Fandom: Harry Potter;
Pairing: Scorpius/Teddy;
Capitolo: 1/3;
Rating: NC17;
Genere: Avventura, Erotico, Mistero, Romantico;
Warning: Post 7° libro con epilogo, Relazione Adulto/Minore*, Sesso descrittivo;
Beta:
alicesimone;
Summary: Teddy, agente della Squadra Speciale Auror, viene inviato ad Hogwarts per delle indagini e lì farà la conoscenza del suo lontano cugino Scorpius...
(Per il compleanno di
Narcissa63)
Questa fiction è il regalo di compleanno per una persona importantissima per me, non ci sono parole per chiarire il ruolo che Carla, alias
Narcissa63, ha nella mia vita. Una beta straordinari, un donna speciale, una mamma acquisita, ma soprattutto un’amica sempre disponibile e premurosa, una “brava signora” che nonostante l’età sta ancora con me a delirare su MSN tra una sessione di betaggio ed una di panni da stirare. Tesoro, sono qui solo per dirti che ti adoro, che sono felice di averti nella mia vita e ringrazio il Cielo ogni giorno per averci fatte “incontrare”. Ti voglio bene, cara! Buon Compleanno e 100 di questi giorni!
Ringrazio di cuore
alicesimone che, in via eccezionale, ha sistemato questo capitolo e beterà i prossimi due.
Questa fic è nata da una sfida lanciatami dalla mia socia/mogliettina
melancholia, che hascelto paring e prompt, doveva essere una PWP, poi i personaggi mi sono sfuggiti ed è diventata una fic con molto Plot ed una discreta dose di p0rn O_O
*Durante questo racconto Scorpius è al 7° anno e ha quindi 17 anni, l’età in cui nell’universo Potteriano si diviene maggiorenni; dato che nel mondo reale le cose NON stanno così, ho dovuto inserire l’avvertimento Relazione Adulto/Minore. Se la cosa dovesse in qualche modo turbarvi, questa non è la fic che fa per voi.
The Rest is Another Story
Prima Parte
Volgeva la mano, sotto la bocca di lui,
per sentire i baci sulla palma, sul dosso, tra le dita, intorno al polso,
su tutte le vene, in tutti i pori.*
I cancelli di Hogwarts si spalancarono con un docile cigolio permettendo a una figura ammantata di nero, vestita da capo a piedi di un’aderentissima divisa in pelle di drago con colletto alla coreana chiuso da alamari d’argento e stivali al ginocchio, d’incamminarsi per l’assolato parco del Castello. Il passo deciso ed il portamento militaresco gli conferivano un’aria temibile, donandogli quasi le sembianze di un lupo che punta la propria preda, impressione che stonava profondamente con il resto del suo aspetto, dai corti capelli blu elettrico ai lineamenti gentili ed eleganti del volto. Il giovane varcò la soglia dell’antico maniero attirando non pochi sguardi su di sé; gli alunni di passaggio fissavano infatti allibiti sia la bacchetta inguainata in una fondina sulla coscia destra che il distintivo della SSA, Squadra Speciale Auror, appuntato sul petto.
-Teddy!- Una voce familiare gli giunse da un gruppetto di Grifondoro del quinto anno e, l’attimo successivo, un fulmine dai lunghi capelli rossi e le forme flessuose gli saltò al collo.
-Lily! Ciao piccola- esclamò questi, stringendo l’ultimogenita dei Potter tra le braccia -Diventi ogni giorno più carina- constatò poi.
Lei si aggiustò la sottile montatura degli occhiali sul nasino lentigginoso, prima di schioccargli un bacio sulla guancia -Che ci fai qui?- domandò poi curiosa.
La risposta dell’Auror fu però anticipata da qualcun altro che lo chiamò a gran voce e, poco dopo, un ragazzo dai capelli neri e gli occhi di smeraldo, con indosso la divisa da Quidditch dei Serpeverde, li raggiunse a passo di marcia e lo strinse in un abbraccio fraterno.
-Ciao Albus, ti trovo in forma- lo accolse il più grande, battendogli una mano sulla spalla.
