Titolo: Hikareteru your perfume ( I'm attracted to your perfume) [P.A.R.A.D.O.X. - Arashi-]
Fandom: RPF - Kis-My-Ft2
Personaggi: Yokoo Wataru, Fujigaya Taisuke
Pairing: YokoFuji
Rating/Genere: nc-17/ romantico, fluff, erotico
Warning: slash
Wordcount 2.025
fiumidiparoleNote: la storia è scritta per la
Maritombola #5 indetta da
maridichallenge con il prompt 23. Bagno e per la
500themes_ita con il prompt ‘Ed è terribile’.
Scritta e dedicata a
yukiko_no_niji per il suo compleanno. Perché si merita questo e anche altro ed è giusto che il suo OTP si ami come lei merita facciano *---* Ti voglio bene.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
500themes_itaMaritombola #5 Quando andò ad aprire la porta, Yokoo non si aspettava un così caloroso saluto da parte del più piccolo, il quale gli aveva letteralmente gettato le braccia al collo e poco ci mancava che si sollevasse per lasciarsi prendere in braccio.
“Grazie, Wataru! Grazie!” gli aveva detto Fujigaya, guardandolo con occhi appena velati come se stesse trattenendosi dal mettersi a piangere.
“Non c’è di che, Taisuke, per così poco!” gli disse il padrone di casa cercando di rassicurarlo.
Fujigaya si scostò da lui, guardandolo in viso e poi posandogli le labbra a stampo sulle sue, sorridendogli grato. Yokoo rimase un istante perplesso da quel gesto, ma non poteva dire che non gli avesse fatto piacere: Taisuke gli si era dichiarato due settimane prima, dopo le riprese del nuovo promotional video l’aveva preso da parte e quando era stato certo che fossero soli l’aveva guardato incrociando le braccia al petto e sul viso un’espressione oltremodo seria.
Yokoo non l’aveva mai visto così e si era preoccupato, passando alla mente qualsiasi cosa potesse aver fatto, involontariamente o meno per aver fatto crucciare in quel modo il più piccolo.
“Io non so più come fartelo capire, Wataru!” gli aveva detto, rilassando le braccia e muovendole platealmente.
“Capire cosa, Taisuke?” aveva giustamente chiesto il più grande.
Il più piccolo aveva scosso la testa e si era avvicinato a lui, baciandolo all’improvviso sulla bocca: “Esattamente questo! Che mi piaci, che non me ne frega niente di quello che pensano gli altri e se io ti sto così appiccicato non lo faccio tanto per fare. Allora, cosa mi rispondi?” gli aveva chiesto, lasciandogli a malapena il tempo di comprendere le sue parole.
L’aveva incalzato così tanto e con tanta pressione che Yokoo si era ritrovato a rispondergli un semplice “Va bene” senza neanche sapere lui per primo il perché.
Ma a Taisuke quella risposta doveva essere la sola che si aspettava, perché gli aveva sorriso, l’aveva baciato di nuovo e poi l’aveva preso per mano, concedendo a entrambi di andare a cambiarsi.
E da quel giorno, quei pochi giorni, le cose tra loro sembravano non essere cambiate in alcun senso, loro erano sempre gli stessi e Yokoo doveva ancora comprendere la differenza tra la sua vita da single e quella di coppia.
Inoltre, per via del lavoro e della promozione del tour non avevano avuto molto tempo per stare insieme e godersi la reciproca compagnia più di quanto non facessero normalmente, per cui Wataru si sentiva alquanto stranito di trovarsi adesso lì in casa quel terremoto di nome Fujigaya Taisuke, il quale, incurante delle sue riflessioni, aveva iniziato a parlare a raffica senza dargli tempo di rendersi conto di nulla.
“Ed è terribile, capisci? Una tragedia!” aveva esclamato Fujigaya, voltandosi verso il più grande, dopo aver fatto un tour del suo appartamento, privo della guida del padrone di casa. “Loro non possono lasciarmi senza acqua! Come faccio io? Questi capelli non è che si fanno da soli, sai? Ci vuole cura e tempo e… Wataru, mi ascolti? Tu non vuoi avere un fidanzato che puzza, vero?” gli domandò, portandosi le mani ai fianchi.
“No, no, certo che no” aveva risposto d’impulso il più grande. “E comunque non puzzi, Taisuke, tranquillo!” lo volle rassicurare.
“Beh, ma comunque mi serve un bagno! Adesso!” precisò, mostrando all’altro la sacca con i prodotti che si era portato da casa, quando aveva chiesto all’altro la cortesia di poter usufruire della sua vasca.
“Certo, vieni!”
Yokoo fu ben lieto di mettere a disposizione i suoi servizi al più piccolo, mostrandogli dove potersi cambiare e aprendogli la porta del bagno.
“Wow!” Fujigaya restò ammirato, era tutto in ordine e pulito, non che non sapesse quanto l’altro fosse preciso, ma gli dava una piacevole sensazione di benessere stare lì in quell’ambiente, in un posto in cui poter assaporare una quotidianità diversa da quella rispetto alla quale era abituato a vivere con il compagno di gruppo.
