Titolo: Bagno di coppia
Rating: Giallo
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life
Personaggi: Chrom, Fem!Daraen, Frederick, Gaius
Wordcount: 2726 (
fiumidiparole)
Prompt: 231. Mani ruvide @
500themes_itaNote: Het
«Questo odore...» rispose semplicemente il principe, chiudendo gli occhi ed inspirando a fondo.
Il suo compare lo guardò come se fosse un folle in pieno delirio per alcuni istanti, prima di dargli una gran pacca sulla spalla.
«È quello che ti ho detto ora, princi. Seriamente, perché non ti fai un bagno?».
«Ma no, Gaius non parlavo di quello. Non lo senti? È odore di... di...».
Chrom si allontanò di qualche passo, cercando di definire il profumo che avvertiva e al tempo stesso individuarne la fonte.
Fu con piacere che Daraen, al termine di un'altra spossante giornata di marcia, decise di concedersi un bel bagno.
Dopo aver recuperato dalla tenda dove tenevano gli oggetti di scorta una grossa vasca abbastanza pulita, la stratega la portò fino alla sua tenda privata animata da una forte aspettativa: avevano camminato nella polvere e sotto il sole per tutto il giorno, pertanto i suoi vestiti erano impregnati di sudore e i suoi stivali erano ricoperti di fango.
Non appena si fu rifugiata nella sua tenda si accinse a predisporre degli abiti puliti e a procurarsi l'acqua con cui riempire la vasca. Per sua fortuna incrociò Frederick mentre si dirigeva con i secchi a recuperare il prezioso liquido: l'uomo - appresa la sua intenzione - decise di aiutarla a prendere e scaldare l'acqua, avvisandola anche del fatto che il fuoco era ancora scoppiettante e che pertanto non ci sarebbe voluto molto per ottenere dell'acqua calda.
In men che non si dica infatti, Daraen rientrò nella sua tenda scortata da Frederick e da diversi secchi colmi d'acqua bollente che rovesciarono nella vasca riuscendo a riempirla fin quasi all'orlo.
«Grazie per l'aiuto, Frederick» ringraziò sentitamente la ragazza, rivolgendo al cavaliere un caldo e allo stesso tempo sfinito sorriso di gratitudine.
L'uomo chinò il capo in segno di rispetto.
«Di niente, mia signora...».
«Oh, Frederick...! Quante volte devo ancora ripeterti di continuare a chiamarmi per nome e darmi del tu? L'hai fatto fino a poco tempo fa, non penso sia troppo difficile...!» lo riprese lei, appuntandosi con fare contrariato le mani sui fianchi.
Daraen aveva accettato la dichiarazione di matrimonio di Chrom già da un paio di settimane. Erano marito e moglie e lei era entrata ufficialmente a fare parte della famiglia reale, fatto che la poneva in un nuovo ordine gerarchico nell'ottica di Frederick.
Il cavaliere la guardò in maniera imbarazzata.
«Io non...» iniziò lui.
«Frederick...» lo richiamò la stratega «Devo darti un ordine oppure posso chiedertelo come amica...?».
L'uomo esitò rimanendo in silenzio; infine, esclamò: «Devo andare... Daraen. A domani».
Lei gli sorrise.
«A domani, Frederick».
Una volta sola si spogliò, lasciando i vestiti sporchi a terra, e scivolò dentro la vasca.
Emise un sospiro di piacere nel rilassarsi contro il bordo mentre le sue mani scendevano ad accarezzare il suo corpo.
Temporeggiò per poco in quel piacere prima di sporgersi a prendere il sapone.
«Gaius non pensi che sarebbe meglio rimandare ad un'altra sera...?».
Chrom sbadigliò vistosamente, tanto che cominciarono a lacrimargli gli occhi. Era palesemente esausto e sembrava non vedere l'ora di andare a farsi una bella dormita.
«Mi avevi promesso che sarebbe stato stasera, princi. Che c'è, i nobili adesso infrangono anche le promesse?» esclamò l'ex ladro «E poi vuoi andare a dormire in questo stato?».
Il principe lo squadrò con aria scettica.
«Che vuoi dire?» disse con aria inquisitoria.
«Be', guardati» fece Gaius, accennando a lui con un vago gesto della mano «Sei sporco come una persona qualsiasi e... e, be' puzzi di sangue e sudore...».