-Teddy... Ted Lupin?- Stavolta l’interpellato non riconobbe la voce che gli giunse da dietro le spalle e, voltandosi, si trovò dinanzi... un angelo.
Un secondo studente in divisa verde-argento, all’incirca dell’età di Albus, ma con lunghi capelli simili ad oro bianco filato ed acute iridi argentee contornate da ciglia dorate, labbra carnose e rosee, fisico sottile ed un incarnato diafano era infatti sopraggiunto al suo fianco.
Il giovane uomo dalla chioma colorata rimase incantato da quella visione, ma ci pensò l’oggetto della sua ammirazione a riscuoterlo, porgendogli la mano: -Scorpius Malfoy, sono tuo...-
-Cugino- lo interruppe Lupin -Non avevamo avuto ancora occasione di conoscerci, ma Al non fa che parlarmi di te- aggiunse con un sorriso gentile.
-Come mai sei qui?- chiese nuovamente la rossa.
-Non per motivi di piacere, purtroppo, come potete constatare con i vostri occhi sto lavorando. La Preside ed il corpo docenti mi aspettano in Sala Professori- rispose.
-É accaduto qualcosa?- lo esortò ulteriormente il moro.
Il Metamorfomagus si guardò brevemente attorno, con circospezione, constatando che il capannello di curiosi si era per fortuna diradato, dopo di che li attirò con sé in una vecchia aula in disuso e si premurò di sigillare ed insonorizzare la porta: -Abbiamo avuto una soffiata anonima: pare che qualcuno stia smerciando un veleno illegale, molto pericoloso, all’interno della scuola... Non posso dirvi di più e mi aspetto che terrete quest’informazione per voi- bisbigliò con voce a malapena udibile, gelandoli con un’occhiata penetrante che non aveva proprio niente di affettuoso.
-Tranquillo, non abbiamo dimenticato gli insegnamenti di papà. Siamo i degni figli del Comandante della SSA- lo rassicurò la Grifoncina.
-Vigilanza costante!- motteggiò il fratello, in una replica perfetta di Harry che fece sorridere Ted.
-Ora vado, ragazzi. Mi raccomando, non fate follie- li salutò scompigliando loro i capelli, prima di rivolgersi al biondo -É stato un piacere conoscerti, Scorpius. Con tutta probabilità dovrò alloggiare qui per un po’, quindi spero avremo altre occasioni per conversare. - Gli strinse nuovamente la mano e, augurando a tutti e tre una buona giornata, si allontanò.
-Cazzo!- esclamò sentitamente Malfoy, facendo sobbalzare gli altri due; era davvero raro che il giovane Lord si lasciasse andare ad un linguaggio così scurrile. -Non mi avevate detto che fosse così... così...- incespicò in cerca di un termine adatto.
-Figo?- gli venne in soccorso una sospirante Lily, e lui non poté fare altro che annuire.
-Beh, per noi è uno di famiglia, alla pari di un fratello maggiore- si giustificò Albus con una scrollata di spalle.
Il biondo osservò rapito la schiena dell’Auror, ormai lontana. Sua nonna Narcissa aveva sempre rimpianto di non essere riuscita a riallacciare i rapporti con la sorella Andromeda, la nonna di Ted... Forse adesso le cose sarebbero potute cambiare.
*°*°*°*°*
La Sala Professori era sempre la stessa, anche il vecchio armadio su cui il Metamorfomagus appese il mantello si trovava ancora lì. Per un breve istante, la sua mente volò al racconto di Harry su suo padre che vi trovava un Molliccio e lo utilizzava per far loro lezione. A quel punto/Subito dopo, però, scosse la testa e si fermò al centro della stanza, presentandosi al Corpo Docenti: -Sono Ted Remus Lupin, agente della SSA- esordì rivolgendo uno sguardo serio ai suoi ex-insegnanti e mostrando loro il distintivo -Forse qualcuno di voi si ricorderà di me come alunno...-
-E chi potrebbe dimenticarsi del nostro miglior Caposcuola?- lo interruppe la vocina di Vitious, il suo ex-Capocasa -Mai visto fare certe meraviglie con una bacchetta dai tempi di Albus Silente- lo elogiò, e molti suoi colleghi sorrisero annuendo concordi.