“Ti metto a disposizione questi asciugamani, ti avevo detto che non avevi bisogno di portar…”
Wataru non riuscì a concludere la sua spiegazione perché quando si volse a porgere all’altro le spugne, Taisuke gli aveva di nuovo gettato le braccia al collo, posando le labbra sulle sue, approfittando del momentaneo stupore dell’altro per rendere il bacio un po’ più intimo.
Yokoo si lasciò presto trasportare dalle sensazioni, assecondando la voglia che a sua volta aveva di rendere più sensuale quel contatto, usando un braccio per circondare la schiena del più piccolo, stringendolo a sé.
Quando si separarono, Taisuke sorrideva, posando poi le mani sulle spalle del più grande e scostandosi, sistemando gli asciugamani su una sedia iniziando a spogliarsi.
“Io ti aspetto di là!” gli disse Wataru, volendo lasciargli un po’ di privacy, ma l’altro si voltò di tre quarti, a petto nudo, guardandolo confuso.
“Perché?” domandò stranito.
“Beh, immagino, vorrai…”
“Tu non mi fai compagnia?”
“Eh?”
“Dai! Aiutami a lavarmi la schiena e potresti anche lavarmi la testa, cosa ne dici? Ti prego, Wataru!” gli chiese con fare supplice, prendendogli le mani e Yokoo rimase un istante indeciso osservandolo alcuni momenti ancora prima di annuire. Non si capiva, non si capiva proprio, per quale motivo non riuscisse a dire di no a Taisuke.
“Ok!” gli rispose solo, aprendo il rubinetto, lasciando scorrere l’acqua miscelata, nel frattempo che l’altro alle sue spalle finiva di spogliarsi e poi entrava nella vasca da bagno prima ancora che fosse piena.
Una volta immerso Fujigaya si lasciò andare a un mugolio di puro piacere, arrovesciando il capo all’indietro, rilassandosi completamente e prendendo poi un po’ di schiuma, soffiando le bolle verso il volto di Wataru, ancora chino a bordo vasca, scoppiando a ridere quando gli decorò di schiuma i capelli.
“Carino!” gli disse, sporgendosi e modellando le bollicine a mo’ di cerchietto sulla sua testa, ridendo dell’espressione dubbiosa dell’altro quando si guardò allo specchio.
“Secondo me sta meglio a te!” stette al gioco Yokoo, prendendo altra spuma profumata e usandola per sistemarla tra i capelli dell’altro a formare una specie di decoro a un lato della testa.
Fujigaya rise, giocando ancora con le bolle, disegnandosi una barba bianca e mostrando a Yokoo delle smorfie, facendo ridere il più grande.
“Smettila, scemo!” lo riprese il padrone di casa, sedendosi sul bordo della vasca, dietro di lui e spingendolo per le spalle ad abbassarsi in modo da poter iniziare a massaggiargli la testa e i capelli.
“Hai delle mani magiche, Wataru, lo sai?” mugolò Fujigaya, soddisfatto da quel trattamento. “Molto meglio che dal parrucchiere!” commentò, aprendo un occhio e guardandolo da quella prospettiva arrovesciata, notando il suo sorriso imbarazzato.
“Sta’ fermo!” lo ammonì il più grande, posandogli una mano sulla fronte di modo che la schiuma dello shampoo non gli infastidisse gli occhi e continuando a insaponarlo, passando poi al risciacquo.
“Ecco fatto!” gli disse poi quando ebbe finito, posandogli una mano sulla nuca, facendo in modo che risollevasse la testa.
“Grazie!” sorrise il più piccolo, guardandolo e prendendogli poi una mano, in modo che non si allontanasse. Si voltò, inginocchiandosi sulla vasca, e con le mani bagnate prese le guance del più grande attirandolo contro di sé volendo baciarlo ancora e Yokoo non si sorprese più, anzi lo assecondò subito ben volentieri, incurante di tutto per una volta, godendosi il momento.
Ma anche quando smise di baciarlo, stavolta, Taisuke non gli diede il tempo per allontanarsi, trattenendolo per il colletto della camicia, scivolando con le dita a slacciargli i bottoni, spogliandolo piano e stupendosi di non sentire l’altro lamentarsi.
“Non ti opponi?” gli disse, guardandolo malizioso, passandogli le mani sulle spalle, scivolando sulla schiena e poi carezzandogli il petto.
“Dovrei?”gli rispose Wataru con lo stesso tono divertito.
“Non lo so, mi sto approfittando di te, ti va bene?” continuò Fujigaya, scendendo a sbottonargli i pantaloni.
“Se sono consenziente non fai altro che facilitarmi il compito!” gli sorrise Wataru e Fujigaya si mise a ridere.
“Mi piace questo Wataru” commentò, mentre l’altro si alzava per finire da sé di spogliarsi, abbassandosi poi a baciare il più piccolo.
