[Ariyama] Tada kotoba ni dekinai jibun ga iru dake na no

Aug 18, 2013 09:19

Titolo: Tada kotoba ni dekinai jibun ga iru dake na no (The part of me that can’t express in words is here) [Kagero - ONE OK ROCK-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Arioka Daiki, Yamada Ryosuke
Pairing: Ariyama
Rating/Genere: nc-17/romantico, erotico, fluff
Warning: slash
Wordcount 1.506 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la diecielode per la tabella 12 Storie - Luce con il prompt ‘Speranza’ e per la 500themes_ita con il prompt ‘Un ultimo sguardo indietro’ e si ispira al prompt di vogue91 “Ci sono le telecamere, Daiki!” “E allora? Da quando le telecamere sono un problema per te?”
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: 12 Storie -Luce
Tabella: 500themes_ita

“Daiki! Eccomi, scusa!”
Yamada affrettò il passo, raggiungendo il fidanzato in corridoio, il quale l’aveva aspettato alla fine delle prove, seduto su uno dei divanetti.
Daiki scosse il capo come a sottolineare che non ci fossero problemi e gli prese una mano che Yamada gli tendeva per incentivarlo ad alzarsi.
“Andiamo?” lo esortò il più piccolo.
“Aspetta!” lo fermò invece Arioka prendendolo per un polso, facendolo sedere accanto a sé.
Yamada obbedì e lo guardò curioso, sorridendo: “Che c’è?”
“Niente!” sorrise Daiki, sporgendosi verso di lui, poggiandogli una mano sulla guancia per riuscire a baciarlo. “Volevo solo dare un bacio al mio fidanzato” gli disse sottovoce il più grande, poggiando le labbra piano sulle sue.
Ryosuke sorrise e si lasciò baciare: per quanto stessero insieme ormai da tempo, Daiki sapeva sempre come fare per farlo sentire speciale come quando la loro storia era solo agli inizi, si sentiva bene quando stava insieme a lui e riteneva di essere la persona più felice del mondo.
“Andiamo adesso?” gli chiese, impaziente di tornare a casa e poter continuare a farsi coccolare.
“Stiamo ancora qui” suggerì invece Daiki, piegandosi su di lui e iniziando ad accarezzarlo da sopra i vestiti.
“Daiki? Daiki, no!” lo trattenne Yamada, cercando di scivolare via dalla sua presa. “Non possiamo!” cercò di farlo ragionare, mentre sentiva le labbra di Arioka scivolare sulla mascella e poi giù sulla gola.
“Ci sono le telecamere, Daiki!” gli ricordò Yamada in un sospiro, sentendo però già il proprio corpo scaldarsi e la pelle rabbrividire, reagendo in modo fin troppo veloce a quelle carezze.
“E allora?” lo apostrofò Arioka, staccando per un attimo la bocca dal suo collo e attirandolo maggiormente su di sé, tirandogli una gamba di modo che salisse completamente su di lui. “Da quando le telecamere sono un problema per te?” sottolineò maliziosamente, ben consapevole di quanto quell’affermazione alle orecchie del più piccolo, così come alle proprie, fosse oltremodo provocatoria.
“Scemo” lo riprese Ryosuke tirandogli leggermente i capelli, posando la fronte sopra la testa dell’altro, stringendolo in collo. “Lo sai che non mi diverto…”
“Sì, lo so…”
“E non lo faccio perché lo voglio.”
Arioka ridacchiò, infilandogli le mani oltre la maglia, passandogliele sulla schiena, scendendo sul sedere, stringendolo con desiderio.
“So anche questo” concordò con lui, sollevando il volto e mordendogli le labbra.
Yamada ansimò, prendendogli le guance, scostandolo da sé per guardarlo negli occhi.
“Ma non trovi che così sia più eccitante?” lo provocò Daiki, indicando con un cenno del capo alla videocamera di sorveglianza dietro le spalle del più piccolo.
