[Hikachii] Vitrea follia

Jul 07, 2012 09:18

Titolo: Vitrea follia
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Yaotome Hikaru, Chinen Yuri, Takaki Yuya
Pairing: Hikachii
Prompt: Vetro
Genere: angst
Rating: nc-17 per i contenuti
Warning: slash, tortura, !deathfic
Conteggio parole: 1.208 fiumidiparole
Note: ---
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: Mix Angst


Quando riprese i sensi, Chinen sentì la testa che gli doleva, le tempie pulsavano e aveva la bocca impastata, asciutta.
Aveva sete.
Sentiva i muscoli delle braccia indolenziti, legate dietro lo schienale di una scomoda sedia, i polsi stretti da una corda resistente. Così come le caviglie.
Provò a liberarsi, senza successo.
Non vedeva niente, qualcuno, oltre ad averlo immobilizzato, l’aveva anche bendato; si focalizzò sugli altri sensi, cercando si scindere suoni e odori, cercando di capire dove si trovasse, ma non riusciva a sentire niente che gli desse anche un minimo indizio su dove si trovasse.
L’ultima cosa che ricordava era che stava tornando a casa sua, dopo essere stato a trovare Yuya, il suo fidanzato, poi qualcuno gli era arrivato alle spalle, gli aveva chiuso bocca e naso con un fazzoletto impregnato di cloroformio e lui aveva perso i sensi.
Non riusciva a trovare un perché per quel rapimento, non aveva fatto niente di male, non aveva nemici, o così pensava che fosse e più la sua mente cercava di trovare una spiegazione logica a tutta quella situazione, più l’emicrania aumentava.
Sobbalzò, voltando la testa a destra e a sinistra, quando udì il rumore di una porta che si chiudeva e un rimbombo metallico; probabilmente, ponderò si trovava in qualche vecchio magazzino.
“Chi è?” si azzardò a chiedere, la voce che tremava, non voleva farsi prendere dal panico, non avrebbe avuto senso, doveva restare lucido per quello che poteva.
Il silenzio fu l’unica risposta che ottenne.
Chinen sentì dei passi avvicinarsi a lui e un respiro caldo contro la guancia, mentre qualcosa di freddo e liscio gli passava sulla guancia.
“Chi sei?” domandò di nuovo. “Cosa vuoi da me? Lasciami andare!” gridò, venendo tacitato quando sentì quello stesso oggetto freddo premere sulla pelle del viso e scivolare verso il basso, tagliandolo.
Un sospiro pesante uscì dalla gola del suo aguzzino, prima di sentire di nuovo quel soffio caldo contro la pelle e la lingua passare lenta, succhiando via il sangue.
Chinen volse schifato il viso per allontanarsi, ma una presa forte sulla testa lo costrinse di nuovo a girarsi.
Un paio di labbra si posarono sulle sue e quella stessa lingua sulla quale Chinen sentì il sapore del proprio sangue gli invase la bocca, depredandola.
Yuri mugolò, mordendola, costringendo lo sconosciuto ad allontanarsi.
Uno schiaffo gli arrivò in pieno volto, facendolo cadere di lato insieme alla sedia.
Ancora una volta sentì una mano afferrargli la nuca venendo poi strattonato in avanti. Riconobbe il suono di una cinta che veniva slacciata e poi la zip di pantaloni che si abbassava.
Chinen tremò, spaventato da quello che sarebbe potuto accadere e cercò di tirare indietro la testa, ma lo sconosciuto non glielo permise.
“Non puoi fuggire l’inevitabile!” mormorò una voce bassa che Chinen riconobbe immediatamente.
“Hikar-”
Non riuscì a chiamare il nome del compagno di gruppo perché questi gli premette in bocca la propria erezione, spingendola fino a sfiorargli la gola.
Chinen sentì un conato incontrollato salirgli dallo stomaco e risalire lungo l’esofago. Gemette, cercando di allontanarsi, ma i fianchi di Hikaru spingevano contro di lui, le dita afferravano i capelli, tirandoli, costringendolo a muoversi su di lui; Chinen sentiva l’erezione del più grande ingrossarsi sempre di più, sebbene lui volesse ritrarsi, non voleva che si eccitasse, non voleva che provasse piacere da tutto quello, ma più lui si divincolava e mugolava, più Hikaru sembrava goderne.