Chrom assunse un'espressione indignata.
«Ehi!» sbottò, dandogli di gomito nelle costole.
Gaius si massaggiò il punto leso e si prestò subito per restituire il colpo. Chrom incassò senza neanche provare a difendersi e la cosa non sfuggì all'acuta osservazione del suo amico.
«Princi, che ti prende?» chiese, incuriosito dal suo improvviso cambio d'espressione.
In effetti il principe d'Ylisse era passato dall'avere un cipiglio indignato ad uno molto più guardingo tutto d'un tratto.
Trascorsero diversi secondi di assoluto silenzio prima che il nobile si decidesse a spiegarsi: «Tu non lo senti?».
«Cosa dovrei sentire, esattamente?» domandò perplesso Gaius, inarcando un sopracciglio mentre con la coda dell'occhio si guardava attorno. Se aveva captato qualche risorto che si era intrufolato di nascosto nell'accampamento doveva congratularsi con lui e con i suoi sensi così acuti, perché lui non aveva sentito neanche un soffio di vento.
«Questo odore...» rispose semplicemente il principe, chiudendo gli occhi ed inspirando a fondo.
Il suo compare lo guardò come se fosse un folle in pieno delirio per alcuni istanti, prima di dargli una gran pacca sulla spalla.
«È quello che ti ho detto ora, princi. Seriamente, perché non ti fai un bagno?».
«Ma no, Gaius non parlavo di quello. Non lo senti? È odore di... di...».
Chrom si allontanò di qualche passo, cercando di definire il profumo che avvertiva e al tempo stesso individuarne la fonte.
Gaius si strinse nelle spalle.
«Sudore? Sangue?» buttò lì senza provare a fare alcuno sforzo d'immaginazione.
Per Chrom quel profumo era così familiare che il fatto che non riuscisse ad individuarlo gli risultava estremamente frustrante.
Fu l'improvvisa percezione di una nota dolce piuttosto intensa a fargli raggiungere la soluzione.
«Daraen!» esclamò voltandosi verso Gaius.
«Cosa? Che c'entra lei adesso?» volle sapere quest'ultimo.
«Questo è il suo profumo» spiegò Chrom, al che un sorrisetto malizioso increspò le labbra dell'altro.
«Se senti il suo profumo a quest'ora significa che starà facendo il bagno...» ipotizzò Gaius.
Chrom arrossì ricordando quando l'aveva vista nuda per la prima volta, per puro caso. L'idea del suo corpicino snello avvolto nel vapore ed in parte nascosto nell'acqua solleticava non poco il suo interesse.
«P-probabilmente...» disse il nobile.
Gaius lo afferrò per un braccio, guidandolo tra le tende in direzione totalmente opposta a quella che avevano imboccato poco prima.
«Ehi, dove mi trascini? Gaius!».
Chrom non capiva cosa diavolo avesse in mente e il profumo che diventava sempre più intenso non lo aiutava a pensare.
«Dalla tua cara mogliettina, princi» fu la spiegazione che l'ex ladro fornì come ovvia e scontata.
«Ma se sta facendo il bagno...!» obiettò l'altro, cercando di opporsi.
Gaius si bloccò e gli piantò in viso un paio di occhi inquisitori che parevano riuscire a sondare fin nei più reconditi recessi della sua anima.
«Oh, avanti non dirmi che non ti piacerebbe fare un bel bagnetto con lei...» asserì col tono del serpente tentatore.
Chrom avvampò letteralmente alla sola idea di poter dividere la stessa vasca con lei. Per il momento neanche dormivano nello stesso letto ed il solo fatto di potersi scambiare qualche piccolo pegno d'affetto - un bacio o anche un semplice abbraccio - era un lusso di cui poteva godere in ben poche occasioni.
Erano marito e moglie, era vero, ma la loro vita di coppia non era ancora neppure cominciata.
«Non posso!» protestò il nobile scuotendo la testa. Più che per convincere il suo amico, la sua affermazione aveva lo scopo di convincere lui stesso.
Gaius riprese a trascinarlo ma il tragitto fu breve: in men che non si dica furono davanti all'ingresso chiuso della tenda di Daraen.
«Avanti, princi fai l'uomo. Non dirmi che non sei tentato neanche un po'...».
«Tentato...? Sì, ma... ma Daraen si arrabbierà...» replicò il nobile, memore dell'ultima volta in cui aveva varcato la sua tenda mentre lei era indisposta per le visite.
