DATI
Titolo: Mago Majokko Arashi
Capitolo: 1
Genere: Demenziale, What if?
Rating: G
Disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo
Trama: Il male più profondo si è risvegliato e ha preso possesso della mente e dei corpi di giovani idol innocenti. Chi potrà salvarli? Chi impedirà al mondo di finire nelle mani della malvagità più oscura e senza nome?
NOTE
ATTENZIONE: È una fic che può avere effetti indesiderati anche gravi, tenere fuori dalla portata dei bambini e leggere attentamente il foglietto illustrativo. Se il sintomo persiste cazzi vostri.
FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
• Evitare di tenere il portatile sulle gambe, rischia di cadere per le convulsioni causate dalle risate
• NON bevete nulla mentre leggete, rischio soffocamento
• NON mangiate nulla mentre leggete, certe scene richiedono uno stomaco forte
• la autrici sono sollevate da ogni responsabilità per danni a cose o persone, materiali o immateriali, fisici e piSSikici
Trailer:
*plin plon* { SI AVVISA LA CLIENTELA E LO STAFF CHE A PIANO TERRA E' STATO ALLESTITO UN GENEROSO E GRATUITO RINFRESCO. ACCOMODATEVI PURE. } *plin plon*
Bastò questo annuncio per svuotare la sala in pochi secondi...
La
"Saltellando sui confini della demenza Production"
presenta
«Ennò!» lo placcò Nino «Prima aspettiamo Jun, ora che sarà più facile vederlo arrivare. Tanto non è tipo da fermarsi ad un buffet, se è in ritardo»
«Eccolo! È lassù, sullo schermo!» esclamò Aiba
«Jun, ma non dovevamo incontrarci “di persona”?» domandò Sho incrociando le braccia
... «Si, ma c'è stato un disguido e ho dovuto cambiare i miei piani»
Una fanfiction nata dalle menti perverse delle autrici:
Hika86
Reru-chan
«Che cos'è quella roba?» domandò Sho, sgomento
«Beh... questa è...» farfugliò Aiba osservando l'oggetto che aveva in mano «La testa di un tecno-uccello!» spiegò convinto
Con un cast d'eccezione:
Aiba Masaki ("più che felice di esserci")
Sakurai Sho ("basta che facciamo in fretta")
Ohno Satoshi ("perchè a me?")
Ninomiya Kazunari ("FATEMI USCIRE DI QUI!")
Matsumoto Jun ("ghe pensi mì")
«Beh, non mi sembra carino ostacolare il corso del destino»
«Ma che destino e destino d'Egitto! Tutto questo non ha senso!»
E svariati ospiti illustri:
Johnny's Enterateinment docet
("Nessuno ci sta pagando per questa pagliacciata" "Io mi ero rifiutato, sul serio" "Fighissimo! Quando si comincia?" "..." "Chiamatemi il responsabile!" "Sono morto praticamente subito, ma sono felicissimo! Poteva andarmi peggio, MOLTO peggio...")
.. e vennero immediatamente teletrasportati. Ricomparvero venti metri più in là, solo che fuori dalla Torre. «Ma non potevamo semplicemente uscire dalla porta?» domandò Sho
«No, perchè...» ma Jun non riuscì a finire la frase
«WAHAHA»
Siete pronti per un tuffo nel surreale?
«AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA»
«Sbaglio o stanno ridendo di noi?» «Suppongo di sì» «Lo farei anche io»
«AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA»
«Adesso stanno esagerando però» «Adesso vado lì e li meno» «Nino, lascia stare»
«Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahah»
«”lascio stare” un par di ciuffoli!»
Quest'inverno preparatevi ad un'avventura oltre i confini dell'assurdo, perchè niente sarà più come prima...
«Di cosa è morto il dinosauro?»
CAPITOLO I°: L'inizio di una nuova battaglia
Era una luminosa mattina di Agosto e un carro bestiame si fermò davanti alla Tokyo Tower e la Tokyo Tower svettava imponente nel cielo estivo. Tre loschi figuri avanzavano tra la folla di turisti grondando sudore. L'aria tremolava al di sopra dell'asfalto bollente e il sole batteva inesorabile e implacabile sulle loro teste. Ad un certo punto la folla, che si accalcava sul marciapiede, svoltava a destra per entrare nello spiazzo antistante la Torre. Venendo da quella direzione, vicino alle entrate a vetri, era stato costruito un tunnel, una struttura di archi in metallo ricoperti completamente di rami di pini natalizi addobbati dalle tipiche lucine intermittenti e colorate*. «Uuuuuuh!! L'acqua nebulizzataaa!!!» stillò uno del trio lanciandosi verso il passaggio e fermandosi sotto uno dei getti che creavano una fresca nebbiolina tra gli aghi. «Si, si... carina...» rispose un altro, poco convinto «Però non abbiamo tempo per questo, adesso, Aiba chan»
«Sempre di fretta, Sho kun!» ribattè passando oltre i nebulizzatori «Tanto dentro c'è l'aria condizionata» fece spallucce e seguì gli altri due.
