[Takachii] Hitotsu hitotsu ga hitoshi

Feb 21, 2013 22:44

Titolo: Hitotsu hitotsu ga hitoshi (Noi due siamo una cosa sola) [One Love - Arashi-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggio: Takaki Yuya, Chinen Yuri
Pairing: Takachii
Rating: nc-17
Genere: AU, romantico, erotico
Warning: slash
Wordcount: 5.294 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la community diecielode per la tabella Phase Liquid con il prompt “Acqua” e per la 500themes_ita con il prompt “purezza” .
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: Phase Liquid
Tabella: 500themes

“Yuri!”
Yuya chiamò il più piccolo che si osservava attorno spaesato, cercandolo, guardando velocemente a destra e a sinistra, attraversando la strada di corsa.
“Yuuyan! Stai attento, il semaforo è rosso!” lo riprese Chinen, camminando verso di lui.
“Scusa…” sorrise Takaki. “Mi spiace ho fatto tardi!” gli disse, passandosi una mano tra i capelli.
“Non ti preoccupare, sono sceso adesso dal bus.”
“Sì, ti ho visto! Vieni, andiamo!” disse il più grande prendendolo per mano e aspettando stavolta che il segnale fosse verde prima di tornare dall’altra parte del marciapiede. “Quella è casa mia!” gli disse, indicando la palazzina che si intravvedeva in fondo alla via.
Yuri annuì e ripresero a camminare.
“È pesante? Vuoi che te la porti io?” domandò Takaki vedendo il grande borsone da viaggio che l’altro portava sulle spalle.
“No non ti preoccupare, non è pesante!” assicurò, entrando poi nel portone.
“Ecco, sto al primo piano!” lo istruì Yuya, indicandogli la porta di casa e salendo a piedi i pochi gradini.
“Permesso!” Yuri avanzò nell’ingresso, guardandosi attorno e sorridendo. “Yuuyan, sei sicuro che non ci siano problemi se dormo qui stanotte?” volle ancora una volta conferma.
“Tranquillo, non c’è nessuno, mia madre ha il turno di notte a lavoro, sentiti pure libero di fare come fossi a casa tua!” fece gli onori di casa, aiutandolo a togliersi lo zaino e portandolo in camera intanto che l’altro si toglieva le scarpe.
“Quanti giorni mi hai detto che state via?” gli urlò dalla stanza da letto, vedendo poi Yuri raggiungerlo quasi subito.
“Tre giorni e due notti!” gli ricordò, avvicinandosi a lui e osservando il mobilio della camera. “Carina!” gli disse, curiosando nella libreria e osservando alcune fotografie appese alle pareti.
“Ah, grazie! Ooh, no, quelle non guardarle, mi vergogno!” esclamò Yuya avvicinandosi a lui, prendendolo per le braccia per farlo voltare, approfittando per stringerlo.
Il più piccolo rise: “Perché?”
“Ero piccolo ed ero brutto, ma mia mamma si ostina a dire che non le posso togliere, a lei piacciono, quando avrò una casa mia ci metterò le foto che piacciono a me. Dittatrice!” sbuffò, prendendo dolcemente in giro la donna e vedendo Yuri ridere.
“Beh, non che adesso tu sia poi così bello” appuntò dispettoso, mettendogli le mani sulle braccia e ridendo dello sguardo sconvolto con cui lo guardò Takaki.
“Ma sentilo, sei antipatico, Yuri!”
“Eddai, ti prendo in giro” ridacchiò il più piccolo, spostando le mani sulle sue spalle, sporgendosi verso di lui. “Comunque te lo meriti, da quando sono arrivato ancora non mi hai salutato come si deve” appuntò e Yuya si abbassò su di lui, posando dolcemente le labbra sulle sue.
“E mi hai fatto anche aspettare alla fermata” rincarò Yuri, insoddisfatto da quel contatto.
“Prima mi avevi detto che eri appena arrivato!” si difese Takaki, ma Chinen si strinse nelle spalle.
“Beh, a me delle semplici scuse non bastano” appuntò Chinen e Takaki sorrise.
“Ah, allora cosa devo fare per farmi perdonare?” rimase sul vago, ma stringendo meglio Yuri contro di sé e sentendo una mano del più piccolo intrecciarsi ai suoi capelli e spingerlo in avanti, unendo le loro labbra in un bacio vero.
Quando si separarono, Yuya non lasciò comunque la mano di Yuri e gli fece fare un giro dell’appartamento, sistemandosi poi in salotto, facendolo accomodare sul divano.
“Stavo preparando la merenda, per questo non mi sono accorto del tempo che passava!” gli disse, prendendo dal frigo degli onigiri e versando del succo di frutta in due bicchieri, raggiungendo poi l’altro sul divano.