«Oh, andiamo! Puoi sempre dire che volevi farti disperatamente un bagno» gli fece notare Gaius.
Detta da lui sembrava una scusa abbastanza verosimile, almeno per Chrom. In aggiunta alla sua voglia di entrare e sfruttare almeno uno dei suoi privilegi coniugali quella diveniva una giustificazione più che valida.
Il principe inspirò profondamente per raccogliere il coraggio mentre annuiva con un deciso cenno del capo.
«Sì, hai ragione» asserì mentre scostava il drappo che chiudeva la tenda. Dall'interno cominciò a fuoriuscire una leggera nebbiolina di vapore caldo.
«Buona fortuna, princi!» gli augurò Gaius in un sussurro prima di defilarsi.
Chrom varcò l'ingresso facendo attenzione a fare il meno rumore possibile, per niente affascinato dalla prospettiva di attirarsi addosso le ire di sua moglie senza ancora aver fatto nulla: il vapore aveva invaso tutta la tenda, rendendogli difficile - almeno in prima istanza - di individuare la vasca.
Cominciò silenziosamente ad avanzare non appena l'ebbe localizzata, togliendo pian piano i vestiti man mano che si avvicinava.
Attraverso il vapore riusciva distintamente a scorgere il profilo della testa di Daraen, reclinata contro il bordo della vasca. Mancavano le sagome delle lunghe code ai due lati della testa, però era inequivocabilmente lei.
Dopo aver sfilato il mantello e gli stivali fu il turno dei pantaloni e di Falchion, che venga adagiata a terra facendo attenzione a non fare rumore. Per ultima fu il turno della casacca, che impiegò un po' a togliere a causa del sudore che gliel'aveva appiccicata al torace.
Quando fu completamente nudo si fermò alle spalle di Daraen, guardandola dall'alto: teneva gli occhi chiusi e sembrava quasi dormire. Il nobile arrossì constatando quanto la sua espressione fosse tenera e innocente in quel momento.
Fece per accarezzarle una spalla ma improvvisamente la ragazza protese un braccio verso l'alto, nella sua direzione, afferrandolo al collo.
La ragazza strinse la presa e Chrom emise un verso strozzato sentendo l'aria che non riusciva più a raggiungere i suoi polmoni.
«Razza di pervertito...» sibilò Daraen furiosa «Fatti vedere!».
Il nobile sgranò gli occhi: lui era riuscito a superare la coltre di vapore e riconoscerla ma lei non era riuscita a fare altrettanto.
Chrom le prese il polso per cercare di allentare la presa, senza successo. L'unica cosa che riuscì ad ottenere fu che sua moglie lo trascinò in basso fino a che i loro volti non furono l'uno davanti all'altro.
«Da... raen... sono io...» boccheggiò, ormai a corto di fiato.
La ragazza lo fissò per un momento, allibita. Pareva quasi non credere ai suoi occhi.
«Chrom?».
L'attimo dopo lo lasciò andare con una smorfia disgustata a distorcere i delicati tratti del suo viso.
«Puah, Chrom...!» esclamò tappandosi il naso.
«Sì, ho capito! Puzzo!» fece con aria indispettita «Basta ripetermelo!».
«Sei venuto per fare il bagno...?» indagò Daraen con una buona dose di scetticismo e ironia nella voce.
Chrom si strinse nelle spalle con aria colpevole, distogliendo dal suo viso gli occhi.
«Se... a te non dispiace...» disse «Voglio dire... insomma... mi piacerebbe...».
Stava cercando la maniera migliore di comunicarle le sue intenzioni senza risultare eccessivamente volgare o fuori luogo ma non trovava le parole adatte.
Daraen si alzò in piedi appuntandosi le mani sui fianchi e mettendo su un cipiglio di difficile interpretazione per suo marito.
«Chrom d'Ylisse, entra immediatamente in questa vasca!» ordinò con un tono così imperioso e volutamente altisonante da risultare palesemente sarcastico.
Il sorriso con cui terminò l'affermazione spinse suo marito ad accennare un inchino e replicare in maniera altrettanto spiritosa: «Ai suoi ordini, mia signora».
Scivolò nella vasca facendo attenzione a non sdrucciolare sul fondo, immergendosi nell'acqua calda emettendo un acuto gemito di soddisfazione.