Il primo osservatorio della Torre si trovava a 150 metri da terra. Nella sala i turisti si accalcavano all'entrata del negozio di souvenir e si spintonavano a vicenda per un posto in prima fila davanti alle vetrate che permettevano una meravigliosa vista della capitale giapponese. «Con la calca che c'è qui non riusciremo mai a ritrovarci, non capisco perchè non siano voluti venire con noi. Riida, tu riesci a vedere uno di loro?» domandò Sho guardandosi in giro
«Faremmo meglio a dividerci» suggerì Ohno «Io vado da questa parte, tu in direzione opposta e Aiba chan rimane davanti agli ascensori, nel caso arrivassero ora»
«Va bene Masaki?» ma di lui già non c'era più traccia «Siamo alle solite... ritroveremo anche lui» sospirò prima di allontanarsi.
In quel momento, da un angolo della sala, si levò un coro di “oooh!” di ammirazione, accompagnato da entusiastici applausi. Dopodichè una voce familiare si levò dal gruppo di bambini che stavano creando quel trambusto «E allora? Chi è che non ha coraggio adesso?» li sbeffeggiava uno di loro. «Ma quello...» farfugliò Sho
«Vuoi dire che...» sgranò gli occhi Ohno
«Oh mio dio». In quel momento due agenti della sicurezza, nella loro impeccabile divisa colorata, passarono di fianco a loro diretti verso il ragazzo che continuava a saltare, pestando i piedi, proprio sopra la finestra di vetro incassata nel pavimento dalla quale si poteva vedere la base della Torre. «Ma lei non è un po' troppo cresciuto per comportarsi in questo modo?» domandò uno spingendo il ragazzo lontano dal gruppo di bambini
«Ma quelli là stavano insinuando che io...» fece per ribattere quello, con disprezzo
«Scusi» intervenne Ohno
«E' vostro questo?» chiese il secondo agente, indicandolo
«Ci scusi, lo terremo d'occhio» li rassicurò Sho con un mezzo inchino
«Si, si, va bene. Ma che non succeda più!» intimarono quelli prima di tornare verso gli ascensori. «Nino, non posso credere che tu ti sia fatto provocare da dei bambini» lo rimproverarono gli amici «Va bene che la statura è quella, ma speravo che fossi mentalmente più sviluppato» aggiunse Sho scuotendo il capo
«Si, come no!» sbuffò quello, incrociando le braccia «Ma a quello là, che adesso sta bloccando la fila per i timbri, non dite mai niente!» ed indicò, con un cenno scocciato del capo, Aiba che stava ripetutamente timbrando alcuni foglietti facendo aspettare un sacco di persone**
«Ma si può sapere cosa stai combinando?» domandò scocciato Sakurai, prendo l'altro per il braccio e trascinandolo via
«Ma.. ma... i timbrini! Li stavo facendo anche per voi!» spiegò quello raccattando rapidamente i fogli. Si radunarono tutti vicini agli ascensori, cercando di mettersi in disparte rispetto al resto delle persone, attendendo pazientemente il Quinto Elemento (citazione by Reru).
Comitive sempre nuove arrivavano all'osservatorio dagli ascensori, altri gruppi si allontanavano verso le scale diretti al secondo osservatorio, molto più in alto, quando il numero sul loro biglietto d'ingresso compariva sugli schermi disseminati per la sala. «Strano che Jun non sia ancora qui» borbottò Sho osservando la folla
«E' possibile che sia passato prima per gli uffici della Johnny visto quello che è successo stanotte?» domandò Nino
«Ah! Hanno avvisato tutti allora?» riflettè il collezionista di timbri «Mi hanno buttato giù dal letto stamattina. Voi ci avete capito qualcosa?»