“Li hai fatti tu?” si sorprese Chinen, osservando la forma perfetta delle polpettine di riso e Takaki rise.
“Oh, va bene, li ha preparati mia madre, si rammarica molto di non poterci essere e non si fida abbastanza della mia cucina per cui mi ha lasciato tutto pronto” si prese in giro.
“Beh, fa bene, anche io mi sento più sicuro così in effetti!” affermò Chinen, divertendosi a prendere in giro il proprio ragazzo che puntualmente credeva alle sue parole.
“Senti un po’ chi parla! L’altro giorno a pranzo i tuoi onigiri non avevano per niente la forma giusta!” lo accusò.
“Ma almeno io li ho fatti da solo e poi il sapore era buono, prova a negarlo! La prossima volta il pranzo te lo prepari da solo!” lo rimproverò, colpendogli un braccio e sentendosi afferrare per un gomito da Yuya il quale lo attirò contro di sé.
“Va bene, mi farò fare il pranzo da Kei-chan allora, ho sentito che è proprio bravo, l’altro giorno ha preparato il bento per sé e per Daiki!” continuò Yuya e stavolta fu Yuri ad abboccare allo scherzo.
“Lo faresti davvero?”
“Beh…” Yuya continuò in quella sua farsa divertito dall’espressione che vide sul volto di Yuri.
“Mangeresti il pranzo che un altro ragazzo prepara per te?” chiese ancora Chinen, incalzante, fino a che Yuya non scoppiò a ridere, abbracciandolo.
“Oh cielo, Yuri, sei troppo divertente!” lo prese in giro, nascondendo il volto contro il suo collo, sollevandosi poi per guardarlo. “Certo che no!”
“Neanche se te lo prepara Kei?”
“No, neanche se me lo prepara il mio migliore amico” assicurò. “Guarda qui…” disse poi, addolcendo il tono e sporgendosi con la lingua a rubare un chicco di riso rimasto vicino alla bocca di Yuri.
Il più piccolo socchiuse gli occhi e poi volse il capo per incontrare meglio le labbra di Yuya, schiudendo le proprie concedendosi a un bacio lento: sollevò le braccia, cingendo il collo del più grande e sentendo le mani di Yuya posarsi sulla sua schiena e iniziare ad accarezzarlo da sopra la felpa, stringendolo meglio quando si chinò in avanti, facendo in modo che il più piccolo si stendesse sul divano e Yuya si sdraiasse su di lui, spostandosi ad accarezzargli il petto con fare gentile, senza oltrepassare mai la barriera dei vestiti.
Yuri sentiva il cuore esplodergli e per quanto desiderasse che quel momento non finisse, per quanto desiderasse che le cose tra loro arrivassero a un piano più alto si sentiva un po’ a disagio, pur non volendolo ammettere. Sollevò il volto, staccandosi dalle labbra di Yuya, sentendo le dita del più grande accarezzargli il collo, mentre lui riprendeva fiato abbassando poi il viso, incontrando i suoi occhi. Takaki gli sorrise e Yuri cercò di ricambiare e di sembrare tranquillo, ritrovandosi però a rilasciare un inconsapevole sospiro di sollievo quando il telefono di casa squillò e Yuya si alzò per andare a rispondere.
“Scusami…” aveva mormorato piano Yuya, con voce appena arrochita lasciandolo solo sul divano.
Chinen lo sentì parlare e si sedette composto, cercando di calmarsi, si posò le mani sulle guance sentendole calde e poi ne portò una sul cuore: batteva velocissimo e Yuri ebbe quasi voglia di piangere, erano troppe le sensazioni che provava, troppe e contrastanti, non voleva dare a Yuya un’idea sbagliata di sé; non stavano insieme da moltissimo tempo e prima o poi Yuri sapeva che sarebbe successo, che si sarebbero ritrovati in quella situazione in cui nessuno dei due avrebbe voluto fermarsi. Eppure, per quanto sentiva di volerlo, di volerlo anche in quel momento, se ne sentiva in egual modo impaurito, forse per la propria inesperienza, forse perché sentiva di amare Yuya come non aveva mai amato nessun altro e, in qualche modo non voleva deluderlo.
“Scusami, Yuri” la voce di Yuya lo fece sobbalzare e Chinen si voltò verso di lui scuotendo il capo, alzandosi dal divano quando vide Yuya avvicinarsi e fare per abbracciarlo.
“Ah, mi sono ricordato che non ho ancora avvisato casa, ti spiace se faccio una telefonata?” gli chiese, prendendo il cellulare dalla tasca dei jeans e indicandolo.
