Testardaggine

Mar 16, 2013 12:48

Titolo: Testardaggine
Rating: Verde
Genere: Fluff, Generale
Personaggi: Chung Seiker, Raven (Pugno di Fuoco)
Wordcount: 1221 (fiumidiparole)
Prompt: Oggetti / #05 - Occhiali @ think_fluff
Note: Gen, School!AU
Raven stava iniziando a perdere la pazienza: correre per il dormitorio inseguendo il suo giovane compagno di stanza Chung Seiker non era esattamente l'occupazione più interessante ed avvincente che avrebbe voluto fare quel pomeriggio. Del resto, non si aspettava un granché come atteggiamento da un ragazzino figlio di un militare di Belder, cresciuto nel lusso - si vedeva dagli abiti alternativi all'uniforme che teneva nell'armadio - e probabilmente abituato a veder esauditi tutti i suoi desideri.

«Chung! Torna qui, subito!».
Raven stava iniziando a perdere la pazienza: correre per il dormitorio inseguendo il suo giovane compagno di stanza Chung Seiker non era esattamente l'occupazione più interessante ed avvincente che avrebbe voluto fare quel pomeriggio. Del resto, non si aspettava un granché come atteggiamento da un ragazzino figlio di un militare di Belder, cresciuto nel lusso - si vedeva dagli abiti alternativi all'uniforme che teneva nell'armadio - e probabilmente abituato a veder esauditi tutti i suoi desideri.
Almeno per quel che riguardava la sua salute, però, Raven aveva pensato che Chung avesse un atteggiamento un po' più responsabile, ma era caduto in errore.
«Chung!» chiamò ancora il ragazzo, l'espressione severa mentre correva lungo il corridoio che portava alla sala comune del dormitorio. Nonostante l'uniforme mezza sfilata - la camicia era sbottonata per metà e sfilata in parte dai pantaloni, la cravatta allentata e la giacca aperta - correva a perdifiato dietro il biondino che lo precedeva di qualche metro. In una mano stringeva una custodia azzurra nella quale era alloggiato un paio di occhiali da vista.
Il Seiker aveva scelto proprio il momento peggiore - o migliore, dal suo punto di vista - per decidere di liberarsi dei propri occhiali da vista: aveva aspettato che Raven iniziasse a spogliarsi per stendersi sul letto e riposare un po' dopo le ore di studio intenso in vista del compito dell'indomani e prima dell'ora di cena.
Tuttavia, non appena il Pugno di Fuoco aveva notato l'assenza degli occhiali sul nasino del compagno di stanza, subito si era insospettito.
«Che ci fai senza occhiali? Rimettili» gli aveva detto in tono burbero, perfettamente consapevole delle disastrate condizioni dei suoi poveri occhioni azzurri: Chung era fortemente miope da entrambi gli occhi, per questo doveva sempre tenere gli occhiali. Togliendoli rischiava di farsi male sia fisicamente per la mancanza di vista, sia perché sforzando gli occhi nel mettere a fuoco qualcosa che non potevano avrebbe peggiorato le cose.
Chung l'aveva guardato - probabilmente vedendolo soltanto come un'accozzaglia indefinita di colori - ed aveva detto: «Non sei mio padre, non puoi dirmi cosa devo fare! Io gli occhiali non li voglio mettere!».
E così dicendo era corso fuori della stanza.
A quel punto a Raven si erano prospettate due alternative: o lasciava perdere o lo costringeva a rimettere gli occhiali. Dato che sapeva perfettamente che in caso contrario si sarebbe infinitamente in colpa, il giovane si era addossato il fardello di far rigare dritto quel moccioso viziato e testardo con cui doveva dividere la stanza. Per questo era uscito portandosi dietro i suoi occhiali.
Tuttavia, nonostante fosse animato da buoni propositi, tutto ciò stava diventando a dir poco snervante. Non aveva intenzione di girare per l'intero dormitorio all'inseguimento del suo compagno per il resto della giornata.
«Chung!».
Stavolta al richiamo si mescolò anche una buona dose d'ira mentre il Pugno di Fuoco accelerava - nei limiti di quanto gli era concesso dalle sue gambe.
Il Seiker non rallentò né si voltò. Proseguì rapido lungo il corridoio.
Venne tuttavia fermato - e la scena fu buffissima - da una porta che si aprì sul corridoio a pochi metri da Chung e che questo non riuscì ad evitare, complici la vicinanza e la miopia spinta.
Fu così che il Seiker vi andò dolorosamente a sbattere, cadendo all'indietro in mezzo al corridoio.
«Ahio, che male...!» gemette quest'ultimo, premendosi una mano sul naso.
Raven, finalmente, lo raggiunse.
Dall'interno della porta uscì Elsword, perfettamente riconoscibile dai capelli rosso fuoco.