«Da quel che ho capito dev'essere successo qualcosa in sede. A me hanno detto che oggi nessuno può andarci... boh, staranno facendo dei sopralluoghi magari» concluse Ohno facendo spallucce «Comunque non sono stati chiari con nessuno, non è colpa del fatto che eri mezzo addormentato, Aiba chan»
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Bastò questo annuncio per svuotare la sala in pochi secondi e anche Aiba stava per cedere alla tentazione del buffet, quando gli altri lo trattennero. «Ennò!» lo placcò Nino «Prima aspettiamo Jun, ora che sarà più facile vederlo arrivare. Tanto non è tipo da fermarsi a mangiare se è in ritardo»
{ Oh, ce ne hanno messo di tempo per andarsene via tutti! } esclamò una voce dopo pochi secondi
«Ehi, ma è Matsujun?» chiese Aiba guardandosi intorno alla sua ricerca
{ No, sono GuruJun! E sono molto più in alto di quello che pensi } suggerì spingendo l'amico ad alzare lo sguardo verso il soffitto
«Dove accidenti guardi?» chiese Nino aggrottando le sopracciglia
«Eccolo! È lassù, sullo schermo!» e tutti osservarono nella direzione indicata da lui. Effettivamente, al posto del conteggio dei numeri per il turno di salita all'osservatorio, sugli schermi di tutta la sala compariva uno strano primo piano di Jun: l'inquadratura infatti lo riprendeva dalle sopracciglia in giù. «Jun, ma non dovevamo incontrarci “di persona”?» domandò Sho incrociando le braccia
«Si, ma c'è stato un disguido e ho dovuto cambiare i miei piani»
«Certamente: lo sanno tutti che è più facile e rapido impossessarsi della trasmissione interna della Tokyo Tower, invece di mandare una mail e avvisare del ritardo» fece Nino, piccato
«Basta ciance!» intimò dal televisore «Abbiamo una missione importante e non c'è tempo di spiegarvi. Adesso vi farò avere quello che vi serve, ci vediamo alla base della torre. Sbrigatevi!» dopodichè chiuse gli occhi e recitò «ACCETTAZ...». Le ultime sillabe vennero troncate da un'improvvisa interruzione di comunicazione e lo schermo tornò a segnalare i numeri.
I primi secondi di perplessità e smarrimento vennero interrotti da un «Ahia!» urlato da Ohno che si beccò uno strano oggetto sulla testa, comparso dal nulla. Quando lo raccolse da terra potè rendersi conto di cosa fosse: la sagoma di una stella, creata con un tubo rosa luccicante, e da una delle cinque punte partiva un cuore con una coda, come una stella cadente, color arcobaleno. «Ma che diavolo...» riuscì solo a balbettare, sgranando gli occhi
«Ah! Ho sentito un rumore da quella parte!» esclamò Aiba avviandosi senza aspettare nessuno
«Sarà un aggeggio delle mocciose di prima» storse il naso Nino mentre Sho seguiva Masaki cercando di raccapezzarsi
«Ma quale rumore?» domandò affrettandosi dietro di lui «E quell'affare cos'era? Dove stai andando?!» esclamò prima di svoltare l'angolo e quasi sbattere contro l'amico
«Guarda cos'ho trovato!» fece raggiante mostrandogli un lungo bastone, guarda caso anch'esso rosa. Al suo estremo, invece di fiocchi e cuori, si trovava una composizione che sembrava molto la testa di uccello: la grossa gemma rossa ricordava un occhio, una strana protuberanza plastica faceva da becco e l'allungamento posteriore era come una paio d'ali. «Che cos'è quella roba?» domandò l'altro, sgomento
«Beh... questa è...» farfugliò osservando l'oggetto che aveva in mano «La testa di un tecno-uccello!» spiegò convinto. L'entusiasmo di Masaki però non convinceva gli altri «Vabbè, saranno i giocattoli di due bimbeminchia» fece spallucce Nino «Portiamoli agli oggetti smarriti»
«Buona idea, e andiamocene di qui!» lo spalleggiò Sho, premendo con decisione il pulsante dell'ascensore. Dopo qualche attimo, durante il quale i ragazzi espressero il reciproco sgomento, si aprirono le porte e lui entrò per primo: bastò fare un passo all'interno che scivolò e si ritrovò gambe all'aria. «Tutto bene?» chiese Ohno piegandosi su di lui, aveva ancora con sé il suo bastone rosa
«Si, si» annuì rimettendosi in piedi «E' solo una giornata storta! Che cosa è stato?» domandò piegandosi a raccogliere l'oggetto su cui era scivolato. Chiaramente era un bastone anche quello, ma rosa solo nell'impugnatura. Dalla metà, dopo una palla fuxia con strani inserti, partiva un tubo trasparente riempito di palline colorate. A chiudere il tubo un'altra sfera fuxia più piccola. «Che bello! Hai trovato anche tu il tuo scettro!» fece raggiante Aiba, mentre lo seguiva nell'ascensore «Oh no! Nino è l'unico a non averlo» e il suo tono suonava così seriamente dispiaciuto che l'occhiataccia degli altri due fu inevitabile.