Il più grande lo osservò un istante perplesso, assicurandogli che non vi fossero problemi e lo vide uscire dal salotto e poi parlare probabilmente con la madre, lasciò andare lo sguardo oltre l’uscio e sospirò, passandosi una mano tra i capelli sistemando i resti della loro merenda, lavando i bicchieri.
“Ehi!” quando Yuri tornò in cucina, Yuya gli sorrise, era seduto al tavolo e allungò un braccio chiedendo al più piccolo di avvicinarsi. Yuri gli prese la mano, lasciando che lo facesse sedere su di sé. “Tutto apposto?” chiese Takaki, stringendolo in vita, sfregandogli la punta del naso sulla guancia.
“Sì, tutto ok, mia madre si è raccomandata di ringraziare ancora tua madre e te” sorrise, dal momento che avrebbe dovuto rendere conto a Yuya “per l’ospitalità.”
“Non ci sono problemi!” lo tranquillizzò ancora una volta Yuya, passandogli una mano tra i capelli scuri. “Mi dispiace non poter venire anche io a questa gita…” si rammaricò posando la fronte sulla sua spalla e lasciando che Yuri lo coccolasse passandogli a sua volta le dita sulla nuca.
“Ti manderò una cartolina!” gli disse divertito.
“Ehi, non andate poi così lontano!” appuntò Yuya, mettendo il broncio, facendo ridere Chinen. “Però puoi fare una cosa per me” gli disse e Yuri chinò il capo di lato.
“Sarebbe?”
“Io ti posso chiamare e tu puoi farmi un resoconto a fine giornata e se poi il posto ti piace, possiamo tornarci insieme, io e te da soli” propose. “Che dici?”
“Mh, sì, si può fare!”
“Sentirò molto la tua mancanza, Yuri” mormorò Yuya in uno slancio di romanticismo e il più piccolo non riuscì a commentare nulla sebbene nel proprio cuore provasse tantissime sensazioni diverse, limitandosi a stringerlo. “Ah, stavo pensando una cosa” fu ancora Yuya a parlare, notando il senso di disagio che aveva colto Chinen e non volendo che un pesante silenzio potesse calare tra di loro. “Che ne dici se per cena ordiniamo qualcosa e ce la facciamo portare a casa?” mormorò, schioccandogli un bacio sulla guancia, vedendo Yuri sorridere.
“Sì e possiamo poi guardare un film?”
“Ti va?”
“Sì… non sono appassionato, ma potrebbe essere divertente, mi voglio solo rilassare stasera” assicurò il più piccolo.
“Allora facciamo così, adesso chiamo, scegliamo insieme il menù, poi se vuoi andare a farti una doccia ti faccio vedere dove sono le cose” gli disse e Chinen annuì, sollevandosi per permettere a Yuya di prendere il volantino e decidendo insieme cosa ordinare, lasciandosi poi scortare dall’altro nel bagno.
“Allora, questo è il bagno” gli fece vedere Yuya, aprendo gli sportelli della doccia e spostando la manopola del miscelatore lasciando scrosciare l’acqua.
“Ci mette un po’ a scaldarsi, tu… tu fa con comodo e se ti serve qualcosa fammi un fischio!” gli disse, sorridendogli, lasciandolo solo nel bagno.
Yuri annuì e una volta rimasto solo si osservò un po’ intorno, cambiandosi e sistemando i panni sporchi sopra uno sgabello, avvicinandosi alla doccia, ma fermandosi quando notò appeso alla parete un accappatoio bianco, ne sfiorò la manica e inspirò per un breve istante il profumo di Yuya, sentendo immediatamente il proprio volto arrossarsi, precipitandosi sotto il gettito d’acqua lasciando che lo scaldasse.
Si lavò con calma, attardandosi a godere di quel piacevole tepore versandosi sulla mano un po’ di doccia schiuma, venendo avvolto dall’aroma che sentiva sempre dalla pelle di Yuya, provando la gradevole sensazione come se Yuya lo stesse abbracciando.
Chiuse l’acqua, uscendo dal box e poggiando i piedi sul tappeto, asciugandosi con calma e indossando il pigiama, tamponandosi i capelli con un secondo asciugamano quando tornò in camera.
“Yuuyan ho fini…to” sfumò la frase trovando l’altro in piedi davanti all’armadio che si cambiava, finendo di infilarsi una maglia per stare più comodo in casa; abbassò lo sguardo distogliendolo dalla sua schiena nuda, poi vide Yuya voltarsi e sorridergli.
“Oh hai fatto? Ma che carino quel pigiama!”disse il più grande, avvicinandosi a lui e baciandolo sulle labbra, “sembri proprio morbido!” commentò, abbracciandolo e poi lasciandolo quasi subito.