Yamada rabbrividì e voltò la testa, dando un ultimo sguardo indietro prima che la ragione e quel briciolo di razionalità che ancora gli era rimasto cedessero definitivamente il posto all’istinto.
Si chinò ad assaporare le lebbra del fidanzato con passione, spingendolo a distendersi sul divano, seguendolo, senza mai staccare le labbra dalle sue e poi si risollevò, per permettere a entrambi di riprendere fiato, sfilandosi con un gesto deciso la maglietta, sentendo le mani di Daiki sulle spalle, sul torace e sullo stomaco raggiungendo poi la vita, infilando le dita oltre la cinta dei pantaloni, iniziando a sbottonarli, riuscendo a intravvedere l’elastico della biancheria.
Yamada rise, abbassandosi di nuovo su di lui, prendendogli le mani nelle sue, intrecciandole insieme alle proprie e sollevandogli le braccia verso l’alto, chiedendogli di stare fermo in quel modo, mentre a sua volta lo liberava della maglietta e scendeva a ricoprirgli il petto di baci, sentendolo sospirare e in suo completo potere.
Sorrise in modo quasi diabolico, guardandolo da sotto in su e scendendo ancora, sbottonandogli i pantaloni e abbassandoli insieme alla biancheria, spostando le mani sul suo sesso, stringendolo, iniziando a toccarlo.
“Ryosuke” Daiki mormorò il nome del fidanzato con desiderio, vedendolo muovere i fianchi in avanti, esigendo di più da lui, venendo poi ben presto accontentato.
Yamada schiuse le labbra, scendendo sul suo sesso, tirando fuori la lingua, assaporandolo piano sentendo Daiki fremere impaziente e affondargli le mani tra i capelli, tirandoglieli quando Ryosuke scivolava a labbra socchiuse sulla sua pelle tesa.
Yamada continuò a stuzzicarlo in quel modo per un tempo indefinito, beandosi degli ansimi sempre più alti del fidanzato, allontanandosi poi da lui all’improvviso, sentendolo gemere con disapprovazione. Lo capiva bene, sarebbe piaciuto anche a lui poter continuare a lungo a giocare in quel modo, gli piaceva poter avere più tempo per portare l’altro fino al punto di non ritorno, sentirlo fremere per quelle sue attenzioni, ma non era quello il posto giusto: l’aveva provocato e per quanto anche allo stesso Ryosuke piacesse giocare con lui sapeva bene che non potevano spingersi tanto oltre.
Lo guardò, sollevandosi di nuovo per stare con il proprio volto all’altezza del suo e gli sorrise, tornando a stringerlo con le dita, muovendo la mano su di lui.
“Fermati!” gli chiese Daiki gemendo forte, cercando di trattenersi e attirando l’altro contro di sé, spingendogli la testa verso di sé, parlando contro il suo orecchio. “Così non mi piace… io ti voglio, ora!” ordinò, portando una mano ai suoi pantaloni e abbassandogli la cerniera dei jeans.
“Lo so, anche io, ma… davvero non mi pare il caso qui, Daiki… ci sono le telecamere di sorveglianza e lo sai che non so essere discreto in certi frangenti” gli ricordò.
Daiki ridacchiò e continuò incurante delle sue proteste a spogliarlo: “Lo so… ed è merito mio, per questo ho disattivato il sistema mentre ti aspettavo” rivelò.
“Cosa?”
“È un trucco che ho imparato, so quali sono i tasti giusti da premere” spiegò, inserendo volutamente un doppio senso e Yamada lo guardò con rimprovero.
“Potevi dirlo subito allora, invece di fare tutte queste scene! Non ce la faccio più!” ammise, sollevando le ginocchia per abbassarsi i pantaloni e Daiki restò a osservarlo, incantato ogni volta che lo vedeva come fosse la prima, come quando avevano fatto l’amore per la prima volta.
Arioka rise, portando velocemente due dita alle labbra del più piccolo, chiedendogli di inumidirle e Ryosuke lo fece, tenendo gli occhi puntati in quelli del più grande, senza mai staccarli neanche quando Daiki le portò sul suo sedere, preparandolo velocemente.
