[Sherlock BBC] Di zombie e scienza

Dec 03, 2012 17:57

Titolo: Di zombie e scienza
Pairing(s): John/Sherlock
Fandom: Sherlock (BBC)
Rating: PG15
Words: 1212 *me ancora incredula per aver superato la mia soglia standard di 500*
Avvertimenti: Slash, AU!Zombie, OOC
Genere: Generale, Romantico
Disclaimer: I protagonisti di questa storia appartengono ai rispettivi autori e non c'è alcuno scopo di lucro.
Sommario: Sherlock alza lo sguardo, lo fissa qualche secondo - un sopracciglio inarcato “Zombie Serial Killer?” azzarda e John si lascia scappare un gemito d'esasperazione.
“Zombie e basta, Sherlock.”
“Oh,” ribatte il coinquilino con una sfumatura di palpabile delusione “nulla di potenzialmente interessante, allora.”
Nota #1: Scritta per la community 500themes_ita con il prompt 491. (sì, perché io inizio già a sfruttare i bonus v.V) con il prompt Apocalisse Zombie. Nel caso ve lo stiate chiedendo: ho un debole per questo prompt, yeah x'D
Oh, e anche per la Maritombola di maridichallenge con il numero 29. Of Mosters and Men - Little Talks e per la community auverse con il prompt Zombie (wow, che fantasia che ho, vero? D: ) e, sì, è anche questo un Jolly v.V
Nota #2: La mia prima fic per la Maritombola *w*
...
Boh, non so che altro aggiungere. Spero vi piaccia >//< (<-- I'm a GENIUS)



I.

I don’t like walking around this old and empty house
So hold my hand, I’ll walk with you my dear
The stairs creak as I sleep, it’s keeping me awake

John ancora non riesce a credere che tutto ciò stia succedendo davvero. È tutto troppo assurdo per essere reale.
Il governo ha lanciato l'allarme alle nove di mattina, al telegiornale non si parla d'altro che di quello.
Tutto si risolverà. I nostri uomini si stanno mettendo al lavoro. Non uscite assolutamente di casa.
La presentatrice bionda - quella sexy del venerdì mattina, con la scollatura esagerata e le labbra visibilmente rifatte - ripete ciò che John ha già sentito almeno quindici volte in quella mezz'ora.
Cerca con lo sguardo il suo coinquilino. Sherlock è sdraiato sul divano, assolutamente indifferente alla voce della tizia sullo schermo, la gamba appoggiata svogliatamente sul tavolo basso e una pallida da tennis che continua a far rimbalzare sulla parete dandogli sui nervi.
John spegne con uno scatto la televisione “Zombie!” strepita incredulo “Un'Apocalisse Zombie a Londra!”
Sherlock alza lo sguardo, lo fissa qualche secondo - un sopracciglio inarcato “Zombie Serial Killer?” azzarda e John si lascia scappare un gemito d'esasperazione.
“Zombie e basta, Sherlock.”
“Oh,” ribatte il coinquilino con una sfumatura di palpabile delusione “nulla di potenzialmente interessante, allora.”

II.
Il secondo giorno il telefono squilla, Sherlock non sembra intenzionato a smuoversi dal divano.
Risponde John, come al solito. È Mycroft.
“I nostri medici migliori stanno lavorando per trovare una cura.”
A John non sfugge il nervosismo di Mycroft, è preoccupato. E se Mycroft Holmes è preoccupato significa che può esserlo anche lui.
“Quante persone sono state contagiate?” domanda, lanciando un'occhiata preoccupata verso la finestra.
“Un quarto di Londra, però continuano a chiamare per segnalare comportamenti sospetti.”
John ha un fremito. La palla da tennis continua a rimbalzare contro la parete. “Del tipo?”
“Un bambino ha mangiato la sua baby sitter. La madre tornando a casa a ritrovato solo le braccia.”
Preferisce non commentare.
“Sherlock come sta?”
Si volta: è ancora sdraiato sul divano, gli occhi fissi verso il soffitto. Apre la bocca per rispondere ma Sherlock lo precede - ha sentito tutto o ha intuito? “Annoiato.” gli suggerisce, seccamente.
“Dice che è annoiato.”
Un sospiro dall'altro capo della linea telefonica. “Fai solo in modo che non si avvicini a nulla d'esplosivo. E che non esca, anche. Dilli che gli voglio bene.”
John ubbidisce, Sherlock rotea gli occhi. (È così tenero quando lo fa).
“Dice che anche lui ti vuole bene.” mente John, sbuffando a sua volta.
Sherlock gli lancia un'occhiataccia. “Non è vero.” sbotta. John potrebbe giurare di aver sentito Mycroft dall'altro capo della linea ridacchiare.

III.

‘Cause though the truth may vary
This ship will carry
Our bodies safe to shore
Sherlock sembra quasi che trovi divertente l'ipotesi di un paio di Zombie che escono di notte per spappolare cervelli, si è messo in testa di volersi procurare un cadavere-Zombie e visto che Mycroft non sembra disposto ad aiutarlo (“A cosa serve avere un fratello nel governo, allora?”) è dalle sei e mezza del mattino che cerca che ci convincere John che uscire quella notte per andare a caccia uno Zombie affamato e pericoloso sia una potenziale buona idea.
“Non. Se. Ne. Parla.” sillaba John con un'occhiataccia.
Sherlock mette il broncio e addenta un biscotto: non gli rivolge la parola per tutto il pomeriggio.
Oh, e John si accorge che nel frigo c'è ancora il braccio mozzato che qualche settimana fa gli aveva chiesto di levare da lì. Il bello è che non può nemmeno lamentarsene con Lestrade perché è fin troppo consapevole che l'ispettore si limiterebbe a sogghignare uscendosene con qualcosa come “Dura la vita di coppia”.
Ah-a.