Yuri continuava a guardarlo senza riuscire a pensare a niente, la sua mente si era come svuotata, non era normale che si stesse comportando così e anzi si odiava per il fatto che non riuscisse a reagire e a scacciare quelle sensazioni, ma era più forte di lui. E Yuya era così bello, non sapeva perché, ma il fatto di trovarsi lì nella sua casa, dove poteva vedere Yuya nel suo ambiente, quasi quell’appartamento fosse un altro piccolo angolo di mondo lo turbava e non gli dava modo di rilassarsi, sebbene i presupposti ci fossero tutti e Yuya non avesse fatto nulla per metterlo a disagio, anzi, al contrario Yuya era perfetto.
“Yuri, tutto bene?” gli chiese il più grande passandogli una mano sulla guancia e Chinen cercò di riaversi velocemente. “Forse sei stato troppo chiuso al caldo, siediti!” gli disse, prendendolo per mano e facendolo sedere sul letto.
“Posso asciugarti i capelli?” gli domandò sorridendo.
Yuri lo guardò e annuì e Yuya tornò nel bagno prendendo il phon e tornando in camera inserendo la presa nella spina, restando in piedi dietro Yuri. Con l’asciugamano gli frizionò ancora i capelli portandogli poi piano la testa all’indietro e chinandosi verso di lui per sfiorargli le labbra con le sue, poi la fronte.
“Non sei caldo per fortuna, mi sono spaventato” mormorò, lasciando che tornasse dritto con il collo e prendendo il phon, accendendolo e passandogli le dita tra i capelli.
Yuri socchiuse gli occhi, abbandonandosi a quel dolce massaggio e chinando appena in avanti il collo, sentendo le mani di Yuya sfiorarlo e il gettito d’aria caldo infondergli una gradevole sensazione.
Takaki sorrise vedendo l’altro così rilassato e si sedette sul materasso dietro di lui continuando ad asciugargli i capelli in silenzio, spegnendo poi l’apparecchio poggiandolo per terra, attirando Yuri contro di sé.
“Ehi, non ti sarai addormentato per caso?” lo prese dolcemente in giro, passandogli una mano sulla fronte, pettinandolo con le dita.
“Stavo così bene? Era da un sacco che nessuno mi asciugava i capelli e l’ultima persona ad averlo fatto è stata mia madre quando ero piccolo.”
“Oh, beh, sono felice allora di essere stato il primo” mormorò Yuya, chinandosi su di lui, sentendo un istante il corpo di Yuri irrigidirsi, ma fingendo di ignorarlo. Nascose il volto contro il suo collo e inspirò il suo profumo.
“Mi piace” parlò piano Yuya, sorridendo.
“Cosa?” Chinen intrecciò una mano con la sua, scostandosi per riuscire a guardarlo in viso e il più grande si strinse nelle spalle.
“Mh, mi piace il mio profumo su di te” spiegò, guardandolo negli occhi e sporgendosi per ricercargli le labbra, schiudendo la bocca, ma venendo interrotti poco dopo dal suono del citofono.
“Ah, deve essere la nostra cena!” parlò piano Yuya, lasciandolo andare e prendendo il portafogli con i soldi.
Chinen sospirò di nuovo, passandosi le mani sul viso: doveva smetterla di essere così nervoso, ne andava di quella serata e negli occhi di Yuya iniziava a vedere sorgere una luce di dubbio, se non voleva ritrovarsi nella spiacevole situazione di spiegargli i suoi imbarazzanti pensieri e rendersi ridicolo agli occhi del più grande doveva reagire.
Si alzò dal letto e raggiunse Takaki in cucina, aiutandolo ad apparecchiare la tavola.
“Sembra tutto buonissimo, Yuuyan!” parlò, mostrandosi entusiasta e disponendo nel tavolo la caraffa con l’acqua che Yuya gli tese, versando da bere nei bicchieri e sedendosi a tavola, lasciandosi servire.
“Servizio completo stasera!” rise Yuri, vedendo Yuya sorridergli e accennare un breve inchino.
“A vostra disposizione, Obocchan “ recitò, sedendosi a capo tavola di fianco a Yuri.
“Itadakimasu!” augurarono insieme prima di iniziare a mangiare e Yuya premette il pulsante play del lettore dvd.
“Spero ti piaccia, non l’ho visto neanche io questo, ma ho letto la recensione e dovrebbe essere un film senza troppi pensieri!” spiegò Takaki, mentre le prime scene scorrevano sul video.
Chinen mangiava con calma, osservando di tanto in tanto Takaki ridacchiare e sorridere di qualche scena, fermandosi quando vi erano parti di dialogo un po’ più lunghe cercando di seguire meglio e sorrise.
