[Supernatural] Practically Human - 6/19

Oct 01, 2012 21:47

Titolo: Practically Human
Traduttore: heavenlysunligh
Autore: Daylight
Link originale: Qui
Personaggi: Castiel, Bobby.
Rating: Arancione
Disclaimer: I personaggi descritti non mi appartengono e la storia non è scritta a fini di lucro.
Note: La storia è ambientata dopo la 5x22 ed è leggermente What if...? in quanto tutto è successo come nella puntata, ma Castiel è rimasto umano e Bobby è ancora sulla sedia a rotelle. Qui il permesso dell'autrice. Se volete leggere altre traduzione o richiederne, potreste dare un'occhiata Qui. Ci farebbe molto piacere avervi con noi =)
Riassunto: Alcune cose sono molto più facili da affrontare quando il mondo sta finendo. Mentre Dean va a mantenere la promessa fatta al fratello, Castiel è lasciato alle spalle con Bobby, cercando di adattarsi alla sua nuova vita da essere umano.


Sesta parte

Castiel guardò i diversi barattoli di salsa di pomodoro, mentre cercava di capire se gli piacevano i funghi. Esaminò l’elenco che teneva in mano dove “sugo per la pasta” era scritto inutilmente nella forte e inclinata scrittura di Bobby. In generale, l’intero elenco si era dimostrato inutile. Castiel aveva già trascorso quindi minuti a cercare di capire quale marca di burro avrebbe dovuto acquistare.
Quando prima aveva accompagnato Bobby a fare la spesa, si era semplicemente limitato a seguire da dietro il raccolto e il trasporto. Questa volta, il cacciatore aveva dichiarato che era giunto il momento per l’ex angelo di rendersi utile e gli aveva consegnato la lista prima di spingerlo fuori dalla porta. A Castiel non dispiaceva. Spesso sentiva il bisogno di uscire dai confini della casa e questo gli forniva sia una scusa sia una destinazione, ma non era sicuro di essere completamente pronto per la responsabilità di scegliere i generi alimentari.
Guardando da sopra i ripiani superiori, Castiel poteva vedere solo il cassiere di fronte. Il giovane stava fissando un piccolo schermo televisivo, ma continuava a lanciare a Castiel una rapida occhiata che sembrava strana. Gli sguardi erano iniziati dopo la seconda volta che Castiel aveva richiesto accurate indicazioni per trovare un elemento della lista. Aveva scoperto che alcune di quelle cose erano del tutto non identificabili. Non che non sapesse cosa fossero quegli alimenti. Si era imbattuto in una pletora di alimenti diversi durante le sue osservazioni dell’umanità. Semplicemente li trovava difficili da identificare nella loro attuale confezione dai colori vivaci.
Sull’etichetta del sugo per la pasta che conteneva i funghi, c’era una donna dai capelli grigi che gli stava dando un sorriso sconcertante. Castiel prese un barattolo senza funghi e lo mise nella cesta con gli altri generi alimentari.
Il cassiere lo servì lentamente, distratto a quanto pare dalla notizia che stavano mostrando in televisione.
“E’ strano,” commentò quando Castiel gli consegnò il denaro che Bobby gli aveva dato.
“Cosa c’è di strano?” chiese l’ex angelo, gentile.
“Tutti quei disastri che sono avvenuti, gli uragani, i terremoti, i vulcani. E ora questo.” Il cassiere fece un cenno al televisore, dove il telegiornale riportava una replica della Torre Eiffel fatta con scatole di fagioli. “Si sono fermati e basta. E’ come se ci fosse stata una guerra ed è finalmente finita.”
“La guerra è finita” rispose Castiel. “Lucifero è stato sconfitto e imprigionato ancora una volta.”
Congelato, il cassiere si fermò a fissarlo, la ricevuta e il resto che gli pendevano dalla mano tesa, come Castiel si rese conto che aveva di nuovo dimenticato di mentire.
“Già. Be’…” L’uomo gli consegnò in fretta il resto, la ricevuta e i generi alimentari. “Non sembri troppo felice.”
Accigliato, Castiel prese le buste e uscì, il campanello all’ingresso tintinnò quando lasciò il negozio. Fuori, il sole era alto e luminoso. Il mondo era pieno di erba fresca appena nata frammezzata dai colori vivaci dei fiori che stavano sbocciando. Quando Castiel s’incamminò lungo la strada, vide la gente indossare già i loro vestiti estivi, godendosi soddisfatti il tempo caldo, mentre liberamente andavano avanti con le loro vite.
La guerra era finita. Avevano vinto. Avevano portato a termine ciò che si erano prefissi di fare.
Non dovrebbe essere felice?
Il canto degli uccelli riecheggiò dagli alberi e Castiel guardò a terra per vedere la polvere ghiaiosa ricoprire gli stivali nuovi.