Ne assecondò allora gli istinti, sentendo Hikaru raggiungere l’orgasmo e venire nella sua bocca, prima di lasciarlo libero. Chinen tossì, sputando in terra; sentiva la gola bruciare, gli occhi pungere, voleva lasciar uscire le lacrime, voleva davvero piangere, ma non l’avrebbe fatto. Non aveva idea del perché Hikaru gli stesse facendo tutto quello, ma non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederlo spezzarsi.
Di nuovo Hikaru lo prese per le spalle, facendolo tornare seduto e levandogli la benda.
Chinen strinse appena le palpebre, doveva avere un aspetto spaventoso, gli occhi rossi e gonfi, il viso sporco di sangue e polvere e Chinen era sicuro che da quello Hikaru traesse una notevole soddisfazione.
“Ora che hai scoperto la mia identità, non ha più senso tenere questa benda.”
“Hikaru sei un maledetto bastardo, cosa diavolo hai intenzione di fare?” gli chiese, parlando con astio.
“Non essere così presuntuoso, Chinen” gli disse, mentre si inginocchiava davanti a lui e gli mostrava un pezzo di vetro, la punta e un lato erano macchiate di sangue, il suo. Premette appena la lama sul polpastrello, lasciando che una goccia di sangue si formasse su esso, portandola poi alle labbra del più piccolo, macchiandole.
Chinen voltò nuovamente il capo, sputando schifato.
“Hikaru!” lo chiamò iroso.
Il più grande si alzò, afferrandogli i capelli e strattonandogli di lato la testa, posando di nuovo la lama sulla sua guancia, risalì verso la tempia e scese, segnando e aprendo quella pelle bianca, finendo sulla mascella.
Chinen si morse le labbra, bruciava, faceva male, ma non si sarebbe lamentato, vedeva quella luce folle nello sguardo di Hikaru, soddisfatto.
Impugnò di nuovo il pezzo di vetro e ripeté gli stessi movimenti sull’altra guancia, scivolando sul collo, attento a non sfiorare quella zona di pelle così delicata: non aveva ancora finito con lui, non poteva permettere, comunque, che se ne andasse prima di sapere. Gli e lo doveva in fondo e l’avrebbe accontentato.
“Cosa si prova a farsi portare a letto, Chinen?”
“Eh?” la voce gli uscì roca, mentre sentiva la lama scendere e tagliare uno dopo l’altro i bottoni della camicia.
La mano di Hikaru si posò sul suo petto, muovendo il palmo sul torace, puntando le unghie, graffiando per fargli male, portando poi il vetro contro la sua pelle e di nuovo premere e scivolare, tagliare.
Gemette di dolore, quando Hikaru insistette particolarmente su un fianco; non era riuscito a impedirselo, per quanto ci avesse provato.
“Ancora non hai capito, vero?” gli domandò, ma non attese risposta. Risalì di nuovo con quello strumento di tortura, puntandoglielo di taglio alla base del collo, spingendolo, ma senza affondare, non ancora.
Chinen sollevò il mento, per guardarlo, sentendo una lacrima scivolare senza controllo dai suoi occhi.
“Com’è fare sesso con Yuya? Ti piace farti scopare da lui?”
“Yuuyan…”
Hikaru gli tirò indietro i capelli e Chinen mugolò.
“Lui era mio! Perché ti sei dovuto mettere in mezzo?!” gli chiese, con rancore. “Perché vi prendete sempre, ogni volta, ciò che è mio?” mormorò roco, con sempre maggiore rabbia e, Chinen lo colse, disperazione.
“Non so…” tossì, cercando di parlare, cercando di prendere tempo, anche se era consapevole che non sarebbe servito poi a molto. “Non so di cosa tu stia parlando” riuscì a dire, mentre vedeva il volto di Hikaru avvicinarsi al suo e sorridere, malignamente.
“È proprio questo il punto. È proprio questo che mi manda fuori di testa, voi neanche ve ne rendete conto, siete troppo presi da voi stessi e dalla vostra felicità, per accorgervi degli altri. Ma io mi sono stancato” affermò, mentre poggiava sempre la lama di più contro la gola e iniziava a scendere. Hikaru si fermò, il sangue di Chinen che colava lungo il vetro e sulle proprie dita.
Sorrise e Chinen spalancò gli occhi, sentendo il fiato mozzarsi e il cuore battere piano, lento, fino a fermarsi, fino a che i suoi occhi non persero definitivamente colore.

genere: oneshot, genere: angst, hey! say! jump: yaotome hikaru, fanfiction: hey! say! jump, comm: think_angst, tabella: mix angst, pairing: hikachii, hey! say! jump: chinen yuri, rpf, warning: death fic, warning: slash

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