«Grazie, Elsword» esclamò Raven, salutandolo con un cenno della mano libera.
«Eh?» fece quest'ultimo, guardando confuso dapprima lui e poi il ragazzino biondo sdraiato a terra.
Senza commentare, esclamò: «Niente, ora scusami ma devo andare in bagno».
E fuggì nella direzione dalla quale inseguitore e fuggitivo provenivano.
Il Pugno di Fuoco rimase interdetto un momento, poi si piegò sulle ginocchia robuste e raccolse Chung. Se lo mise in spalla senza fatica e si avviò di nuovo in camera sospirando.
«Se avessi messo gli occhiali forse non saresti andato a sbattere contro la porta» rimproverò Raven.
«Ahio... mi sta sanguinando il naso...» bofonchiò il biondo.
«Non sporcarmi l'uniforme! Non voglio che qualcuno pensi che ho fatto a botte!» esclamò il Pugno di Fuoco indignato.
«Allora lasciami andare!» ribatté Chung, picchiandogli i pugni sulla schiena.
Era così basso che Raven, prendendolo in spalla, gli aveva bloccato ogni via di fuga: con i piedi nemmeno riusciva a sfiorare il pavimento.
«Scordatelo. Non voglio inseguirti ancora» replicò l'altro con una mezza risata.
Fecero ritorno in camera. Una volta qui, Raven posò il compagno sul suo letto - dopo essersi assicurato d'aver chiuso per bene la porta - e andò in cerca di un fazzoletto.
«Tieni, usa questo per il naso» disse, porgendo al più giovane un fazzoletto di stoffa grigia.
Quest'ultimo lo prese e se lo portò al naso, utilizzandolo a mo' di tampone.
«Ehm... grazie» esclamò Chung, imbarazzato.
Raven gli porse anche la custodia contenente i suoi occhiali da vista.
«Mettili, prima che combini qualche altra cosa...» l'ammonì in tono non troppo brusco.
Chung fissò con cipiglio apertamente ostile l'oggetto, prima di replicare: «Non voglio metterli».
«Pazienza, Raven. Ci vuole pazienza» si disse il più grande, trattenendosi dal gridare in faccia al suo compagno. La sua irascibilità non gli aveva portato che guai negli anni scolastici precedenti. Ecco perché era più o meno la terza - o forse la quarta? - volta che ripeteva quell'anno e si trovava nella stessa classe di un moccioso che di anni ne aveva solo tredici.
Adesso voleva rigare dritto e dimostrare di non essere solamente un ragazzo violento.
Per questo doveva cercare di comportarsi bene con il suo capriccioso - e almeno per lui insopportabile - compagno di stanza.
«Se non li metti peggiorerai solamente la situazione» esclamò il Pugno di Fuoco, cercando di essere ragionevole. Per un momento
«Ma non mi piacciono gli occhiali» replicò il Seiker, mettendo su un broncio da bambino che probabilmente a casa sua aveva convinto molti a dargliela vinta. Con lui, purtroppo, non funzionava.
«E perché non ti piacciono?» volle sapere Raven. Da quel che ne sapeva lui, quando si compravano degli occhiali se ne poteva scegliere il modello.
Chung parve titubante nel rispondergli, come se non volesse dirglielo perché si vergognava della motivazione - anche se era più probabile che esitasse poiché non erano in rapporti molto buoni.
«Perché sembro un secchione» replicò.
Raven sgranò gli occhi, allibito: «Tutto qui?».
«Come "tutto qui"?! Io non voglio essere preso in giro perché con quei cosi sembro un secchione!» sbottò Chung infervorandosi.
«Però se non li metti finisce come poco fa» gli fece presente il Pugno di Fuoco «Dubito che sia una bella cosa andare in giro senza vedere niente...».
Dal cipiglio che assunse Chung doveva aver colto nel segno.
«E comunque non sembri un secchione con quegli occhiali» lo informò Raven «Sembri solo più intelligente» soggiunse con una scrollata di spalle.
Fare il tenero non era proprio nelle sue corde e quel complimento - se così poteva definirlo - gli era costato mettere da parte moltissimo del suo orgoglio.
Il sorriso timido ed imbarazzato che comparve sul viso del Seiker riscaldò il cuore del suo compagno di stanza, che per un momento fu tentato di carezzargli il caschetto di capelli biondi.
Sembrava essergli grato per le sue parole.
Chung allungò la mano verso la custodia dei suoi occhiali, l'aprì e li estrasse per inforcarli.
Avevano la montatura azzurro ghiaccio in metallo sottile, quasi dello stesso colore dei suoi occhi e le lenti erano grandi e squadrate.
Il Pugno di Fuoco non glielo disse, però a lui piaceva vederlo con quegli occhiali, perché gli davano un'aria molto innocente.

rating: safe, fandom: elsword

Previous post Next post
Up