Titolo: Di gentilezze inusitate
Rating: Verde
Genere: Generale
Personaggi: Add, Eve (Speranza Nasod), Oberon
Wordcount: 1311 (
fiumidiparole)
Prompt: Alba per la terza settimana del
COW-T 4 & 80. Geranio: gentilezza dalla
mia cartellina per la
Maritombola #5 @
maridichallengeNote: Gen
«Oberon?» chiamò Eve, chinandosi al suo fianco, accarezzandogli il petto «Oberon!» ripeté, smuovendolo per cercare di farlo risvegliare. Non capiva perché fosse caduto: i Nasod non avevano bisogno di essere ricaricati da una fonte di energia e Oberon non le aveva mai dato motivo di preoccuparsi per lui.
Eve era stata messa in guardia dai Pongo riguardo alla possibilità di essere contaminata dalle spore di Alterasia, in quanto Nasod; tuttavia la Speranza Nasod aveva fatto del risolvere la contaminazione del Tunnel B4-1 un pungolo d'onore, pertanto era andata ugualmente, ignorando gli avvertimenti dei Pongo.
Aveva attraversato tutto il tunnel distruggendo le piante di Alterasia che incontrava sulla sua strada evocando in suo aiuto i piccoli Ricognitori Nasod e i Guardiani dimensionali, oltre al suo fedele servitore Nasod Oberon e alla fine era riuscita a raggiungere il cuore del tunnel, dove era radicato il problema della contaminazione, letteralmente. Ad attenderla lì aveva trovato un'enorme pianta di Alterasia mutante che aveva reso l'aria attorno ad essa praticamente irrespirabile per la forte presenza di spore.
Nella lotta alla gigantesca pianta, Oberon era stato infettato. Eve e i suoi moduli Nasod - Moby e Levy - invece, si erano salvati. Il servitore Nasod era caduto a terra alla fine del combattimento, una volta che la pianta era stata distrutta, ed aveva perso i sensi.
«Oberon?» chiamò Eve, chinandosi al suo fianco, accarezzandogli il petto «Oberon!» ripeté, smuovendolo per cercare di farlo risvegliare. Non capiva perché fosse caduto: i Nasod non avevano bisogno di essere ricaricati da una fonte di energia e Oberon non le aveva mai dato motivo di preoccuparsi per lui. Era sempre stato al suo fianco e non l'aveva mai abbandonata, neppure quando lei riposava: la notte mentre lei dormiva lui le sedeva accanto e vegliava affinché non le accadesse niente di male.
Lo schiaffeggiò in un estremo tentativo di farlo riavere, ma fu tutto inutile.
Moby e Levy le svolazzavano attorno, come incuriositi dalla perdita di conoscenza del loro compagno. Si calmarono e si affiancarono alle ginocchia di lei quando la Speranza Nasod si issò il corpo inerte di Oberon sulle spalle, riprendendo a percorrere il tunnel. Il servitore era più alto di lei e - naturalmente - era anche più pesante; infatti i suoi piedi si trascinavano sul suolo e Eve camminava curva per lo sforzo di sostenere il suo peso. I moduli Nasod cercavano di aiutarla a sostenere il fardello, infilandosi sotto le ginocchia di Oberon e sollevandole un po' per evitare che i piedi toccassero terra.
Era notte fonda quando la Speranza Nasod riuscì ad emergere dal Tunnel B4-1, esausta per il lungo tragitto che aveva dovuto percorrere sotto il gravoso peso di Oberon. I suoi abiti bianchi erano sporchi di terra e i capelli albini raccolti in due chignon gemelli attorno alle antenne laterali che le fungevano da orecchie si erano scompigliati nella fatica del lungo viaggio sotterraneo. Uscire all'aria aperta e respirare liberamente qualcosa di non contaminato era un vero sollievo per lei; inoltre era contenta che fosse ormai calato il buio in quanto la lunga permanenza sottoterra le aveva abituato la vista alle tenebre, pertanto se fosse uscita alla luce del giorno le sarebbe occorso un po' per riabituare gli occhi all'intensa luce del sole.
Eve si accampò a poca distanza dall'uscita del tunnel: era talmente stanca che non aveva le forze per allontanarsi di più.
Moby e Levy si allontanarono andando a cercare della legna da ardere, mentre la Speranza Nasod si liberava dal peso di Oberon, sdraiandolo supino sul suolo.
Un'espressione di sorpresa sostituì il suo sguardo imperturbabile quando finalmente capì che cosa era successo al suo servitore: era stato contaminato.
Piccoli boccioli di Alterasia erano fioriti attorno al suo collo e ai polsi e radici simili a liane stavano crescendo avviluppandosi attorno al suo corpo.
Eve non sapeva cosa fare: i Pongo le avevano detto che c'era un'alta probabilità di contagio se fosse andata nel tunnel, ma non come poter guarire da essa.