Arrivati finalmente al piano terra si diressero verso il banco degli oggetti smarriti stranamente deserto «Ma allora? Non c'è nessuno che fa il suo lavoro qui?!» sbraitò Nino sporgendosi sul bancone alla ricerca di qualcuno a cui rivolgersi
«Ma... non vi sembra strano che siano spariti tutti quanti?» domandò Ohno lanciando occhiate preoccupate alla hall dove avrebbe dovuto esserci il famoso rinfresco gratuito. «Tò guarda!» esclamò Sho avvicinandosi «Ne avevano perso un quarto e qualcuno lo aveva già riportato qui» a quelle parole Nino alzò lo sguardo, seguendo il dito puntato dell'altro, e lo vide: su uno degli scaffali sbrilluccicava un altro corto bastone, forse una cinquantina di centimetri, di colore rosa. Sulla sommità aveva un fiocco dorato decorato al centro da uno spicchio di luna dello stesso colore e, subito sopra, una cuore luccicoso fuxia, con una pietra rossa incastonata nel centro. Infine era sormontato da una piccola coroncina luminosa. «Buffo» riflettè Masaki, improvvisamente serio «Si somigliano tutti. Non è che erano queste le cose che voleva darci Jun?»
«Significa che devo prenderlo?!» domandò istericamente Nino, indicando l'oggetto come se fosse la carogna di qualche animale in putrefazione
«Beh, non mi sembra carino ostacolare il corso del destino» ribattè l'altro
«Ma che destino e destino d'Egitto! Tutto questo non ha senso!» disse Sho allargando le braccia «E poi dove sarebbe Jun?!»
«Là» indicò Ohno. Quando tutti si voltarono le immense porte a vetri della hall della Tokyo Tower si aprirono scorrendo silenziose, mentre Jun spalancava le braccia come se le avesse aperte lui con un gesto: ricordava molto Mosè nell'atto di dividere le acque del Mar Rosso. L'immagine era suggerita ancora di più dal vestito che indossava: un grande mantello bianco candido lo copriva dalle spalle ai piedi e aveva un grosso cappuccio che gli ricadeva sulle spalle. Era chiuso da un enorme collana d'argento ornata di gemme che mostrava sul davanti, all'altezza dello sterno, un grosso zaffiro splendente. «Allora? Ci vuole tanto a scendere da una torre?!!» strillò al colmo dell'isteria «Io sono in piedi da stanotte che mi sbatto per voi! È troppo pretendere un po' di collaborazione?!!» ma al suo scatto d'ira seguì un silenzio glaciale. Tutti e quattro lo avevano squadrato dai piedi, che però non spuntavano fuori dal mantello, al capo ed avevano fissato lo sguardo sulla sua fronte rimanendo a guardarla sbalorditi. «Ehi» fece ancora il moro, più calmo «Io sono qua sotto» arricciò il labbro nel tentativo di distogliere la loro attenzione dall'enorme corno celeste che gli spuntava dalla fronte. Per la verità era parte di un diadema decorato con altre pietruzze azzurre, ma quella centrale era così grossa, e le altre così nascoste dai suoi ciuffi ricci, che sembrava veramente un corno. «Non vale! Il tuo scettro è più grande del nostro!» esclamò Aiba in tono accusatorio. Effettivamente una mano di Jun spuntava fuori dall'enorme mantello bianco e reggeva quello che sarebbe più corretto chiamare un bastone (le vostre autrici però non sanno come descriverlo perchè la forma è troppo assurda)
«Di cosa è morto il dinosauro?» domandò Nino indicando la forma bislacca che il bastone di Jun prendeva sulla cima. Non ricevette risposta però, dato che dall'esterno dell'edificio arrivò il rumore di un esplosione e la terra tremò violentemente. «Abbiamo perso fin troppo tempo» sbuffò tentando di nascondere il corno con la frangia riccia «Nino, insomma, prendi lo scettro e trasformatevi!»
«Cosa?» domandò quello
«Eh?» fece eco Ohno
«Trasformatevi!»
