[Ariyama] Dieci piegamenti

May 08, 2013 17:01

Titolo: Dieci Piegamenti
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Arioka Daiki, Yamada Ryosuke
Pairing: Ariyama
Rating/Genere: R/romantico
Warning: slash
Wordcount 2.211 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la quarta edizione del mmom indetta da mmom_italia per il set Showtime con il prompt ‘Trattenere il respiro’ e per la 500themes_ita con il prompt ‘Lamento’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Il titolo è preso dall’omonima canzone di T. Ferro, ma con esso non ha nulla a che fare, semplicemente me la sono canticchiata per quasi tutto il tempo in cui scrivevo.
Tabella: Set Showtime
Tabella: 500themes_ita

NdA: Ho impostato l’orologio del pc con il fuso in Giappone e quindi lì è ufficialmente il suo compleanno per cui è bene postare per tempo questo mio personalissimo omaggio per festeggiare il compleanno del mio super super super ichiban.
Ho avuto questo flash mentre parlavo con nellieklash in quel di Lucca e il tutto nasce dal suo “Adesso che fa 20 anni, magari gli faranno fare un servizio su AnAn”. E si ringrazia sentitamente Yuto che ci rivela che quello stupido del mio ichiban è solito fare delle flessioni al mattino con solo un asciugamano attorno ai fianchi e a un aneddoto, secondo cui, a quanto pare, mentre il sopracitato deficiente faceva le sue flessioni gli sia cascato di dosso l’asciugamano e Yuto abbia visto le sue grazie XD.

Daiki rientrò in camera da letto sbadigliando sonoramente, stiracchiandosi sollevando un braccio verso l’alto: quel giorno che né lui né Ryosuke dovevano andare a lavorare avrebbe voluto goderselo, avrebbe voluto passare tutto il tempo a sua disposizione con il più piccolo e coccolarlo, viziarlo un po’ più del solito magari, fare qualcosa insieme. Se la giornata l’avesse permesso sarebbero potuti andare a mangiare qualcosa fuori e poi a fare una piccola gita dove l’altro avrebbe desiderato e Daiki si sarebbe rimesso ai suoi desideri. Avrebbe anche voluto dormire un po’ più del solito, ma si era costretto a uscire dal letto per andare al bagno prima di far fronte a imbarazzanti situazioni alla sua età, ma aveva tutta l’intenzione di rimettersi a letto e dormire ancora un po’. Solo che quando tornò nella stanza che condivideva con il fidanzato dovette sbattere le palpebre un paio di volte per riaversi dalla sensazione di intorpidimento che ancora lo avvolgeva.
“Ryo, cosa stai facendo?” chiese al fidanzato, chiudendosi la porta alle spalle, avvicinandosi al letto.
“Dai-chan, buongiorno!” lo salutò il più piccolo, ansimando leggermente per lo sforzo che stava impiegando per fare delle flessioni sul materasso.
“Buongiorno a te…” lo salutò perplesso Arioka, salendo sul letto e sbilanciando Yamada, il quale non perse però l’equilibrio continuando nei suoi esercizi mattutini. “Ma allora è vero!”
“Venti…” Yamada non perse il conto. “Che cosa?” gli chiese, voltando appena il capo verso di lui e rimettendosi in posizione, sfiorando con la fronte il cuscino.
“Quello che ha detto Yuto l’altro giorno nell’intervista…”
“Ah, sì, quello… beh è stato un incidente e… venticinque… e poi non erano cose che avrebbe dovuto dire!” affermò, raggiungendo i trenta piegamenti e rimettendosi seduto sul letto, riprendendo fiato. “Sei geloso per caso, Dai-chan? Guarda che non ha visto niente!” si affrettò a precisare, ma il più grande scosse il capo.
“Non è questo” parlò piano Daiki, affatto preoccupato per il fatto che Ryosuke mostrasse, accidentalmente o meno, parti di se stesso a terzi, sapeva bene Arioka il rapporto che legava il fidanzato e Yuto e non aveva nulla da temere né dall’uno, né dall’altro, senza contare poi che di Ryosuke si fidava ciecamente. “Solo non avevo idea che avessi iniziato a fare esercizi” ammise, sedendosi con le spalle al muro.