IV.
È il quarto giorno di reclusione.
(Con Sherlock, è il quarto giorno di reclusione con Sherlock.)
Mycroft continua ad informarlo delle sue scoperte tramite cellulare. Il virus si espande principalmente in tre fasi, i sintomi sono vari e principalmente di natura violenta: desiderio sessuale - prima fase - sangue - seconda fase - cannibalismo - terza fase.
“Mi annoio.” si lamenta Sherlock.
È semplice. Reclusione è uguale a niente serial killer. Niente persone? Niente serial killer. Tutto ciò uguale a noia che è uguale a facciamo impazzire John.
“Posso-”
“No.”
“Non mi hai lasciato nemmeno finire!” si lagna Sherlock, lanciandogli un'occhiata offesa.
John sbuffa, accondiscendente “No, Sherlock, non puoi chiamare l'obitorio per richiedere il cadavere di Anderson-Zombie così da poterlo sezionare.”
“Ma sarebbe per la scienza!” ribatte Sherlock, enfatizzando. John si limita a scuotere nuovamente il capo.

V.

Now we’re torn torn torn apart
There’s nothing we can do
Just let me go we’ll meet again soon
Il governo sta facendo degli esami del sangue per individuare i contagiati, così da metterli in quarantena. John osserva l'infermiera infilare l'ago nel braccio di Sherlock, così come ha fatto a lui pochi minuti prima.
“Avrete i risultati fra mezz'ora.” li informa il dottore, un sorriso gentile sul volto.
Ed è così che si ritrovano seduti su un paio di scomode sedie metalliche insieme ad un'altra quindicina di persone tutte con l'identica espressione innervosita. Solo Sherlock è tranquillo, di tanto in tanto si sporge verso l'orecchio di John rivelandogli i dettagli scabrosi della vita della gente loro intorno.
John pensa che sia una violazione della privacy ma ha smesso di cercare di farglielo notare perché infondo lo trova divertente anche lui.
Un quarto d'ora dopo il dottore torna con i risultati.
Sorride a Sherlock e John trattiene il respiro che rilascia andare solo quando sente quel“Lei, Signore, può andare.”
Sherlock è negativo.
Il dottore si volta verso di lui. Sguardo serio, espressione tesa, nulla di buono. “Signor Watson, potrebbe seguirci un attimo?”
Sherlock alza un sopracciglio, non si è mosso da lì “Ci dev'essere un errore.”
John poggia una mano sul suo avambraccio, “Lascia stare.” mormora prima di seguire l'uomo in camice bianco. Sente gli occhi di Sherlock fissi sulla sua schiena.
La donna platinata vedendolo lo scansa disgustata.
Il risultato del suo test è positivo.

VI.
“Non dovresti essere qui.” osserva John.
“Ho fatto il vaccino e tu non sei ancora alla terza fase.”
John alza gli occhi al cielo. Vorrebbe dire che è comunque pericoloso, che se ne dovrebbe andare, che... un sacco di cose, in effetti. Che è un idiota, anche. Che ha cambiato la sua vita in meglio e un sacco di altre cose sentimentali.
“Come hai fatto entrare?” domanda infine, lasciandosi ricadere sul lettino dell'ospedale.
Un sorrisetto si fa largo sul volto di Sherlock. “Un fratello influente di tanto in tanto torna utile.” ribatte. “Di tanto in tanto.” si corregge, storcendo il naso. John sbuffa, Mycroft: sempre lui.
Tutta quella storia se non altro ha fatto avvicinare i fratelli Holmes, un aspetto positivo che lui diventerà un Mangia-Cervelli c'è.
“Come hai fatto a convincerlo?” domanda, alzando lo sguardo.
“Tappati le orecchie.” ribatte Sherlock e John inarca il sopracciglio “Sto per dire una cosa potenzialmente imbarazzante.”
“Sherlock, cosa gli hai detto?”
Sherlock mugugna qualcosa d'incomprensibile, John ci mette un quarto d'ora per farglielo ripetere lentamente.
“Gli ho detto che ti amo.”

VII.
Some days I can’t even trust myself
It’s killing me to see you this way
John ha la testa nell'incavo del collo di Sherlock. Ha un buon odore.
Stringi la mia mano.
“Sei un idiota.”
“Complicato. Sono complicato.”
“Ti ci è voluta una fottuta Apocalisse Zombie per dirmi che mi amavi!” Gli lancia un'occhiataccia. “Questo non è normale, Sherlock!”
Sherlock inarca un sopracciglio “Essere normali è così noioso!” ribatte.
John sa che se gli hanno permesso di rimanere la notte è solo per lo zampino di Mycroft ma una volta tanto non gli dispiace più di tanto. Stringe più forte il suo corpo contro quello di Sherlock.
“Sei un'idiota comunque.” borbotta ignorando l'occhiata stizzita che gli viene rivolta.
Sherlock troverà una cura, John lo sa. Lo farà tornare come prima.
“John?” azzarda Sherlock, una nota di vaga curiosità.
Alza la testa. “Che c'è?”
“Come sarebbe andare a letto con uno Zombie?”
“Sherlock!”
“Sarebbe per la scienza.”

Though the truth may vary.
[Anche se la verità può variare]

!zombiepocalypse, warning: au, !auverse, !maritombola

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