«In che senso “trasformatevi”?» strabuzzò gli occhi Sho
«Eh... prendeteli e agitateli!» gesticolò smuovendo il mantello «Insomma fate qualcosa!». Di tutta risposta Ohno provò ad alzare il braccio e a disegnare un cerchio in aria brandendo la sua stellina rosa... non accadde nulla. «Uhm... credo manchi qualcosa» riflettè Jun incrociando le braccia sotto il mantello, mentre magicamente il bastone si reggeva da solo
«Cos'è? Ci vogliono anche le paroline magiche?»
«Ecco cos'era! Bravo Sho!» esclamò dandosi una pacca sulla fronte «Mapporc...» farfugliò facendosi male col corno. Quell'attimo di esitazione di Jun diede a Nino il tempo di scoppiare a ridere, sul bancone degli oggetti smarriti «Va bene, adesso basta dai! Ci avevo quasi creduto: dove sono le telecamere?»
«Ma quali telecamere? È tutto vero!» ribattè irritato «Riida forza, recita: pimpulu pampulu parimpampù». Combattuto, con un Jun genuinamente deciso delle cazzate che diceva e gli altri tre altrettanto genuinamente sgomenti, Ohno pensò di fare come gli era stato detto, per mettere fine a quella farsa: agitò di nuovo la stella e recitò «Pimpulu pampulu... parimpampù!».
Pessimo errore.
Dalla stella si sprigionò una luce intensa che lo avvolse interamente per qualche secondo, contemporaneamente partì dal nulla una musichetta e l'aria intorno a lui si colorò d'arcobaleno cancellando tutto l'ambiente circostante. Quando luci e suoni cessarono Ohno ricomparve alla vista dei compagni agghindato in maniera decisamente singolare: indossava semplicemente un body giallo con voulant bianchi sulle spalle e sui fianchi, come la corta gonnellina, ai piedi calzava scarpe rosse con i tacchi. Trattenere o dissimulare le risate fu impossibile fin dal primo istante in cui gli ebbero tutti dato uno sguardo dalla testa ai piedi. Persino Jun, che, diciamocelo, sapeva che sarebbe successo qualcosa, non potè non scoppiare a ridere stupito dalla nuova mise del leader. «E questo...» pronunciò a mezza voce, guardandosi la gonna «... cosa significa?»
«Significa che non devi preoccuparti perchè adesso gli altri ti faranno compagnia. Ma prima...» annunciò agitando il bastone dopo averlo ripreso in mano «VESTITO, A ME!» recitò per poi farr comparire, tra le braccia di Aiba, un fagotto sospetto «Vai in bagno a cambiarti» ordinò
«A me niente formula?» domandò quello aggrottando le sopacciglia
«No, no... te lo spiego dopo» disse liquidandolo con un gesto della mano «Forza, chi è il prossimo?» chiese guardando i due rimasti. «La priorità ai più anziani» fece Nino con un gesto plateale
«Ma io...» protestò debolmente Sho
«Ottimo! La tua formula è...» si bloccò «... è... non c'è!» si grattò il corno perplesso «Devi solo fare dei gesti ben calcolati, uno dopo l'altro... come se stessimo ballando per un PV» sorrise come se quell'elemento fosse stato rassicurante
«Evviva» sbuffò storcendo le labbra
«Allora, guarda me e poi copiami» lo istruì Jun prima di mostrargli la sequenza di gesti. Nel ripeterli la magia si sprigionò dal suo scettro: alzando le mani sopra la testa si materializzarono dei guanti fuxia e, sopra di lui, comparve un vaporoso vestitino bianco e rosa confetto che gli cadde addosso riuscendo miracolosamente ad indossarlo senza problemi e con un solo gesto. Successivamente comparvero degli stivali fuxia, quando battè lo scettro sui tacchi delle scarpe, e un enorme cappello a punta -rosa come il vestito- quando si sfiorò la testa. Curiosamente, al cappello erano attaccati due enormi ponpon rossi. «Oh ma che carino» commentò Nino sghignazzando
«Non credere: adesso tocca a te» sembrò minacciarlo Jun «Forza, tu agita il tuo scettro e recita “Potere del cristallo del cuore, vieni a me!”» sillabò
«No, dico... vorrai scherzare spero» ribattè quello gesticolando con lo scettro
«Mai stato più serio di così» e detto questo tornò ad incrociare le braccia al petto, segno che non avrebbe ritrattato le sue parole. In quel momento la porta del bagno si aprì di poco e si sentì una vocina provenire dall'interno «Ma devo mettere anche questo?» e spuntò una mano che reggeva un cerchietto decorato con orecchie da gatto