Una volta che si fu accomodato sua moglie si accoccolò sulle sue gambe.
Si scambiarono un lungo sguardo di tenera intesa che culminò in un dolce e casto bacio che tuttavia riuscì a risvegliare i sensi del principe sopiti dalle fatiche della giornata.
Le sue mani vagarono vogliose sulla pelle morbida di Daraen dirigendosi verso i suoi seni pallidi e fiorenti che fuoriuscivano appena dalla superficie dell'acqua.
«Hai le mani ruvide...» sussurrò lei sulle sue labbra, protraendo le proprie mani a prendere le sue «È chiaro che ti stai dando un gran daffare...».
«Senza di te non potrei fare niente, Daraen» replicò a mezza voce il nobile, posando la fronte contro la sua.
La stratega scivolò un po' di più verso il suo torace, incrociando lungo il percorso un ostacolo ben percettibile.
Chrom sobbalzò leggermente al contatto intimo inatteso e le guance di Daraen divennero ancor più rosse.
«Chrom!» esclamò sorpresa.
«I-io non voglio... ecco... non fraintendere, è solo...» era nel panico e non sapeva come giustificare il turgore del suo pene.
«D'accordo, ho capito» lo interruppe lei stringendosi poi nelle spalle «È... un contatto piacevole, dopotutto...» ammise.
Chrom si rilassò contro la vasca.
«... e poi dubito che ne avresti la forza adesso...» soggiunse Daraen divertita.
Il nobile sospirò.
«Hai ragione» concordò prendendo tra le dita alcune sue ciocche albine e strofinandole leggermente.
«Be' allora tu stai fermo e io ti lavo» decretò a sorpresa sua moglie, chinandosi a prendere la saponetta che aveva lasciato sul fondo della vasca.
«Cosa?» domandò Chrom.
«Emani un tanfo orribile e visto che sei sfinito è meglio se lasci fare a me...» gli spiegò logicamente Daraen.
«Ma anche tu devi essere esausta...» obiettò suo marito.
«Oh, certo. Però ti lavo con piacere» fu la risposta che ottenne e alla quale non seppe come controbattere.
Semplicemente, lasciò che la sua compagna gli insaponasse sapientemente i capelli per poi passare al resto.
Era piacevole godere delle mani delicate di lei che sfregavano energicamente il suo corpo, tanto che in più di un'occasione Chrom fu sul punto di cadere addormentato. Per fortuna Daraen riusciva a mantenerlo sveglio grazie al dolce e certamente involontario sfregare della sua zona intima contro il suo inguine.
Una volta che furono insaponati sia lui sia l'acqua in cui erano immersi, Chrom si decise a fare qualcosa per la moglie e cominciò a passare le mani sulle sue cosce risalendo lungo i fianchi fino al seno, sotto al quale esitò per timore di fare qualcosa di sgradito.
La stratega si addossò con la schiena contro il suo torace e gli prese le mani, spostandole proprio sui suoi seni.
«Siamo soli, puoi toccare... sei mio marito del resto» gli spiegò mentre si spingeva più in basso, affondando nell'acqua.
Chrom le palpò con discrezione ambedue i seni, godendo della loro morbida e piena consistenza.
Quando le sfiorò la punta dei capezzoli la udì chiaramente emettere un lieve gemito di piacere.
Il nobile era imbarazzato dalla piega chiaramente intima che aveva preso la situazione; ciononostante non riusciva a trovare l'autocontrollo necessario a fermarsi. Gli piaceva da matti quel particolare contatto col corpo di Daraen.
Quest'ultima cominciò a gemere con più insistenza, eccitando particolarmente Chrom. Le sue mani, benché ruvide, riuscivano a produrre in lei una costante e ben percepibile sensazione di piacere.
Fu solo grazie ad un incredibile sforzo da parte sua che riuscì a smettere.
«È meglio se finiamo di lavarci...» disse, posando le mani sul ventre piatto della sua sposa.
Quest'ultima arrossì voltandosi di fianco su di lui.
«Sì, è meglio... così possiamo andare a riposare» disse.
Come di tacito accordo scivolarono ambedue sott'acqua e ne riemersero poco dopo liberi dalla schiuma che si stava rapprendendo sui loro capelli.
Daraen fu la prima ad uscire, avvolgendosi in un asciugamano per combattere l'escursione termica. Dopo di lei uscì anche il nobile, per il quale tuttavia non c'era un asciugamano disponibile.