Prese la caraffa versandosi un po’ d’acqua nel bicchiere dopo averlo avvicinato a sé e rovesciandosela addosso quando dallo schermo si udirono i gemiti sommessi di una ragazza e del suo fidanzato sbirciando con la coda dell’occhio lo schermo in tempo per vedere i due sdraiarsi insieme nel letto e baciarsi.
“Ah!” Yuri si alzò di scatto, lasciando la boccia sul tavolo, tentando invano di asciugare quella che si era rovesciata sul piano, aiutato da Yuya.
“Chii…”
“Mi dispiace, Yuuyan, mi è scivolata di mano e…”
“Chii, ehi fermo. Yuri, non è successo nulla, è solo un po’ d’acqua. Piuttosto” disse, fermandogli le mani, guardandolo. “Te la sei rovesciata addosso.”
“Non importa, si asciugherà!” minimizzò Chinen, osservando la tavola.
“Cosa dici, li mettiamo un attimo nell’asciugatrice, ti presto qualcosa nel mentre” gli disse pratico, tirando fuori un vecchio pigiama che non usava più e tendendolo a Chinen, notando il suo evidente imbarazzo nel cambiarsi, i movimenti rigidi mentre si levava la maglia.
Si volse, dandogli le spalle e sentendolo spogliarsi e infilarsi le sue cose, sospirò e parlò piano: “Scusami, Yuri…”
Chinen lasciò il pantalone del pigiama sul letto, fermandosi: “Cosa?” chiese a sua volta con tono di voce basso.
“Sì, scusami…” ripeté Yuya, passandosi una mano tra i capelli. “Mi dispiace, è colpa mia.”
“No, Yuya, che intendi, sono io che sono stato distratto e…”
“Non parlo solo di questo, io…” fece una pausa e si voltò, guardando il più piccolo, sorridendo teneramente nel notare come la sua maglia gli andasse decisamente grande sia di lunghezza che di maniche; si avvicinò a lui sistemandogli l’orlo del polsino per potergli prendere le mani per farlo sedere sul letto.
Yuri piegò una gamba scoprendo la coscia e Yuya osservò il chiarore di quella pelle, osservò il ragazzo che aveva davanti e sentì incontrollabile l’amore che provava nei suoi confronti come trasbordare dal suo cuore: Chinen lo confondeva, Yuri era capace di fargli provare una miriade di sensazioni differenti, emanava un’aurea di purezza e innocenza, ma al contempo lo attraeva come fosse un demone tentatore e questo non faceva altro che farlo innamorare sempre di più di lui, come se dovesse scoprire ancora ogni suo lato.
“Mi dispiace se ti ho messo a disagio stasera, non era mia intenzione.”
Yuri sobbalzò, stringendo le mani del più grande quasi inconsciamente, allora nonostante tutti i suoi sforzi Yuya si era accorto che qualcosa lo stava turbando.
“Mi dispiace” ammise a sua volta. “Io non volevo comportarmi così, io… io mi fido di te Yuya, so che sono solo mie stupide congetture, ma è… io” sospirò, stringendo entrambe le mani di Takaki passando i pollici sulle nocche. “Io non l’ho mai fatto e…”
Yuya lo interruppe, posandogli un dito sulle labbra sorridendogli, chinandosi verso di lui per cercare di guardarlo negli occhi.
“Ma Yuri” lo riprese dolcemente, “non voglio costringerti a fare niente se non te la senti, a me va bene anche stare così. Mi dispiace averti fatto anche solo pensare che volessi metterti fretta” cercò di rassicurarlo sorridendogli e Yuri ricambiò, sentendosi incredibilmente stupido per essersi fatto cogliere dai dubbi in quel modo e si sporse ad abbracciare Yuya, stringendogli le braccia al collo, scivolando seduto tra le sue gambe.
Posò la testa sul suo petto e una mano scese a sfiorargli il torace, sulla parte sinistra, proprio sopra il cuore, sentendolo battere furioso, lasciandolo completamente stupito.
“Io non voglio farti allontanare da me” riprese a parlare Yuya accarezzandogli i capelli. “Questo non lo vorrei mai perché per me sei importante, davvero tanto, anche se può essere strano dal momento che la nostra relazione è appena agli inizi, ma lo sento qui” disse, posando una mano su quella di Yuri, sul suo cuore.
“Batte fortissimo” commentò il più piccolo, sollevando il volto per guardarlo e Yuya ridacchiò.