«Si» fece l'altro, perentorio. Dopo pochi secondi Aiba uscì dal bagno mentre cercava di contenere la vaporosa gonna nera del vestito scuro coperto da un grembiule fuxia, altrettanto vaporoso e decorato da campanelli. Il cerchietto con orecchie completava la mise e la falsa coda che penzolava alle sue spalle lo rendeva non meno ridicolo delle altre. Nino osservò i tre compagni che si commentavano amaramente i nuovi vestiti: ora che erano tutti conciati a quel modo non sembravano più tanto in vena di prendersi in giro, anzi, parevano piuttosto depressi. Dal canto suo Jun era irremovibile, chiuso nel suo temporaneo mutismo e fermo sulla sua convinzione che tutti, nessuno escluso, dovevano stare a quel gioco. «So già che me ne pentirò» sbuffò prima di agitare il suo scettro col cuore e recitare «Potere del cristallo del cuore, vieni a me!». Anche intorno a lui la hall scomparve in un vortice di colori e si trovò al centro di un grosso cuore luminoso che gli vorticava intorno. Dei nastri rosa gli avvolsero il corpo evidenziandone i fianchi: venne coperto da un body bianco con un colletto alla marinaretta; dopodichè slanciò involontariamente la gamba destra verso l'alto perchè anch'essa venisse avvolta dagli stessi nastri che si dissolsero lasciando al loro posto degli stivali fuxia col tacco. Dai bordi del body dei fasci di luce azzurra formarono una gonnellina a balze blu come il colletto. Per finire comparvero, contemporaneamente, un paio di orecchini, un diadema che gli attraversava la fronte e due lunghi codini biondi che cozzavano violentemente con il suo colore naturale di capelli.
Gli amici, tutti trasformati, guardarono Jun, spaesati. «”chiamata” fatta, “scettri” trovati» cominciò a spuntare da un foglietto «”Incantevole Toshi” trasformato, “Sholasi Dò” trasformato, “Card Captor Aiba” trasformato, “Sailor Nino” (sebbene con un po' di reticenza) trasformato» concluse per poi ripiegare il foglietto «Bene, andiamo!» esclamò e non diede loro il tempo di replicare niente sui loro ridicoli nomi di battaglia: pronunciò una formula e vennero immediatamente teletrasportati. Ricomparvero venti metri più in là, solo che fuori dalla Torre. «Ma non potevamo semplicemente uscire dalla porta?» domandò Sho rendendosi conto dell'inutilità del gesto
«No, perchè...» ma come gli capitava (troppo) spesso, non riuscì a finire la frase
«WAHAHA» una grassa risata ruppe l'atmosfera glaciale che si respirava fuori dalla Torre. Non c'era nessuno e non si sentiva nessun rumore. Cos'aveva provocato le esplosioni? Ma soprattutto, chi se ne frega? Sette assurdi individui comparvero improvvisamente nel loro campo visivo: indossavano delle tutone, ognuna di un colore diverso e una specie di caschetto da ciclista. Quello che pareva il capo, vestito di rosso, fece un passo avanti e, puntando loro il dito contro, cominciò a cantare seguito a ruota dagli altri dopo pochi secondi «Boku ga waraebaaa, kimi ga warau karaaa, kimi ga waraebaaa, mata dareka ga warau saaa» cantarono in perfetta sincronia
«Se rido io è perchè ridi tu?», «Se ridi tu chi altro riderà?»*** tradussero Aiba e Ohno, guardandosi a vicenda, sbalorditi
«Ma che accidenti significa?» domandò Sho grattandosi la tesa del cappello a punta
«Ketaketaketaketaaa! Ahahahaha!!» continuò imperterrito il gruppo dei sette
«Sono vestiti come dei disperati...» osservò Nino incrociando le braccia al petto, poco sotto il grosso fiocco rosso
«Degni vostri avversari» rispose Jun, imitandogli il tono acido
«Tanoshii!» concluse quello vestito di nero deformando i tratti del viso in una smorfia assolutamente ridicola. Il gruppo si era piazzato a fare al sua pagliacciata al centro del parcheggio, mentre le nostre eroine i nostri eroi rimanevano all'ombra di uno dei pilastri della Tokyo Tower. Cominciò in quel momento la frase, la tiritera, la minaccia ripetuta tutte le volte dal nemico di turno:
Giallo: «Preparatevi a passare dei guai!»
Verde: «Dei guai molto grossi»
Azzurro: «Porteremo il mondo alla devastazione»
Violetto: «Denunceremo i mali della verità e dell'amore»
Rosso: «Siamo gli Eito Rengiā: pronti a partire alla velocità della luce»
Arancione: «Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere!»
