[Capitolo 11 - La Mazzetta, pagina 202] La foto che ritrae la famiglia Silente:
La foto è posata sulla mensola del camino, l’unica che ritrae tutta la famiglia Silente. La prendi tra le mani, scrutandolo con attenzione: Albus e Aberforth si somigliano molto, soprattutto perché il primo non porta ancora gli occhiali, ma le sue dita macchiate d’inchiostro e le ginocchia sbucciate del più piccolo indicano, già da quella tenera età, le loro differenze caratteriali.
Lo sguardo brillante di Percival è identico a quello del suo primogenito, così come il naso dritto di Kendra. La piccola Ariana è uno scricciolo tra le braccia della madre.
Il ritratto di una famiglia felice, distrutta dall’ignoranza babbana.
[Capitolo 13 - La commissione per il censimento dei Nati Babbani, pagina 236] La foto che ritrae Albus e Gellert felicemente abbracciati:
Quando la signora Bath ha preso la macchina fotografica, proponendovi di immortalare quel momento, ti sei sentito mortalmente imbarazzato. Inadeguato accanto alla fulgida bellezza di Gellert, nei tuoi abiti poveri e lisi. Ma lui non ti ha lasciato il tempo per rifiutare.
Ti ha trascinato in giardino, sotto il brillante sole estivo e, malgrado tutte le tue rimostranze, vi è bastato guardarvi negli occhi per scoppiare a ridere, senza nessun motivo apparente - solo perché stare insieme vi rende felici - sostenendovi l’uno a l’altro per non cadere.
Il “click” sommesso ti è completamente sfuggito, la sua risata ti riempiva le orecchie.
[Capitolo 14 - Il Ladro, pagine da 260 a 261] Gellert ruba la bacchetta a Gregorovick:
Arrampicarsi fino alla finestra dello studio di Gregorovick è stato fin troppo facile. Hai spiato i suoi movimenti per giorni e sai che lascia sempre la bacchetta sul tavolo da lavoro, prima di scendere a cena. Ed eccola, la Stecca della Morte finalmente nelle tue mani!
La luce di una lampada ti sorprende, ma basta uno Schiantesimo per sconfiggere il fabbricante e rendere tuo quel Dono.
Ti lasci cadere nel vuoto, folle di felicità. Il primo passo del vostro piano è compiuto e presto anche Albus capirà che quello è il vostro Destino e tornerà da te. Ne sei certo.
[Capitolo 18 - Vita e menzogne di Albus Silente, pagina 330] La lettera di Albus a Gellert:
Un gufo picchietta alla tua finestra, lo riconosci subito, è quello della famiglia Silente.
Albus ha lasciato la tua camera meno di un quarto d’ora fa e deve averti scritto non appena arrivato a casa. Sei certo che abbia continuato a rimuginare sulla vostra ultima discussione per tutto il tragitto e ti abbia scritto per continuare a parlare, seppur da lontano.
“Ma non me ne dolgo, perché se non fossi stato espulso non ci saremo mai incontrati”.
Dopo aver letto le sue parole conclusive, la voglia di correre da lui si fa tanto intensa che quasi salti giù dal letto.
[Capitolo 23 - Villa Malfoy, pagina 419, poi da 420 a 421, 432, 435] La morte di Gellert per mano di Voldemort:
Quando l’Avada Kedavra ti colpisce, tutto ciò che senti è sollievo.
Ciò che percepisci subito dopo, sono delle dita sottili ravviarti i capelli e la luce del sole - oh, credevi di aver dimenticato quella semplice sensazione! - scaldarti il viso.
Apri gli occhi pigramente, incontrando due iridi blu semicelata da un paio di occhiali a mezzaluna incapaci di attenuarne la bellezza. Lunghe ciocche bianche, simili alle tue, ti sfiorano il viso, eppure non ti appartengono. Le fronde del vostro albero vi accolgono come un abbraccio.
Sospiri. È finita, comprendi e il sorriso di Albus è l’unica rassicurazione di cui hai bisogno.
[Capitolo 28 - Lo specchio Mancante, pagine da 512 a 523] Dal racconto di Aberforth sulla storia della sua famiglia:
Aberforth è un idiota. Perché non riesce a capire? Tutto ciò che state progettando è per il bene di Ariana, soprattutto per il SUO bene!
«Non sei capace di occupartene. Sei un egoista, pensi solo a te stesso e a lui» ti accusa, indicando Gellert. «Vattene pure, mi occuperò io di lei» conclude con arroganza e non si rende nemmeno conto di come le sue parole ti spacchino il cuore.
Ma qualcun altro si, e lui non è capace di vederti soffrire.
«Crucio» pronuncia freddamente Gellert e tuo fratello crolla a terra urlando.
Ti frapponi fra loro, poi arriva Ariana…
[Capitolo 35 - King’s Cross, pagina 661] Harry e Albus nella dimensione onirica di King’s Cross:
Ogni ricordo è una fitta dolorosa, mentre racconti ad Harry della tua giovinezza: i sorrisi di Gellert, la vostra arroganza, le esigenze di Ariana, la rabbia di Aberfoth, la morte di vostra sorella. Li amavi, tutti, e li hai persi uno dopo l’altra.
Nuove stille ti scorrono sul viso quando il tuo allievo ti racconta che Grindelwald ha mentito a Voldemort, e speri davvero che si fosse pentito, che quello fosse il suo modo per espiare.
«… o forse che violasse la sua tomba?» suggerisce Harry, e ti vergogni maggiormente quando il tuo sciocco cuore sussulta e manca un battito.
FINE.
*Ho riportato la frase di Harry esattamente com’è nel settimo libro, ma in quel punto lui sta completando una frase di Silente, il quale dice appunto che sembra che Grindelwald, nei suoi ultimi anni di vita, si fosse pentito e mentire a Voldemort era forse il suo modo per espiare.
Potter, invece, suggerisce che Gellert l’abbia fatto per impedire al Signore Oscure di profanare la tomba di Albus.
Potete trovarla anche su:
EFP;
Nocturne Alley;