Ryosuke gattonò di fianco a lui, raggiungendolo e sporgendosi per baciargli le labbra, guardandolo con un sorriso, sedendosi vicino al più grande: “In realtà non lo faccio sempre, ma voglio imparare a essere costante, sto anche cercando di mangiare di meno per non appesantirmi!” affermò.
Daiki lo guardò passandosi la lingua sulle labbra, trattenendo un sorrisino ironico.
“Che cattivo!” accusò Yamada, colpendogli una spalla. “Guarda che è vero!”
“Ma io ti credo, tesoro” concesse Arioka, sollevando una mano per accarezzargli la testa, ma Ryosuke si scostò.
“No! E adesso non te lo dico più! Mi prenderesti in giro!”
“No, Ryo, davvero, scusami, ti prendo seriamente, dato che la cosa è così importante per te e poi sono sinceramente curioso, voglio sapere cosa ti ha fatto venire voglia di tutti questi cambiamenti. Dai” gli chiese con voce dolce. “Ti prego, dimmelo!” lo spronò e Yamada lo guardò un attimo diffidente, prima di cedere, sedendosi meglio in modo da stare bene di fronte a lui, incrociando le gambe sul materasso.
“Ho pensato che se mi rimetto in forma, ormai ho quasi vent’anni e forse potrebbero scegliermi per fare qualche servizio su AnAn, no?” domandò, convinto nella propria teoria, ma vedendo la perplessità sul volto di Daiki, incrociò le braccia al petto. “Pensi che non possa essere possibile?”
Arioka si strinse nelle spalle: “Io non lo so, Ryo, ma ecco… non ti offendere, tu lo sai che io ti amo e che per me sei bellissimo e sei sexy, ma non sono certo che ti scelgano. Né ti scelgano tanto presto.”
“Io non ho detto che mi sceglieranno adesso, lo so che magari succederà tra qualche anno, ma…”
“Succederà” commentò Daiki, portando l’attenzione su un sicuro futuro prossimo. “Se lo dici tu…” concesse, nonostante avesse dei seri dubbi a riguardo.
Non che pensasse che il suo ragazzo non avesse una faccia da copertina, ma vedeva alquanto improbabile che anche in un eventuale futuro Yamada potesse fare servizi come quelli di punta della rivista a cui lui aspirava.
“Secondo me prima o poi accadrà ed è bene che io mi tonifichi per tempo!”
“Sì, sì, hai ragione, chibi” lo assecondò il più grande sorridendogli, cercando di tirarlo su di sé per coccolarlo come si conveniva, dal momento che il suo piano di continuare a dormire era fallito, tanto valeva proseguire con la scaletta che aveva ideato mentalmente e lo step successivo prevedeva coccolare Yamada e lasciarsi coccolare.
Non era però dello stesso avviso il più piccolo che si inginocchiò sul materasso posandogli le mani sulle spalle per allontanarlo da sé.
“Tu non hai fiducia in me, Dai-chan, ammettilo!” esclamò. “Sei convinto che io non ce la possa fare, vero? Ma io sono bravo e un giorno finirò su quella rivista!” assicurò, sedendosi un poco distante da lui e guardandolo con sfida. “Anzi, adesso sta a vedere e prova a dirmi che non compreresti quel giornale!”
“Lo sai che lo farei, questo è un altro discorso, ma non c’entra. Dico solo che…”
“No, nononononono!” lo fermò Yamada, puntandogli contro l’indice, muovendolo a destra e a sinistra velocemente. “Adesso guarda” esordì, scostandosi da lui, sedendosi con le spalle contro la testiera del letto e levandosi con un gesto fluido la canotta che usava per dormire, restando a torso nudo con solo i boxer indosso.
Si sistemò meglio il cuscino dietro la schiena, rubando anche quello che usava il fidanzato, adagiandosi comodamente all’indietro, piegando e abbassando una gamba di lato e portandosi l’altra al petto, rivolgendo all’altro uno sguardo intenso come se stesse fissando l’obbiettivo della macchina fotografica.
“Allora?” volle sapere Yamada, cambiando posizione distendendo le gambe e posando le mani intrecciate al centro sul materasso continuando a fissare l’altro con espressione seria, concentratissimo.
