Fandom: RPS Personaggi Storici;
Pairing:
Leonardo Da Vinci/ Alessandro Filipepi detto
Botticelli;
Rating: R;
Genere: Erotico, Romantico;
Warning: Scene di sesso non descrittivo, Slash;
Beta:
zia_chu ;
Summary: Sul muro della camera degli allievi, che confinava con quella del Maestro Da Vinci, c’era un buco, e Giacomo sapeva che non avrebbe dovuto guardarvi attraverso, ma la curiosità era troppo intensa.
Note: Scritta per la challenge
HMS Maouropia Treasure Hunt di
fanfic_italia(la mia cartellina
qui) su prompt “Ricorda che c’è un buco al centro”, e il prompt 031 - Voyeurismo del
mio set, preso dalla tabella
50 Kinks di
kinks_pervs .
Questa storia è la terza ed ultima parte della saga
“Alla Bottega del…” ma può essere anche considerata come slegata da essa, quindi godibile in sé e per sé.
Dedica: A
zia_chu , che è una delle poche persone che mi seguono, quando scrivo su questo pairing ed è stata tanto gentile fa betarmi questa fic <3 Grazie, tesoro! *-*
DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono, in quanto sono persone realmente esistite - anche se secoli fa - quanto raccontato non è mai accaduto… o, per lo meno, non è mai stato documentato XD ed in ciò che scrivo non vi è alcun fine di lucro, ma unicamente di divertimento mio e, spero, vostro.
Alla Bottega del Da Vinci
La pittura è una poesia che si vede e non si sente,
e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.*
Sul muro della camera degli allievi, che confinava con quella del Maestro Da Vinci, c’era un buco, e Giacomo sapeva che non avrebbe dovuto guardarvi attraverso, ma la curiosità era troppo intensa.
In quel pomeriggio nevoso era arrivato un uomo in bottega, un certo Sandro Filipepi - quello che tutti chiamavano Botticelli - e Mastro Leonardo si era precipitosamente chiuso con lui nella propria stanza.
Ora erano in piedi e il nuovo arrivato stava abbracciando il Maestro con un tale trasporto che sembrava aver appena ritrovato un fratello che credeva perso in guerra. Poi Leonardo incorniciò il suo volto tra le mani e posò con impeto le labbra sulle sue.
Salai non era sciocco, anche se aveva solo dieci anni sapeva bene cosa stavano facendo i due adulti - la strada insegnava molte cose, compreso il fatto che a volte agli uomini piacesse sollazzarsi con altri maschi e non solo con le donne - però c’era qualcosa che non comprendeva. Il prete lo aveva ammonito severamente dicendogli che quello era un atto sporco, un peccato gravissimo, ma lui non vedeva nessuna bruttura nel gesto elegante con cui Mastro Leonardo si sfilava la casacca dalle spalle, e c’era qualcosa di infinitamente dolce nel modo in cui Botticelli copriva di teneri baci ogni angolo del suo viso. Nemmeno la frenesia con cui si liberavano del resto dei vestiti aveva qualcosa di sbagliato.
Avrebbe davvero voluto poter udire le parole che stavano sussurrando, ma avrebbe dovuto staccare l’occhio dal foro e appiattirvi sopra l’orecchio, e non voleva perdersi un solo attimo della scena. Osservò le mani di Leonardo intrecciarsi tra i riccioli scuri di Sandro, e vide quest’ultimo ridacchiare contro la barba che gli imbruniva la mascella, sospingendolo verso il letto.
Gli avevano raccontato che, quando gli uomini si accoppiavano tra loro, lo facevano come animali, ma non vi era nulla di primitivo nel modo in cui il Maestro giaceva sul talamo ed accoglieva il suo amico tra le gambe. Ed i loro movimenti lenti, le carezze premurose, le mani che s’intrecciavano sopra le lenzuola di lino… suggerivano più una danza sottile, che un unione bestiale.
Giacomo era certo di non aver mai visto il suo maestro tanto bello com’era in quel momento, con il volto imperlato di sudore e le gote imporporate di piacere.
FINE.
*La frase d’introduzione è di Leonardo Da Vinci.
Note finali: Il Giacomo a cui si accenna, ed a cui appartiene il punto di vista della storia, è
Gian Giacomo Caprotti - detto Salai, ovvero “diavolo” nell’antico dialetto fiorentino - allievo di Leonardo Da Vinci e suo presunto amante.
Potete trovarla anche su:
EFP;
Fire&Blade;