DATI
Titolo: Being... Arashi
Capitolo: One Shot collection
A -
M -
N -
O -
S - 嵐
Genere: Generale, What if...?
Pairing: nessuno
Rating: G
Disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo
Trama: Com'è essere gli Arashi? Sono solo cinque ragazzi? O c'è qualcosa di più? Sono solo membri di un gruppo? O ognuno di loro è qualcosa di speciale per gli altri?
Un mattino come un altro gli Arashi si svegliano e non sono nel loro letto. Non ricordano nemmeno come ci sono finiti nel letto di qualcun'altro!
NOTE
Ecco un piccolo epilogo che potete leggere, come anche no. Non è fondamentale, è un surplus.
Sotto trovate le mie riflessioni... lo so, stavolta son lunghissime. Anche queste potete non leggerle, è solo la spiegazione di quante elucubrazioni mi faccio quando scrivo (e dato che stavolta ho dovuto rimandarle tutte alla fine... sembra proprio che io mi faccia un bel po' di seghe mentali. Ma scrivere e basta io no, eh?)
In definitiva... è come se poteste ignorare del tutto questa entry? O_ò
嵐 - Being... Arashi *epilogo*
Giorno successivo.
Ore sei meno venti del mattino.
Fervono già i preparativi nel grande studio 3. La scenografia è stata montata il giorno prima, anche i vari cavi di collegamento, le gru delle telecamere e altri utili elementi sono pronti. Le luci però non sono ancora accese tutte. Le persone cominciano solo ora ad accendere le macchine e i computer per i programmi di montaggio si avviano.
Nei camerini il primo ad arrivare è Jun e, nonostante sia venti minuti in anticipo sull'ora prestabilita, arriva di corsa. Spalanca la porta del camerino con gli occhi sbarrati e la bocca aperta per il fiatone. La costumista e i suoi tre assistenti sobbalzano spaventati. «Matsumoto san! Che spavento» sospirano «E' successo qualcosa?»
«N-no... no» farfuglia quello ricomponendosi. E' stato il primo ad arrivare, come al solito, quindi nessuno dei suoi compagni è già lì. «I costumi sono sulla sedia, preparati pure poi ti aspettano al make up» spiega un assistente prima di lasciare la stanza con gli altri.
Jun ha appena il tempo di posare la borsa che entra Sho, sembra agitato anche lui. «Matsujun!» esclama
«Sho kun, buongiorno» saluta lui «Che c'è da urlare?» domanda subito, allarmato da quell'atteggiamento
«Ah no...» sembra sgonfiarsi l'altro «No, niente. Hai visto Nino?» domanda subito
«Si, è dietro di te» risponde
«E se non mi fai passare non mi vedrai mai» decreta il nuovo arrivato. Sho sembra fare un salto di spavento e si fa di lato, schiacciandosi contro la porta per farlo passare. Nino lo osserva interdetto e stupito «Ehi, quanto caffè hai bevuto stamattina? Sembri un grillo schizofrenico» pronuncia prima di entrare nel camerino.
«Buongiorno Arashi» saluta il regista palesandosi all'entrata della stanza. I tre rispondono in coro. «Matsumoto san, possiamo parlare della scaletta di lavoro appena sei pronto? Dagli studi mi dicevano che l'avete avuta ieri»
«Si?» domanda Jun sgranando gli occhi e recuperando la borsa per guardarci dentro
«Si... dicevano di averli dati a Sakurai san»
«A me?» domanda quello, altrettanto stupito «Oh! Ma si certo! Lui è entrato in sala registrazioni con i fogli in mano ieri» sembra ricordare improvvisamente
«Eccoli, eccoli. Erano in borsa» annuncia Jun
«Lui chi?» domanda Nino mentre si toglie i jeans
«Bene, a dopo allora» saluta il regista «Oh buongiorno Ohno san»
«Regista» risponde quello inchinando il capo
«Mi raccomando oggi»
«Mh. Yoroshiku onegai shimasu» annuisce prima di entrare. Fa appena in tempo a fare un cenno del capo a Sho e Jun che Nino gli salta al collo. «Riida! Sono felice che tu sia arrivato!» esclama sollevato. L'amico lo osserva intensamente qualche secondo «Mh, oggi sembri meno basso di ieri» borbotta prima di avviarsi alla sua poltrona
«Ma che dici?» domanda quello storcendo il naso e trascinandosi con Ohno, senza mollare la presa nemmeno quando cammina o si siede.