Daiki osservava il più piccolo provare varie pose, affascinato dal modo in cui riusciva a catturare la sua attenzione: doveva dargliene atto, Ryosuke era bello e lui non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, ma lui lo amava, per Daiki, Yamada era sempre bello, a volte sembrava quasi che avesse per lui una sorta di adorazione e venerazione e non poteva rispondere alla sua domanda, perché lui era di parte.
Eppure, c’era qualcosa in quel suo modo di comportarsi che era diverso e che costringeva Daiki a trattenere il respiro mentre lo osservava quasi ammaliato.
Improvvisamente iniziò a sentire troppo caldo e il proprio cuore aumentare i battiti, sensazione quella che conosceva fin troppo bene: si stava eccitando.
E anche Yamada dovette percepire che l’aria tra loro iniziava a riscaldarsi perché sorrise al fidanzato, accorgendosi del modo in cui era riuscito a lasciare Daiki senza parole e ne approfittò subito: facendo in modo che il più grande lo osservasse si portò una mano alla bocca, lasciando che le dita tracciassero il contorno labbra e ridiscese sul mento, accarezzandosi il collo e procedendo verso il basso, sul petto dove con due dita stuzzicò i capezzoli, prima uno poi l’altro, inarcandosi in avanti, mentre passava sullo stomaco e si lasciava sfuggire un lamento di piacere, continuando a scendere.
“Ryo…” mormorò Daiki, mordendosi un labbro, osservando la mano del più piccolo scivolare lenta sulla propria erezione ancora coperta dai boxer. “Questo non è leale… e non è di certo quello che ti chiederebbero di fare nei photoshoot…” lo rimproverò, muovendosi però sul letto, sentendo il proprio corpo reagire a quel particolare spettacolo che Ryosuke stava improvvisando per lui.
“Lo so…” parlò il più piccolo, senza smettere di accarezzarsi, sollevando il bacino per sfilarsi anche la biancheria, calciandola fuori dal letto e tornando con una mano sul proprio sesso. “E infatti questo è solo per te” mormorò, guardandolo con un sorriso malizioso.
“Oh, allora va bene… la cosa mi piace molto” approvò Arioka, avvicinandosi a lui e poggiandogli una mano sul ginocchio restando a osservarlo.
Yamada non si lasciò inibire e anzi continuò con maggiore convinzione a stringere la mano attorno alla propria erezione, osservando Daiki che non riusciva a staccare gli occhi dai movimenti che Yamada compiva su di sé e il più piccolo cercò di prolungarli a lungo.
Allargò maggiormente le gambe, facendo posto al più grande, muovendo le dita chiudendole attorno a sé e lasciandole scorrere sul proprio sesso.
Daiki lo osservava, senza neanche rendersene conto aveva iniziato a far scorrere la mano su di lui dal ginocchio sulla coscia, tornando poi indietro, scendendo sulla gamba, fermandosi alla caviglia, risalendo ancora.
“Intendi fare qualcosa o…” lo incentivò Yamada, continuando a toccarsi, allungando l’altra mano verso quella del fidanzato affinché accogliesse quel suggerimento, ma Arioka si lasciò andare a un ghigno dispettoso, tirando indietro il braccio.
“No…” Daiki gli sorrise, parlando con voce roca, accostandosi al suo orecchio per bisbigliare piano: “Mi piace quello che vedo e voglio guardarti mentre vieni” confessò esprimendo quel desiderio e restando in ginocchio davanti a lui, la bocca asciutta e il cuore che batteva veloce come il sangue nelle sue vene; sentiva l’eccitazione crescere in lui, ma non si sarebbe mosso, non avrebbe approfittato della disponibilità dell’altro, lo voleva vedere, gli piaceva osservare Ryosuke che si toccava per lui, gli piaceva l’espressione del suo viso, il modo in cui si dava piacere e muoveva la mano sul proprio sesso; era una tortura per entrambi, ma Arioka sapeva che ne sarebbe valsa la pena.
Ryosuke gli sorrise, mordendosi un labbro, continuando a stringere il proprio sesso, scivolando appena sul materasso e allargando le gambe per stare più comodo, sentendo le mani di Daiki accarezzargli l’interno coscia facendolo rabbrividire, ma restando in una zona neutra che non faceva altro che accrescere la sua voglia.