L’Auror arrossì lievemente, molto lusingato: -Grazie, Signore- rispose a bassa voce prima di riprendere un tono più professionale -Siete già a conoscenza delle voci che ci sono giunte. Il mio compito consiste nel trovare il contrabbandiere ed assicurarlo alla giustizia, ma per farlo mi serve la massima disponibilità da parte vostra. Il criminale in questione consegna il veleno ad alcuni studenti, attraverso i quali lo fa recapitare alle famiglie. Ovviamente non possiamo essere sicuri che questi collaborino spontaneamente, alcuni potrebbero essere stati costretti dai propri genitori, o addirittura agire sotto l’influsso della Maledizione Imperius. Dovrò seguire alcune delle vostre lezioni, per osservarli con attenzione ed individuare coloro che vengono usati come tramite. Temo avrò bisogno anche della collaborazione di Caposcuola e Prefetti, che dovranno riferire direttamente a me di qualunque persona sospetta avvistata durante le ronde notturne, a cui tra l’altro parteciperò io stesso. Inoltre, ho bisogno di avere accesso completo a qualunque zona del Castello, comprese le Sale Comuni, i vostri uffici ed i vostri alloggi privati. Inoltre vorrei interrogare ognuno di voi ed il resto del personale della scuola- spiegò esaurientemente.
-Sospetta già di qualcuno, Agente Lupin?- chiese Blaise Zabini, docente di Pozioni nonché Capocasa Serpeverde, con voce strascicata.
L’interpellato lo soppesò a lungo, di certo quell’uomo era il più abile in tutta la scuola a maneggiare droghe e veleni, quindi un potenziale sospettato: -Non ancora, Professore, ma forse avrò bisogno della sua consulenza ed è mio dovere non escludere alcuna possibilità, spero lo comprenda- rispose pacatamente.
-Ma certo- replicò questi, con un tono mellifluo e sarcastico che al Metamorfomagus non piacque affatto.
-Faremo tutto il possibile per agevolarti- s’intromise allora Neville Paciock, insegnante di Erbologia e Capocasa Grifondoro, facendo da paciere.
-Vi ringrazio, e mi assicurerò di non disturbarvi ogni qualvolta assisterò ad una lezione. Mi siederò in fondo alla classe, Disilludendomi in modo da non innervosire gli alunni, ed ovviamente vi avvertirò in anticipo della mia presenza- assicurò loro Ted. -Comunque non potrò occultare la mia presenza per tutto il tempo, quindi sarebbe un bene presentarmi ai agli studenti con una copertura. Preside McGranitt la pregherei di annunciare loro che sono qui per svolgere delle ricerche nella Biblioteca della scuola, che è tanto antica e ben fornita da essere Patrimonio Magico Nazionale- continuò, rivolgendosi stavolta esplicitamente all’ex-Professoressa, la quale acconsentì.
-Signor Lupin, alcuni degli alloggi destinati agli insegnanti sono liberi, poiché ci sono docenti, come Hagrid o Fiorenzo, che non ne usufruiscono, quindi potrà pernottare in uno di essi. In questo modo avrà anche più libertà di movimento. Quello accanto a Blaise è libero, se per lei va bene- gli illustrò Minerva.
-Sarà perfetto, Preside - replicò il giovane educatamente.
-Bene, allora chiederò ad Argus di accompagnarla lì appena possibile. C’è dell’altro?- domandò la donna.
-Per il momento, no. Più tardi, con il vostro permesso, parlerò con i Prefetti ed i Caposcuola... ed, ora che ci penso, anche con i fantasmi- aggiunse meditabondo.
-Agente Lupin... che ne è del veleno, una volta uscito dalla scuola? Sapete già quali sono le famiglie implicate?- domandò Susan Bones, che aveva ereditato la cattedra di Trasfigurazione e, dal pensionamento di Pomona Sprite, guidava la Casa Tassorosso.