Forse addirittura non c'era rimedio ed il Nasod antico fu colto da un senso di tristezza: Oberon non poteva morire sotto l'Alterasia o diventarne un portatore schiavo come gli altri Nasod del tunnel. Non lo accettava.
Sarebbe tornata ad Altera l'indomani stesso, a costo di doversi trascinare a terra. Non avrebbe abbandonato il suo servitore più fedele all'Alterasia.
Adesso però aveva bisogno di riposare, perché il viaggio di ritorno sarebbe stato lungo.
Con l'aiuto di Moby e Levy accese un fuoco da campo e si sdraiò vicino ad esso rannicchiandosi su un fianco in posizione fetale.
Pur essendo un Nasod, era un Nasod antico ed era pertanto fatta in modo e maniera che somigliasse quanto più possibile ad un essere umano per quanto riguarda il suo funzionamento e ciò comprendeva ovviamente il dormire.
Eve cadde tra le braccia di Morfeo in fretta e i suoi due moduli le sostarono accanto, spegnendosi.
Fu nella notte che Add riuscì a raggiungerla. Aveva cercato di arrivare a lei per tutto il giorno, così da poterla poi usare per i suoi esperimenti.
«Finalmente...!» esclamò rivolto a se stesso, sogghignando soddisfatto alla vista del Nasod steso su un fianco ed assopito.
Aveva faticato un sacco per attraversare il Tunnel B4-1 senza farsi vedere e stando attento a non farsi contaminare i dynamo Nasod. Era stato talmente impegnativo che cominciava ad avere sonno e a non dispiacergli affatto l'idea di una bella dormita. Le gambe minacciavano di tradirlo da un momento all'altro, ma la sua volontà era più forte.
Fece per avvicinarsi a lei, ma inciampò in un braccio di Oberon e cadde a terra.
Si girò di scatto per reagire in maniera anche piuttosto brusca, ma si bloccò vedendo in che genere di ostacolo era incappato: un Nasod di livello palesemente superiore - anche se non era allo stesso livello di Eve, come nessun altro Nasod di quel mondo del resto - contaminato dall'Alterasia in maniera abbastanza estesa.
Rimase a fissarlo per qualche momento, sentendo crescere in lui una fitta alla vista di un così bel Nasod distrutto da quella malefica pianta parassita come un qualsiasi Nasod di infimo livello. Era il suo lato da meccanico che gli parlava, come se fosse la voce della sua coscienza.
Spostò lo sguardo da Eve al Nasod malato ripetutamente, indeciso, poi si volse ed afferrò Oberon per un braccio, trascinandolo lontano da lei, in modo da non svegliarla.
Add portava sempre degli attrezzi con sé, per ogni evenienza: non si sapeva mai cosa poteva capitare in viaggio, né quando i suoi dynamo avrebbero potuto aver bisogno di una piccola messa a punto. Non poteva permettersi di tornare ogni volta ad Altera quando aveva necessità di fare delle riparazioni o delle migliorie.
Una volta abbastanza lontano da Eve, si mise al lavoro, allentando bulloni e svitando parti del corpo di Oberon per rimuovere l'Alterasia che aveva contaminato le parti interne, sviluppandosi tra gli ingranaggi e i vari compartimenti.
Anche se non era ancora sviluppata del tutto, la pianta aveva invaso gran parte del corpo del Nasod, infiltrandosi anche negli anfratti più piccoli e remoti.
Ci lavorò instancabilmente per ore, ripulendo tutto quanto, sbadigliando e scuotendo il capo per cercare di rimanere lucido e soprattutto sveglio.
Quand'ebbe finito di riassemblare il corpo del Nasod, era tutto sporco di olio e residui di Alterasia. Le ombre della notte insonne si vedevano bene sulla sua carnagione pallida anche se erano appena accennate.
Riportare il Nasod al suo posto fu lo sforzo decisivo: una volta riposizionato lui, Add si allontanò di nuovo e andò a nascondersi dietro una roccia, abbandonandosi finalmente al suo meritato sonno. Era ormai l'alba e, mentre il sole sorgeva, il ragazzo cadeva nell'oblio del sonno profondo.
Eve si destò poco dopo, scossa da una mano gentile. Aprendo gli occhi, Oberon le si presentò all'interno della sua visuale.
«Ti sei svegliato!» esclamò la Speranza Nasod, sedendosi sul terreno.
Oberon annuì, constatando che le forze gli erano tornate del tutto.
«Allora riprendiamo il viaggio: dobbiamo capire perché i Nasod sono diventati così ostili» disse lei alzandosi in piedi e scuotendosi di dosso la polvere.
I suoi moduli si riattivarono e si sollevarono a mezz'aria, ponendosi ai suoi lati mentre lei si avviava, senza neppure cercare di capire che cosa era successo ad Oberon.
Nel frattanto, il giovane salvatore del Nasod dormiva respirando piano più in là, ignaro che la sua preda aveva ripreso a muoversi.