Nero: «Miao, proprio così!»****
«Eh?» «Ma da dove sbucano questi?» «Perfetta sincronia comunque!» «Gli otto... che cosa?» «Otto? Ma se siete in sette!» concluse Nino dopo il primo attimo di smarrimento che aveva colpito tutti
«... tasto dolente» ammise il rosso
«E comunque voi siete in cinque!» ribattè il giallo
«Uscite dall'ombra e combattete da uomini!» concluse minaccioso l'arancione puntando loro il dito contro.
Spaesati da tutte le assurdità che erano accadute nel giro di pochi secondi nessuno osò disobbedire a quell'ordine perentorio ed uscirono tutti e quattro alla luce del sole: per i nemici fu così possibile vedere con chi avevano a che fare...
«AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA»
«Sbaglio o stanno ridendo di noi?» «Suppongo di sì» «Lo farei anche io»
«AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA»
«Adesso stanno esagerando però» «Adesso vado lì e li meno» «Nino, lascia stare»
«Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahah»
«”lascio stare” un par di ciuffoli!» «Trattenetelo!» «Io invece lo aiuterei volentieri...»
«Ahahahahahah... ahahahah...»
«Stanno stramazzando al suolo» osservò Aiba indicandoli mentre tutti e sette si tenevano le mani sulla pancia dal troppo ridere e cominciavano a collassare sull'asfalto
«ahahah...ah...» si stesero a terra rotolando sempre più lentamente, con le risate che suonavano man mano più strozzate nelle loro gole
«Ma muoiono?» domandò sgomento Ohno dondolando sulle scarpe rosse, per niente abituato a portare i tacchi
«a... h...» e poi ci fu solo silenzio
«Pare di sì» rispose Sho con lo scettro semitrasparente sotto l'ascella
«Ah-ah!» fece Nino soddisfatto, mettendo le mani sui fianchi della gonnellina blu «Ride bene chi ride ultimo!»
«Bravi! Bravissimi!!» esclamò Jun, ancora nell'ombra dietro di loro, mentre applaudiva fragorosamente e, chissà come, tornavano a sentirsi i rumori della città, scomparsi da quando si erano trasformati «Avete vinto la vostra prima battaglia! Non potevo sperare niente di meglio!»
«Ma quale battaglia? Sono soffocati dal ridere!» esclamò Sho allargando le braccia per indicare i sette corpi inermi stesi a terra
«C'è poco di cui esser fieri in questo» scosse il capo Satoshi
«Ehi ragazzi guardate!!» esclamò Aiba richiamando l'attenzione del gruppo. Aveva tolto il caschetto all'individuo (cadavere?) vestito di rosso «E' Subaru! Sono i Kanjani!»
«Perchè i Kanjani avrebbero dovuto attaccarci?» domandò Sakurai, avvicinandosi a controllare le parole dell'amico
«E perchè, tanto per fare un esempio, avrebbero dovuto far partire due esplosioni?» gesticolò ancora furente Nino «Jun! Ci devi delle spiegazioni!»
«E' presto detto! Ora ho tempo per spiegarvi che...» inutile dire che non riuscì a finire la frase: *waaaaaaa* suonava la volante della polizia che si avvicinava rapidamente. «Come non detto: filiamocela!» sospirò
«Piuttosto che farmi vedere in pubblico conciato così!» e tutti gli altri furono d'accordo con Ohno nel seguire il moro, che ancora non aveva spiegato loro niente, per fuggire da qualche parte.
FINE PRIMO EPISODIO
Sigla primo episodio: Incantevole Toshi
(Testo: hika, con sostegno di Reru. Musica:
qui)
Ohno amico caro
ma che destino amaro
scarpette e gonnellino
così sembri cretino
perversa fantasia
e un tocco di magia
Ohno non c'e' più
e invece Toshi ci sei tu
pari-pam-pum, eccoti qua
pari-pam-pum, ma chi lo sa
GuruJun dove l'ha trovato
questo vestito svergognato
pari-pam-pum spesso lo sai
pari-pam-pum combina guai
ma senza te chi ci salverà?
Incantevole Toshi, eccolo qua!
Poi Toshi tu lo sai
solo non sarai mai
ci sono gli altri tre
che lottano con te
se insieme vi unirete
tutti sconfiggerete
e libero sarai
di nuovo Ohno tornerai
pari-pam-pum, eccoti qua
pari-pam-pum, ma chi lo sa
GuruJun dove l'ha trovato
questo vestito svergognato
pari-pam-pum spesso lo sai
pari-pam-pum combina guai
ma senza te chi ci salverà?