L’interpellato si rabbuiò: -Alcuni nomi sono praticamente certi-sicuri, in più abbiamo una lista di altri possibili. Temiamo che la maggior parte del veleno stia andando nelle mani di diverse cellule terroristiche, che hanno intenzione di farne delle armi biologiche.-
C’era sempre qualcuno a cui non andava a genio il sistema.
La donna si coprì la bocca con una mano, atterrita, mentre Paciock chiese, con un’aria funesta che non gli si vedeva in viso da più di vent’anni: -Mangiamorte?-
-Non sono sicuro di poterli chiamare così, ma il concetto è molto simile- rispose atono, raggelando l’intero Corpo Docenti.
*°*°*°*°*
La sera stessa, durante la cena, la McGranitt presentò Ted agli studenti, giustificando la sua presenza lì grazie alla copertura che avevano concordato insieme e, più tardi, l’Auror ebbe modo di parlare con i Prefetti, richiedendo la loro collaborazione. Albus, Scorpius e Lily - rispettivamente Caposcuola e Prefetto Serpeverde del settimo anno e Prefetto Grifondoro del quinto - si trattennero nel salottino adiacente la Sala Grande, stanza in cui regolarmente si svolgevano le loro riunioni, per poter parlare con lui. E questi sorrise loro, non appena tutti gli altri furono usciti.
-Così sei qui per delle ricerche, eh!- esordì il secondogenito dei Potter tra il sarcastico ed il canzonatorio.
-E nel frattempo fungi da secondo guardiano- concluse il biondo nel medesimo tono.
La ragazza si concesse una risatina, quando il Metamorfomagus scosse il capo, sconsolato.
-Voi non sapete cos’è il rispetto per chi ha più anni di voi, non è vero?- li rimproverò quindi giocosamente.
-Ho sentito male io, o si è appena dato del vecchio da solo?- lo sbeffeggiò nuovamente il moro.
-No no, l’ho sentito anche io che non ho le lentiggini nelle orecchie- convenne Malfoy.
-Dai, non ho così tante lentiggini... non come Lily, per lo meno- replicò l’amico indignato.
-Ehi!- esclamò la diretta interessata.
-Sono sempre una quantità indecente- concluse il giovane Lord istigando così l’altro a ribattere nuovamente, quando i tre vennero distratti dal suono della risata soffocata di Teddy.
-Okay, malandrini, sarà il caso che torniate ai vostri Dormitori, a meno che stanotte non abbiate il turno di ronda. Io ora devo andare, Hagrid mi sta aspettando- ordinò questi, celando un ghigno divertito.
-Possiamo venire con te?- chiese allora la Grifoncina entusiasta.
-Non credo sia il caso, non ci vado solo per far visita ad un vecchio amico...- rispose ancora l’Auror, ora decisamente più serio.
-Non... non sospetti di lui, vero?- domandò Albus inquieto, ma l’interpellato si limitò a fissarlo in silenzio -Teddy, è di Hagrid che parliamo, non potrebbe mai...-
-Non sarebbe la prima volta che combina inconsapevolmente qualche guaio- lo interruppe Lupin, facendolo sbiancare -Devo andare ora, ci vedremo domattina a colazione, Buonanotte ragazzi- si congedò, dirigendosi verso la porta con passo deciso.
Qualcuno, però, non era affatto convinto di quell’insinuazione. Rubeus Hagrid era il Guardiacaccia, Custode delle Chiavi di Hogwarts e Professore di Cura delle Creature Magiche... chi, meglio di lui, conosceva il territorio della Scuola ed i suoi abitanti?
-Il veleno è di qualche creatura che vive nella foresta, vero?- intuì il biondo.
Il Metamorfomagus si voltò a guardare gli occhi freddi ed intelligenti del cugino e gli dedicò un piccolo sorriso: -Sei un ragazzo molto sveglio, Scorpius- riconobbe in una tacita conferma, prima di lasciare la saletta.
