Titolo: Troppo vino
Rating: Arancione
Genere: Erotico
Personaggi: Antonio Fernandez Carriedo (Spagna), Lovino Romano Vargas (Sud Italia)
Wordcount: 708 (
fiumidiparole)
Prompt: 493. "Non voglio altro vino" @
500themes_itaNote: Linguaggio, Self!love, Yaoi. Scritta per il
mmom_italia«Romano...» mormorò con voce leggermente strascicata Fernandez, voltando il capo in modo che la mano inerte del Vargas finisse con l'accarezzargli i capelli.
«Ehi!» sbottò indignato l'altro, ritraendo il braccio «Che cazzo vuoi? Altro vino? Non ce n'è più, quella che hai svuotato era l'ultima bottiglia...».
Non gli scocciava tanto il fatto in sé e per sé che il suo ospite avesse finito le ultime bottiglie di vino che aveva in casa - anche perché pure lui aveva contribuito in modo cospicuo al conseguimento di quel risultato - quanto piuttosto quel suo strusciare la testa contro la sua mano, come un gatto che cerca attenzioni dal suo padrone.
Spagna aveva bevuto decisamente troppo vino.
In un certo senso Lovino si sentiva orgoglioso di sé mentre osservava Antonio seduto al suo fianco nel soggiorno di casa sua: per una volta era riuscito ad evitarsi la figura dell'imbecille bevendo vino fino a vomitare.
«Bastardo...» borbottò l'italiano, posando un braccio sulla spalliera del divano, godendosi lo spettacolo del Carriedo che si appoggiava con le palpebre socchiuse contro lo schienale.
«Romano...» mormorò con voce leggermente strascicata Fernandez, voltando il capo in modo che la mano inerte del Vargas finisse con l'accarezzargli i capelli.
«Ehi!» sbottò indignato l'altro, ritraendo il braccio «Che cazzo vuoi? Altro vino? Non ce n'è più, quella che hai svuotato era l'ultima bottiglia...».
Non gli scocciava tanto il fatto in sé e per sé che il suo ospite avesse finito le ultime bottiglie di vino che aveva in casa - anche perché pure lui aveva contribuito in modo cospicuo al conseguimento di quel risultato - quanto piuttosto quel suo strusciare la testa contro la sua mano, come un gatto che cerca attenzioni dal suo padrone.
«Non voglio altro... vino...» rispose in tono altalenante Spagna. Stavolta si sporse verso di lui e gli stampò un bacio sulle labbra senza il minimo preavviso.
Imprevedibile. Il comportamento di Spagna era totalmente imprevedibile quando era ubriaco, per cui Lovino non ebbe modo di prepararsi ad un bacio così carico di passione e languore.
Antonio si inginocchiò sul divano e si addossò contro il corpo del Vargas, come se così facendo potesse trasmettergli tutto il fervore dei suoi sentimenti per lui.
Romano per contro iniziò ad opporre resistenza, cercando di sfuggire alle mani di Fernandez che tentavano in tutti i modi di stringerlo a sé tenendolo per le braccia. Mentre provava ad allontanarlo, le guance rosse a causa dell'imbarazzo e dell'ira, gli strusciò una gamba contro l'inguine. Subito divenne ancor più rosso e spinse via con veemenza Spagna, guardandolo sconvolto.
«Ti sei eccitato, cazzo!» l'accusò con voce stridula per il tumulto di emozioni in contrasto che l'aveva travolto: era arrabbiato, sorpreso... ed anche un po' compiaciuto, in piccola parte.
Adesso che era riuscito ad allontanarlo un poco da sé poteva vedere bene che al cavallo dei suoi pantaloni c'era un rigonfiamento non da poco.
«Dai Romano facciamo l'amore...!» lo supplicò Antonio.
Non gliel'avrebbe mai chiesto in modo così diretto: era sempre stato molto romantico nel domandargli di fare sesso. Erano momenti particolari e lo spagnolo riusciva ad infiocchettare per bene tutto, portandolo a letto senza aver mai neppure pronunciato la parola "sesso" o "amore".
Era dannatamente bravo in quel genere di cose, Lovino doveva dargliene atto.
Fu tentato di mandarlo a quel paese in modo decisamente volgare e privo di tatto, ma poi ci ripensò, conscio che - nelle sue condizioni - non si sarebbe arreso per un semplice "no". Così gli aprì i pantaloni e gli mise una mano sul pene eretto che sporgeva dall'indumento aperto.
«Oh... Romano!» sospirò deliziato Antonio, chiudendo gli occhi mentre il Vargas gli insinuava la mano nelle mutande.
Cadde sdraiato sul divano, aprendo le gambe al massimo che gli era possibile dato l'impiccio dei vestiti.
Iniziò a gemere con un tono ben udibile, suscitando l'imbarazzo sempre più forte di Lovino, che continuava a masturbarlo per fargli raggiungere l'orgasmo e zittirlo; tuttavia, si rese conto ben presto che disponeva di un mezzo efficace per mettere a tacere i suoi gridolini.
Con uno sforzo per vincere la vergogna gli si sdraiò addosso e si protese a congiungere la bocca con la sua.
Funzionò: Spagna si consumava nel baciarlo, riversando tutto il languore e la passione dei suoi gemiti in quel gesto.
Il Vargas lo sentiva tremare sotto di sé mentre si avvicinava inesorabilmente all'orgasmo.
Non occorse molto perché venisse: dopo pochi minuti l'italiano percepì il suo sperma macchiargli abbondantemente la mano.
«Ah, che schifo!» esclamò, non riuscendo a trattenere il commento mentre gli toglieva la mano dalle mutande.
Si sollevò da lui tenendo lontana da sé la mano sporca, borbottando insulti verso il Carriedo mentre si dirigeva verso il bagno.
La prossima volta che Spagna avesse voluto fare qualsiasi cosa di inerente al sesso da ubriaco avrebbe fatto attenzione a togliere la mano prima che venisse.
Fernandez sospirò e chiuse gli occhi mentre portava una mano al suo pene, accarezzandolo blandamente.
«Ooooh... Romano...!» bofonchiò con voce strascicata, stirando le labbra in un sorriso ebete mentre allungava una mano a prendere il suo bicchiere di vino.