“Basta” gli chiese Ryosuke, impaziente, costringendolo ad allontanare la mano da lui e poggiando le proprie sul suo stomaco, sollevandosi sulle ginocchia, scivolando seduto su di lui, sospirando di piacere.
Daiki lo strinse in vita, aiutandolo a sistemarsi su di sé e lo osservò cambiare espressione, mordersi le labbra e stringere gli occhi, per emettere poi un sospiro di piena soddisfazione quando lo ebbe completamente dentro di sé.
“Chibi” lo chiamò Arioka in modo affettuoso, non potendone fare a meno, portando una mano al suo sesso, stringendolo, muovendola piano. “Chibi, guardami, tesoro” continuò a vezzeggiarlo, fino a che Yamada non lo fece e Daiki parlò ancora: “Sei bellissimo” confessò, muovendosi appena dentro di lui, stringendogli con una mano una coscia, accarezzandolo, lasciando scivolare su di lui le unghie, sentendolo gemere e sospirare forte.
Yamada si mosse, oscillando il bacino, assecondando i movimenti di Daiki e dando un ritmo cadenzato ai loro movimenti, ai fianchi che si andavano incontro in cerca del piacere completo.
Ryosuke si chinò sul corpo del fidanzato, spingendo indietro il sedere e sentendo Daiki continuare a muoversi in lui, cercando la giusta angolazione volendo farlo gridare. Il più piccolo si sporse verso di lui, gemendo direttamente nel suo orecchio, mordendogli il lobo e tirandolo, nascondendo poi la testa tra le proprie braccia quando sentì di stare per raggiungere l’orgasmo.
Daiki continuò ad affondare in lui, strinse il suo sesso e quando lo sentì venire nella sua presa e mordergli una spalla per trattenere la voce, lo afferrò per i fianchi, muovendosi in modo sempre più preciso, affondando in quello stretto calore nel quale ben presto di sciolse a sua volta, stringendo il corpo del più piccolo contro di sé.
Yamada si rilassò completamente, respirando veloce per riprendere fiato, voltando poi il viso verso quello di Daiki, sorprendendolo a guardarlo con un ghigno malizioso.
“Non è divertente, Dai-chan!”
“Già, divertente non è proprio la parola che avrei usato neanche io per definire tutto questo!” lo prese in giro, sentendo l’altro mordergli un braccio per punizione.
“Ahi!” finse, ma senza smettere di sorridere.
Yamada si mosse, scivolando via da lui, rimettendosi a sedere piano sul divano, permettendo a Daiki di fare lo stesso, poi il più grande gli prese le gambe, poggiandole sulle proprie, accarezzandolo dolcemente.
“Ti amo, chibi, lo sai?”
“Lo so… e ti amo anche io!” replicò, stringendogli le braccia al collo, sentendo l’altro risollevargli i pantaloni affinché si rivestisse. “Andiamo a casa, adesso?” domandò, passandogli il pollice sul mento e Arioka annuì.
Si diedero una sistemata veloce, poi Daiki prese per mano il fidanzato e Yamada ne intrecciò le dita con le proprie: felice, felice come era ogni vola che stava insieme a Daiki, come ogni volta che sentiva quanto l’altro lo amasse e quanto a sua volta i sentimenti per il più grande fossero forti. Quello che provavano l’uno per l’altro forse non sarebbe mai riuscito a spiegarlo esattamente, ma Ryosuke continuava a vivere ogni giorno con la segreta speranza di restare insieme a Daiki per tutto il resto della loro vita.

comm: 500themes_ita, hey! say! jump: yamada ryosuke, fanfiction: hey! say! jump, pairing: ariyama, tabella: 12storie - luce, comm: diecielode, hey! say! jump: arioka daiki, genere: erotico, tabella: 500themes, rpf, warning: slash

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