Reclinò il capo all’indietro, socchiudendo gli occhi, conscio di avere quelli di Daiki puntati su di sé e continuò a stringere la mano sulla propria pelle, muovendola dal basso verso l’alto, spostando poi le dita, strofinando con il pollice la punta, lasciandosi andare a un gemito quando sentì il fiato di Daiki su di sé.
Schiuse gli occhi e lo guardò senza capire, chiamandolo piano: “Daiki…” ansimò e il più grande sollevò su di lui uno sguardo divertito, continuando a respirare vicinissimo alla sua erezione, ma senza sfiorarlo in alcun modo.
Yamada piegò le gambe, poggiando la coscia sul materasso e accentuò la stretta sul proprio sesso, aumentando anche la velocità con cui si muoveva: non ce la faceva più, tutto quello era troppo e il tempo dei giochi era finito. Daiki comprese la sua impazienza e sorrise, si sistemò di lato, abbassandosi sul suo petto, baciandolo, stuzzicandogli i capezzoli con la lingua e con i denti, accarezzandogli il braccio, scivolando sul polso e sul dorso della mano, strappando a Ryosuke un lungo lamento, ingannandolo per un istante, ridacchiando quando lo sentì sospirare di impazienza; si concentrò su di lui allora, beandosi dell’espressione di piacere che comparve sul volto del più piccolo quando si lasciò andare totalmente venendo nella propria stretta.
Con il fiato corto, Ryosuke continuò a stringere il proprio sesso, rallentando i movimenti e fu solo in quel momento che Daiki lo chiamò, facendo in modo che lo osservasse, mentre si chinava e lo ripuliva con la lingua.
Yamada gemette, rilassando esausto le spalle contro i cuscini, passandogli l’altra mano tra i capelli, accarezzandolo mentre il fidanzato era ancora chino su di lui, prima di tirarlo in modo che tornasse verso il suo volto.
“Ti odio…” lo rimproverò.
“E io ti amo… tantissimo” precisò Arioka, stendendosi al suo fianco, abbracciandolo dopo avergli tirato il lenzuolo a coprirgli i fianchi.
“Pensi ancora che non possa fare il modello per AnAn un giorno?” domandò di nuovo Ryosuke, tornando alla loro precedente conversazione prima che la situazione degenerasse.
Daiki rise, stendendosi accanto a lui e spingendogli la testa verso di sé in modo che la posasse sulla sua spalla.
“Mh… sì, lo penso ancora e poi sai una cosa? Io spero che non ti prendano mai!” confessò, guardandolo con un sorriso divertito leggendo la disapprovazione sul volto del più piccolo. “Perché così non dovrei affrettarmi a comprare tutte le copie in circolazione per evitare che altri ti vedano!”
“Ma hai detto che non eri geloso!”
“Sbagliato, non sono geloso dei tuoi amici, ma sai quanta gente là fuori, che non conosciamo neanche, è innamorata di te?”
Ryosuke rise, sollevando il capo e voltandosi in modo da riuscire a guardarlo: “E allora? Neanche la conosciamo, appunto!” specificò.
“Non mi interessa!” chiarì Daiki. “Tu sei solo mio. Non voglio che il mio fidanzato sia oggetto di chissà quali pensieri poco casti!”
“Come i tuoi?” lo punzecchiò Yamada, prendendogli una guancia con due dita.
“Io non faccio pensieri poco casti su di te e, comunque, io potrei anche farlo. Sono il tuo fidanzato!”
“Tu puoi farmi tutto quello che vuoi, Dai-chan!” assicurò Yamada per tranquillizzarlo, sporgendosi per baciargli le labbra.
Arioka ricambiò brevemente quel contatto e poi con un movimento repentino dei fianchi ribaltò le loro posizioni, sdraiandosi sul compagno.
“Ehi!” rise Yamada.
“L’hai detto tu no? Posso fare di te quello che voglio o lo dicevi così per dire?”
Ryosuke scosse il capo: “No… ero serio. Sono sempre serio quando si tratta di queste cose, Daiki. E ti amo” affermò, cingendogli il collo con le braccia, attirandolo su di sé.

comm: 500themes_ita, genere: oneshot, set: showtime, hey! say! jump: yamada ryosuke, fanfiction: hey! say! jump, pairing: ariyama, genere: fluff, hey! say! jump: arioka daiki, tabella: 500themes, warning: slash, comm: mmom_italia

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