Fandom: RPF-Arashi
Personaggi: Sho Sakurai/Ninomiya Kazunari
Pairing: Sakumiya
Rating: Verde
Genere: fluff, malinconico
Disclaimer: gli Arashi non mi appartengono, non li conosco personalmente e tante altre di quelle cose che mi rendono triste perché loro non sono miei ç__ç
Note: il titolo e le frasi a inizio e fine della storia sono tratte dall’omonimo solo di Ninomiya Kazunari che ho scelto come titolo della fiction e che significa ‘segreto’ *-*
A
yukiko_no_niji buon compleanno! ♥
Himitsu Natsu no yoru kara asa ni kakete bokura wo miorosu hoshi ga nagareru
(Dalle notti estive andando verso il mattino le stelle cadenti guardano giù verso di noi)
Passi lenti e soffici si avvicinarono al corpo disteso, lasciando impronte sulla sabbia; Sho sorrise, osservando dall’alto il volto del ragazzo: le mani incrociate sotto la testa e gli occhi fissi alla volta celeste.
Ninomiya rispose a quell’incurvarsi gentile, sollevandosi, sentendo Sakurai prendere posto accanto a sé.
“Ti intendi di astronomia?” domandò Sho, prendendolo giocosamente in giro, sollevando il naso per aria. Nino oscillò, facendo scontrare le loro spalle: “Oggi è la notte delle stelle cadenti, volevo esprimere un desiderio” affermò.
Sho si volse verso di lui, guardandolo stupito: “Eh? Davvero? Non ti facevo un ragazzo così romantico!”
Ninomiya lo guardò a sua volta, scettico, inarcando un sopraciglio: “Ah, perché tu hai vinto il premio di San Valentino, vero?”
Sakurai scoppiò a ridere, in effetti, non aveva tutti i torti: si stese sulla sabbia, rabbrividendo al contatto con i granelli freddi, allargando la braccia e respirando l’aria salmastra.
Rimasero in silenzio per diversi minuti, poi Nino si coricò su un fianco, voltandosi verso l’amico.
“Pensi che sia giusto?” gli chiese a bruciapelo e Sakurai capì a cosa si stesse riferendo. Si volse a guardarlo, sollevando una mano per sfiorargli una guancia; Nino piegò leggermente il capo, sentendo la carezza scivolare dietro la nuca. Sho si tese a sfiorargli le labbra con un bacio leggero, appena palpabile, tornando a guardarlo negli occhi.
“Non stiamo facendo nulla di sbagliato.”
“Però dobbiamo continuare a fingere…” mormorò Kazunari, posandogli una mano sul petto, stretta a pugno. Odiava quella situazione, odiava doversi trattenere solo per compiacere qualcun altro, perché, lo sapevano entrambi, non potevano permettere a quell’enorme polverone di sollevarsi e creare confusione. Non si trattava solo di loro due e in gioco c’era anche il futuro dei loro compagni.
“Sarà il nostro piccolo segreto… ancora per un po’” promise il rapper, stringendo la mano di Ninomiya, intrecciando le dita alle sue.
Tornò a guardare le stelle, in silenzio, poi sussultò: “Kazu, guarda, l’ho vista! Esprimi un desiderio!”
“Ma l’hai vista tu, non io, così non vale!” rise Ninomiya.
“Beh, io la cedo a te!” insistette Sakurai.
Kazunari scosse il capo, poggiando la testa sulla spalla del rapper, che lo strinse a sé, e chiuse gli occhi: aveva solo una richiesta da soddisfare, che la felicità che provava in quel momento, durasse per sempre.
Sore wa kitto maboroshi ja nai kimi dake ga shitteru mono sore wo boku to wakachiau nanimo iranai mistumeru dake de ii
Boku no naka de juku ni natte iku mono ga dondon kakujitsu ni naru te ni toru you ni wakaru no sa
(Di certo non è un fantasma ma qualcosa che conosci solo tu e lo condividerai con me, non voglio niente, mi basta vederlo dentro di me pian piano sta diventando tangibile ciò che diventerà il mio sostegno, lo capisco come se potessi prenderlo tra le mani)