*°*°*°*°*
La Foresta Proibita era buia ed inquietante come sempre, il silenzio tanto assoluto ed avvolgente che lo scricchiolio di un ramoscello rotto sotto la scarpa risuonava come un boato.
Il Mezzogigante e Ted si facevano strada lentamente, ben attenti a dove mettevano i piedi, alla sola luce della lanterna magica del primo e della bacchetta del secondo.
-Siamo vicini...- lo rincuorò il docente, quando ormai l’Auror grondava di sudore.
Poco dopo spuntarono in una radura, al cui centro giacevano i resti di due enormi ragni. Erano stati uccisi da diverse frecce, che si erano conficcate negli occhi e nell’addome.
-Eccoli qua, altri due bestioni... sai, un tempo ci eravamo amici io e loro, ma quando il mio Aragog è morto...- L’omone tirò su col naso, soffiandolo rumorosamente nel fazzoletto stropicciato formato tovaglia.
L’altro, nel frattempo, si avvicinò con circospezione alle carcasse e controllò le temibili tenaglie: non vi era più una sola goccia di veleno, nemmeno secco. Con un incantesimo estrasse una delle frecce e la studiò con attenzione: -Queste appartengono ai Centauri- riconobbe.
-Sì, le Acromantule stanno invadendo il loro territorio ed a loro non è che ci piace molto, sono in lotta di questi ultimi tempi, non vogliono saperne di fare pace. Dei testarti, sono. Ce lo dico sempre a Cassandro che non gli vogliono fare male, è solo che ora sono in tanti, non ci basta più il posto dove stavano prima- spiegò Rubeus.
Lupin gli dedicò un’occhiata di sbieco, capendo bene le motivazioni dei Centauri e sospirando per il cuore immensamente buono ed ingenuo del Guardiacaccia: -Ad ogni modo, non credo che il Branco sia interessato al veleno; non hai notato nessun altro di sospetto aggirarsi da queste parti?- domandò.
-No, nessuno- rispose Hagrid aggrottando le sopracciglia cespugliose e scuotendo il testone.
-D’accordo, allora possiamo rientrare. Grazie per avermi accompagnato, amico- concluse allora il Metamorfomagus.
-Figurati Teddy, per te questo ed altro, e poi chi lo sente Harry se ti lascio tutto solo qui in giro? Non è posto per chi non lo conosce bene, questo- asserì il Professore di Cura delle Creature Magiche e l’Agente della SSA sorrise affettuoso, evitando di fargli notare che ormai non era più un ragazzino.
*°*°*°*°*
La mattina seguente, subito dopo colazione, Lupin si fermò a parlare con i fantasmi e (con) i Prefetti che erano stati di ronda durante la notte, ma non gli venne riferito niente d’insolito. A quel punto comunicò a due Professori che, durante la giornata, avrebbe seguito le loro lezioni. Prima di recarsi in aula, però, si premurò di applicare su ognuno dei passaggi segreti dei veloci ma efficaci Incantesimi di Guardia e d’Allarme, che sarebbero scattati non appena questi fossero stati utilizzati, in special modo quelli che collegavano il Castello a Hogsmeade... ed, a proposito del villaggio magico, si ricordò solo in quel momento che dalla Stanza delle Necessità era possibile accedere alla Testa di Porco. Negli anni la fama di quel Pub non era certo migliorata, così come quella della gentaglia che lo frequentava abitualmente, e Ted considerò fosse il caso di andare a fare una chiacchierata anche con l’immortale gestore Aberforth, uno dei loro migliori informatori.
Tuttavia Hogwarts era un territorio pressoché immenso da tenere sott’occhio, per un’unica persona. Avrebbe avuto bisogno di qualcosa che gli permettesse di mantenere su di esso una vigilanza costante... e lì giunse l’illuminazione divina.
Durante il pranzo chiamò con un cenno i due Potter, facendogli chiaramente intendere che avrebbe gradito parlare con loro in privato ed al più presto. Lily, Albus e l’immancabile Scorpius, terminarono di mangiare con calma e poi lo raggiunsero nel salottino in cui avevano parlato la sera prima.