“Sei tu che permetti a questo Wataru di venire fuori” gli diede atto, entrando con lui nella vasca e sedendosi di fronte, incastrando le gambe tra le sue, passandogli distrattamente una mano sul ginocchio quando Taisuke gli si avvicinò.
“Ne sono contento” gli disse il più piccolo in risposta alla sua affermazione, prendendo posto tra le sue gambe, in ginocchio, abbracciandolo in collo e sporgendosi ancora per baciarlo, chiudendo gli occhi, lasciandosi trasportare, aderendo con il petto a quello di Yokoo.
Wataru gli infilò le mani tra i capelli, accarezzandoglieli, lasciando scivolare una mano sulla sua schiena, portandole poi entrambe ai suoi fianchi, solleticandolo, indugiando in carezze alla scoperta di quella pelle calda e liscia, assaporandolo piano, con la bocca e respirando il suo stesso fiato, imparando a conoscerlo più intimamente.
Taisuke si allontanò, fermando il bacio, guardando Yokoo con sguardo bramoso e carico di desiderio, scivolando con le labbra sul suo collo, vezzeggiandolo in quel modo, mentre le mani erano scese ad esplorare il suo corpo, sotto l’acqua, sentendolo eccitarsi sotto il suo tocco e la sua stretta. Wataru ansimava e gemeva piano nel suo orecchio, muovendo a tratti il bacino in avanti incontro a quelle carezze, mentre con una mano teneva stretto a sé l’altro e con quella libera, vagava sulla sua schiena, discendendo fino al sedere.
Taisuke sorrise sulla sua pelle, sistemandosi meglio contro di lui e agevolandogli il compito di scoprire il suo corpo e permettergli di prepararlo, desideroso di sentirlo finalmente dentro di sé. Facilitato dall’acqua e dall’eccitazione di entrambi, Wataru non trovò particolari ostacoli nella conoscenza di quel corpo che si scioglieva tra le sue dita e presto fu lo stesso Fujigaya a richiedere all’altro di più.
Wataru attese ancora, spingendo e muovendo le dita dentro di lui, sfilandole poi e prendendolo per i fianchi, aiutandolo a scivolare su di lui.
Taisuke reclinò il capo all’indietro, inspirando e trattenendo poi il fiato aspettando di abituarsi a quell’intrusione, sentendo le mani di Wataru accarezzarlo per distrarlo, vezzeggiandolo anche con le labbra, lasciandole scivolare sul collo verso la mascella, scendendo ancora sulla gola, mordendolo di tanto in tanto.
Fujigaya posò le mani sulle guance del più grande, attirando il volto verso di sé e sorridendogli sornione quando si alzò all’improvviso e poi si lasciò scivolare ancora, mordendosi le labbra, sentendo però il piacere crescere in lui: tornò a baciare le labbra del più grande con urgenza, mentre Wataru gli stringeva i fianchi e lo aiutava a muoversi su di sé, cercando di assecondarlo per quanto poteva, muovendo il bacino verso l’alto, lasciandosi andare a sua volta il piacere.
Strinse con forza il sesso del più piccolo, quando Taisuke gli circondò il collo con un braccio per permettergli di avere più libertà di movimento, sentendolo poi venire nel proprio pugno e lasciandosi andare a un ritmo sostenuto e cadenzato, raggiungendo a sua volta il piacere dentro di lui.
Taisuke si lasciò andare stanco tra le braccia del più grande, rintanando la testa contro il suo collo e lasciandosi cullare dal suo abbraccio e da quello dell’acqua.
Yokoo lo strinse contro di sé, aprendo di nuovo il rubinetto, miscelando ulteriormente l’acqua, scaldandola, lasciando che il piacevole calore li aiutasse a rilassarsi e distendersi maggiormente.
Taisuke, ripreso fiato, si sedette meglio tra le gambe di Wataru, adagiandosi di traverso su di lui, guardandolo con un sorriso.
Yokoo gli passò una mano tra i capelli, facendo scivolare le dita dalla nuca verso l’altro, osservandolo socchiudere gli occhi e bearsi di quel tocco.
“Se continui così potrei mettermi a fare le fusa” gli rivelò Fujigaya, passandogli le mani sulle spalle, intrecciando le dita insieme dietro la sua testa.
“Sarebbe divertente!”
“Sarei molto carino, sai?” confessò Taisuke, alzandosi poi in piedi e attivando il manubrio della doccia di modo da sciacquare entrambi dal sapone quando anche Yokoo si sollevò.
Wataru uscì per primo dalla vasca, prendendo il proprio accappatoio, infilandoselo e poi aprendo per Fujigaya il telo, aspettando che lo raggiungesse per avvolgerlo, tirandoselo poi contro. Lo abbracciò restando in piedi con lui, in silenzio, pago della compagnia del più piccolo, del calore del suo corpo contro il proprio e sorridendo vedendo l’espressione distesa di Fujigaya riflessa nello specchio.