Rimase lì in piedi a tremare infreddolito, scena che indusse Daraen ad asciugarsi in gran fretta.
«Tieni» esclamò mentre gli passava dietro la schiena l'asciugamano.
«G-grazie...» balbettò il principe, stringendosi nel panno per riscaldarsi un po'.
La ragazza cominciò in fretta a rivestirsi almeno dell'intimo.
Lanciando un'occhiata intorno a sé, notò che il marito non aveva portato nessun vestito di ricambio.
«Torni così alla tua tenda?» rise Daraen, facendolo avvampare d'imbarazzo.
«N-no... p-però...».
Chrom era scosso dai brividi. Si sedette sul fondo della branda, rannicchiandosi un po' per combattere il gelo e tenendo ben lontano lo sguardo dal corpo di sua moglie, non volendo farsi inutilmente male con tentazioni cui non avrebbe saputo resistere né cedere.
Vederlo in quello stato la impietosiva; pertanto passò rapidamente in rassegna con lo sguardo il suo vestiario fino a trovare la sua cappa, posata in disparte.
Quella era l'indumento più fuori misura per la sua snella e piccola corporatura; inoltre era abbastanza pesante da tenerla al caldo anche sotto le intemperie. La prese e senza alcun preavviso la posò sulle spalle di Chrom, chiudendogliela sul davanti tramite un paio di laccetti.
L'uomo alzò confuso lo sguardo ad incrociare il suo e lei per tutta risposta gli calò sul viso il cappuccio.
«Metti questa addosso, così eviti di prenderti un malanno mentre vado a cercarti dei vestiti puliti nella tua tenda» spiegò la stratega mentre riprendeva a vestirsi in gran fretta «Spero sia della tua misura...».
Chrom si abbassò il cappuccio scuotendo la testa e i capelli ancora umidi.
Lasciò cadere l'asciugamano in cui si era avvolto e si strinse piuttosto nella cappa senza cercare di infilarsela del tutto per potercisi raggomitolare meglio.
«Grazie, Daraen...» borbottò a mezza voce.
«Sta' lì, torno subito...» replicò la ragazza mentre usciva.
Chrom non se lo fece certamente ripetere due volte, troppo infreddolito per cercare di alzarsi e andare da qualche parte. Si ripiegò le gambe contro il petto posando il mento sulle ginocchia mentre con sollievo si nascondeva totalmente dentro la cappa di sua moglie. Fu così che percepì l'odore di Daraen di cui era impregnato l'indumento.
Era lo stesso profumo che aveva percepito quando lei era entrata per sbaglio nella sua tenda mentre lui usciva dalla vasca ed era un aroma che non riusciva più a dimenticare. L'aveva sentito anche in altre occasioni dopo quella volta, però quel primo momento si era impresso indelebilmente nella sua memoria olfattiva.
Sollevò il viso e si portò il tessuto sotto al naso, inspirando profondamente ed abbandonandosi al ricordo di quell'incidente che aveva svolto un ruolo fondamentale nel fargli capire cosa provasse nei confronti di Daraen.
Più lo respirava e più intensamente lo percepiva. Era delizioso.
Si lasciò cadere sdraiato su un fianco mantenendo il viso affondato nell'abito, chiudendo gli occhi.
«Chrom, ti ho...».
Daraen fece ritorno cinque minuti dopo e non appena lo vide si zittì bruscamente. Dopo pochi attimi un sorriso dolce si fece strada sul suo viso, illuminandolo.
«Oh, Chrom...» sussurrò avvicinandosi piano alla branda.
Il principe d'Ylisse era rannicchiato su un fianco al centro di essa, ancora nudo, con il cappuccio sollevato ed il volto seminascosto dentro il bavero rialzato. Sembrava così sereno, era come un bambino troppo cresciuto.
Daraen gli si accostò ancora, chinandosi a sfiorargli una guancia.
«Mmh... Daraen...» bofonchiò nel sonno.
La stratega sospirò sorridendo.
«D'accordo, per stanotte divideremo la branda» esclamò a mezza voce come se suo marito riuscisse a sentirla.
Anche se dal suo tono non sembrava, la prospettiva le piaceva: non aveva ancora avuto il piacere di dividere il letto con Chrom ed era decisamente curiosa di provare.