Titolo: Prova di resistenza
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Dante, Nero
Wordcount: 842 (
fiumidiparole)
Prompt: 116. Resistere alla tentazione @
500themes_ita + BDSM per la
seconda settimana delle
Badwrong Weeks @
maridichallengeNote: Age difference, BDSM, Biting, Lemon, Yaoi
«Sai, potrei abituarmi all'idea di vederti in manette» esclamò Nero sorridendo.
«L'ho fatto per un motivo preciso» replicò Dante, sogghignando di rimando dal basso della sua posizione «Non voglio prendere il sopravvento. Qualsiasi cosa accada».
«Hai paura di non riuscire a controllarti?» lo stuzzicò l'altro, gli occhi accesi di un palese divertimento.
Nero era seduto nudo a cavallo del corpo di Dante, il quale per contro era ammanettato e sdraiato supino nudo sotto di lui, sopra il vecchio divano logoro nell'ufficio della Devil May Cry.
«Sai, potrei abituarmi all'idea di vederti in manette» esclamò Nero sorridendo.
«L'ho fatto per un motivo preciso» replicò Dante, sogghignando di rimando dal basso della sua posizione «Non voglio prendere il sopravvento. Qualsiasi cosa accada».
«Hai paura di non riuscire a controllarti?» lo stuzzicò l'altro, gli occhi accesi di un palese divertimento.
«Quando si tratta di sesso potrei fare qualcosa di sconsiderato pur di appagarmi».
Era consapevole di avere poco autocontrollo quand'era in balia dei suoi istinti sessuali.
«Diciamo che si tratta di una prova di resistenza per vedere quanto queste manette riescono a trattenere la mia forza demoniaca» specificò.
Essendo figlio di un demone e di un'umana, era naturale che un po' della natura demoniaca del padre gli fosse stata trasmessa, assieme a tutto ciò che essa comportava.
Nero gli strinse un capezzolo tra indice e pollice, chinandosi su di lui.
«Non fare l'arrogante. Non sei l'unico mezzo demone qui dentro» esclamò prima di congiungere la propria bocca alla sua, mettendo a tacere qualsivoglia sua replica.
Dante sollevò la testa cercando di intensificare il più possibile il bacio. Non gli riuscì particolarmente difficile, dato che Nero dopo pochi momenti iniziò ad utilizzare la lingua per stuzzicarlo.
Nelle zone basse del suo ventre, il figlio di Sparda riusciva a percepire la tensione che andava concentrandosi.
Il suo compagno gli strinse entrambi i capezzoli con le dita, tirandoli e giocherellando con essi. Il corpo tonico sotto di lui vibrò e si tese, fatto che l'avvertì di stare muovendosi nella direzione giusta.
Dante diede il primo inutile strattone alle manette.
Le loro lingue si cercavano con foga, trovandosi e scontrandosi passando continuamente da una bocca all'altra.
Quando Nero spezzò quel contatto vitale per l'altro quest'ultimo emise un verso di delusione.
«Ti piaceva, eh?» domandò retorico il più giovane.
Dante si leccò il labbro superiore, gli occhi azzurri che lampeggiavano traboccanti di lussuria sotto le palpebre calate a mezz'asta.
«Oh, sì...» rispose.
Quell'espressione così dannatamente sexy unita alla posizione di assoluta passività spronò Nero a darci dentro. Gli morse la giugulare con forza, depositando morsi e baci sulla base del suo collo mentre gli pizzicava con vigore i capezzoli.
Sotto il suo sedere avvertiva il pene duro del suo compagno.
Dante cercò di liberarsi un'altra volta: la sua erezione ignorata non era facile da sopportare. Purtroppo per lui - o forse neppure così tanto - anche in quell'occasione fece clamorosamente cilecca e le manette sbatacchiarono a vuoto e basta.
Se fosse stato libero avrebbe preso la sua erezione e l'avrebbe infilata nel sedere di Nero senza nessuna esitazione.
Stranamente, però, il più giovane indietreggiò spostando il suo corpo sopra l'inguine del più vecchio. Mise una mano dietro di sé ed afferrò l'erezione di Dante, il quale emise un gemito strozzato. Successivamente, Nero guidò il pene turgido e caldo del suo partner fino nella propria apertura, all'interno della quale lo inserì lentamente, per essere certo di aver centrato l'obiettivo.
Irrigidì la schiena nell'atto della penetrazione, lanciando uno sbuffo e chiudendo appagato gli occhi.
Premette il proprio corpo contro quello di Dante nello stesso momento in cui quest'ultimo dava la prima spinta poderosa col bacino facendo leva sulla schiena. Aveva abbastanza forza nei suoi muscoli da riuscire a farlo anche con un corpo come quello di Nero posato sopra.
Gemettero entrambi in modo piuttosto forte; dopodiché iniziarono a fare sul serio. Dante si muoveva con il cinto pelvico dal basso mentre Nero rispondeva con oscillazioni sincronizzate quasi alla perfezione, con le quali riusciva ad appagare la sua brama sessuale. Lo sbattere umido dei loro corpi si unì al rumore dei loro respiri.
Venne per primo. Il suo sperma schizzò sul ventre dell'altro disegnando sulla sua carnagione chiara una grossa macchia bianca.
Ansimò pesantemente, chinandosi di nuovo a baciare il suo compagno con violenza e desiderio, muovendosi sopra di lui con più urgenza. Passò le mani tra i suoi capelli bianchi, pettinandoli all'indietro per eliminare i ciuffi d'intralcio e contemporaneamente premendo il suo viso contro il proprio.
Dante forzò ancora una volta le manette, strattonando per cercare di liberarsi. Resistere alla tentazione di afferrarlo e toccarlo e tenerlo saldamente incollato a sé era veramente difficile.
L'impotenza assoluta lo spinse ad intensificare le spinte fino a che non raggiunse anche lui l'orgasmo.
Venne dentro Nero gemendo con voce roca, chiudendo gli occhi. L'altro ebbe un lieve sussulto, ma non si staccò dalla sua bocca.
Dopo alcuni secondi entrambi si rilassarono e le loro bocche si separarono un'altra volta.
«Ti sei eccitato parecchio, mh?» domandò Nero, inarcando un sopracciglio in un'espressione piena di sicurezza in se stesso.
Per un momento aveva temuto che le manette cedessero sul serio per lo sforzo cui erano state sottoposte, anche se non era intenzionato a dirglielo.
«È stata una sofferenza non poterti toccare» asserì Dante con un sospiro «Però è stato comunque intrigante, ragazzino. Sei stato bravo».
Nero gli accarezzò lievemente i pettorali, osservando dall'alto gli occhi del suo compagno.
«Adesso però liberami le mani» aggiunse Dante. Rimanere impotente per un po' era un conto, ma rimanerlo per troppo lo faceva diventare nervoso.
«Subito... non appena trovo le chiavi».