L'ennesima opera magna- Fiori di Primavera

Mar 10, 2009 21:05


Titolo: Diario di un segreto - Fiori di primavera
Fandom: X
Personaggi: Fuma Monou, Seishiro Sakurazuka,Yuto Kigai(citato)
Prompt: [Lista quattro: La festa del papà] 05. "Però non dirlo alla mamma!"- Meme di Primavera di michiru-kaiou7
Rating: NC-13
Riassunto: ...Fuma non aspettava nessuna visita quella matina...
Note: VI Side story legata al mondo di "Diario di un segreto", ambientata all'indomani dell'agguato ad Ikedaya, nel luglio del 1864. Cronologicamente si colloca dopo "Flashback 1" e "Attesa"


Diario di un segreto - Fiori di primavera
Dopo l’agguato di Ikedaya (luglio 1864)

I fiori attendono la prossima primavera,
Sperando che le stesse mani li carezzeranno
Ma i cuori degli uomini non saranno più gli stessi,
E voi saprete solo che tutto cambia,
Oh poveri amanti.
(poesia cinese)

Kyoto era immobile nella calura dell’estate, appena udibili i grilli nei prati e rari uccelli volavano ad un’ombra all’altra. Gli uomini si nascondevano nelle case, nella penombra delle stanze, dietro i ventagli appena capaci di dare un qualche sollievo, si muovevano solo per andare alla ricerca di una vaga brezza che muovesse le foglie smeraldo degli aceri e dei ciliegi. Con un simile clima, il massimo che si potesse tollerare di indossare era lo yutaka di cotone fino, e talvolta perfino quello era di troppo.
Seishiro Sakurazuka era immobile davanti agli shoji aperti, così provato dalla calura da non aver neanche la forza di leggere le lettere e i resoconti. Kyoto era tranquilla, i nemici del bakufu (1) stavano ancora leccandosi le ferite dopo che la Shinsengumi aveva sventato il complotto al ryokan Ikedaya (2), la stima dovuta a lui e ai suoi uomini immensamente accresciuta dopo quella notte, e ora, dopo giorni di attesa, anche il capitano Monou si stava riprendendo. Kigai lo costringeva ancora a letto, ma sapeva che era questione di tempo prima di rivederlo al dojo ad allenarsi. Decise di andare a sincerarsi di persona delle reali condizioni del suo ex scudiero.

L’aria era immobile, il sole del meriggio picchiava sui tetti neri del tempio, rilasciando un calore palpabile, il silenzio era pressoché irreale. Fuma Monou sedeva sul futon, solo un lenzuolo leggero a coprirgli le gambe, lo yutaka estivo aperto sul petto, l’obi allentato dai movimenti notturni, i capelli insolitamente sciolti. Stava aspettando che una delle domestiche lo aiutasse a lavarsi: desiderava togliersi l’odore delle medicine e della febbre dalla pelle e la sua chioma ribelle necessitava di qualche cura. Era una seccatura portare i capelli così lunghi, ormai superavano la linea delle spalle, ma non aveva intenzione di tagliarli, perciò una volta o due al mese si sottoponeva allo strazio di farli lavare e pettinare da una delle serve del tempio, e sopportava i sospiri deliziati di questa con uno sforzo titanico. In nessun caso si sarebbe fatto sorprendere in quel atteggiamento così intimo da qualcuno dei samurai della Shinsengumi: mostrare i capelli sciolti era come mettere a nudo la sua anima!
Come detto, Fuma non aspettava nessuna visita quella mattina, perciò quando bussarono sullo stipite degli shoji, pensò che altri non poteva essere che la domestica; non alzò neanche la testa dal manoscritto che stava leggendo.

- Avanti- la voce del capitano Monou era ilare e serena come nei giorni antecedenti al malore, perciò Seishiro aprì le porte con sollievo, del tutto impreparato alla scena che gli si parò davanti: il sole, attraverso le imposte, incorniciò con i suoi raggi il corpo del giovane, così inconsapevolmente lascivo con quello yutaka che scopriva più che coprire, e una cascata di capelli di un nero lucente, il cui odore gli invase le narici con prepotente oltraggio. Una scossa gli attraversò la schiena e sentì il sangue fluirgli violentemente ai lombi.
- Non avevo idea che fossero diventati così lunghi-
Fuma alzò il capo solo in quel momento e vide il comandante Sakurazuka fermo sull’uscio, ancora la mano appoggiata sul pannello scorrevole, che lo guardava come se fosse stata la prima volta. Istintivamente, Monou si voltò per recuperare il nastro con cui legare la coda e con l’altra mano strinse al petto i lembi dello yutaka, ma prima che potesse armeggiare per passare la stoffa tra i capelli, Seishiro gli arpionò entrambe le mani.
- Lasciami!- Per tutta risposta Sakurazuka strinse a sé il ragazzo ispirando l’aroma acre della chioma schiacciata sul suo viso - Bastardo, ho detto vattene!- inveì ancora Fuma divincolandosi. Se fosse stato completamente ristabilito si sarebbe sbarazzato dell’uomo con una certa facilità, ma la presa di Seishiro era salda e lo conosceva così bene da sapere che non lo avrebbe lasciato libero finché non avesse deciso lui. Di fatti, una mano stranamente fredda si avventurò nello scollo della veste e si fermò all’altezza dell’ombelico, dove una cicatrice lunga un palmo restava a monito del tentativo di suicidio perpetrato dal ragazzo quattro anni prima. Seishiro accarezzò fugacemente il cordolo e lasciò la presa.
- Questa cosa qui, non diciamola a Yuto-san- si alzò e sparì oltre gli shoji.
Fuma restò immobile chiedendosi se dovesse piangere o spaccare tutto.

Note:
(1) Bakufu: il governo centrale, retto dallo Shogun a cui la Shinsengumi era fedele
(2) Il complotto al ryokan Ikedaya: noto anche come l'Affair Ikedaya o l'agguato a Ikedaya. Nel luglio del 1864 la shinsengumi sventò un tentativo di rapimento ai danni dell'imperatore e di appiccare il fuoco alla città di Kyoto da parte dei. L'episodio ebbe grande rilievo e continua ancora oggi ad essere una pagina famosa della Storia giapponese.

Edit del 1 aprile 2009: Questo mese mi sono dedicata ad altro, perciò porto a casa una sola fic marzolina, mi rifarò ad aprile, spero! Questo il banner gentilmente offerto da michiru-kaiou7 (e non ho dovuto nemmeno ricordarglielo io questa volta, brava Michy!)

meme, x, feste, tabù, fanfiction

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