“E perché te ne stupisci?” gli chiese divertito. “Te l’ho detto, no? Ti amo, Yuri” confessò e il più piccolo spalancò gli occhi, emozionato, sollevandosi di nuovo per baciarlo sulle labbra, senza sapere cosa dire, sedendosi cavalcioni su di lui, posandogli le mani sulle guance, infilando le dita tra i suoi capelli, sentendo Yuya ricambiare con urgente passione, mentre lo stringeva a sé.
“Così però” parlò Yuri separandosi da lui, sfiorandogli ancora le labbra, “mi fai venire voglia di fare l’amore con te” confessò, sollevandosi sulle ginocchia e posando la fronte contro la sua, costringendolo a reclinare il capo all’indietro.
Yuya sorrise, passandogli le mani sulla schiena, sopra la stoffa della maglia, prendendolo per i fianchi e facendolo sedere di nuovo su di sé.
“Aspetta, Yuri… io davvero non voglio… cioè se non vuoi io posso aspettare e…”
Yuri lo interruppe, scuotendo il capo, sorridendogli.
“Io avevo paura, Yuuyan, io non è che non lo desideri o che non sapessi che tieni a me, ma non ne avevamo mai parlato così apertamente e io non lo so avevo bisogno di…”
“Certezze?” provò a suggerire Yuya.
“Mh, neanche… diciamo di conferme e se tu vuoi…”
“Io lo voglio” parlò in fretta Yuya, ridendo poi leggermente. “Sì, cioè se tu…”
“Potremo andare avanti così per tutta la notte, lo sai sì?” fece dell’autoironia Chinen, muovendosi sulle gambe di Yuya passandogli le mani sul collo, sentendo quelle del più grande scivolare sulle sue braccia, fino a prendergli le mani.
“Già, ma tu mi hai dato una valida e migliore alternativa” ribatté Yuya divertito, stendendosi indietro sul materasso e portando con sé Yuri, passandogli una mano sulla schiena.
“Sei sicuro, sicuro?” gli chiese ancora Yuya baciandogli la punta del naso e Yuri annuì, accarezzandogli i capelli.
“Mai stato più certo di qualcosa in vita mia” assicurò, mentre si sistemava meglio sul corpo del più grande e si lasciava poi stendere a sua volta sul materasso.
Yuya posò le labbra sulle sue, baciandolo dolcemente, invitandolo a schiuderle e spingendo in avanti la lingua, scivolando su quella di Yuri, riscoprendo il suo sapore che in quella particolare situazione gli sembrava ancora più buono; gli prese poi le labbra, prima uno poi l’altro succhiandole piano, sentendo Yuri sospirare e le mani del più piccolo prendere l’iniziativa e introdursi leggere sotto la sua maglia, posandole sulla schiena, tergiversando solo qualche istante, prima di risalire verso le spalle.
Yuya sospirò a sua volta, staccandosi dalla sua bocca, perdendosi un attimo a osservarlo: “Sei bellissimo, Yuri e io… io sono l’uomo più felice della Terra” confessò emozionato, mentre discendeva poi di nuovo su di lui e cominciava a baciargli il collo; le mani si intrufolavano oltre la maglia, sollevandola, scoprendo le gambe e il petto, accarezzandolo, lasciando che le dita toccassero quella pelle liscia e si attardassero sui capezzoli, sentendo Yuri iniziare a gemere piano. Allo stesso tempo anche il più piccolo aveva iniziato a spogliare il ragazzo, gli aveva sollevato la maglia e si era fermato per dare modo a Yuya di staccare la bocca dalla sua pelle per sfilargli la maglia, levandosi anche la propria.
Takaki restò in attesa, reggendosi sulle mani strette a pugno contro il materasso e sentendo quelle del più piccolo posarsi sul suo petto, iniziando a vagare emozionate sul torace, passando sul collo, sfiorando i capezzoli e soffermandosi con le nocche alla base dello stomaco, guardando Yuya e vedendolo fremere.
“Yuu” lo chiamò piano, sollevandosi sui gomiti e circondandogli il collo con un braccio, avvicinandosi a lui.
“Mh?”
“Ti piace se ti accarezzo?” gli domandò e per quanto potesse sembrare strano come quesito, Yuya parve comprenderlo.
“Ma certo, piccolo” gli disse dolcemente, socchiudendo gli occhi, posandogli una mano sulla nuca, accarezzandolo piano tra i capelli. “Mi piace sentire le tue mani su di me è…” attese un istante, indeciso se esporsi o meno del tutto, decidendo poi di essere sincero, non doveva avere paura, sapeva che Yuri avrebbe compreso cosa volesse dirgli. “È eccitante, tu mi mandi fuori di testa” gli disse, posando le labbra sulle sue e sentendo poi quelle di Yuri sfuggirli e il più piccolo scendere a baciargli il collo, la gola, segnare con la lingua le ossa della clavicola e Yuya non riuscì a fare a meno di gemere e continuare ad accarezzarlo.
