[Gertrude and Claudius] I signori dello Jutland

Mar 24, 2009 00:22

Titolo: I signori dello Jutland
Fandom: Originale
Rating: PG
Conteggio parole: 523 (W)
Scritta per: Scrittura Creativa, Lezione IV. Il compito consisteva nel continuare l'incipit di "Gertrude and Claudius" di John Updike. Il romanzo, per chi non lo sapesse, è una sorta di prologo all'Amleto di Shakespeare, ambientato nella Danimarca altomedievale. È tutto un po' spoiler per il romanzo, ma tanto gli antefatti di Amleto li sappiamo tutti, no?

I signori dello Jutland
"I feel loved for the first time, and I know that it's true: I can tell by the look in your eyes." (Lady - Modjo)

DRAMATIS PERSONAE

Rorik: re di Selandia
Gerutha: figlia di Rorik
Horwendil: promesso sposo di Gerutha, figlio di Gerwindil
Feng: fratello di Horwendil
Asbjørn: OC


La delegazione degli Juti era giunta prima del calare del sole. Era un piccolo gruppo di uomini alti e biondissimi sui loro cavalli danesi, con uno scarno seguito costituito dagli schiavi più fidati e dai più belli - gli uni condotti per servire i padroni, gli altri da sfoggiare come bellezze esotiche alla corte di Selandia. Alcuni di loro provenivano dalle più remote regioni del sud dell’Impero - terre in cui, però, si diceva che la schiavitù avesse cessato di esistere - e avevano i capelli ricciuti e neri e la pelle olivastra che risaltava fortemente contro le lane chiare dei vestiti. Ma a parte questa magra scorta, i guerrieri Juti erano soli, e le loro figure spartane si stagliavano fiere contro il cielo che si andava affocando.

Dal torrione più alto del castello di Elsinore, Rorik li guardò avvicinarsi con orgoglio e piacere, avvertendo il fremito della sua stessa natura guerriera risvegliarsi alla vista di una rappresentanza tanto insigne. Niente sfarzo per i figli di Gerwindil, niente cortei in trionfo e caravanserragli; i doni nuziali erano stati inviati con anticipo, e ora i governatori dello Jutland si presentavano con semplicità, nella sobria eleganza propria dei guerrieri danesi. Perfino Feng, di cui si diceva che i lunghi viaggi e le lunghe permanenze a sud avessero rammollito i costumi, appariva impeccabile nella folta pelliccia di ermellino, e la guancia segnata dal lobo dell’orecchio alla bocca aggiungeva maschio vigore ai suoi lineamenti leggermente effeminati.

Horwendil cavalcava un passo avanti a tutti, splendido, la schiena dritta come una spada e la postura superba di chi possiede un’autorità innata. Un terzo cavaliere che gli procedeva al fianco non fu riconosciuto da Gerutha, ma Rorik glielo indicò come Asbjørn, figlio di Sighmund fratello di Gerwindil.

Gerutha li scrutò senza ombra di curiosità. Ai suoi occhi velati di tristezza i guerrieri Juti apparivano tutti come usciti dal medesimo stampo. Asbjørn - ora lo riconosceva - le aveva sempre riservato la stessa fredda cortesia del cugino più giovane, a tratti perfino più odiosa, perché venata di un astio sottile che pareva originato dal suo semplice essere donna. Fisicamente, la somiglianza col suo futuro sposo era tale che se per caso si fossero scambiati di fronte all’altare ella non vi avrebbe neppure fatto caso.

Il gruppo era giunto a meno di cento passi dall’ingresso quando Rorik toccò la spalla di Gerutha e le disse di seguirlo nella sala del trono, il luogo più consono ad accogliere i loro illustri ospiti.

Proprio in quel momento Feng alzò lo sguardo dalla strada innanzi a sé, e i suoi occhi di un grigio spettrale, quasi cristallino, volarono alla finestra dietro la quale Gerutha li spiava. Improvvisamente le parve bello, di una bellezza ferina e tremenda, tre volte lavata nel sangue. Il bracciale d’argento a forma di serpente che era stata in procinto di infilare al polso le cadde di mano e si incastrò in una fenditura del pavimento, la testa puntuta rivolta verso l’alto.

Mentre Gerutha si chinava a raccoglierlo senza pensare, il cuore leggero e lo stomaco pesante, la bocca del serpente le punse il dito e una stilla del suo sangue, come reclamata dall’animale, uscì ad abbeverarlo.

fic, language: italian, fic: gertrude and claudius, scrittura creativa

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