* * * * *

“Io non sono il padre di una sitcom televisiva”, affermò Dean con veemenza.
“Un cosa?” Chiese Castiel accigliato, mentre si sedeva sul letto e non per la prima volta desiderò che Dean la smettesse di usare costantemente riferimenti particolari.
“Sai”, spiegò Dean come se avrebbe dovuto essere ovvio a chiunque, ex angeli compresi. “Uno di quegli uomini con la testa calva e il ventre grasso che passano tutto il loro tempo in una poltrona sballata a bere e guardare la TV.”
Sentendosi solo leggermente più illuminato, Castiel scosse la testa. “Non credo che tu lo sia. L’ultima volta che ti ho visto avevi ancora i capelli.”
“Non è quello che pensa Lisa”
“Perché stai diventando calvo?”
“Non sto diventando calvo!” Dean urlò, per poi fermarsi a riprendere fiato, prima di continuare. “Lisa pensa che passo troppo tempo a bere e a guardare la televisione, che ho bisogno di uscire di casa.”
Castiel si raddrizzò, socchiudendo gli occhi. “Non sei uscito di casa?”
“Be’, no”, ammise Dean a malincuore. “Ma ho bisogno di tempo. Sono passate solo un paio di settimane. Non mi merito una pausa dopo tutto quello che ho passato?”
“Sì, ma non vedo come questo richieda stare a casa.” Le cose con Dean sembravano peggio di quanto si fosse reso conto. Castiel poteva non capire il processo di lutto degli esseri umani, ma limitarsi a un unico edificio non sembrava sano o utile.
“Lo faccio se ne ho voglia”, scattò Dean in risposta. “Tu hai speso il tuo tempo a fare cosa?”
Castiel esitò. Il più delle volte era troppo occupato a cercare di capire come vivere da essere umano, pensare a cosa avrebbe fatto con la sua nuova vita sulla Terra, ma il tempo passava, la questione appariva sempre più spesso in prima linea nella sua mente e lui non aveva ancora trovato una risposta.
“Leggo diversi libri. Faccio delle camminate. Sto seduto nel portico”, rispose, perché era quello che gli sembrava di fare nella maggior parte del suo tempo libero.
Dean sbuffò e Castiel poteva quasi vederlo roteare gli occhi. “E’ così che hai intenzione di trascorrere la tua esistenza umana? Pensavo di averti insegnato meglio.”
Castiel strinse i denti gli uni contro gli altri e con un po’ della sua ira, una volta celeste, gli rispose: “E passare il tempo a guardare la televisione e bere grandi quantità di alcol sarebbe meglio?”
La linea restò in silenzio per un attimo, prima che Dean parlò di nuovo. “Va bene, forse porterò Ben fuori per un hamburger o qualcosa del genere.” Sembrava ancora scontroso, ma anche un po’ contrito. “Ma è solo perché sto cercando di dare il buon esempio”, insistette.
“Certo”, rispose Castiel.

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