Yuri si stese di nuovo sul materasso e fu ora il turno del più grande di vezzeggiare il suo corpo con tocchi di labbra e carezze delle mani che scivolarono verso il basso, levandogli piano la biancheria, fermandosi, prima di continuare per spogliarsi a sua volta: voleva goderselo e voleva che fosse bello anche per Yuri, voleva che sapesse che per lui era realmente qualcosa di grande quello che stavano per condividere, per cui rallentò i tempi, sebbene fosse tanta la voglia che aveva di lui e il suo corpo impaziente.
Chinen aprì meglio le gambe, permettendo a Yuya si sistemarsi tra esse, osservando il suo corpo nudo, sentendo il cuore accelerare i battiti ancora di più se possibile e il suo corpo reagire a quello dell’altro.
Yuya sorrise, portando una mano a stringere l’erezione del più piccolo, accarezzandogli con la mano una coscia, raggiungendo il ginocchio, sollevandogli la gamba chiedendogli di portarla sulla sua spalla, mentre lui discendeva con le labbra sul suo sesso, inglobandolo piano, sentendo Yuri gridare quando lo avvolse e ancora di più quando prese a stuzzicare con un dito il solco tra le natiche.
Yuri gli stringeva i capelli e per Yuya quella era una sensazione meravigliosa, sentire il più piccolo godere e sciogliersi sotto le sue cure lo esaltava, lo eccitava oltre ogni maniera, mentre ridiscendeva con la bocca sempre più in basso, lasciando il suo sesso, sostituendo con la propria mano e lasciando scorrere la lingua contro la sua apertura, bagnandola con la propria saliva e agevolando il passaggio di un primo dito.
Yuri era stretto ed era caldo e Yuya si attardò come non mai a prepararlo, fino a che non sentì i lievi gemiti di fastidio trasformarsi in sussurri di piacere, continuando a farlo suo con le dita, una dopo l’altra, unito al movimento della propria lingua che si spingeva in lui procurandogli un piacere assoluto.
“Yuya… Yuya fa qualcosa” gli chiese Chinen in un ansimo di piacere frustrato, il più piccolo sentiva il proprio corpo sempre più scosso dai fremiti desiderare di più, desiderare che quelle sensazioni non finissero mai, ma che fossero rese ancora più intense.
E Yuya lo accontentò, si sollevò da lui, portandosi le gambe attorno alla vita e chiedendo a Chinen di stringersi a lui, mentre con le mani gli faceva sollevare un po’ il bacino dal materasso e si preparava a entrare in lui.
“Non posso prometterti che non farà un po’ male” cercò di avvisarlo, accarezzandogli una gamba e con l’altra tornava sul suo sesso, circondandolo, tornando a muovere il palmo su tutta la lunghezza.
“Non importa” lo tranquillizzò Chinen, cercando di sorridere. “Ho caldo, Yuuyan, non ce la faccio più” gli disse con gli occhi che imploravano aiuto, che chiedevano di porre fine a quella sensuale tortura e Yuya spinse piano, prendendo il proprio sesso con la mano libera, indirizzandolo verso il corpo di Chinen spingendo piano la punta, mordendosi le labbra per non entrare subito fino in fondo. Fece forza su se stesso, osservando il volto di Chinen e aspettare che i suoi lineamenti si distendessero prima di avanzare ancora, lento, inesorabilmente, fino a quando non fu completamente dentro di lui e rilasciò lui per primo un sospiro di completo appagamento.
“Oh Yuri” mormorò con voce roca, accarezzando il corpo del compagno, mai sazio. “Yuri, è bellissimo” gli disse con voce emozionata, chinandosi appena, spingendo dentro di lui.
Il più piccolo strinse gli occhi, respirando con la bocca aperta cercando di calmare il proprio cuore impazzito e Yuya strinse di più sulla sua carne, mentre gli disseminava il volto di baci, gli cercava le labbra, leccava il contorno e tentava di distrarlo, sentendo in breve tempo il suo respiro regolarizzarsi e le sue mani riprendere ad accarezzarlo. Le sentì scorrere sulle braccia e le spalle e poi Yuri stringersi al suo collo, sollevando il busto, gemendo piano quando Yuya inconsciamente scivolò meglio dentro di lui.
“Yuri” lo chiamò, stringendo il suo sesso e circondandogli la schiena con il braccio libero, facendo in modo che si posasse meglio tra i cuscini, le spalle contro il muro, iniziando a spingere.