L’Auror non perse tempo: -Ragazzi, mi serve la Mappa- esordì in tono concitato. Quando aveva compiuto undici anni Harry gliel’aveva affidata, in quanto erede dei Malandrini, ma prima di lasciare Hogwarts lui l’aveva consegnata a James, che a sua volta aveva passato il testimone a suo fratello ed a sua sorella.
-Faccio un salto a prenderla in Dormitorio- rispose prontamente la Grifondoro, e dieci minuti dopo tornò col fiatone e l’antica pergamena in mano.
Il voltò del Metamorfomagus si aprì in ghigno birichino tutto da mordere, mentre la infilava sotto il mantello, e Malfoy, osservandolo, si leccò inconsapevolmente le labbra. Accidenti se era eccitante quell’uomo!
-Bene, con questa sarà tutto molto più facile. Ora vi lascio ragazzi, devo inviare un rapporto al Capo, altrimenti chi lo sente- sbuffò l’Agente della SSA.
-Papà ti schiavizza, eh?!- ridacchiò Albus ed il più grande scrollò le spalle, scarmigliando loro affettuosamente i capelli, prima di dirigersi in Guferia.
Lungo i corridoi molte studentesse, ed anche diversi studenti, lo fissarono insistentemente, ma lui non vi diede peso, considerando tra sé che la loro attenzione doveva fosse dovuta al distintivo che portava, non accorgendosi che al contrario fosse piuttosto puntata sul suo fondoschiena.
Scrisse rapidamente la lettera, occultandone il testo con diversi potenti Incantesimi di Sicurezza, prima di spedirla e ripercorrere la strada fatta ed inoltrarsi nei Sotterranei per seguire la lezione di Pozioni del settimo anno.
Blaise Zabini era un docente scrupoloso e molto competente, di certo uno dei più abili Pozionisti attualmente sulla piazza; non si poteva dire che fosse imparziale, ma sapeva riconoscere i meriti al di là delle antipatie. E Lupin ebbe modo di confermare questa opinione, maturata negli anni in cui era stato suo allievo, seguendo la lezione dal fondo della classe. Albus e Scorpius erano infatti i pupilli del loro Capocasa, ma non erano i soli. Tra le prime file, accanto a loro, vi era infatti seduta Rose Weasley, concentrata sulla lavorazione di un complicatissimo distillato.
Fu un piacere per il giovane Auror ammirare nuovamente l’abilità del secondogenito dei Potter, che in quel campo era un piccolo genio, ma rimase altresì piacevolmente colpito dal proprio cugino. Il biondo non era affatto da meno dell’amico, ed entrambi non avevano neanche bisogno di consultare il libro per assicurarsi di svolgere alla perfezione il compito che era stato loro assegnato.
Si sorprese ad attardarsi ad osservare il profilo di Malfoy e si rese conto che la sua era un tipo di bellezze particolare, che poteva piacere o non piacere affatto, senza alcuna via di mezzo. Molti avrebbero potuto considerare il suo aspetto troppo spigoloso e pallido, quasi appuntito e slavato... a lui, però, sembrava semplicemente elegante e candido. La sua figura, infatti, poteva definirsi tutto fuorché delicata, al contrario era molto virile, proprio a causa dei tratti aristocratici ed affilati. Era magro, ma non ossuto, aveva una muscolatura quasi felina da buon Cercatore ed era piuttosto alto per la sua età.
Sussultò al suono della campanella e si accorse di essersi concentrato su tutt’altro che la propria missione.
*°*°*°*°*
Dopo una settimana di lezioni, ronde notturne, interrogatori, ispezioni delle aule, dei laboratori, delle Sale Comuni e degli alloggi di tutto il personale, Ted aveva ormai una situazione piuttosto chiara del profilo della maggior parte degli abitanti di Hogwarts e... nessun sospettato! Certo, teneva costantemente d’occhio gli studenti che era sicuro fossero implicati nello smercio del veleno e ne aveva individuati degli altri, ma nessuno di loro pareva essere sotto incantesimo, anche se non poteva essere certo che non fossero stati costretti dalle rispettive famiglie; oltretutto alcuni di loro erano molto giovani, addirittura ragazzini dei primi anni, probabilmente inconsapevoli della gravità delle loro azioni sconsiderate e, di fatto, non aveva raccolto niente di concreto, né inquadrato un potenziale indiziato. Tantomeno aveva scoperto dove il contrabbandiere nascondesse le scorte.
