Titolo: Origini
Fandom: Originale
Pairing: Charles/Angela
Rating: NC-17
Conteggio Parole: 502 (W)
Prompt: "spiare" (13 febbraio) @
Chocolate Trilogy Fest (
fanfic_italia)
Note: La fic, perché di fic si tratta, è uno spin-off tratto dal bellissimo
Ora esatta della maour
juliettesaito. Da solo non si capisce del tutto, temo.
Parete della cucina, ore 12.30
Io li spio.
Nella caligine di vapore che sale dalla pentola e mi appanna il quadrante, i loro movimenti sono un balletto sfocato, ma questo non mi è d’ostacolo. Le dita di Charles le serrano la vita; due manine più piccole, con le unghie laccate di un rosa tenue, disegnano percorsi intricati tra i suoi capelli e gli scavano la stoffa arruffata della camicia. Il tavolo è ruvido, ma Angela non se ne cura. Ha le guance febbricitanti, le labbra senza rossetto aperte in un suono che il pudore non riesce a trattenere. Quanto è dolce, Angela.
Il movimento è fluido solo in apparenza; la grazia appassionata dei gesti si dilegua agli occhi di chi scompone ogni dato della realtà nelle sue minime unità di senso. Ogni movimento non è che una sequenza di altri movimenti, minuscoli e spezzati come il procedere faticoso della lancetta dei secondi.
Mi ha scelto contro il volere di Charles. Io li spio dal mio letto di piastrelle, parzialmente nascosto tra un calendario e uno strofinaccio, il ticchettio inudibile sopra il bollore dimenticato dell’acqua. Al momento sono un modello da poco prezzo contornato di plastica lucida; d’estate gli ingranaggi si dilatano e falsano l’ora, dimenticandosi di assolvere il loro compito primario. A volte riporto le lancette al loro posto; a volte no.
Le caviglie sottili di Angela si intrecciano dietro la schiena di Charles, ogni grazia dimenticata nel richiamo primitivo, ritmico ed eterno come lo scandirsi del tempo. Come ha osato, penso. Come ha osato, tra gli sbuffi di vapore che si addensano in goccioline sul mio spiarli. Medito di farla impazzire. Ha una mente molle e vulnerabile come il corpo nel quale Charles cerca soddisfazione. Medito di farla impazzire davanti ai suoi occhi; allora Charles saprà, conoscerà il suo errore, e saremo soli ancora una volta.
Labbra sulle labbra io li spio nell’affanno che segue la corsa, e il mio proposito muta, si accartoccia, si trasforma. Improvvisamente c’è qualcosa, in lei, che la rende preziosa; è solo una goccia, un tentativo, ma già definitivo come una sentenza.
Non la farò impazzire. Le generazioni umane mi sono indifferenti e l’attesa non mi stanca; un minuto o un milione, non fa differenza quando tutto è ciclico. Ma questo bambino mi apparterrà completamente. Lo attirerò col baluginio delle mie lancette e coi giochi di luce sul mio quadrante; nelle lunghe sere d’inverno lo intratterrò col mio ticchettio più sommesso e conciliante. Più grande gli concederò tutti i segreti del mio intimo, la perfezione gerarchica degli ingranaggi e l’arte difficile di armonizzarli. Mi amerà come Charles avrebbe potuto fare, se solo avesse capito. Mi sarà consacrato; sarà il mio tributo lungamente atteso.
Angela tira giù l’orlo della gonna e ridacchia stanca ed euforica, ignara della corsa vertiginosa che sta avendo luogo dentro il suo corpo. Se ne accorgerà a tempo debito, quando sarà troppo tardi per sollevare obiezioni, e non ce ne sarà più la voglia. Nel frattempo, io proteggo ciò che mi è dovuto.
Nel frattempo, io li spio.