Jun ha già finito di vestirsi, indossa le scarpe, senza allacciarle e dà una mano a Sho per allacciare i bottoni del costume, posti sulla schiena. «Stamattina hai sentito la sveglia?» domanda il ragazzo
«Non punto nessuna sveglia. Mi alzo spontaneamente» risponde l'altro «Ieri... devo essermi sentito poco bene» conclude, poi raccoglie la propria giacca e fa per uscire dal camerino. Ancora una volta qualcuno entra di corsa nella stanza. E' Aiba che apre la porta spingendola col piede, avendo le mani occupate. «Buongiorno a tutti!» esclama per poi sgranare gli occhi vedendo Jun davanti a sè «Matsujun!»
«E' un vizio oggi?» aggrotta le sopracciglia lui
«Oh è magnifico!» comincia a ridere «Ci siamo tutti? Ho preso dei muffin venendo qui, volevo festeggiare!»
«Uh cibo!» esclama Sho avvicinandosi al vassoio di pasticceria che Masaki appoggia sul tavolo. «Cosa festeggiamo?» domanda Nino prendendo il dolce con la crema gialla al limone
«Il mio ri...» fa per rispondere prima di bloccarsi «Cioè...»
«Il tuo che?» domanda Jun scegliendo il muffin con la copertura di crema violetta, decorata con pezzetti di more
«Rimpiazzo!» tira ad indovinare Sho scegliendo il dolcetto al gusto ciliegia
«Ritorno?» tira ad indovinare Ohno mentre stacca i mirtilli dal suo muffin di modo da mangiarli per primi
«Sostituzione» propone Nino
«E' uguale a "ritorno", ritenta» lo prende in giro Sho
«Allora... uhm... ah!» esclama improvvisamente, guardando Aiba che prende l'ultimo muffin rimasto, al pistacchio. «Tras.... trasformazione?»*.
I cinque si scambiano un'occhiata silenziosa, chi smettendo di masticare, chi continuando meccanicamente, come in trance. Dopo un buon minuto di sguardi intensi qualcuno bussa alla porta e urla «Arashi? Vi aspettano al trucco!». Tutti sbattono le palpebre e riprendono a respirare normalmente, come se durante gli attimi precedenti si fossero dimenticati di farlo.
Qualcuno tossicchia, Nino si lecca via la crema dalle dita, Sho quasi si strozza con l'ultimo boccone.
Ohno e Jun sono i primi ad avviarsi, ancora un po' perplessi, mentre Aiba butta l'incarto e finisce il suo dolce per cominciare a prepararsi.
Nessuno ha detto niente eppure tutti hanno comunicato qualcosa.
Non sanno se quel che è capitato a loro stessi è successo anche agli altri membri, nè se quell'occhiata sia stata solo un caso. Quel che è certo è che ognuno dei cinque ragazzi è al suo posto, mente e corpo, e che gli Arashi anche oggi faranno del loro meglio.
*La parola su cui si è bloccato Aiba in giapponese è "kaeru". Le alternative che danno gli altri Arashi sono altre parole con la stessa pronuncia, ma scritte con kanji diverso.
Come mio solito... ecco i miei commenti!
Li faccio sempre vero? I commenti dell'autrice. E' che mi diverte raccontare un po' dei retroscena alla stesura delle mie fanfiction. A voi non piacerebbe conoscere i retroscena... non so, della Rowling mentre scriveva HP? O di Dan Brown durante la stesura del Codice?
Ohddio, suono un po' arrogante così. Giuro che non mi sto paragonando a loro, non mi permetterei mai, ma era per dare l'idea.
Comunque, torniamo a "Being... Arashi".
L'idea è nata mentre studiavo gli hanzi per l'esame di cinese, seduta sul mio letto: mi ero distratta a pensare a tutt'altro, fissando i poster degli Arashi alla parete. Ricostruire la catena di pensieri che mi hanno portato a dire "Chissà come si comporterebbe Ohno nel corpo di Aiba?" è impossibile, ma sappiate che quella è stata la scintilla. Elaborando l'idea poi ho coinvolto tutti e cinque gli Arashi perchè suonava molto più interessante, così le accoppiate sono cambiate e non volevo più fare un semplice scambio univoco "uno nell'altro e l'altro nell'uno" ma intrecciarli. Sembrava più divertente. E lo è stato!
Fin dal principio il progetto era di fare 5 one shot, una per ciascuno, ma solo cominciando a scrivere ho pensato che, invece di descrivere cinque oneshot slegate tra loro con un momento diverso in cui ognuno si trovava nel corpo di un altro, sarebbe stato più divertente descrivere la stessa giornata solo che da punti di vista totalmente diversi. Come usando una telecamera per girare sempre la stessa scena, ma cambiando soggettiva ogni volta.