A tutto ciò, si aggiungeva un altro problema. Tutte le sacrosante volte che seguiva le lezioni del settimo anno, veniva distratto da un certo biondo Serpeverde. Oh Merlino, non riusciva a capire che diavolo stesse succedendo, gli bastava intravederlo in un corridoio perché la sua testa si svuotasse da ogni pensiero ed un senso di leggerezza gli invadesse lo stomaco... Non si era mai sentito così per nessuno, prima d’ora. Studiandolo durante le ore di lezione e chiacchierandoci in qualche raro momento di calma, aveva avuto modo di appurare che non era solamente affascinante, ma anche intelligente e molto divertente. Si sentiva maledettamente in colpa; il veleno di Acromantula era estremamente pericoloso, una sola goccia poteva polverizzare una pianta o, se ingerito, mandare in coma un uomo adulto. In dosi più massicce addirittura scioglieva il metallo e poteva uccidere... figurarsi come avrebbero potuto servirsene dei terroristi! Ed invece di concentrarsi sul proprio lavoro, lui sbavava dietro ad un ragazzino! Non si riconosceva più!
“Complimenti per la professionalità, Lupin!” lo canzonò la propria coscienza, con una voce fastidiosamente simile a quella severa di sua nonna.
Su queste ed altre elucubrazioni l’Auror rifletteva con aria funesta, camminando lungo i corridoi bui dei Sotterranei. Ad un tratto, però, percepì le voci appena smorzate dalla distanza di persone a lui ben note e che discutevano in toni decisamente poco amichevoli. Si riscosse rendendosi conto che si trovava vicino ai laboratori di Pozioni e, dietro l’angolo, proprio il Professore della materia in questione stava litigando con il collega di Erbologia.
-Non possiamo andare avanti così, Blaise- ringhiò Paciock.
-Non dici sul serio, lo so che lo vuoi anche tu- rispose l’altro in un sibilo.
Il Capocasa rosso-oro però scosse il capo, con un’espressione angosciata: -Questa storia deve finire- rintuzzò.
-Te la stai facendo sotto, eh? Alla faccia del tanto proclamato coraggio Grifondoro!- lo schernì l’uomo di colore con cattiveria.
-Va’ al diavolo, Zabini!- sbottò Neville, spintonandolo con rabbia per poi sorpassarlo, ma questi lo afferrò per un polso prima che si allontanasse a sufficienza.
-Stanotte- sussurrò poi categorico, lasciandolo andare subito dopo e dileguandosi con uno svolazzo del mantello.
L’Erbologo scagliò un pugno contro il muro ed imprecò, allontanandosi poi nella direzione opposta, ed il Metamorfomagus si complimentò silenziosamente con sé stesso per essersi reso invisibile non appena sentite le voci.
Ripercorse rapidamente quelle brevi ed ambigue battute, decisamente sgomento. Possibile che quei due fossero implicati nell’intera faccenda? Entrambi avevano sicuramente familiarità con veleni e sostanze tossiche, inoltre avrebbero potuto recarsi nella Foresta senza destare sospetti per via delle materie che insegnavano. Tuttavia Teddy conosceva bene Neville, era uno dei migliori amici di Harry, nonché il padrino di Albus, e l’aveva sempre considerato al pari di uno zio... Non riusciva a credere che potesse aver a che fare con quell’indagine.
Forse era il Capocasa Serpeverde il ricettatore e l’altro l’aveva scoperto? Ma, in tal caso, perché il secondo aveva parlato al plurale?
Doveva saperne di più.
FINE PRIMA PARTE.
*La frase d’introduzione è tratta da “Il Piacere” di Gabriele D’Annunzio.
Potete trovarla anche su:
EFP;
Nocturne Alley;