptation.
Capitolo: 3-4/4.
Word Count: 582.
Prompt: Unito ~ Diviso.



~ Unito.

Nel momento in cui ti senti abbracciare senti una forte fitta allo stomaco che sul momento non sai spiegarti. Avverti pacche sulle spalle, congratulazioni, urla senza senso o ringraziamenti tra le lacrime, ma non presti reale attenzione a nulla di tutto ciò fuorché a quel preciso abbraccio che - te ne rendi conto solo adesso - prima o poi doveva arrivare per forza.
Mourinho ti ha avvolto la vita con un braccio e con l'altro ti ha circondato le spalle, respirando affannosamente contro il tuo collo. Tu ricambi la stretta e sorridi senza pensarci, dimenticandoti di quella fitta che ti ha allarmato poco fa, dimenticandoti un po' di tutto.
Senti che si avvicina qualcuno e Mourinho si distacca leggermente per stringere a sé anche Wesley, ed è in quel momento che ti senti sollevato, perché quella è una delle cose che più hai apprezzato di lui in questi due anni: sa esattamente quale dev'essere la durata perfetta per un abbraccio, sa quando è il momento di aggrapparsi alla tua camicia e quando è invece ora di lasciare la presa e, semplicemente, passare ad altro.
Rivolgi lo sguardo al Bernabéu e applaudi, ridendo, ricevendo ancora abbracci, ancora urla, ancora ringraziamenti. Quando ti volti distrattamente per controllare dove sia finita la Coppa, vedi Mourinho che si gira a sua volta, ti fissa, e scandisce qualcosa. Tu aggrotti le sopracciglia, senza capire, ma lui scoppia a ridere - una risata inspiegabilmente amara - prima di darti le spalle e raggiungere il Presidente.

~ Diviso.

Il colpo che ti prende non è equiparabile a niente al mondo, niente, nemmeno a quello che ti ha fatto venire Marko qualche mese fa, dopo una sbornia, facendoti credere di aver passato la notte con due travestiti e i loro rispettivi animali domestici.
Ti senti strattonare nel buio e per mezzo secondo non reagisci, paralizzato; non hai sentito entrare nessuno, non hai sentito niente, porca puttana, e ora all'improvviso ti ritrovi con un corpo schiacciato contro il tuo che t'impedisce di ribellarti a quell'imposizione. Ma tu non ci provi nemmeno ad opporti, perché l'altra metà del secondo che in qualsiasi occasione ti basterebbe per usufruire di tutta la tua forza fisica, scaraventando via un qualsiasi ostacolo minacci di crearti alcun tipo di problema, scorre via impotente davanti alla consapevolezza che si fa strada nella tua mente mentre ricevi quel bacio forzato, violento.
Quando tenti di scostarti questa volta non vieni fermato, tiri indietro il capo riducendo gli occhi a fessure, fissi quel volto e lo riconosci anche nel buio. Non fai in tempo a proferir parola perché lui di nuovo si fa strada nella tua bocca e ti lecca labbra, spalle, petto, ti strappa via i pantaloni del pigiama afferrando la tua erezione e masturbandoti da subito con un ritmo incalzante. Gemi sotto di lui perché non puoi fare altro, vieni tra le sue mani poco dopo, così velocemente che ti senti avvampare dalla vergogna.
Respiri affannosamente, senza riuscire a parlare, ma il silenzio viene comunque rotto da una risata che non ha nulla di divertito. - Come ho cercato di dirti l'altra sera - trattieni il respiro, sentendo il suo fiato sul collo - ...Lo decido io quand'è l'ultima volta. -
Ti libera dal suo peso e si alza in piedi, allacciandosi la cintura. - Ed è questa. - La voce ora è meno dura, mentre ti passa lentamente una mano dietro la nuca. Poi, senza aggiungere altro, Mourinho esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Note randomiche dell'Autrice:

Ma non c'è niente da dire, boh, è uscita così. Ma non lo so, fate voi, io sono troppo esausta e giuro che nclpf. *Ci rinuncia*

challenge: special #7, rpf: sport

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