Scrivere la stessa scena 5 volte. La stessa scena da 5 punti di vista. La stessa scena con le stesse battute ma diverse interpretazioni delle stesse. Sembrava divertente, ma insieme faceva paura. E avevo ragione ad averne. Scrivere una cosa simile è stata una delirio. Fare una oneshot dopo l'altra sarebbe stato poco funzionale: se cominciavo a scrivere di Nino nel corpo di Aiba e lo facevo interagire con gli altri senza aver già cominciato a pensare come gli altri stessero reagendo in quello stesso momento in un corpo non loro non sarei mai riuscita a pensare a dei buoni dialoghi, ad una buona scena. E quindi a fare una buona fanfiction.
La soluzione era scrivere 5 one shot in contemporanea. Sì, in contemporanea. Avevo aperti 5 documenti di testo e scrivevo la scena in comune portandola avanti su tutti quanti. Non è stata una passeggiata, e ne sa qualcosa Rirì che era su Skype con me mentre scrivevo. Continuavo a confondermi, ho avuto pensieri del tipo: "Che puttanaio! Ho paura a far entrare in scena un altro personaggio aiuto!", "Mi sono appena chiesta: chi guarda chi? Chi è e chi vede? E un essere umano non dovrebbe farsi queste domande" oppure "Adesso entra in scena Sho, che in realtà è Ohno. Quindi vede se stesso nella scena, che in realtà è Jun. E anche Sho, che è Nino, vede se stesso... quando avrò finito fammi internare". Ora teoricamente la neuro dovrebbe ricevere una chiamata per venirmi a prendere, una volta per tutte.
Solo così è stato possibile far dire a Jun, nel corpo di Ohno, una provocazione all'altro se stesso ("Non puoi essere sempre perfetto, no?") e farla invece recepire a Masaki, nel corpo di Jun, come una perla di gentilezza e saggezza da parte del leader. Questo solo per fare un esempio. Il mio consiglio è quindi, per divertirvi, di rileggere le oneshot tutte insieme, ossia di seguire passo passo il dialogo leggendolo dai cinque punti di vista per rendervi conto del divertentissimo divario tra messaggio che si vuole comunicare e ciò che invece viene recepito a seconda di chi ascolta. E' uno spasso! XD
La spasso è stata la motivazione che mi ha fatto cominciare a scrivere, ma una volta iniziato è successo qualcos'altro. Scrivendo è venuta fuori una cosa che non avevo pianificato ed è diventata poi l'obiettivo primario di questa raccolta, lasciando il divertimento in secondo piano. Questa "cosa" sono i membri degli Arashi, ognuno nella sua individualità (ecco poi com'è nato il titolo).
Mi spiego. Non volevo solo mettere in risalto le particolarità di ogni membro -i difetti, le fisse, i pregi, il loro ruolo, la loro importanza- ma sottolinearle guardando ciascuno di loro da un punto di vista interno (vestendo i loro panni) ed esterno allo stesso tempo, perchè chi nota o mette in risalto queste caratteristiche non è la stessa persona che le ha ma un altro membro, il che è più funzionale dato che noi stessi a volte non siamo consapevoli dei nostri difetti o siamo troppo modesti per ammettere certi pregi. Ognuno dei membri ha vissuto sulla propria pelle gli obblighi, le qualità e gli impegni che ci si aspetta dal proprio compagno. E così in ogni oneshot il protagonista riflette seriamente sul ruolo, sull'importanza che quel compagno ha per il gruppo (in vari punti addirittura qualcuno ha riflettuto anche sul ruolo di altri! XD).
Insomma è una ff per divertirsi, ma che ancora una volta volevo sottolineasse quanto ciascuno dei membri sia speciale (secondo me) e quanto il rapporto tra loro sia unico e magnifico.
Per concludere, qualcuno forse si aspettava una spiegazione: cos'è successo? Perchè si sono scambiati i corpi?
Mi spiace deludervi, ma non c'è nessuna spiegazione di questo tipo. Spero sia ormai chiaro che lo scopo della ff non era raccontare di uno scambio di corpi, ma raccontare gli Arashi, il gruppo stesso, usando lo scambio come mezzo: è solo una scusa, non è la storia. E' un contorno divertente, ma non il nocciolo principale della questione. Quindi nemmeno io so perchè o come sia successo e questo perchè non me lo sono mai chiesto! Non era quello il punto.