Incantevole Toshi, eccolo qua!
pari-pam-pum, eccoti qua
pari-pam-pum, ma chi lo sa
GuruJun dove l'ha trovato
questo vestito svergognato
pari-pam-pum spesso lo sai
pari-pam-pum combina guai
ma senza te chi ci salverà?
Noi ti aspettiamo...
pari-pam-pum, pari-pa-pum, pari-pam-pum
ed eccoti qua!
* questo "tunnel" esiste davvero ed è VERAMENTE fatto così. Non chiedeteci il suo scopo, nè il suo utilizzo, nè perchè, all'alba di fine Luglio, fosse ancora lì...
** è usanza, in Giappone, che i posti significativi, i luoghi cultura, i templi, e persino le stazioni delle ferrovie, abbiamo un timbro con nome e logo o immagine del posto. Le persone possono timbrarsi una foglio o avere dei quaderni apposta per farlo
*** è il ritornello di "Wahahah" dei Kanjani8, per ascoltarla:
QUI **** è l'introduzione del Team Rocket, nella prima serie dei Pokemon
INOLTRE:
- la descrizione delle trasformazioni è di quanto più fedele siamo riuscite a fare a quelle originali (Creamy ce l'ha sempre uguale, per Doremì abbiamo scelto quella della 2° serie, per Sailor Moon quella della 3° serie) guardateve pure su YouTube XD
- Sakura cambiava sempre d'abito dato che non si trasformava, quello di questo episodio è quello da gattina:
QUI - Guru Clef, di "Una porta socchiusa ai confini del sole", non usava formule, richiamava le cose e basta!
- Il titolo del capitolo è il titolo del primo episodio della 3° serie di SM
Saltellando sui confini della demenza: le autrici si confessano.
Reru: Ma cosa facciamo? Una specie di scambio di battute?
Hika: Si
R: Che culo!
*………*
H: Vabbè dobbiamo parlare della storia... cominciamo a dire com'è nato il titolo, l'idea!
R: … eheh! PREGO!
H: La verità è che ho fatto un sogno che quando mi sono svegliata non ricordavo affatto: l'unico ricordo era...
R: iiiiiih!! Cosa ho visto!
H: Cosa?
R: Una SanSara
H: … wow... dicevo, l'unica cosa che mi era rimasta nella testa al mio risveglio è stato un titolo “Mago Majokko arashi”. È bastato fare due più due (42. Citazione by hika) e ho proposto alla Reru di scrivere
R: A mia discolpa posso dire che ero ubriaca quando ho accettato
H: Ma non è vero!
R: Sssssh, questo loro non lo sanno!
H: Così faccio io la figura dell'imbecille? Sei imbecille quanto me!
R: Aaah!
H: “aaah” cosa? Basta, fine della trasmissione.
.. stay tuned ...
NEL PROSSIMO EPISODIO:
Cosa è successo durante la notte? Perchè i Kanjani8 hanno attaccato la Tokyo Tower? ("Cioè, non è che fossero interessati proprio alla Tokyo Tower" "E' che per non sapere come cominciare allora abbiamo seguito il copione di ogni buona catastrofe giapponese")E che cosa è successo alla sede della Johnny?
«Ebbene sì, al di sopra dell'edificio si ammassano nuvoloni neri, l'aria è pesante e le strade deserte...»
«Ci sei stato?» domandò Sho allibito
«No, ma la base del cattivo è sempre fatta così» rispose Jun facendo spallucce
I nostri sono legati ad un destino ineluttabile? Dovranno per forza conciarsi in quel modo imbecille per affrontare un'impresa assurda e impossibile?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo...
Improvvisamente i costumi scomparvero in una nuvola di scintille e coriandoli, mentre lo scettro di Sailor Nino si rimpiccioliva e diventava una spilla a forma di cuore, che assorbì al suo luminoso interno quelli degli altri. Jun la recuperò e la porse al proprietario «Non perderla, qui dentro c'è tutto» lo raccomandò
«E che culo!»
Il disegno del titolo è mio, ebbene ZI. Ecco la versione pulita di immagini e più grande (cliccare per ingrandire). Ci ho impiegato una giornata intera a disegnarli =_= fottuti dettagli! Le pettinature sono quelli che hanno nelle foto dell'album "Boku no Miteiru Fuukei".
E' chiaro che il titolo è una storpiatura del programma chiamato "Mago Mago Arashi", vero?