Titolo: Quando le avrò spaccato la faccia
Fandom: DC Lovvoverse
Beta:
cialy_girlPersonaggi:
Mar'i Grayson,
Lena Luthor/Tim Drake
Rating: PG16
Parole: 930 (works)
Prompt: Tim Drake/Lena Luthor, Mary Grayson - “Questo… questo… è impossibile.” “Mary, posso spiegarti.” “Oh sì, Mary, può spiegarti. Può farti una lunga e approfondita lezione di anatomia, anche se voci di corridoio mi dicono che tu te ne intenda già parecchio.”
- “E’ stato uno sbaglio, d’accordo? Non si ripeterà.” “Vorrei ben vedere. Ha la mia età!” “Sapete che sono ancora qui, vero?” @
GdLNote: Ho scritto troppe fanfic con Lena o_o davvero.
Disclaimer: No mio, no lucro, divertimento.
Non era la prima volta che si scontrava con qualche ragazza finita nel letto di suo zio. Capitava, vivendo nella stessa casa. L’imbarazzo che ne seguiva era, in fin dei conti, divertente.
Prima che lo scoprisse con Lena Luthor.
È andata così: Mary stava saltellando tutta allegra, felice e contenta verso la camera del suo innocente e adorabile zietto, senza sospettare nulla. Tim era tornato da poco a casa, voleva semplicemente informarlo dei nuovi avvenimenti capitati durante la sua assenza a Gotham, come sempre. Niente di che.
Eppure. Eppure aprire una porta non è mai stato così pericoloso - tranne in qualche film splatter e a casa di Dick Grayson, che siano maledetti lui ed Helena Bertinelli. Insomma, se solo Mary fosse andata dritta per i fatti suoi avrebbe sì sbattuto la faccia contro il muro, ma si sarebbe risparmiata un trauma non da poco. Invece, aprì la porta.
Lena Luthor si alzò a sedere di scatto, coprendosi con la coperta e scostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio, quando Mary entrò.
I primi minuti furono spesi nel silenzio totale, con le due ragazze che si fissavano a vicenda, una sconvolta e traumatizzata, l’altra con indifferenza. Quando Tim uscì dalla doccia, un asciugamano a coprirlo, notando la presenza della nipote, sbiancò - semplicemente -, incapace di fare qualsiasi altra cosa - mentre lo sguardo della ragazza andava da lui a Lena, quasi stessero giocando una partita di tennis.
Poi si soffermò sull’odiata nemica.
- IO TI AMMAZZO! - fece per gettarsi contro la rossa, che intanto si era alzata dal letto, sempre coperta dal lenzuolo, ma a fermarla - o a cercare di - fu proprio l’amato/innocente zietto, che tentava di trattenerla, cosa non semplice data la natura aliena di Mary.
- Tenete gli animali liberi qui, vedo. - mormorò Lena, e fu solo per fortuna che Mary non la sentì, altrimenti il mondo avrebbe pianto la giovane Luthor. Lo zietto, che si era mostrato non essere poi così innocente, le stava parlando nel disperato tentativo di calmarla, con un tono tra la supplica e il disperato.
- Puttana! - ringhiò Mary (“Da che pulpito viene la predica,” pensò Lena, ma fu abbastanza furba da tacere), riuscendo a liberarsi dalla presa di Tim, senza però avventarsi contro nessuno. - Questo… questo è impossibile. - si passò una mano tra i capelli. - È uno scherzo, vero zio? Quella non è Lena, quello è zio Rex, vero? -
- Uhm… -
- E io che reputavo Superboy cretino. - affermò la Luthor, tornando sul letto. La scena cominciava ad essere divertente, Drake spaventato e nervoso, e la pezzente così su di giri. Cercate di capire, dal suo punto di vista era qualcosa di estremamente spassoso, con Robin e Batman che stavano per litigare a causa sua. Il sogno di ogni criminale che si rispetti.
- Mary, senti, posso spiegarti… -
- Oh sì, Mary, può spiegarti. Può farti una lunga e approfondita lezione di anatomia, anche se voci di corridoio mi dicono che tu te ne intenda già parecchio. -
- La uccido. - disse Mary, e per riportarla in uno stato di semi-calma ci vollero altri dieci minuti.
Non era la prima volta che scopriva, nel letto dello zio, una qualche ragazza. Capitava, vivendo nello stessa casa. E prima d’ora non si era mai azzardata a fare chissà quale discorso morale o a giudicare la donna-di-turno, però prima d’ora non c’era stata nessuna Luthor.
- Sei per caso impazzito?! Ma tu sai chi è quella, quel mostro? Lei è l’erede di Lex Luthor, lei è la pazzoide che vuole dominare il mondo! -
Per non parlare del fatto che era l’ex-ragazza del suo amante, ma questo Mary alla lista non poteva aggiungerlo, le dispiaceva mettere in imbarazzo l’odiatissima nemica.
- Lo so. È stato solo un errore, d’accordo? Non si ripeterà. -
- Vorrei vedere! Ha persino la mia età. -
- Ciao? Sapete che sono ancora qui, vero? -
Lena si era ormai rivestita (le dispiaceva interrompere quell’amabile conversazione tra zio e nipote, ma dopo tutti quei “E il pagamento come è avvenuto?” o i “La pedofilia è un reato.” Le sembrava giusto dire la sua), e guardava scettica i due.
- Non ti preoccupare, il tuo karma rimedierà. - sibilò velenosa un alieno a caso nella stanza. Toccò a Tim far passare lo sguardo dall’una all’altra, tipo partita a tennis, probabilmente la stessa sopracitata, sempre più preoccupato.
Lena sorrise, falsa, si avvicinò alla porta-maledetta (dando una pacca sul sedere di Tim mentre passava, e di nuovo Mary fu vicina a commettere un omicidio), e si fermò sulla soglia.
- Allora ci vediamo domani alla conferenza, Drake. -
- Oh, certo. - rispose velocemente lui. - Ma non hai firmato… - cercò di dire, e l’occhiataccia della nipote bastò a fermarlo.
- Ti passerò i documenti domani. Ora proprio non posso fermarmi, ho un impegno. - e tornò a guardare Mary. - Devo presentarmi all’apertura di un nuovo centro commerciale, a Los Angeles. Parteciperanno anche i Teen Titans. Non vorrei fare tardi. - salutò con la mano e sbatté la maledetta-porta.
Lasciati soli, Tim potè notare la vena sulla tempia di Mary che pulsava in modo poco naturale. - Tutto a posto? -
- Quando le avrò spaccato la faccia lo sarà. - uscì anche lei, sbattendo la porta, che, se vogliamo essere sinceri, se lo meritava, lasciando un alquanto perplesso Batman a fissare l’entrata, promettendosi che la prossima volta (che non capiterà con Lena, si dice, come fa sempre prima di ricaderci) si ricorderà di chiudere a chiave.