“Devo farlo” mormorò con voce roca e Yuri annuì, cercandogli le labbra, puntandogli le unghie alla base del collo, sotto la nuca, gemendo contro la sua bocca, mentre lo sentiva avanzare, sfilarsi appena e affondare di nuovo, ripetendo all’infinito quei movimenti, fino a che non ebbe più accortezza di lui, fino a che non fu lo stesso Chinen a chiedergli di sentirsi libero di prenderlo come meglio preferiva, facendogli provare un piacere più forte. Yuya fu ben felice di accontentarlo, afferrandolo per i fianchi e sfilandosi da lui, affondando ancora con forza, spingendolo contro il muro, facendogli battere la schiena, movimento attutito dai morbidi cuscini alle sue spalle.
E Yuri non ebbe vergogna, non ebbe imbarazzo alcuno a lasciar uscire la voce e gridare tutto il suo piacere mentre lo sentiva spingere in lui, mentre lo sentiva caldo dentro di lui; Yuya muoveva la mano sul suo sesso, stimolandolo, portandolo verso la follia completa, facendo in modo che si sciogliesse tra le sue dita e i loro stomaci. Yuri respirò a fatica, sentiva la fronte sudata, il cuore che batteva impazzito continuando a godere dei gemiti di Yuya che si muoveva ancora dentro di lui, fino a che non lo sentì tendersi e venire nel suo corpo, riempiendolo con il suo calore strappandogli un ultimo gemito di soddisfazione, unito a quello d’estasi del più grande.
“Yuya” lo chiamò con la voce ancora carica di desiderio, spingendosi contro il suo petto e stringendogli i capelli cercando di riprendere fiato, sentendo poi il più grande scivolare via da lui, facendolo stendere nuovamente sul materasso, voltandolo di fianco, stringendolo in vita, mentre si poggiava contro la sua schiena.
Yuri gli prese le mani, circondandogli la braccia con le proprie, in silenzio, cercando di riaversi del tutto, mentre Yuya lo stringeva e lo coccolava, portando una gamba sopra le sue e incastrando un piede tra i suoi dolcemente, come se volesse ancora sentirsi parte di lui nonostante tutto.
“Ti amo, Yuri” lo sentì mormorare contro il suo orecchio e depositargli un bacio dietro il padiglione e Yuri si ritrovò a sorridere, emozionato; si volse piano in quell’abbraccio, posando le mani sul suo petto, accarezzandolo lentamente e guardarlo con un sorriso.
“Io… ti amo anche io, Yuya” confessò a sua volta per la prima volta.
Takaki sorrise, accarezzandogli una guancia e baciandogli le labbra in modo dolce, gustando lento quel bacio, inspirando il suo profumo.
“Non voglio che te ne vada domani” parlò piano, ridacchiando e Yuri gli accarezzò i capelli con una mano.
“Io vorrei che potessi venire con noi” ribatté Chinen e Yuya lo scrutò con un piccolo broncio.
“Che c’è?” domandò divertito Yuri, fingendo di non capire.
“La risposta corretta sarebbe dovuta essere ‘oh Yuuyan anche io vorrei restare qui con te per sempre’” scimmiottò, facendo ridere Yuri.
“Oh, no, no, io voglio andare in gita, anche se sono solo pochi giorni e non ci allontaniamo di molto è pur sempre una specie di vacanza! Secondo me sarà proprio una bella esperienza, mi divertirò un mondo!” continuò su quella linea, senza dargli soddisfazione.
“Potresti marinare la gita se lo volessi…” propose Yuya con fare suadente.
“Ah, non ci provare! Non ho mai marinato la scuola né mai lo farò, non vedo perché iniziare privandomi di qualcosa di divertente!” affermò.
“Ah, dimenticavo che il mio ragazzo è un secchione!” lo prese in giro Yuya stendendosi sulla schiena, ma attirando comunque Yuri su di sé, facendogli passare una mano sulla schiena.
“E tu sei un somaro. Mi porterai sulla cattiva strada” lo provocò, prendendogli il naso con due dita, stringendoglielo.
“Ahi!” si lamentò Yuya con tono nasale e Yuri rise.
Takaki lo guardò e sorrise, passandogli una mano tra i capelli.
“Dormiamo adesso, domani ti devi alzare presto” decise, posandogli un bacio sulla fronte, lasciando che si stendesse su di lui, usandolo come cuscino e coprendolo meglio con la coperta.
“Sono un po’ stanco in effetti” ammise Chinen, coprendo uno sbadiglio con la mano, chiudendo gli occhi, rilassandosi.
Yuya sorrise e posò la guancia sulla testa del più piccolo, abbassando le palpebre.
“Sogni d’oro, Yuri” mormorò.
“Buonanotte, Yuuyan” fu la dolce risposta.

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